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Lecce

“Io ci provo”, laboratorio per i carcerati

Laboratorio e percorso teatrale per i detenuti della Casa Circondariale di Lecce, con la guida dell’operatrice Paola Leone affiancata dall’attore Fabio Tinella

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Laboratorio e percorso teatrale per i detenuti della Casa Circondariale di Lecce, con la guida dell’operatrice Paola Leone affiancata dall’attore Fabio Tinella dell’Associazione Factory.


E’ stato presentato il progetto di teatro sociale “Io ci provo”, laboratorio/percorso teatrale rivolto ai detenuti della sezione maschile della Casa Circondariale Borgo S. Nicola di Lecce. Il progetto, sostenuto dalla direzione della Casa Circondariale di Lecce e patrocinato dalla Provincia di Lecce, dal Comune di Lecce e dal Teatro Pubblico Pugliese, nasce dalla volontà della giovane Compagnia Factory nella persona di Paola Leone, pedagoga teatrale, ideatrice e curatrice del progetto, di operare nel territorio impiegando l’arte nel campo sociale. In un contesto particolare, infatti, come quello del disagio, dell’emarginazione, i linguaggi artistici possono essere strumenti utilissimi per dare delle opportunità a soggetti svantaggiati per sviluppare momenti di socializzazione tra loro, gli educatori, la famiglia la società tutta. Il teatro sociale si riscopre oggi più che mai come la nuova frontiera del teatro, uno dei tanti teatri possibili, che possiede tecniche, regole e obiettivi propri. Il teatro sociale aiuta la comunità e l’individuo a sviluppare e curare la relazione, agisce su tutte quelle categorie che fanno fatica a creare un rapporto di valore tra se e la società tutta. Con il progetto “Io ci provo” si propone un vero e proprio percorso teatrale caratterizzato da più fasi che si svolgeranno da novembre 2011 a maggio 2012, condotto da tre operatori, una guida (la dott.ssa Leone) tecnico esperto di teatro sociale e due assistenti attori/scrittori (Fabio Tinella e Antonio Miccoli), dove protagonisti saranno gli attori/detenuti che avranno così l’opportunità di costruire uno spettacolo teatrale attraverso un laboratorio che prevede al suo interno non solo la formazione attoriale, ma anche il confronto con alcuni professionisti del settore e la visione di uno spettacolo teatrale sia all’interno del carcere che all’esterno. Il laboratorio sarà suddiviso in tre fasi: la prima dedicata alla lettura del testo, al training attorale, alle improvvisazioni teatrali, alla costruzione del personaggio anche attraverso l’esplorazione e il recupero della memoria di ruoli familiari; nella seconda fase i protagonisti incontreranno alcuni dei professionisti del settore e con loro potranno confrontarsi sul lavoro svolto fino a quel momento, una vera e propria lezione aperta basata sullo scambio che vedrà tra gli ospiti l’attore Franco Ferrante del teatro Scalo di Modugno che porterà nel teatro della casa circondariale il suo spettacolo “Camoscio“; la terza fase sarà dedicata alla costruzione dello spettacolo finale che si terrà sempre all’interno della Casa Circondariale. Se sarà possibile, il progetto vorrebbe poter consentire l’uscita dei detenuti per la visione di uno spettacolo presso una struttura teatrale nella città. L’obiettivo finale è un teatro non superfluo né superficiale ma in grado di mettere in discussione “l’attore” quanto lo “spettatore”. Un teatro che non vuole essere terreno di dimostrazione di abilità ma luogo in cui le persone riescono a narrare una relazione, mettendo in gioco emozioni e il bisogno urgente di esprimerle.

Attualità

Nel 2024 più 15% di turisti ma sono tante le criticità che impongono riflessioni

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il 2024 ha segnato un +15% di presenze rispetto all’anno precedente, accompagnato da un significativo aumento dei posti letto disponibili.

Questi i nuovi dati sui flussi turistici in Puglia presentati alla BIT di Milano e che confermano un trend positivo. Eppure, una lettura più approfondita dei numeri mette in luce alcune criticità che impongono una riflessione sul modello di sviluppo turistico della regione. Dal 2019 al 2024, i posti letto in Puglia sono passati da 269.148 a 568.735, con un incremento del 111%, mentre le presenze turistiche annue sono aumentate del 47% (da 16.459.122 nel 2019 a 24.298.574 nel 2024).

Ad evidenziarlo è il Presidente del Consorzio Puglia DOC, Alessandro Zezza. “Questo significa che, a fronte di una maggiore capacità ricettiva, la crescita della domanda non è stata proporzionale, portando a una situazione di sovra-offerta. Un esempio pratico aiuta a comprendere il fenomeno: sarebbe come se un negoziante che l’anno scorso vendeva 100 vasetti di yogurt, quest’anno riuscisse a venderne 147, ma nel frattempo avesse riempito il magazzino con 170 vasetti, lasciandone un’ampia quantità invenduta e destinata a scadere.

La situazione – dichiara il Presidente – è ancora più evidente nel Salento, che registra un aumento dei posti letto da 90.463 nel 2019 a 261.274 nel 2024 (+190%), mentre le presenze turistiche crescono “solo” del 60% (da 5.399.911 nel 2019 a 8.645.034 nel 2024). Un altro dato cruciale riguarda la tipologia dell’offerta turistica: nel 2024, su 568.735 posti letto disponibili, solo 109.856 appartengono al comparto alberghiero, mentre 458.879 rientrano nell’extralberghiero, con un rapporto 1 a 4.

Nel Salento la situazione è ancora più sbilanciata, con un rapporto 1 a 6, nonostante una sostanziale parità nelle presenze turistiche tra i due comparti”.

Imprenditore da sempre attento allo sviluppo costruttivo di riflessioni che favoriscano un turismo sano nonché autore di Sold Out e Overtourism, il presidente prosegue il suo excursus sulle conseguenze di quanto descritto, che si riflettono nell’indice di occupazione su base annua, manifestando una bassa redditività del settore: 28,4% per il comparto alberghiero, 7,7% per l’extralberghiero.

“Il dato è ancor più critico nel Salento, dove si registra un tasso di occupazione del 26,1% negli alberghi e appena 5,8% nellextralberghiero. Se questultimo comparto lavorasse esclusivamente nel mese di agosto, loccupazione salirebbe al 67%, lasciando comunque il 33% dei posti letto sfitti. Ma c’è un aspetto ancora più preoccupante: mentre si continua a celebrare il boom turistico, la Puglia sta svendendo il proprio territorio e, soprattutto, sta illudendo migliaia di persone che vedono nel turismo unopportunità di investimento. Un intero sistema si sta reggendo su premesse instabili, alimentando aspettative che potrebbero rivelarsi insostenibili nel lungo periodo.

Nel frattempo, il prezzo che si sta pagando è altissimo: la struttura socio-economica e culturale del territorio è stata compromessa, con la maggior parte dei comuni trasformati in veri e propri dormitori estivi. Dinverno, molti di questi centri si spopolano e si ritrovano privi persino dei servizi essenziali per i residenti. Questi numeri, spesso presentati in maniera trionfalistica, devono spingere a una riflessione più profonda: è davvero sostenibile il modello di sviluppo turistico intrapreso dalla Puglia?”.

La questione diventa ancora più urgente alla luce di unofferta ricettiva che cresce in modo esponenziale, senza una proporzionale crescita della domanda. Un tema –  conclude Zezza – su cui è necessario aprire un confronto per garantire un turismo di qualità e realmente sostenibile”.

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Attualità

Il lavoro delle donne, i numeri di ARPAL e dei centri per l’impiego

ARPAL Puglia, centri per l’impiego accanto alle donne. Dati positivi nel Leccese. In vista della Giornata internazionale della donna, ARPAL Puglia rende noti i dati relativi ai progetti a loro dedicati attivati sul territorio

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Accanto alle donne tutti i giorni dell’anno.

ARPAL Puglia – Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro – ha rafforzato i servizi a loro supporto nei centri per l’impiego, attraverso progetti mirati che stanno dando i loro frutti.

Nella provincia di Lecce, negli ultimi due anni, sono 234 le donne accompagnate in progetti di creazione d’impresa; 75 le utenti inserite nei percorsi dedicati alle donne fragili; 45 le vittime di violenza prese in carico assieme a quattro loro figli.

A questi numeri si aggiungono quelli delle donne che quotidianamente si rivolgono agli uffici ARPAL per essere orientate, per seguire percorsi di attivazione al lavoro in quanto percettrici di strumenti di sostegno al reddito o perché in cerca di un’occupazione: nel solo 2024, in provincia di Lecce, sono state oltre 30.500 le candidature ad offerte di lavoro ricevute da donne, quasi la metà (48,9 per cento) del totale.

“Diffondiamo questi dati in occasione della Giornata internazionale della donna, perché sono il frutto di un impegno costante e quotidiano dei centri per l’impiego, a cui abbiamo chiesto di investire molte energie su questo tema negli ultimi anni – spiega Luigi Mazzei, dirigente U.O.Coordinamento Servizi per l’impiego dell’Ambito di Lecce di Arpal Puglia -. Perseguiamo la parità di genere agevolando l’inserimento lavorativo delle donne, supportando le utenti più vulnerabili attraverso percorsi dedicati e promuovendo la cultura dell’imprenditoria femminile. Il lavoro rappresenta una leva straordinaria per l’empowerment femminile, per l’emancipazione dal bisogno e anche per l’indipendenza economica necessaria contro la violenza di genere”.

I PROGETTI ARPAL DEDICATI ALLE DONNE

CAPITANE D’IMPRESA. Attraverso lo sportello “Capitane d’Impresa”, i centri per l’impiego offrono un servizio di orientamento e consulenza specializzata alle donne che vogliono avviare o consolidare una propria attività imprenditoriale.

In poco più di due anni, sono state 234 le utenti accompagnate in progetti di creazione d’impresa, attraverso servizi di orientamento individualizzato; analisi del contesto di mercato e consapevolezza sul rischio d’impresa; tutoraggio nello sviluppo dell’idea imprenditoriale; informazione su adempimenti amministrativi, normative settoriali e forme giuridiche utilizzabili; scouting di incentivi, iniziative di microcredito, bandi e finanziamenti pubblici; supporto nella programmazione delle azioni da intraprendere per la realizzazione del progetto; informazione sulle tutele normative per la conciliazione dei tempi vita-lavoro.

Il numero più elevato di donne accompagnate in questo percorso si registra nel centro per l’impiego di Lecce, con 74 utenti.

Seguono Casarano con 45 e Poggiardo con 39, ma dappertutto i numeri sono incoraggianti.

Li.DiA. Sono 75 le donne vulnerabili per le quali è stato attivato uno specifico percorso presso i centri per l’impiego di Poggiardo e Martano, dove è stato avviato in via sperimentale “Li.DiA.”, che prossimamente sarà esteso anche ai cpi di Tricase e Galatina.

Si tratta del progetto che innova le attività di orientamento e counseling motivazionale con uno specifico servizio di accompagnamento al lavoro dedicato a donne fragili, non o poco scolarizzate, migranti, vittime di tratta, prese in carico dal Ser.D. per la cura delle dipendenze da droga, alcool e dipendenze da comportamenti (es. gioco d’azzardo patologico).

R.I.Vi.Vi.. Sono 45 le donne della provincia di Lecce inserite in R.I.Vi.Vi., acronimo di “Riconquista dell’indipendenza per le vittime di violenza”, il progetto pensato per aiutare le vittime di violenza a riappropriarsi della propria autonomia finanziaria, primo strumento per allontanarsi dall’uomo maltrattante.

Grazie alla collaborazione con i Centri antiviolenza e gli Ambiti territoriali, da novembre 2022 il percorso è stato attivato in tutti i dieci centri per l’impiego dell’Ambito di Lecce, per essere poi esteso anche a Brindisi e Taranto.

A Galatina i numeri più elevati: in accordo con il CAV “Malala” e lo sportello Spiol, sono 23 le donne prese in carico, a cui si aggiungono quattro figli conviventi con più di 16 anni di età e che risultano disoccupati, inoccupati o in cerca di nuova occupazione.

Per rafforzare le azioni su questo fronte, lo scorso 31 gennaio ARPAL ha aderito a “INPS in rete per l’inclusione”, creando una sinergia con l’Istituto nazionale di previdenza sociale, per consentire un accesso agevolato delle donne vittime di violenza ai servizi Inps.

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Attualità

Torna a Lecce “Innamòrati di Te”

La città entrerà a far parte della rete “Città delle Donne”. Codere Italia organizza un progetto itinerante per combattere per eliminare ogni forma di discriminazione e costruire politiche efficaci per il contrasto alle violenze

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 La prima tappa dell’anno con Innamòrati di Te, il progetto itinerante ideato e organizzato da Codere Italia – multinazionale di riferimento nel settore del gioco legale – è a Lecce.

Un nuovo incontro per parlare di contrasto alla violenza di genere in compagnia di esponenti dell’amministrazione locale, forze dell’ordine, esperti del settore e associazioni che operano sul territorio.

La diciassettesima edizione, con la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni locali, è ospitata nella Sala Open Space di Palazzo Carafa in piazza Sant’Oronzo, con il patrocinio del Comune di Lecce, della Consigliera di Parità della Provincia di Lecce, degli Stati Generali delle Donne e dell’Associazione Donne Insieme-Centro Antiviolenza Renata Fonte.

Un coinvolgimento istituzionale importante anche per comunicare che la città entrerà nella rete nazionale Città delle Donne.

Un titolo che testimonia l’impegno dell’amministrazione locale ad agire in modo concreto per eliminare ogni forma di discriminazione e costruire politiche efficaci per il contrasto alle violenze.

Una rete nata nel 2019 dal progetto degli Stati Generali delle Donne, con l’idea di unire grandi città e piccoli paesi per creare un’identità sociale comune.

Il fenomeno della violenza di genere è ancora di grande attualità.

Gli ultimi dati disponibili del Ministero dell’Interno evidenziano che nel 2024 si sono registrati 113 omicidi con vittime di sesso femminile.

Dal 1° al 31 gennaio 2025 se ne sono contati già 3. Il confronto con lo stesso periodo del 2024 – in cui se ne sono registrati 9 – mostra però un decremento.

COME CONTRASTARE LA VIOLENZA

Lo strumento più efficace da esercitare nei confronti della violenza di genere è sicuramente la prevenzione, declinata nelle sue forme della formazione, dell’informazione e della sensibilizzazione”, dice Rosalba Cotardo, primo dirigente Polizia di Stato-Dirigente della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale.

“Una prevenzione che va esercitata “in rete”, attraverso un approccio multidisciplinare e multi-attoriale (forze dell’ordine, centri antiviolenza, centri di ascolto, scuola). Proprio in questo ambito si colloca il ruolo del Questore tramite l’esercizio dei poteri connessi all’emanazione di misure di prevenzione come l’ammonimento, uno strumento normativo che consiste nell’intimazione all’autore delle condotte di atti persecutori o di condotte sintomatiche di violenza domestica, ad astenersi dal commettere ulteriori atti di molestia, minaccia, violenza o intrusione nella vita altrui. Inoltre, il destinatario del provvedimento viene invitato a recarsi presso centri specializzati presenti sul territorio per partecipare a un percorso sulla consapevolezza del disvalore sociale e penale delle sue condotte”.

Un ruolo di primo piano nel contrasto alla violenza di genere lo gioca anche l’Arma dei carabinieri. “Tra le molte iniziative promosse”, sottolinea Gianluigi Carriero, comandante della compagnia carabinieri di Lecce, “desidero menzionare che l’Arma ha ormai da anni istituito, presso il Reparto Analisi Criminologiche (RAC) del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (RaCIS), una Sezione denominata Atti persecutori che svolge le proprie attività in sinergia con la Sezione Psicologia Investigativa, che si occupa di fornire supporto alle indagini di polizia giudiziaria mediante la realizzazione di profili criminologici, suggerimenti investigativi e analisi dei fatti delittuosi, e la Sezione Analisi, che si occupa di ricercare elementi di connessione tra fatti delittuosi, riconducibili alla stessa tipologia di reato o a fattispecie comunque correlate (es. omicidio e violenza sessuale), utilizzando specifiche professionalità e tecnologie informatiche”.

È bene ricordare che all’indomani del tragico omicidio di Giulia Cecchettin è stato adottato anche il cosiddetto Secondo Codice Rosso (legge n. 168/2023) al fine di potenziare il sistema di protezione.

“In tale quadro, la forte azione di repressione attuata dalle Forze dell’Ordine, coordinate da una magistratura particolarmente attenta al tema, è sicuramente imprescindibile, ma non sufficiente”, spiega Guendalina Federico, vicecapo di Gabinetto della prefettura di Lecce.

Conseguentemente, si è affermata la necessità di potenziare gli strumenti di prevenzione del fenomeno, nell’ottica di anticipare la soglia di tutela delle vittime. Si è così assistito ad un aumento esponenziale delle denunce concernenti i reati rientranti nel Codice Rosso, soprattutto maltrattamenti in famiglia e atti persecutori, esitate in 580 dispositivi di vigilanza generica radiocollegata, attualmente attivi nella provincia di Lecce. La Prefettura assicura la massima disponibilità a promuovere e veicolare iniziative di prevenzione e di contrasto a ogni forma di violenza e di promozione del principio costituzionale di uguaglianza anche nei rapporti tra donne e uomini”.

INCLUSIONE FINANZIARIA E PROGETTI EDUCATIVI

Progressi significativi sono stati compiuti a livello legislativo e sociale per giungere alla parità di genere, ma sono ancora molti gli ostacoli da superare per ridurre il numero delle donne a rischio povertà, esclusione sociale, violenza, disparità salariale e leadership. 

“Bisogna puntare su azioni di cooperazione che favoriscano la riduzione delle simmetrie di genere e permettano la valorizzazione di tutte le diversità legate all’età, cultura, abilità e che sono in linea con il Goal 5 dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite”, chiarisce Fiammetta Perrone, past presidente nazionale Fidapa BPW Italy.

“L’inclusione finanziaria è uno degli strumenti principali per ridurre la diseguaglianza di genere in particolare nel sistema economico e sociale. È chiaro come la parità di genere passi anche attraverso l’indipendenza economica, e come per questa sia essenziale una maggiore e più qualificata partecipazione delle donne al sistema economico. Come Fidapa BPW Italy abbiamo avviato da tre anni il Progetto Conta sul futuro, un’alleanza educativa tra Fidapa BPW Italy e Junior Achieverent Italia (JaItalia) rivolto ai ragazzi/ragazze dagli 11 anni ai 14 anni: un laboratorio di apprendimento e di orientamento verso le materie stem attraverso un dialogo intergenerazionale tra socie leader nei campi scientifici e finanziari, gli alunni/alunne, i docenti e il team di formazione”.

OGNI VOCE CONTA

Le violenze e le discriminazioni violano la dignità personale, creano un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante, offensivo e generano malessere nelle persone che le subiscono.

In questi casi, la prima cosa da fare è segnalare e denunciare alla Consigliera di Parità per ricevere supporto e assistenza. È fondamentale non rimanere in silenzio. Ogni voce conta e può portare ad un cambiamento”, sottolinea Antonella Pappadà, consigliera di Parità effettiva della provincia di Lecce.

Questo incontro offre un’occasione per riflettere e ricordare a noi stesse quanto sia importante valorizzare il nostro talento e le nostre competenze e imparare a non farci sopraffare sia nelle relazioni personali sia nei luoghi di lavoro. La figura istituzionale della consigliera di Parità della provincia di Lecce è preposta a contrastare ogni forma di discriminazione legata al genere e non solo, a dare sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori che ne siano stati vittime sul luogo di lavoro, supportandoli gratuitamente in via stragiudiziale e giudiziale”.

“La violenza contro le donne e i femminicidi rappresentano ferite profonde nella nostra società, ma oggi dobbiamo esprimere la nostra determinazione nel combattere questi problemi”, aggiunge Donatella Bertolone, vicepresidente Vicario Gruppo Donne Imprenditrici FIPE/Confcommercio.

“È incoraggiante vedere sempre più donne unirsi per reclamare il diritto alla sicurezza e al rispetto. Le donne non sono solo vittime, ma anche attrici fondamentali nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Campagne come #SicurezzaVera ci mostrano che possiamo fare la differenza, sensibilizzando e coinvolgendo la società su questi temi cruciali. È essenziale lavorare insieme per sfatare l’idea che i luoghi di intrattenimento siano associati alla violenza. Dobbiamo trasformare questi spazi in ambienti sicuri e accoglienti, dove ogni persona, in particolare le donne, possa sentirsi protetta e rispettata”.

TROVARE LA FORZA DI SPORGERE DENUNCIA

I dati raccolti dal Centro Antiviolenza Renata Fonte di Lecce parlano chiaro: nel 2024 hanno chiesto aiuto 174 donne. La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni (32%), seguita da quella tra i 40 e i 49 anni (23%).

La violenza non ha un unico volto: il 44% ha subito violenza fisica, il 45% psicologica, mentre il 2% ha denunciato violenze sessuali e il 4% atti di stalking.

Colpisce il fatto che, nonostante il dolore e la sofferenza, solo il 34% delle donne abbia trovato la forza di sporgere denuncia.

Il restante 66% ha scelto di non farlo, per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.

Uscire da una relazione maltrattante non è mai semplice per una donna, soprattutto quando l’uomo che esercita violenza è il compagno, il marito o il padre dei suoi figli”, dichiara Maria Luisa Toto, presidente Associazione Donne Insieme che gestisce il Centro Antiviolenza Renata Fonte.

Ogni donna ha i suoi tempi, perché la paura, la vergogna e il senso di colpa possono trasformarsi in una prigione invisibile, fatta di solitudine e isolamento. Questi numeri ci dicono che la violenza di genere è una piaga radicata nella nostra società. Non è solo un fenomeno privato, ma una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Per questo è essenziale che le donne non si sentano sole. Devono sapere che c’è una rete di supporto pronta ad aiutarle”.

Una rete di supporto alimentata anche da momenti di spettacolo che portano in scena – come nel caso di “Eva non è ancora nata” di e con Salvatore Cosentino, magistrato e autore teatrale – la realtà delle donne che vengono analizzate sotto l’aspetto umano, per una riflessione profonda sul loro ruolo nella società di oggi.

MAI DIMENTICATE

A ricordare le vittime di femminicidio e di violenza di genere, da venerdì 7 marzo ci sarà a Lecce anche una nuova panchina rossa, installata a Palazzo dei Celestini su iniziativa della Commissione Pari Opportunità della Provincia.

Una mobilitazione importante quella della città che ha coinvolto anche la U.S. Lecce, che ha voluto essere presente all’evento di Codere inviando un videomessaggio di Federico Baschirotto.

Il capitano dei giallorossi salentini ha ribadito l’importanza del contrasto a qualsiasi forma di violenza sulle donne e della promozione della cultura del rispetto e della consapevolezza: temi anche della campagna “Un Rosso alla Violenza” della Lega Serie A che servono a tenere sempre alta l’attenzione.

I RINGRAZIAMENTI DELLA DIRETTRICE

“Quando Innamòrati di Te ha mosso i suoi primi passi non mi aspettavo che sarebbe diventato un laboratorio così importante, un momento di confronto trasversale e costruttivo. In dieci anni abbiamo attraversato l’Italia più volte e abbiamo avuto l’opportunità di conoscere persone fantastiche che si impegnano per il bene comune, in particolare quello delle donne. Confesso di essere davvero emozionata nel vedere anche Lecce tra le Città delle Donne e ringrazio Adriana Poli Bortone per aver immediatamente colto lo spunto che, in qualità di Ambassador de Gli Stati Generali delle Donne, ho offerto”, commenta Imma Romano, direttrice Relazioni Istituzionali di Codere Italia. 

Anche questa volta siamo riuscite a trattare il tema della violenza di genere con chi questo tema lo conosce e lo combatte quotidianamente, provando a dare informazioni ed indicazioni molto concrete sugli strumenti esistenti e sulle opportunità che il mondo istituzionale e quello del terziario sociale mettono a disposizione. L’impegno di Codere resta un impegno concreto sia in termini di divulgazione che di supporto. Con gioia sosteniamo l’Associazione Donne Insieme che opera proprio su questo territorio”.

Dopo Lecce, il progetto itinerante Innamòrati di Te farà tappa il 24 giugno a Rivoli, alle porte di Torino, per un altro appuntamento gratuito e aperto al pubblico.

 

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