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Attualità

Made in carcere, un progetto contro la contraffazione

Con la partecipazione di Gianni Ippoliti, presentata, a Lecce, la nuova linea di accessori hand made, originali e di qualità, affidati ad una innovativa rete di vendita, trasformando i migranti che vendono illegalmente in lavoratori 100% legali

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Legalità, sostenibilità, futuro. Made in Carcere e IrenerI, hanno scelto di fare un pezzo di strada insieme e sperimentare nuove formule di distribuzione. I ReNeri, infatti, vendono una linea di accessori originali per combattere la contraffazione e la concorrenza sleale ai negozianti e trasformare i migranti che vendono illegalmente in lavoratori 100% legali.


Per Made in Carcere, che ha da sempre prodotto gadget etici personalizzabili, affidandone la realizzazione a donne detenute, si tratta quasi di un naturale perfezionamento della filiera: condividere il progetto con una rete di vendita senz’altro singolare e innovativa, attraverso cui arrivare capillarmente al cliente finale, rappresenta un ulteriore importante tassello nel progetto etico di Made in Carcere.


IReNerI nasce grazie ad un pool di legali, esperti nelle normative relative alla contraffazione e al commercio e mira a creare, appunto, una rete di vendita e di venditori ambulanti, cittadini extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno e licenza di vendita, a cui affidare prodotti con alti standard di qualità e sicurezza, tutti hand made. Lo scopo e la finalità sociale sono di sottrarre manodopera al mercato del falso, creare lavoro attraverso la vendita di prodotti dal costo contenuto ma di ottima fattura e design innovativo, produrre fatturato legale e combattere il circolo vizioso della clandestinità. La vera rivoluzione, culturale ed economica, è quella di creare un “brand sociale” capace di dimostrare come la legalità sia l’unico terreno fertile in cui far sviluppare l’economia, il melting pot e il commercio. Un marchio che parla di legalità, sostenibilità e futuro.


I prodotti marchiati “IReNerI” sono manufatti realizzati con avanzi di concerie: nascono così prodotti belli e di qualità, come bracciali, porta occhiali, pochette, cinture, borse, borselli e tanti altri prodotti colorati e dal design accattivante ed esclusivo, effettuandone la vendita nel rispetto delle regole

Il progetto, come dicevamo, è realizzato in collaborazione con Made in Carcere, nato nel 2007  grazie a Luciana Delle Donne, fondatrice di Officina Creativa, cooperativa sociale, non a scopo di lucro. I manufatti, contraddistinti dai due marchi, “IrenerI” e “Made in Carcere”, sono confezionati da donne detenute, alle quali viene offerto un percorso formativo, al termine del quale vengono assunte con regolare contratto di lavoro a tempo indeterminato, puntando dunque ad un definitivo reinserimento nella società civile e lavorativa.


Il desiderio è trasformare alcuni punti di debolezza in punti di forza, con una bella storia di solidarietà e speranza da raccontare! Si punta a due fasce deboli e ai margini, come le donne detenute che da una parte producono e confezionano i manufatti e dall’altra invece i ragazzi extracomunitari  che distribuiscono e vendono sul mercato. Questa fantastica sinergia con “IReNeri” in particolare con l’Avvocato Salvatore Centonze ideatore e fondatore dell’iniziativa”, ci confida Luciana Delle Donne, “dovrebbe essere una storia di normalità che diventa, invece, un fatto eccezionale. finalmente una bella occasione di buon vivere per restituire dignità, lavoro, competenze professionali, autonomia, indipendenza economica, a favore dell’inclusione e dell’impatto sociale”.  


Una parte dei proventi del progetto IrenerI sarà destinata alla realizzazione di iniziative di inclusione sociale ed educazione alla legalità.


Attualità

Grande partecipazione alla messa dello sportivo a Nardò

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Ancora una volta, lo sport neretino si è radunato per la Messa dello Sportivo, un appuntamento liturgico divenuto ormai tradizione, organizzato dal Presidente del Consiglio comunale di Nardò, Antonio Tondo, in collaborazione con la Consulta comunale dello sport neretino.

Grande e sentita partecipazione da parte delle associazioni, dei team e degli atleti neretini, che hanno assistito alla liturgia celebrata da Sua Eccellenza Mons. Fernando Filograna, Vescovo della Diocesi Nardà-Gallipoli, la cui omelia è stata fonte di coraggio ed ispirazione, in particolar modo per i tanti giovanissimi presenti.

Presso la Cattedrale di Nardò, lo scorso 20 dicembre, si sono infatti radunati i dirigenti e i rappresentanti di ogni tipo di sport, sia di squadra che individuali, di ogni età, affinché vengano custoditi i sani principi che lo sport tramanda.

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Attualità

Ineleggibilità dei Sindaci: “Discriminatoria e antidemocratica”

Il dissenso di Anci Puglia per la norma che sancisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”

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L’associazione dei Comuni pugliesi chiede la revoca della modifica alla legge elettorale regionale, denunciando una penalizzazione ingiusta per i sindaci e una limitazione della libertà di scelta degli elettori.

Anci Puglia esprime fermo dissenso nei confronti della recente modifica all’articolo 6, comma 1, della Legge Regionale 9 febbraio 2005, n. 2 – “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale” – approvata dal Consiglio regionale mediante emendamento.

La nuova formulazione del comma 1 stabilisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”.

Tuttavia, tale ineleggibilità viene esclusa se i soggetti interessati si dimettono dalla
carica non oltre sei mesi prima del compimento del quinquennio di legislatura, o, in caso di
scioglimento anticipato del Consiglio regionale, entro sette giorni dalla data di scioglimento.

I Sindaci di Puglia, secondo ANCI, risultano pertanto fortemente penalizzati dal vincolo di ineleggibilità alle regionali e ritengono si tratti di una norma ingiustificatamente discriminatoria e
antidemocratica: Viene così compromesso non solo il legittimo diritto, costituzionalmente garantito, a candidarsi come chiunque altro, ma anche i cittadini e le cittadine vedono limitarsi la libera scelta per l’esercizio del diritto di voto: “Il termine di 180 giorni per dimettersi risulta infatti estremamente rigido e penalizzante e determina una disparità di trattamento oggettiva tra amministratori locali e altre categorie di cittadini eleggibili.

I Sindaci sono i rappresentanti più diretti e più vicini ai cittadini; tuttavia, invece di valorizzare il loro contributo potenziale nella competizione elettorale regionale, arricchendo così il pluralismo democratico, questa norma li mortifica pesantemente.

Inoltre, priva le comunità amministrate di
una guida con largo anticipo e, ipoteticamente, anche inutilmente, qualora il Sindaco non venisse poi candidato nelle liste regionali.
Anci Puglia ha raccolto nelle ultime ore le rimostranze e la delusione di tanti Sindaci e Sindache – di ogni schieramento politico, perché la norma penalizza tutti, in modo trasversale – e sta valutando ogni più utile ed opportuna azione congiunta, anche giurisdizionale”.

Soprattutto, ANCI PUGLIA oggi chiede ai Consiglieri regionali che hanno proposto e votato l’emendamento di “ritornare sui propri passi, di cancellare quella norma assurda e discriminatoria e consentire a tutti il libero accesso al diritto di candidarsi, accettando un confronto paritario, plurale e democratico.
Al Presidente Michele Emiliano, che è stato Sindaco della Città capoluogo e ha poi voluto
interpretare la carica di Governatore come “Sindaco di Puglia”, chiediamo di fare tutto quanto in suo potere per ripristinare, in seno al Consiglio regionale, il rispetto dei princìpi sacrosanti ed inviolabili di democrazia, uguaglianza di fronte alla Legge e pluralismo”.

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Approfondimenti

Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano

il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.

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“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.

E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.

È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.

E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.

“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo,  “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.

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