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Galatina

La Mostra sui polacchi in Puglia a Galatina

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Il Salotto di Cultura “Galatina Letterata” presenta domenica 24 gennaio, alle 18,30, presso il Museo Civico “Pietro Cavoti” a Palazzo della Cultura di Galatina, la Mostra fotografica – documentale ed il convegno ad essa correlato, dal titolo “La Puglia dei Polacchi dal ‘44 al ‘46. Una storia in bianco e nero”. L’evento ripercorre, attraverso un’inedita serie documentaria, la presenza dei soldati polacchi in Puglia ed a Galatina in particolare. “La nostra regione era chiamata la Piccola Polonia”, spiega il presidente di “Galatina Letterata”, Rosanna Verter, “poiché sede delle retrovie del Corpo d’Armata polacco. Il fil-rouge è una accurata ricostruzione storica di episodi assai singolari e significativi, dal 1944 al 1946, episodi che valorizzano il gruppo militare polacco in Puglia. L’intento è di riscoprire il legame tra l’Italia, tra la nostra Puglia e la Polonia. Tale legame è sancito nel nostro Inno Nazionale ed in quello polacco. Infatti nell’ultima strofa leggiamo “…il sangue d’Italia e il sangue polacco…”. Possiamo aggiungere che l’Inno Nazionale Polacco è stato scritto in Italia, a Reggio Emilia; c’è in esso un chiaro riferimento alla nostra Nazione: “…marcia, marcia Dabrowshi dalla terra Italiana in Polonia…”. L’evento è patrocinato dalla Repubblica di Polonia, dalla Regione Puglia, dal Comune di Galatina, dal Comune di Casamassima (Ba), dall’Associazione “BaoBab”, da The news paper.it e dalla Provincia di Lecce, che sarà presente con l’assessore ai Trasporti e alle Politiche Giovanili, Bruno Ciccarese. E’ stato realizzato con la collaborazione della Biblioteca “P. Siciliani” e dello Sportello Progetto Giovani del Comune di Galatina.

Attualità

Galatina: sala operatoria chiusa perché senza aria condizionata? No, si, forse…

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria”; “Mi dispiace, ma lo trova domattina”. “Ma non c’è nessuno che…”

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Cosa può e deve fare un giornale quando riceve diverse telefonate di denuncia circa la malasanità pubblica?

A cosa serve il mestiere di giornalista se non a riportare pedissequamente, previa verifica, ogni spiffero o lode di quello accade fra le pieghe della pubblica amministrazione che sia essa sanitaria o di altra natura? A tutelare le fasce più deboli, a difendere chi non può, non sa o non vuole difendersi?

Ebbene, da giorni riceviamo in redazione delle lamentele circa il malfunzionamento di una delle sale operatorie dell’ospedale Santa Maria Novella di Galatina, nella fattispecie l’ultima lagnanza, arrivata via Whatsapp stamattina, è di una signora che oggi avrebbe dovuto subire un intervento in day hospital e, arrivata diligentemente e puntualmente in ospedale, si è sentita rispondere: “Signora, mi dispiace ma deve tornare a casa, sono slittati tutti gli interventi perché si è rotta l’aria condizionata e da 15 giorni la sala operatoria è rimasta ferma“.

Se non fosse seria e grave la situazione ci sarebbe da ridere. E allora? Cosa abbiamo pensato di fare? Quello che avrebbe fatto qualsiasi giornale: chiamare l’ospedale di Galatina e scrivere alla ASL.

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria“; “Mi dispiace, ma lo trova domattina“. “Ma non c’è nessuno che lo sostituisca, che ci possa informare sulla sala…“, insistiamo, “Aspetti le passo qualcuno della sala operatoria“.

Dopo aver spiegato il motivo della nostra telefonata, dall’altra parte ci rispondono: “Mi dispiace deve aver sbagliato numero!“. Basiti ribattiamo: “Come abbiamo sbagliato numero, non è la sala operatoria? Mi hanno passato lei dal centralino, saprà che numero fare il centralinista. E comunque: è vero che la sala operatoria non funziona da 2 settimane perché è rotta l’aria condizionata?”, assordante silenzio dall’altra parte, “mi scusi”, ribattiamo caparbi, “ma con chi stiamo parlando?”. 

“Sono l’infermiere E.S. e non sono tenuto a risponderle”. “Quindi”, incalziamo, “è una malcelata forma per dirmi che quello che le sto chiedendo è vero!?”.

Come tutte le cose la gentilezza si consuma, il garbo finisce, la pazienza si squaglia, con questo caldo poi: “Guardi che questo è un numero per le urgenze, e lei lo deve lasciare libero!”. ” Va bene”, replichiamo, “basta un si o un laconico no!… Tuuu, tuuu, tuuu.”

Ci appigliamo ancora al centralinista il quale, con rinnovata pazienza, ci prega di attendere e ci assicura che avrebbe cercato di passarci al telefono il direttore sanitario.

L’attesa è piacevole, le note sprigionate dalla musichetta d’attesa è puro jazz: lo si riconosce dalla grande varietà di attacchi. Spiacevole è invece la notizia, un perentorio telefonista, dopo una breve attesa, ci liquida: “Il direttore sanitario mi suggerisce di richiamare domani mattina, tuuu, tuuu, tuuu…“.

Nel frattempo, per non venire meno al nostro dovere abbiamo scritto, alla direzione della Asl e ci siamo armati, noi insieme a tutti i pazienti che non hanno usufruito del servizio, di Santa Pazienza, in attesa del domani. To be continued…

Luigi Zito

 

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Attualità

Medici salentini contro l’autonomia differenziata

Il presidente dell’OMCeO di Lecce Donato De Giorgi: «La scarsezza di risorse, vera causa di tempi di attesa vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, soprattutto, ai cittadini»

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«Si rimane basiti da alcune dichiarazioni comparse sulla stampa locale, secondo cui per risolvere le emergenze, che alcune Strutture stanno vivendo nel nostro territorio in maniera drammatica, sia necessario non solo “una più efficace organizzazione delle risorse umane”, ma anche “la necessità che alcuni Direttori di Unità Operative abbandonino la scrivania e diano una mano concreta”. Oltre a grossolane inesattezze riguardanti l’attività del presidio ospedaliero di Gallipoli, che avrebbe “sale operatorie inattive da mesi”, le dichiarazioni puntano il dito nella direzione sbagliata».

È lo sfogo di Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) di Lecce.

«In realtà», tuona il dott. De Giorgi, «solo la straordinaria attività di tutti i medici e del Personale Sanitario ha consentito di far sopravvivere il SSN nel nostro territorio (come, del resto, conferma l’84,1% degli Italiani, secondo l’ultimo sondaggio Censis)».

Poi la sottolineatura: «Quando si afferma “tutti i Medici” ci si riferisce proprio a tutti: i MMG, i pediatri, gli specialisti territoriali, i medici del pronto soccorso, 118, continuità assistenziale, ospedalieri, direttori di U.O., medici del servizio pubblico, privati, convenzionati, ecc.».

«Solo il loro lavoro continuo, il loro impegno instancabile, la loro professionalità competente, la loro azione silenziosa in situazioni difficili di gravissimo disagio», insiste il presidente provinciale dell’OMCeO, «rappresenta lo straordinario e insostituibile riferimento per affermare la centralità della salute come diritto di tutti».

In questi giorni chi gestisce e chi amministra la salute nel nostro territorio avendo l’impegno di ridefinire ruoli, accorpamenti in situazioni ospedaliere periferiche e la decisiva riorganizzazione del territorio, ha sempre poco (o nessuno) spazio per allargare le risorse umane (assunzioni) e fornire ai professionisti motivazioni forti.

Secondo Donato De Giorgi: «La scarsezza di tali risorse, vera e decisiva causa dei tempi di attesa inaccettabilmente e vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà soprattutto il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, ciò che più conta, ai cittadini».

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Cronaca

Violenza sessuale in un villaggio turistico, la 12enne:”L’animatore mi ha violentata”

L’allarme è stato fatto scattare dalla mamma e dalla zia della bambina, alle due la ragazzina si era rivolta per raccontare la violenza subita da un componente dell’animazione del villaggio….

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Una notizia a dir poco scioccante.

Una ragazzina di 12 anni, laziale, in vacanza in Salento con i genitori, in un villaggio vacanze situato sull’adriatico, sarebbe stata oggetto di attenzioni da parte di un animatore del villaggio.

Sull’episodio indagano i Carabinieri di Melendugno: il fatto, dai contorni ancora pochi chiari, che ha portato una 12enne in ospedale è avvenuto mercoledì scorso.

L’allarme è stato fatto scattare dalla mamma e dalla zia della bambina, alle due la ragazzina si era rivolta per raccontare la violenza subita da un componente dell’animazione del villaggio.

La piccola aveva confessato ai familiari di avvertire dei dolori nelle parti intime e di essere stata vittima, di aver subito sesso senza la sua approvazione.

La chiamata di soccorso è partita subito da parte dei parenti della ragazzina. Gli operatori del 118, una volta arrivati nella struttura, hanno preso in cura la piccola e attivato il protocollo di assistenza nell’ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina.

Indagano i carabinieri per far luce sull’intera vicenda.

 

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