Lecce
Quella Provincia sospesa…
Intervista esclusiva al direttore generale della Provincia, Giovanni Refolo: “Servizi quali la gestione dei rifiuti, delle acque, dell’energia, dell’ambiente, dei trasporti, andrebbero gestiti da un organismo sovracomunale”
Il tema del riordino della Pubblica Amministrazione, provinciale e non solo, è di scottante attualità. L’entrata in vigore della legge 7 aprile 2014, n. 56 ha innescato un processo di riforma istituzionale che dovrebbe portare ad una profonda trasformazione nella governance del nostro territorio. Questo processo ha determinato una fase transitoria molto complessa ed articolata. Una questione importante che ci interessa molto da vicino, perché riguarda la qualità del nostro vivere quotidiano.
Facciamo il punto con il Direttore Generale della Provincia di Lecce, Giovanni Refolo.
“La Provincia in questo momento è alle prese con un processo di riforma, la cosiddetta Legge Delrio”, esordisce Refolo, “che progetta una trasformazione dell’organizzazione dello Stato attraverso una rimodulazione del ruolo delle Province. Nell’attesa riforma costituzionale scomparirà come Ente elettivo per diventare Ente di Area Vasta con competenze sovracomunali, come Ente di secondo livello, con funzioni di coordinamento, di raccordo tra le varie esigenze dei Comuni. In questo momento, nel corso dell’ultimo anno, si è venuto a creare il problema della gestione di quelle funzioni che la Provincia ha, e che ancora sta gestendo, e di chi dovrà gestirle. Questo quadro normativo non è ancora completo, in virtù del fatto che la Regione Puglia ha emanato solo una legge ponte per il riordino delle funzioni, che prevede che vengano riallocate entro il 30 giugno del prossimo anno”.
Per quanto riguarda il personale della Provincia, la stessa norma “prevedeva, attraverso la Legge 190, che le Province dovessero rivedere la propria dotazione almeno del 50%, mantenendo le stesse funzioni. Tuttavia, parallelamente a questa procedura di trasformazione delle Province si verifica una procedura finanziaria, cioè il Governo indipendentemente dalla tempistica della norma sul riordino delle Provincie, con le leggi di stabilità, opera dei tagli e dei prelievi”.
La situazione attuale
Per cui le province in questo momento sono in una forte crisi, sono in affanno, il problema vero è che sono in affanno i servizi. “Da un lato”, spiega il Direttore , “il riordino non è ancora completato perché le attribuzioni regionali non sono ancora definite, dall’altro conto lo Stato procede con una sua velocità, considera già avvenuto il processo legislativo, per cui ha già fatto prima i tagli e i prelievi creando il caos a livello nazionale. Attendiamo la nuova legge di stabilità che prevedeva nuovi tagli nel 2016 e che porterebbe molte Provincie in una condizione di dissesto finanziario”.
Secondo Refolo, “i servizi ai cittadini sono erogabili in funzione della loro tipologia. Ci sono dei servizi che non possono essere erogati né da un livello di organizzazione dello Stato puntuale, come può essere la rete dei Comuni, né centralizzato, regionale, ovvero, troppo distante. Servizi quali la gestione dei rifiuti, delle acque, dell’energia, dell’ambiente, dei trasporti, quindi problematiche generali che interessano più un contesto di area vasta generalmente intesa, molto probabilmente sarebbe molto più funzionale che fossero gestiti da un organismo di tipo sovracomunale. Lo Stato organizza i servizi e la sua articolazione periferica e riceve tasse ed imposte dai cittadini per gestirli, è chiaro ci si aspetti che la gestione ottimale dello Stato a livello periferico garantisca l’erogazione dei servizi a tutti i cittadini. Intanto il momento di transizione si ripercuote anche sulle nostre Società partecipate che, per via dei tagli, sono in crisi: è il caso della Istituzione Concertistica Orchestrale, l’ICO, che ha effettuato già licenziamenti degli orchestrali, e anche di Albaservice, che è in liquidazione tecnica”.
Le città metropolitane
È probabile che ci sia dietro questo disegno governativo un potenziamento forte, reale delle città metropolitane, che già usufruiscono di fondi comunitari destinati, ma che sembrerebbero da questo riordino istituzionale essere fortemente valorizzate nell’ambito dell’organizzazione. Qui però Refolo lancia un monito: “Lo sguardo attento nei confronti delle città metropolitane può portare a creare nuove periferie territoriali, come quella in cui noi siamo. Riordino, diminuzione delle risorse disponibili e concentrazione della città metropolitana aprono il problema di garanzia di servizi nel nostro territorio: le battaglie per il Frecciarossa o per le Ferrovie del Sud-Est sembrerebbero dimostrarlo. Non tutti i territori hanno in questo momento le stesse opportunità, cosa che invece andrebbe garantita. È tuttavia necessario capire che la freelance society non esiste, ovvero non esiste una società in cui i servizi possano essere gratuiti. Il bilanciamento deve essere trovato: i diritti devono essere garantiti in termini di opportunità per tutti, ma ognuno deve contribuire con le proprie possibilità”.
Le macroregioni
C’è un disegno di legge presentato da alcuni parlamentari sull’accorpamento in 12 regioni. Per il nostro territorio, svantaggiato geograficamente, non è detto che con le macroregioni si assicurino funzionamenti migliori. “Lo Stato si deve organizzare per erogare servizi ai cittadini; tenendo conto di chi è in grado di farlo meglio, e per fare ciò è necessario trovare quei soggetti pubblici che possano dare le giuste garanzie e la giusta distribuzione delle risorse.”
Donatella Valente
Attualità
Industria: Tavolo Permanente Interconfederale
Costituito da Confindustria Lecce e CGIL, CISL e UIL Lecce presso la Provincia di Lecce. Gli ambiti di intervento: sviluppo industriale, politiche del lavoro, superamento crisi settoriali, salute e sicurezza luoghi di lavoro, promozione parità di genere, formazione continua e valorizzazione giovani talenti
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Confindustria Lecce e le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL di Lecce hanno firmato un protocollo d’intesa per la costituzione del Tavolo Permanente Interconfederale per il settore Industria, che avrà sede presso la Provincia di Lecce.
L’obiettivo è quello di promuovere la collaborazione attiva tra le parti sociali, con lo scopo di affrontare le principali sfide economiche e industriali del territorio, in linea con i principi dell’Accordo nazionale del 28 febbraio 2018 che mira all’ammodernamento delle relazioni industriali, con un focus sui processi di trasformazione e digitalizzazione del sistema produttivo, promuovendo, contestualmente, lo sviluppo economico e sociale.
Il Tavolo Permanente si concentrerà su diversi ambiti di intervento, tra cui lo sviluppo industriale, le politiche del lavoro, il superamento delle crisi settoriali, la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, la promozione della parità di genere, la formazione continua e la valorizzazione dei giovani talenti.
Il Protocollo prevede un impegno congiunto delle parti per la creazione di politiche innovative e sostenibili che possano garantire la crescita economica della provincia e il benessere dei lavoratori e delle imprese.
Il presidente della Provincia Stefano Minerva in apertura ha sottolineato come la Provincia di Lecce sia «convintamente accanto alle organizzazioni sindacali e a Confindustria Lecce, che siglano oggi questo importante Protocollo d’intesa. Ci assumiamo la responsabilità di sostenere le parti in questa sfida e ci sentiamo impegnati e pienamente ingaggiati nell’appoggiarle attivamente. A partire dal fatto che il Tavolo permanente interconfederale avrà sede proprio presso l’Amministrazione provinciale. Questa scelta è significativa, perché va a sottolineare il valore dell’iniziativa: viviamo in un territorio che ha visto i nostri nonni e le nostre nonne combattere nei campi e nelle fabbriche per ottenere i diritti, oggi siamo orgogliosi di sostenere le parti sociali e Confindustria che, per la prima volta, si mettono insieme per rilanciare e per vincere le sfide più stimolanti e urgenti dei nostri giorni. Per la prima volta non solo ci si occupa di governare insieme le crisi, ma anche di rilanciare il confronto e l’azione sui temi più attuali: il lavoro inclusivo e sostenibile, il contrasto alla violenza di genere e la promozione della parità, lo sviluppo industriale, la sicurezza sul lavoro. Ed ancora di sostenere azioni che vadano nella direzione di una formazione che sposa le esigenze del mercato del lavoro, del welfare, del sostegno e dell’investimento sui giovani talenti e sul contrasto alla fuga dei cervelli, per evitare che i nostri ragazzi vivano soddisfazioni lontani dalla loro terra».
Nel suo intervento, Valentino Nicolì, presidente di Confindustria Lecce, ha affermato che «il Protocollo rappresenta un passo fondamentale per la crescita e lo sviluppo del territorio: la collaborazione tra Confindustria Lecce e i sindacati mira, infatti, a rafforzare il tessuto economico e produttivo, attraverso azioni sinergiche presenti e future volte sia ad incrementare l’attrattività degli investimenti nella provincia di Lecce sia ad accrescere la competitività delle imprese. Solo attraverso un sistema integrato e collaborativo, difatti, è possibile alimentare un ecosistema proattivo e competitivo che dia sempre più forza al nostro territorio e alle sue aziende. Siamo fermamente convinti, come recita il denominatore comune delle nostre attività “Insieme per fare l’impresa’, che solo unendo le energie sarà possibile affrontare le sfide della trasformazione digitale e industriale in modo efficace e sostenibile, alla luce soprattutto delle attuali dinamiche economiche e sociali. Il Tavolo Permanente che abbiamo istituito presso la Provincia di Lecce sarà lo strumento attraverso cui promuovere soluzioni condivise e concrete».
Anche i rappresentanti sindacali hanno espresso la loro soddisfazione per l’accordo, evidenziando l’importanza della cooperazione per il miglioramento delle condizioni lavorative e per il rilancio del sistema industriale locale.
«Il mondo del lavoro sta affrontando, anche in provincia di Lecce, una profonda trasformazione generata principalmente dalle transizioni energetica e digitale, i cui effetti stanno incidendo anche sul sistema produttivo», hanno sottolineato Tommaso Moscara (Segretario generale della Cgil Lecce), Ada Chirizzi (Segretaria generale della Cisl Lecce) e Mauro Fioretti (Coordinatore provinciale della Uil Lecce), «in un territorio come quello salentino, sempre più caratterizzato da un inverno demografico, da una sempre più diffusa povertà, che non risparmia l’universo del lavoro, da bassi salari derivanti anche dal ricorso ai deleteri contratti pirata, un maggiore raccordo tra lavoro e produzione può fare la differenza. Il protocollo fissa nel metodo e nei contenuti le priorità da perseguire congiuntamente al fine di salvaguardare il lavoro che c’è e generarne di nuovo. Leve strategiche per il perseguimento di tali obiettivi sono la contrattazione di secondo livello e le politiche attive del lavoro, a partire da una formazione qualificata e funzionale al raggiungimento anche di quelle soft skills utili ad affrontare un mercato del lavoro in costante evoluzione. Un universo oggi dominato dall’algoritmica che deve, invece, essere positivamente indirizzata dai principi dell’algoretica. Il tavolo permanente interconfederale garantisce inoltre un’adeguata rappresentanza degli interessi di imprenditori e lavoratori, valorizzandone il protagonismo in merito allo sviluppo del territorio e dei processi produttivi e riconfermando il valore dei Contratti Collettivi Nazionali sottoscritti da CGIL, GIL CISL UIL e relative tutele salariali e accessorie».
Il Tavolo Permanente Interconfederale sarà convocato periodicamente e avrà il compito di monitorare l’attuazione del Protocollo, analizzare eventuali criticità e promuovere politiche di sviluppo che possano valorizzare le risorse umane e industriali, in un’ottica di inclusione e sostenibilità e della competitività territoriale.
L’accordo avrà una durata di quattro anni, con possibilità di rinnovo al termine del periodo.
Appuntamenti
Intelligenza artigianale, ecco Agrogepaciok
Da domani e fino al 13 novembre al “Centro Fiere” di Lecce il Salone Internazionale della gelateria, pasticceria, cioccolateria e dell’agroalimentare, la più grande fiera professionale del Sud Italia con cadenza annuale dedicata al food & beverage
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Cinque all’insegna del cibo e del gusto.
Da domani e fino al 13 novembre al Centro Fiere di Lecce il Salone Internazionale della gelateria, pasticceria, cioccolateria e dell’agroalimentare, la più grande fiera professionale del Sud Italia dedicata al food & beverage.
Diecimila metri quadri di spazio espositivo con oltre 400 prestigiosi marchi in vetrina e un ricco programma di eventi con più di 200 ore di alta formazione
Cinque giornate per professionisti del settore (e non solo), tra workshop, showcooking, laboratori e concorsi professionali in programma nei quattro Forum dedicati a Cucina, Pasticceria, Panificazione e Pizzeria.
Tre grandi ospiti: lo chef stellato campano Davide Guidara, new entry nell’Olimpo dell’alta ristorazione e della grande cucina italiana del futuro, e i pluripremiati Giuseppe Amato, tra i migliori pasticceri a livello internazionale, e Luciano Sorbillo, maestro della pizza napoletana riconosciuto nel mondo.
Poi i concorsi, che caratterizzano fin dalle origini Agrogepaciok.
“Dolci Talenti”, rivolto a studenti iscritti agli ultimi due anni degli istituti professionali e pasticceri under 25; le “Olimpiadi del Gelato Mediterraneo”, quest’anno sul tema “Il gelato dolce e salato”; PizzAgrogepaciok, sfida sulla preparazione della pizza tonda contemporanea.
Infine “Dolci Tradizioni – Andrea Ascalone”, per premiare il pasticciere che dimostrerà la miglior capacità di portare avanti la tradizione dolciaria salentina, preparando il miglior pasticciotto.
Da domani e fino a mercoledì 13 dunque, in Salento tutto da gustare al centro Fiere di Lecce.
Cronaca
Arrestati due topi d’appartamento
Avevano appena svaligiato un’abitazione estiva di Casalabate. In casa avevano orologi, utensili da lavoro ed elettrodomestici da cucina per un valore di qualche migliaio di euro, rubati qualche giorno prima da un’altra abitazione di Squinzano
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In risposta alla recente escalation di furti che ha interessato le località di Squinzano, Casalabate e Trepuzzi, i carabinieri del Comando Provinciale di Lecce hanno avviato un’importante operazione di “alta visibilità“, potenziando il pattugliamento del territorio al fine di scoraggiare i malintenzionati e proteggere i cittadini dai furti in abitazione che si verificano durante le ore di assenza da casa per motivi di lavoro o per le spese quotidiane.
Nel corso delle operazioni, sono stati effettuati numerosi posti di controllo e perquisizioni, che hanno portato anche all’arresto di due topi d’appartamento e al recupero della refurtiva.
In particolare, un 40enne e un 25enne, entrambi noti alle Forze dell’Ordine, sono stati arrestati in flagranza di reato dopo aver visitato un’abitazione sul litorale leccese.
I due, sono stati fermati da un equipaggio della Radiomobile della compagnia Carabinieri di Campi Salentina mentre si stavano allontanando da un’abitazione estiva di Casalabate, dove avevano rubato gli infissi, probabilmente con l’intenzione di rivenderli al mercato nero.
Durante la perquisizione, i militari dell’Arma hanno trovato sull’auto della coppia ladri anche gli attrezzi da scasso, utilizzati per smontare le finestre in alluminio dell’abitazione estiva.
A quel punto le indagini si sono spostate presso le abitazioni dei due fermati, dove sono stati trovati orologi, utensili da lavoro e vari elettrodomestici da cucina per un valore di qualche migliaio di euro, rubati qualche giorno prima da un’altra abitazione di Squinzano.
Al termine delle attività, i due sono stati arrestati per furto in abitazione in concorso e denunciati per ricettazione.
Dopo l’udienza di convalida, i due sono stati sottoposti dal giudice ai domiciliari.
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