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Galatina

Noha: una risorsa in tempo di crisi

Casa Betania. Espressione e prolungamento del Centro di Aiuto alla Vita. Casa Betania ha un centro di accoglienza per gestanti e madri con figli a carico, un centro di accoglienza per adulti, un centro direzionale cui è annesso un Ambulatorio di Medicina Generale, tutti autorizzati dalle rispettive autorità competenti.

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IL Centro Direzionale


Casa Betania è espressione e prolungamento del Centro di Aiuto alla Vita di Noha. Il Progetto nasce l’11 ottobre 2002 e trova piena espressione il 4 dicembre 2011 con l’inaugurazione delle strutture site in P.zza S. Michele. Casa Betania ha un centro di accoglienza per gestanti e madri con figli a carico, un centro di accoglienza per adulti, un centro direzionale cui è annesso un Ambulatorio di Medicina Generale, tutti autorizzati dalle rispettive autorità competenti. Casa Betania nel suo complesso conta 25 Medici specialisti; 17 Infermieri professionali; 1 Ostetrica; 15 educatori; 25 ausiliari; 1 Assistente Sociale; 2 Pedagogiste; 1 Psicologa, 5 addetti infrastrutture. Casa Betania ha a disposizione 2 ambulanze, 2 pulmini, 1 scooter, 1 autovettura per il trasporto di ammalati, anziani e disabili.


Tra i servizi offerti: Centro di ascolto dei bisogni del territorio; accoglienza adulti in difficoltà e gestanti e madri con figli a carico;  Progetto Gemma: adozione prenatale a distanza che dà ad una mamma la possibilità concreta, tramite aiuto economico, psicologico, ginecologico-ostetrico, di portare a buon fine la gravidanza evitando l’aborto; esami diagnostico-terapeutici e di laboratorio, ricovero e cura presso strutture  convenzionate o private e prenotazioni in tutta la rete ASL Lecce; assistenza oncologica domiciliare: medica, palliativistica, infermieristica, fornendo gratuitamente presidi medico-chirurgici per i malati; accompagna con amore i “Feti Terminali” fornendo medicina specialistica e assistenza alla famiglia; a questa dà la possibilità di essere ospitata gratuitamente presso la Casa dell’Associazione “La Quercia Millenaria” ONLUS ed essere seguita dal Centro di Diagnosi e Terapia Fetale del Policlinico “A. Gemelli” di Roma; oartecipa al progetto “Nati per Leggere”, promuovendo la lettura ad alta voce ai bambini da sei mesi ai sei anni d’età per lo sviluppo ottimale dell’apprendimento; Offre ai bambini disabili la possibilità di accedere all’Ippoterapia; ecc.


Don Francesco Coluccia


Risultati raggiunti: Casa Betania sta accompagnando 60 famiglie in varie necessità; 40 famiglie ricevono mensilmente un pacco alimenti; ha donato 70 tonnellate di alimenti; con Progetto Gemma erogando 160,00 euro al mese per 18 mesi a 20 mamme  ha donato un totale di 57.600,00 euro. 23 i bimbi nati. 3 Progetti Gemma approvati e in corso di donazione. 4 i bimbi in arrivo. 5 coppie sono state seguite gratuitamente dal Day Hospital Ostetrico ginecologico e dal Centro di Studi per la fertilità del Policlinico “A. Gemelli” di Roma. 5 i bimbi nati. 5 le mamme assistite con altri tipi di aiuto e 5 i bimbi nati. In totale sono 33 i bambini in vita. Bambini che erano destinati a morire tramite aborto perché le famiglie o le mamme non avevano nessuna assistenza di tipo economico, psicologico, morale, medico. Tantissimi gli indumenti distribuiti. Abbiamo fornito: passeggini, cullette, ovetti, box, girelli e beni di prima necessità per i neonati. 1 ragazzo tramite Casa Betania fa Ippoterapia. 588 le persone ascoltate con varie problematiche e bisogni. 18 Persone sono state accolte nel Centro Ospitante di Casa Betania. All’interno del Centro Ospitante di Casa Betania gli Ospiti sono accompagnati dalle figure professionali  mediante un itinerario personalizzato. Nello stesso si è attivato un laboratorio di Arteterapia: l’arte racconta il vissuto concreto di donne provate e rieducate al senso della vita. 240 Visite specialistiche effettuate gratuitamente. 40 esami ematici effettuati presso il nostro Ambulatorio. 100 Prenotazioni effettuate tramite il nostro CUP in tutta la rete ASL. 25 malati oncologici beneficiano di accoglienza e ritiro dei medicinali speciali presso il nostro Centro Direzionale – Ambulatorio di Medicina Generale. Il 95% delle persone rivoltesi a Casa Betania sono di nazionalità italiana, il 3% sono europei e il 2 % sono di altra nazionalità. Il Volontariato, vera forza di Casa Betania, ha all’attivo 19.000 (diciannovemila) ore di servizio a favore delle Famiglie e della Vita.


La Divina Provvidenza ci fa toccare con mano il suo amore rivelandoci che “Qualunque cosa avete fatto al più piccolo dei miei fratelli l’avete fatto a me” (Gesù di Nazaret). Casa Betania, in questo tempo di crisi, è nel territorio una risorsa concreta.

Don Francesco Coluccia (Dir. Gen.)


Gioia di Vivere – Storia di una donna accolta da Casa Betania


Sono Giovanna 35 anni, nata in una famiglia modesta, ma con grossi problemi affettivi. Da bambina subisco violenze le cui ripercussioni si fanno vedere in una forte ribellione adolescenziale che mi porta a drogarmi. Passo attraverso una comunità terapeutica, dalla quale scappo perché non mi sento libera. Incontro un uomo che subito mi dà attenzioni, affetto e diventa il mio futuro marito. Dalla nostra relazione nasce un bel bambino, verso il quale, non avendo avuto io cure paterne e materne non riesco a svolgere il mio ruolo educativo e di madre. Per motivi di incomprensioni e di carattere mi divido da mia marito. Volevo trovare la felicità, ma non sapevo dove. C’era in me tanta incertezza e solitudine. A casa mia per amicizia con mio figlio veniva a trovarlo un ragazzo di diciannove anni. Tra noi è nata una relazione sentimentale, che mi ha portato a restare incinta. Pensavo di affrontare tutto con serenità, invece sono ripiombata nel caos più totale: non sapevo che fare, a chi rivolgermi, ho ricevuto lo sfratto dalla mia abitazione perché morosa dell’affitto. Non avevo di che mangiare e non sapendo come fare a portare avanti la gravidanza, ho pensato di abortire. Poi tramite il Consultorio pubblico, presso il quale mi ero rivolta per abortire, ho conosciuto Casa Betania, Don Francesco con i Volontari del CAV di Noha. Lì ho incontrato una grande famiglia, dove i rapporti umani sono di Casa: mi sono subito sentita accolta e capita. Sono stata seguita dall’equipe medica dell’Ambulatorio di Casa Betania con un loro ginecologo e sono stata inserita anche in Progetto Gemma. Insomma, aiutata a capire il valore della vita e dissuasa ad abortire, ho accetato di portare avanti la gravidanza. Con tutti i volontari è nata una grande rete di solidarietà, non mi è mancato nulla. Anche quando ero ricoverata sono venuti a trovarmi portandomi tutto il necessario: e rispetto alle latre mamme mi sentivo “privilegiata” e “mai da meno”all’orario delle visite, in Clinica, io che non avevo nessun parente avevo loro, i volontari di Casa Betania. Dopo la nascita della bambina, ho trovato casa e anche lì Casa Betania è stata presente con il pacco viveri mensile, con un aiuto economico, con il corredino per la bambina e tutto l’occorrente necessario per accoglierla in Casa. Intanto il mio compagno, anche lui aiutato da Casa Betania ha preso consapevolezza delle sue responsabilità e abbandonando uno stile un po’ libertario di giovane della sua età, ha trovato un lavoro decente e si è assunto le responsabilità di padre. Ho dovuto anche affrontare una depressione post-partum. Anche qui, accompagnata dal personale medico di Casa Betania, ho superato tutto e oggi sono contenta di essere mamma. Guai a me se avessi ucciso mia figlia, non me lo sarei mai perdonata. La mia vita è davvero cambiata, è come se fossi rinata. Tutto ciò che non ho vissuto da piccola e con il mio primo bambino l’ho vissuto ora, imparando a rapportarmi anche con mio figlio grande. Ringrazio Dio per aver incontrato gente dal cuore grande in Casa Betania che mi hanno ridato la gioia di vivere.


Giovanna Manni


Attualità

L’eterna Danza delle Onde

Il Salento, con il suo mare cristallino, la sua ricca storia e cultura, si eleva come fonte d’ispirazione per un emozionante progetto musicale delle FeminaeMaris che abbraccia anche l’Albania

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Nasce FeminaeMaris, il trio formato dalle musiciste salentine Silvia Boccadamo e Antonella Napoli, unite alla talentuosa cantante albanese Hersi Matmuja.

Il mare, forza dominante e collante culturale delle nazioni del Mediterraneo, è il filo conduttore del loro progetto.

Silvia e Antonella, animate dalla passione per la loro terra, hanno trovato in Hersi una compagna di viaggio altrettanto legata alla sua amata Albania. Le tre musiciste, tutte di formazione classica, daranno così vita a “L’eterna Danza delle Onde”.

VIAGGIO MUSICALE TRA STORIA E CULTURA

L’eterna Danza delle Onde” è un progetto musicale che invita l’ascoltatore a un viaggio sonoro attraverso il Salento, territorio ricco di storia e cultura.

Questo lavoro raccoglie brani inediti che descrivono luoghi specifici e le loro peculiarità, intrecciando storie e tradizioni con quelle degli antichi popoli che si insediarono nel Salento.

Il repertorio del progetto varia da pezzi a voce e tamburo, a melodie affascinanti, danze dai ritmi misti e brani strumentali evocativi.

Ogni composizione è pensata per trasportare il pubblico in una dimensione sognante, dove passato e presente si fondono in un’armonia unica.

Attraverso melodie emozionali e arrangiamenti classici, il Salento viene raccontato in modo originale, in modo diverso, rispetto ai capisaldi della Pizzica e della Taranta, con un omaggio musicale alla poesia di questo eccezionale territorio, che risuona in ogni nota e ritmo.
L’eterna Danza delle Onde” promette di regalare un’esperienza sensoriale completa, evocando l’anima del Salento e le sue mille sfaccettature attraverso una narrazione musicale senza tempo.

IL PROGETTO DISCOGRAFICO

Il trio sta collaborando con Corrado Production per la realizzazione del primo CD del progetto. La produzione prevede registrazione, editing, missaggi e mastering, pubblicazione su piattaforme digitali e la realizzazione di videoclip.

I BRANI DEL PROGETTO

PALASCIA (Otranto) – Immersa nella magia di un luogo simbolo del Salento, Palascia è la punta più orientale d’Italia, evocando intense sensazioni legate all’anima salentina.

1481 LA RECONQUISTA (Otranto) – Il brano rievoca la battaglia di Otranto del 1480-1481, una tragica pagina di storia in cui l’esercito ottomano attaccò la città, allora parte del Regno di Napoli.

FLORILANDA – (Torre Sabea Gallipoli) – La leggenda di Flavio e la sua amata che scompaiono verso l’orizzonte, rappresenta un eterno destino d’amore, simboleggiato dai gabbiani che danzano nel cielo di Gallipoli.

LACRIME D’ARGENTO – Una terra ferita, dove prima c’era l’oro del Salento adesso c’è solo un paesaggio lunare. Il dramma della xylella che ha provocato dolore e danni, raccontato con la sensibilità di chi non si arrende mai alle avversità. Questo è un brano dedicato all’ulivo, simbolo eterno del Salento; il brano celebra la resilienza e la bellezza di questo albero secolare e la forza di un territorio mai domo, pronto a rialzarsi sempre, dopo ogni caduta.

LA DANNATA (Torre dell’Alto, Nardò) – La tragica storia di una giovane fanciulla che, per sfuggire all’ingiustizia dello jus primae noctis, si getta dalla rupe, diventando leggenda nelle notti di luna piena.

ANI MORI HANAOh Mia Luna (Albania-Salento) – Una danza popolare del nord Albania si intreccia con i dialetti albanese e salentino, creando una preghiera alla luna per guidare verso l’amore.

KALÀ (Albania) – Ispirato alla leggenda della Fortezza di Rozafat in Albania e alla principessa di Acaia, il brano narra di sacrifici e magie, di una madre murata viva e di una principessa trasformata in pietra.

LA DANZA DEI DUE MARI – Una terra magica, il Salento, descritta dal detto “lu sule, lu mare, lu ientu”, viene celebrata per le sue limpide acque, giornate soleggiate e il vento che mitiga il caldo. Questo brano è un inno alla bellezza con punte liriche piene di vita e di speranza.

IL POZZO DEI MIRACOLI (Galatina) – Un brano ispirato alla leggenda del miracolo dell’acqua di Galatina, capace di guarire dalla puntura delle tarante.

LE SECCHE DI PIRO (Ugento) – Dedicato alla leggenda di Pirro e alle temutissime secche ugentine che ostacolarono il suo soccorso a Taranto.

PRESENTAZIONE DEL PROGETTO – La presentazione del progetto è in programma domenica 21 luglio alle ore 21, presso il Teatro Cavallino Bianco di Galatina, con ingresso gratuito per invito.

 

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Attualità

Galatina: sala operatoria chiusa perché senza aria condizionata? No, si, forse…

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria”; “Mi dispiace, ma lo trova domattina”. “Ma non c’è nessuno che…”

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Cosa può e deve fare un giornale quando riceve diverse telefonate di denuncia circa la malasanità pubblica?

A cosa serve il mestiere di giornalista se non a riportare pedissequamente, previa verifica, ogni spiffero o lode di quello accade fra le pieghe della pubblica amministrazione che sia essa sanitaria o di altra natura? A tutelare le fasce più deboli, a difendere chi non può, non sa o non vuole difendersi?

Ebbene, da giorni riceviamo in redazione delle lamentele circa il malfunzionamento di una delle sale operatorie dell’ospedale Santa Maria Novella di Galatina, nella fattispecie l’ultima lagnanza, arrivata via Whatsapp stamattina, è di una signora che oggi avrebbe dovuto subire un intervento in day hospital e, arrivata diligentemente e puntualmente in ospedale, si è sentita rispondere: “Signora, mi dispiace ma deve tornare a casa, sono slittati tutti gli interventi perché si è rotta l’aria condizionata e da 15 giorni la sala operatoria è rimasta ferma“.

Se non fosse seria e grave la situazione ci sarebbe da ridere. E allora? Cosa abbiamo pensato di fare? Quello che avrebbe fatto qualsiasi giornale: chiamare l’ospedale di Galatina e scrivere alla ASL.

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria“; “Mi dispiace, ma lo trova domattina“. “Ma non c’è nessuno che lo sostituisca, che ci possa informare sulla sala…“, insistiamo, “Aspetti le passo qualcuno della sala operatoria“.

Dopo aver spiegato il motivo della nostra telefonata, dall’altra parte ci rispondono: “Mi dispiace deve aver sbagliato numero!“. Basiti ribattiamo: “Come abbiamo sbagliato numero, non è la sala operatoria? Mi hanno passato lei dal centralino, saprà che numero fare il centralinista. E comunque: è vero che la sala operatoria non funziona da 2 settimane perché è rotta l’aria condizionata?”, assordante silenzio dall’altra parte, “mi scusi”, ribattiamo caparbi, “ma con chi stiamo parlando?”. 

“Sono l’infermiere E.S. e non sono tenuto a risponderle”. “Quindi”, incalziamo, “è una malcelata forma per dirmi che quello che le sto chiedendo è vero!?”.

Come tutte le cose la gentilezza si consuma, il garbo finisce, la pazienza si squaglia, con questo caldo poi: “Guardi che questo è un numero per le urgenze, e lei lo deve lasciare libero!”. ” Va bene”, replichiamo, “basta un si o un laconico no!… Tuuu, tuuu, tuuu.”

Ci appigliamo ancora al centralinista il quale, con rinnovata pazienza, ci prega di attendere e ci assicura che avrebbe cercato di passarci al telefono il direttore sanitario.

L’attesa è piacevole, le note sprigionate dalla musichetta d’attesa è puro jazz: lo si riconosce dalla grande varietà di attacchi. Spiacevole è invece la notizia, un perentorio telefonista, dopo una breve attesa, ci liquida: “Il direttore sanitario mi suggerisce di richiamare domani mattina, tuuu, tuuu, tuuu…“.

Nel frattempo, per non venire meno al nostro dovere abbiamo scritto, alla direzione della Asl e ci siamo armati, noi insieme a tutti i pazienti che non hanno usufruito del servizio, di Santa Pazienza, in attesa del domani. To be continued…

Luigi Zito

 

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Attualità

Medici salentini contro l’autonomia differenziata

Il presidente dell’OMCeO di Lecce Donato De Giorgi: «La scarsezza di risorse, vera causa di tempi di attesa vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, soprattutto, ai cittadini»

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«Si rimane basiti da alcune dichiarazioni comparse sulla stampa locale, secondo cui per risolvere le emergenze, che alcune Strutture stanno vivendo nel nostro territorio in maniera drammatica, sia necessario non solo “una più efficace organizzazione delle risorse umane”, ma anche “la necessità che alcuni Direttori di Unità Operative abbandonino la scrivania e diano una mano concreta”. Oltre a grossolane inesattezze riguardanti l’attività del presidio ospedaliero di Gallipoli, che avrebbe “sale operatorie inattive da mesi”, le dichiarazioni puntano il dito nella direzione sbagliata».

È lo sfogo di Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) di Lecce.

«In realtà», tuona il dott. De Giorgi, «solo la straordinaria attività di tutti i medici e del Personale Sanitario ha consentito di far sopravvivere il SSN nel nostro territorio (come, del resto, conferma l’84,1% degli Italiani, secondo l’ultimo sondaggio Censis)».

Poi la sottolineatura: «Quando si afferma “tutti i Medici” ci si riferisce proprio a tutti: i MMG, i pediatri, gli specialisti territoriali, i medici del pronto soccorso, 118, continuità assistenziale, ospedalieri, direttori di U.O., medici del servizio pubblico, privati, convenzionati, ecc.».

«Solo il loro lavoro continuo, il loro impegno instancabile, la loro professionalità competente, la loro azione silenziosa in situazioni difficili di gravissimo disagio», insiste il presidente provinciale dell’OMCeO, «rappresenta lo straordinario e insostituibile riferimento per affermare la centralità della salute come diritto di tutti».

In questi giorni chi gestisce e chi amministra la salute nel nostro territorio avendo l’impegno di ridefinire ruoli, accorpamenti in situazioni ospedaliere periferiche e la decisiva riorganizzazione del territorio, ha sempre poco (o nessuno) spazio per allargare le risorse umane (assunzioni) e fornire ai professionisti motivazioni forti.

Secondo Donato De Giorgi: «La scarsezza di tali risorse, vera e decisiva causa dei tempi di attesa inaccettabilmente e vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà soprattutto il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, ciò che più conta, ai cittadini».

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