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Lecce

La Bimbulanza compie 10 anni

120 mesi e più di 500 viaggi per l’ambulanza pediatrica salentina che dona speranza

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Era il 26 maggio del 2012 quando per la prima volta, tra i corridoi addobbati con migliaia di palloncini colorati del Fazzi, uno stuolo di volontari animatori di corsia partecipavano con gioia al primo rombo dei motori della Bimbulanza. A tagliare il nastro e a benedire il mezzo Monsignor Domenico D’Ambrosio, all’epoca Arcivescovo Metropolita di Lecce.


Don Gianni e Monsignor Domenico D’Ambrosio sul mezzo


La Bimbulanza nasceva su iniziativa di Don Gianni Mattia, cappellano del Presidio Ospedaliero “Vito Fazzi”, nonché fondatore e presidente dell’Associazione Cuore e mani aperte OdV. Proprio con la sua Associazione Don Gianni aveva organizzato un’imponente raccolta fondi mediante numerose manifestazioni benefiche in tutta la provincia, grazie alle quali era riuscito ad acquistare il mezzo, dotarlo di strumentazioni all’avanguardia e renderlo a misura di bambino attraverso un’opera di umanizzazione pittorica sia interna al mezzo che all’esterno.


L’intento non era solo quello di sostenere le famiglie che per affrontare la malattia dei loro piccoli erano costrette a spostarsi fuori Regione, ma chiaramente anche quello di rendere il meno traumatico possibile il viaggio ai minori interessati.


Da allora, il mezzo non ha mai smesso di muoversi, percorrendo la penisola in lungo e in largo. In questi anni, ha percorso più di 500.000 km, toccando i principali centri d’eccellenza d’Italia quanto a cure minorili: dal Gaslini di Genova, al Bambin Gesù di Roma, dal Meyer di Firenze, al Besta di Milano, sino al Gemelli nella capitale.


Questo grande progetto di solidarietà continua a operare senza sosta grazie a volontari autisti, disponibili a partire a Natale, come a Ferragosto.


Quanto alle spese per i viaggi sono tutte a carico dell’Associazione: carburante, assicurazione per responsabilità civile, pedaggio autostradale, spese sanitarie per medico e/o infermiere che salgono a bordo per assicurare la necessaria assistenza sanitaria durante il tragitto, vitto e alloggio dei volontari autisti e delle famiglie coinvolte.


Infatti, nulla grava sulle famiglie che usufruiscono del servizio perché già provate dalla situazione di salute del loro figlio minore e disorientate dalla necessità di doversi spostare, il più delle volte in situazioni di urgenza/emergenza. Per queste ragioni, in alcuni casi, l’Associazione cerca di supportarle, sostenendole nelle spese durante la permanenza fuori. I fondi per sostenere queste spese vengono dalla generosità dei benefattori salentini, dalla raccolta fondi pasquale e, in primo luogo, dal 5 x mille.

«In questi dieci anni, abbiamo incontrato più di 250 famiglie», dice Franco Russo, vice presidente dell’Associazione “Cuore e mani aperte” OdV e responsabile del mezzo sin dal 2012, «e in particolare i loro bambini ci hanno insegnato cos’è la Vita e che per essa si deve combattere senza dar spazio alla resa. Alcuni di loro non ci sono più, hanno spiccato il volo e sono nati in cielo da dove continuano a proteggerci ed esserci vicini. Le loro famiglie hanno mantenuto i contatti con noi. Addirittura ci sono dei papà che sono diventati volontari autisti del mezzo e le loro mamme volontarie clown della nostra Associazione».


Il mezzo è già stato sostituito una prima volta, nel giugno del 2018 e ora, per continuare a viaggiare in sicurezza, necessita di una nuova sostituzione. Il nuovo mezzo dovrà nuovamente essere colorato e dotato di ogni strumentazione elettromedicale in grado di garantire qualsiasi tipo di intervento tempestivo durante i viaggi.


Franco Russo al centro, responsabile della Bimbulanza


«Paradossalmente il nostro sogno sarebbe che la Bimbulanza non avesse più ragione di esistere», continua Russo, «perché questo significherebbe che i bambini salentini sono tutti in salute oppure potrebbe significare che, per curarsi, non hanno più bisogno di andare fuori, in quanto tutte le eccellenze pediatriche sarebbero presenti sul territorio salentino. Questo sarebbe possibile solo se si realizzasse quel Polo pediatrico che pure da anni, con la Rete sociale “Solo x Loro”, stiamo cercando di sostenere attraverso una significativa opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di conseguenza dei decisori pubblici e per il quale non si deve intendere solo l’assemblare logisticamente le unità pediatriche (Pediatria, Chirurgia pediatrica, Oncoematologia pediatrica, Utin, Ambulatorio di Reumatologia pediatrica) già presenti nel Fazzi su uno stesso piano, ma poter contare su reparti specializzati: la cardiologia pediatrica, la neurochirurgia pediatrica, la rianimazione pediatrica, ecc.».


«Prendi il cuore e rendilo carburante di speranza e di amore, ricerca in esso le ragioni del tormento e non abbandonarti al dolore, ma trasformalo in mani tese per aiutare. È questo quello che 10 anni fa risuonava nelle nostre menti e per tutto il percorso di quel primo viaggio e di quelli che seguirono», sono le parole di Don Gianni Mattia, “ideatore” della Bimbulanza, presidente dell’Associazione “Cuore e mani aperte” OdV e cappellano del Presidio ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce, «dieci anni nei quali la Bimbulanza ha accolto storie di vita e si è resa vita! Dieci anni in cui siamo cresciuti nell’amore che ci ha accompagnato. Anni in cui la strada percorsa ha accorciato le distanze verso il futuro. Oggi ci uniremo in preghiera per ribadire la nostra scelta, il nostro esserci, quel primo sí!»


L’Associazione Cuore e mani aperte OdV è stata fondata nel 2001 e da allora opera con spirito di carità cristiana in tutte le situazioni di bisogno, con particolare riferimento alle esigenze di natura socio-sanitaria. Negli ultimi anni ha sviluppato una significativa attenzione verso l’umanizzazione delle cure e degli spazi ospedalieri. In questo ambito si inseriscono numerose iniziative: dalla Bimbulanza allo Spazio Benessere, da una Casa di Accoglienza per i parenti dei degenti alle umanizzazioni pittoriche della Pediatria dell’ospedale di Gallipoli e della Neurochirurgia infantile del Gemelli di Roma.


Cronaca

Cinque costruzioni abusive in rive al mare

Contrasto ai reati nelle aree a tutela paesaggistica. Torre Chianca: i carabinieri forestali individuano le costruzioni abusive nelle Paludi di Rauccio, zona vincolata. Denunciati i proprietari. Ulteriori accertamenti sono tuttora in corso in tutta l’area litoranea adriatica, in particolare nei Comuni di Lecce, Vernole, Melendugno e Otranto, con l’ ausilio dell’elicottero

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Nel corso della campagna di controlli nazionale, denominata “Fiume Sicuro”, finalizzata al contrasto degli abusi edilizi nelle aree fluviali, e comunque a tutela del reticolo idrografico e della sua funzionalità, i Carabinieri Forestali del Nucleo di Lecce, all’ esito di capillari accertamenti sull’area umida del Fiume Idume, delle Paludi di Rauccio e zone circostanti, hanno individuato 5 costruzioni abusive, tutte nella nota località balneare di Torre Chianca (Lecce), ricomprese in area vincolata ai sensi del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale.

Si tratta, in un caso, di una struttura prefabbricata in lamiera, utilizzata per abitazione, completa di recinzione in muratura, pavimentazione in massetto di cemento e due tettoie sporgenti.

In un’altra situazione, ancora un prefabbricato metallico, della superficie di circa 50 metri quadri, completo di impianto idrico, elettrico e fognario, con un vano in muratura adiacente della superficie di circa 15 metri quadri, con piazzale in cemento di 250 mq e cancello in ferro.

Da ultimo, un caso di 3 casette adiacenti, all’interno di un’area recintata con cancello di ingresso in comune, tutte composte da un unico vano, di dimensioni da 25 a 50 metri quadri, con verande in legno (una delle tre costruzioni già ammobiliata, un’ altra ancora priva di intonaci ed impianti).

Per i cinque immobili di cui sopra, costruiti senza permesso di costruire e tantomeno autorizzazione paesaggistica, i Carabinieri Forestali hanno deferito alla Procura della Repubblica di Lecce i rispettivi proprietari.

La zona interessata dagli abusi edilizi presenta un particolare pregio floristico e faunistico, oltre che paesaggistico, rientrando in Sito di Interesse Comunitario della Rete “Natura 2000”, nonché nella fascia di rispetto del Parco Regionale “Bosco e Paludi di Rauccio”, sottoposta anche a vincolo idrogeologico.

Ulteriori accertamenti sono tuttora in corso in tutta l’area litoranea adriatica, in particolare nei Comuni di Lecce, Vernole, Melendugno e Otranto, con l’ausilio dell’elicottero AW169 del 6° Nucleo Carabinieri, di stanza a Bari-Palese, quanto mai efficace e prezioso laddove le perlustrazioni al suolo sono più difficoltose per la presenza di fitta vegetazione o di alte recinzioni.

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Cronaca

Narcotraffico da e per il Salento, arrestato latitante

Si tratta del 53enne Antonio Alvaro Montinari, nel 2024 sfuggito alla cattura durante l’operazione che aveva portato all’arresto di  34 persone legate al clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza della Sacra Corona Unita

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La Polizia di Stato, in esecuzione alla misura cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecce su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, ha tratto in arresto Antonio Alvaro Montinari, 53 anni di Lendinuso (marina di Torchiarolo, a Brindisi), gravemente indiziato a vario titolo di aver fatto parte di un’associazione finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti.

L’uomo, a novembre del 2024, era riuscito a sfuggire alla cattura durante l’operazione di Polizia Giudiziaria che ha portato all’arresto di altre 34 persone.

Grazie a metodologie investigative tradizionali, tipiche ed atipiche, fatte di pedinamenti, servizi di osservazione e analisi di sistemi di videosorveglianza, gli investigatori sono riusciti a stringere il cerchio attorno ai luoghi in cui il 53enne aveva trovato appoggio e rifugio.

Nel corso del fine settimana, l’interessato si è recato a prendere un veicolo posto a sua disposizione e che avrebbe dovuto garantirgli spostamenti discreti, ma al suo arrivo ad attenderlo vi erano gli agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Lecce che l’hanno bloccato e tratto in arresto.

Montinari, condotto preso la Questura di Lecce, al termine delle formalità di rito è stato accompagnato in carcere, mentre sono in corso approfondimenti sulla rete di favoreggiatori che per ben tre mesi hanno consentito all’indagato di eludere l’arresto.

L’operazione di fine 2024 aveva interessato, tra i principali indagati di rango apicale, anche alcuni esponenti della criminalità organizzata, già condannati per aver fatto parte della Sacra Corona Unita (clan Pepe – Briganti, Gruppo Penza), storicamente radicata nel capoluogo salentino, ma con ramificazioni in diversi centri della provincia.

Le attività investigative hanno avuto origine da una intensa attività di cooperazione internazionale grazie alla quale sono stati acquisiti – per mezzo di Ordini Europei d’Indagine – una serie di chat scambiate dagli indagati attraverso l’utilizzo di piattaforme criptate di comunicazione quali “Encrochat” e “Sky Ecc”, che consentivano lo scambio di messaggi o conversazioni utilizzando criptofonini in grado di cifrare i dati trasmessi ed impedire qualsiasi intercettazione.

Gli investigatori hanno disvelato la presenza di una strutturazione capillare, in cui vi era una precisa ripartizione di compiti tra i sodali, una disponibilità di enormi quantità di denaro contante, telefonini criptati, veicoli dotati di appositi nascondigli oltre che depositi sicuri in cui occultare il materiale illecito.

La caratura degli indagati si è altresì espressa attraverso la capacità di curare rapporti con trafficanti di droga calabresi e altri sodalizi criminali operativi sul territorio nazionale ed all’estero (tra cui albanesi e spagnoli).

Numerosi e ingenti sono stati i sequestri di sostanze stupefacenti in costanza di indagine.

A tal riguardo si segnala l’arresto avvenuto il 7 agosto 2020 di due persone intente a trasportare su un natante, bloccato a ridosso dell’area di Castro, oltre 150 chili di marijuana e 25 kg di hashish provenienti dall’Albania; il 10 giugno 2021, a Napoli, veniva tratto in arresto un altro uomo trovato in possesso di circa 45 chili di cocaina occultata in un doppio fondo di un autocarro specializzato strutturalmente modificato; il 4 giugno 2021 a Lecce veniva arrestato un altro sodale trovato in possesso di 11 chili di eroina occultati in un doppio fondo dell’autovettura ed una pistola. Centinaia di migliaia di euro le somme movimentate in contanti.

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Appuntamenti

Esplorare l’abbandono: focus sul Salento

Contest Fotografico promosso dall’Ordine degli Architetti PPC, in collaborazione con l’Associazione Tempo di scatto, aperto agli iscritti e alle iscritte di tutti gli Ordini nazionali. Obiettivo del Contest favorire una riflessione sulla rigenerazione dei luoghi a partire dal dato visivo su degrado, abbandono, consumo di suolo, nel nostro territorio. Partecipazione entro il 23 aprile e Mostra conclusiva in maggio

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Favorire la riflessione sul consumo del suolo nel Salento attraverso un’analisi visiva dei tanti beni urbani in stato di abbandono e degrado presenti sull’intero territorio della città capoluogo e dell’intera provincia salentina: è l’obiettivo del Contest fotograficoEsplorare l’abbandono” promosso e organizzato dall’ Ordine degli Architetti PPC della provincia di Lecce in collaborazione con l’associazione fotografica Tempo di Scatto.

Aperto a tutti gli Ordini nazionali, e focalizzato esclusivamente sul territorio salentino, l’invito a partecipare (già sul sito dell’Ordine Architetti, clicca qui), interpreta l’abbandono come «una dinamica che, suscitando emozioni profonde e riflessioni inattese, consente di esplorare la bellezza nel degrado e la storia celata tra le rovine. Camminando in luoghi abbandonati come ville e fabbriche dismesse», osservano ancora gli organizzatori, «si crea un dialogo con il tempo, dando vita a narrazioni che raccontano di vite passate».

Il Contest fotografico, con scadenza per l’invio foto fissata al 23 aprile, costituisce il primo momento di un progetto a più vasto raggio che includerà, nei successivi step, percorsi guidati ricognitivi e l’invito a produrre specifici contributi di idee per la futura riqualificazione e rigenerazione anche alla luce dell’atlante dei luoghi individuato dalle suggestioni fotografiche e dalle immagini, che dovranno essere caratterizzate da specifici requisiti tecnici.

Le foto, infatti, saranno valutate alla luce di quattro distinti criteri: pertinenza, impatto, qualità della foto, visioni e originalità e, una volta selezionate, andranno a comporre una Mostra conclusiva prevista nel maggio prossimo, mentre tra quelle ritenute idonee 10 immagini saranno pubblicate on line sulla piattaforma dell’Ordine.

«Il tema dell’abbandono nel nostro territorio è quanto mai cogente e merita una riflessione puntuale e approfondita», sottolinea Tommaso Marcucci, Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Lecce, «ed è la ragione per cui abbiamo accolto con grande favore la proposta dell’associazione Tempo di scatto facendo nostre le ragioni e gli obiettivi del progetto che, peraltro, prevede step successivi alla Mostra finale come percorsi guidati ricognitivi e l’invito a individuare per ognuno dei luoghi fotografati ipotesi di possibili future riqualificazioni. Ecco, dunque, che esplorare l’abbandono può significare, grazie all’esplorazione visiva e fotografico, immergersi in storie non raccontate, riconoscendo la fragilità e la resilienza come condizioni costitutive proprie del vivente in tutte le sue forme. La mostra fotografica con cui si concluderà il progetto costituirà, come già quella su i paesaggi della Xylella, promossa e organizzata dal nostro Ordine negli scorsi anni, un’opportunità ulteriore di conoscenza del territorio e per sottolineare la complessità e l’urgenza della rigenerazione urbana. Chiamare a raccolta la nostra comunità nazionale su questi temi, consapevoli anche di quanto negli anni il Salento sia divenuta terra di forte attrazione e appeal, riteniamo possa agevolare uno scambio proficuo di riflessione e di buone pratiche».

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