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Attualità

Unisalento: Sociologia cambia volto

Corsi di laurea in Sociologia: nuovo ordinamento didattico per un più semplice accesso ai concorsi per l’insegnamento e maggiori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro

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Offerta didattica rinnovata per i corsi di laurea di area sociologica dell’Università del Salento: dall’anno accademico 2019/2020 più semplice l’accesso ai concorsi per l’insegnamento grazie al nuovo curriculum “Didattica delle Scienze Umane”, più semplice inserimento nel mondo del lavoro con i migliorati curriculum  “Sviluppo territoriale” e “Crimine e devianza”.


«Una vera e propria riforma dell’ordinamento didattico, approvata dal Consiglio Universitario Nazionale», spiega il professor Fabio de Nardis, presidente dei corsi di laurea di area sociologica, «che deve moltissimo al contributo degli studenti e dei loro rappresentanti: sono loro che negli anni ci hanno affiancato con critiche costruttive e consigli. Una dinamica virtuosa che conferma l’attitudine democratica dei nostri corsi di laurea in cui docenti, studenti e amministrativi lavorano insieme per migliorare e migliorarsi giorno dopo giorno».


 “Didattica delle Scienze Umane”


«I corsi di laurea in Sociologia erogati dall’Università del Salento sono i primi e gli unici in Italia a garantire la possibilità di accedere alle classi di concorso per l’insegnamento nelle scuole superiori con la semplice laurea magistrale, senza dunque dover recuperare “a pagamento” decine di crediti mancanti», spiega de Nardis, «con il nuovo profilo magistrale “Didattica delle Scienze Umane” abbiamo voluto rispondere alle esigenze di decine di studentesse e studenti che fino a oggi si sono visti negare la possibilità di ambire all’insegnamento scolastico con una laurea in Sociologia. A Lecce, e solo a Lecce, da oggi sarà possibile».


Il corso di laurea triennale – profilo “didattico”, integrato con quello in “Didattica delle scienze umane” della laurea magistrale, ottempera alle prescrizioni del DM 616 del 10 agosto 2017, garantendo l’acquisizione dei 24 CFU nei quattro ambiti (pedagogico, psicologico, antropologico e didattico) previsti dal percorso PF24 richiesti per la partecipazione al “Concorso Nazionale FIT”, percorso triennale di Formazione Ingresso Tirocinio (previsto dalla Legge 107/2015, c. 181, lett. b e dal D.L. 59/2017, art. 5, c.1, lettere a e b), che consente l’accesso ai ruoli di docente nella scuola secondaria di primo e secondo grado. Inoltre, in connessione con la laurea magistrale in “Sociologia e Ricerca Sociale”, lo stesso profilo è pensato per garantire agli studenti gli almeno 96 crediti nei settori disciplinari di area filosofica, storica, pedagogica e sociologica, necessari all’accesso a due classi di concorso per l’insegnamento nelle scuole superiori: la classe A-18 (Filosofia e scienze umane) e la classe A-65 (Teoria e tecnica della comunicazione).

“Sviluppo territoriale” e “Crimine e devianza”


Modificati in modo radicale anche i curriculum affini “Professionale” (corso triennale) e “Sviluppo territoriale” (corso magistrale), e quelli in “Crimine e devianza” (triennale e magistrale): i due percorsi saranno dal prossimo anno accademico nettamente caratterizzati e vedranno l’introduzione di laboratori obbligatori per l’integrazione di teoria e pratica della ricerca sociale.


Il curriculum “Professionale” (triennale) e poi quello in “Sviluppo territoriale” (magistrale) offrono un profilo formativo sulla metodologia della ricerca, sull’analisi delle organizzazioni complesse, ma anche sulla progettazione, promozione e marketing del territorio. Il profilo “Crimine e devianza” punta invece a offrire competenze specifiche sull’analisi dei fenomeni di devianza e criminalità in prospettiva sociologica, ma anche psicologica, giuridica, medica – con l’introduzione nel corso magistrale degli insegnamenti di Medicina legale e Criminologia clinica e di insegnamenti sulle tecniche investigative e il contrasto al crimine organizzato. Insegnamenti di storia sociale del crimine e storia ed economia del crimine organizzato offriranno inoltre conoscenze e competenze per lavorare come esperti e consulenti nelle aree di disagio sociale e marginalità, ma anche come esperti dei fenomeni devianti con un focus specifico sulla comprensione e il contrasto dei fenomeni mafiosi.


Attualità

Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera

La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»

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Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.

Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.

I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.

Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.

Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.

L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.

Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.

Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».

Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».

«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».

«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».

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Ospedale di Casarano, «eterna emergenza»

Carenza di personale al “Ferrari”: «Sette reparti in affanno. Difficoltà a programmare i turni, rischio burnout e incapacità di gestire il paziente». Fp Cgil chiede «Subito una Commissione Sanità ad hoc»

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«Rischio burnout, disservizi, paralisi della struttura: subito una riunione monotematica della Commissione Regionale sulle sofferenze dell’ospedale di Casarano».

Sono giorni complicati in molti reparti del “Ferrari”, che vive una delle più gravi carenze di personale della sua storia.

La Fp Cgil Lecce ha scritto alla Regione (al presidente della terza Commissione e al responsabile del Dipartimento Salute) ed ai dirigenti di Asl e presidio per denunciare tutti i disagi vissuti da pazienti e lavoratori: «Il fabbisogno è talmente alto da non riuscire a garantire, in molti casi, neppure la normale turnazione».

«Dopo un’attenta ricognizione», il sindacato segnala «ben sette unità operative in sofferenza e ai limiti della capacità di gestire la salute del malato, oltre alla vicenda delle squadre antincendio».

REPARTO PER REPARTO

«In Medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza per coprire i turni si ricorre alle attività aggiuntive.

Nel reparto di Anestesia e rianimazione e nel Blocco Operatorio mancano anestesisti, infermieri e operatori sociosanitari (Oss).

L’unità operativa di Patologia clinica non dispone di un numero sufficiente di biologi e tecnici di laboratorio. 

Particolarmente grave la situazione in Radiologia, dove i tecnici sono costretti a saltare il giorno di riposo e la programmazione dei turni mensili è diventata un’impresa impossibile da realizzare.

A Neurologia mancano infermieri ed Oss: qui addirittura di recente è stato richiesto al personale smontante di garantire anche il turno successivo di notte.

Nel reparto di Geriatria il turno è composto un Oss e due infermieri, ma è evidente che un solo Oss non può riuscire a soddisfare l’assistenza diretta al paziente.

Infine, nell’unità di Cardiologia mancano medici, infermieri e Oss».

 SANITASERVICE E ANTINCENDIO

«Ci sono appena quattro persone nell’organico della squadra antincendio e tra queste, una si trova in aspettativa lunga. Per garantire la copertura dei turni, si attinge al personale di Sanitaservice, che però in caso di necessità può garantire l’intervento solo al mattino. Una situazione che costringe le 3 persone in organico a lavorare costantemente di pomeriggio, di notte e nei festivi. Solo l’abnegazione e la dedizione del personale, davvero innamorato della propria professione e fedele al dovere nei confronti del paziente, garantisce l’attività in un ospedale importante come quello di Casarano», dicono Floriano Polimeno, segretario generale della Fp Cgil Lecce, e Cosimo Malorgio, coordinatore provinciale per la Fp Cgil.

«Proseguire oltre», aggiungono, «non è possibile. Il rischio burnout, ossia dello stress da lavoro-correlato, è concreto. Continuando così, poi, si va dritti verso la paralisi dell’ospedale, incapace di erogare prestazioni sanitarie. Spiace constatare che nonostante gli interventi politici e le audizioni alla Commissione regionale Sanità, nulla sta cambiando».

 

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