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Attualità

«Europa tuteli filiera agroalimentare e valorizzi dieta mediterranea»

Confindustria Lecce al fianco di altre Associazioni di categoria, in particolar modo, di Federvini: «Sono troppe le iniziative che l’Unione sta portando avanti e che colpiscono duramente prodotti italiani: è il momento di intervenire in maniera chiara e definitiva a tutela della dieta mediterranea e delle sue tipicità».

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Confindustria Lecce non ci sta a vedere ancora una volta bistrattati i cardini della dieta mediterranea da parte dell’Unione Europea. Potrebbe avere, infatti, conseguenze disastrose per il settore agroalimentare la relazione sul Beating Cancer Plan, (approvata dal Parlamento europeo e che nelle prossime settimane sarà al vaglio dell’Assemblea), secondo la quale non esisterebbe un livello sicuro di consumo di alcolici.


«Si tratta di affermazioni pesanti», dice il presidente della Sezione Industrie Alimentari Cesare Spinelli, «che speriamo vengano in qualche modo riviste da parte dell’Ue. Siamo sempre stati fautori, anche sulla scorta di studi scientifici ad hoc, del grande valore della dieta mediterranea, che prevede anche un consumo moderato e consapevole di vino (soprattutto quello di qualità, di cui le produzioni delle aziende salentine costituiscono un’eccellenza) in quanto ricco di antiossidanti naturali, capaci di contrastare l’invecchiamento. Oggi l’Unione Europea, invece, sembra porre l’accento indistintamente sull’abuso di superalcolici o, addirittura, sul cosiddetto binge drinking, molto in voga nei paesi del Nord Europa, trascurando le tradizioni italiane e le specifiche salutistiche legate al consumo consapevole di vino e birra».


Confindustria Lecce si schiera pertanto al fianco di altre Associazioni di categoria e, in particolar modo, di Federvini che, pur giudicando positivo l’impegno dell’Ue nella lotta contro il cancro, sottolinea «l’importanza di adottare iniziative basate su evidenze scientifiche, senza ricorrere a scorciatoie o semplificazioni ideologiche di chiaro stampo proibizionista».


La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo documento di lotta all’abuso di alcol, ha distinto chiaramente tra “consumo moderato” e “consumo dannoso” di bevande alcoliche.

«Con l’ultima iniziativa dell’Ue», afferma il presidente reggente di Confindustria Lecce Nicola Delle Donne, «corriamo il rischio di mettere all’indice storia, cultura, tradizione del buon bere italiano che è esso stesso sinonimo di qualità, moderazione, unicità e convivialità alla base della dieta mediterranea. Confindustria Lecce scriverà, pertanto, al ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli, all’europarlamentare e  primo vice-presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale Paolo De Castro e a tutti gli europarlamentari del territorio, perché si attivino per la valorizzazione della dieta mediterranea e dei prodotti tipici dell’agroalimentare che ne sono fondamenta, nonché per arginare il rischio dell’introduzione di health warnings sulle etichette, come accade per il tabacco, o l’eventuale innalzamento di tasse e accise sui prodotti alcolici o limitazioni su attività di promozione e marketing».


Confindustria Lecce ritiene che il nostro Paese non debba rimanere inerte di fronte al pericolo che una proposta di lotta all’abuso di alcol si trasformi in una bomba ad orologeria su una delle filiere produttive italiane più importanti, che penalizzerebbe di fatto anche l’enorme indotto.


«Sono troppe», concludono il presidente reggente e il presidente della Sezione, «le iniziative che l’Unione sta portando avanti (zucchero, carni rosse, formaggi, prosciutto, ecc.) che colpiscono duramente prodotti italiani: è il momento di intervenire in maniera chiara e definitiva a tutela della dieta mediterranea e delle sue tipicità».


Attualità

Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera

La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»

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Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.

Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.

I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.

Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.

Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.

L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.

Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.

Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».

Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».

«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».

«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».

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Attualità

Ospedale di Casarano, «eterna emergenza»

Carenza di personale al “Ferrari”: «Sette reparti in affanno. Difficoltà a programmare i turni, rischio burnout e incapacità di gestire il paziente». Fp Cgil chiede «Subito una Commissione Sanità ad hoc»

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«Rischio burnout, disservizi, paralisi della struttura: subito una riunione monotematica della Commissione Regionale sulle sofferenze dell’ospedale di Casarano».

Sono giorni complicati in molti reparti del “Ferrari”, che vive una delle più gravi carenze di personale della sua storia.

La Fp Cgil Lecce ha scritto alla Regione (al presidente della terza Commissione e al responsabile del Dipartimento Salute) ed ai dirigenti di Asl e presidio per denunciare tutti i disagi vissuti da pazienti e lavoratori: «Il fabbisogno è talmente alto da non riuscire a garantire, in molti casi, neppure la normale turnazione».

«Dopo un’attenta ricognizione», il sindacato segnala «ben sette unità operative in sofferenza e ai limiti della capacità di gestire la salute del malato, oltre alla vicenda delle squadre antincendio».

REPARTO PER REPARTO

«In Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza per coprire i turni si ricorre alle attività aggiuntive.

Nel reparto di Anestesia e rianimazione e nel Blocco Operatorio mancano anestesisti, infermieri e operatori sociosanitari (Oss).

L’unità operativa di Patologia clinica non dispone di un numero sufficiente di biologi e tecnici di laboratorio. 

Particolarmente grave la situazione in Radiologia, dove i tecnici sono costretti a saltare il giorno di riposo e la programmazione dei turni mensili è diventata un’impresa impossibile da realizzare.

A Neurologia mancano infermieri ed Oss: qui addirittura di recente è stato richiesto al personale smontante di garantire anche il turno successivo di notte.

Nel reparto di Geriatria il turno è composto un Oss e due infermieri, ma è evidente che un solo Oss non può riuscire a soddisfare l’assistenza diretta al paziente.

Infine, nell’unità di Cardiologia mancano medici, infermieri e Oss».

 SANITASERVICE E ANTINCENDIO

«Ci sono appena quattro persone nell’organico della squadra antincendio e tra queste, una si trova in aspettativa lunga. Per garantire la copertura dei turni, si attinge al personale di Sanitaservice, che però in caso di necessità può garantire l’intervento solo al mattino. Una situazione che costringe le 3 persone in organico a lavorare costantemente di pomeriggio, di notte e nei festivi. Solo l’abnegazione e la dedizione del personale, davvero innamorato della propria professione e fedele al dovere nei confronti del paziente, garantisce l’attività in un ospedale importante come quello di Casarano», dicono Floriano Polimeno, segretario generale della Fp Cgil Lecce, e Cosimo Malorgio, coordinatore provinciale per la Fp Cgil.

«Proseguire oltre», aggiungono, «non è possibile. Il rischio burnout, ossia dello stress da lavoro-correlato, è concreto. Continuando così, poi, si va dritti verso la paralisi dell’ospedale, incapace di erogare prestazioni sanitarie. Spiace constatare che nonostante gli interventi politici e le audizioni alla Commissione regionale Sanità, nulla sta cambiando».

 

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