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Ortelle

Lo scaricabarile dei rifiuti ad Otranto

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“Lasciate ogni speranza, voi che v’entrate”. La citazione è d’obbligo, se l’argomento in questione è la difficoltosa gestione dei rifiuti solidi urbani, che ha interessato Otranto nell’ultima stagione estiva, ormai agli sgoccioli. L’Amministrazione comunale ha inteso convocare nei giorni scorsi un’assemblea pubblica per informare i cittadini sulla situazione, dopo che lo scorso 22 agosto il sindaco, Luciano Cariddi, prendendo atto delle carenze nel servizio della raccolta differenziata, a cura della Ditta Lombardi Ati, subentrata dal 1° maggio scorso alla Monteco, ha sporto denuncia nei confronti dell’Ato, organismo che ha gestito l’appalto in questione, rivelatosi, nel caso di Otranto, deludente e fallimentare: strade ricolme di rifiuti, buste lacerate, spiagge e pinete sporche, aiuole cittadine ridotte a sterpaglie secche.


Un’immagine lugubre, insomma, che ha danneggiato la “perla del Salento” nel pieno del boom turistico. Da qui, l’esigenza di un’assemblea, utile a comprendere i fatti e capire alla radice il problema. Ma il punto è che capire le responsabilità effettive del disagio sperimentato da residenti e cittadini non è così semplice. La posizione del Comune è chiara: la conduzione dell’appalto, per legge, è stata dell’Ato Le 2, per cui l’Amministrazione non ha potuto che aderire alla scelta dell’organismo in questione; la Ditta vincitrice ha dimostrato scarsa idoneità nella gestione delle problematiche ambientali di un territorio complesso come quello otrantino, esteso per 7600 ettari e con 27 km. di costa; il Comune non coordina direttamente il servizio e non può che segnalare all’istituzione competente le inefficienze della gestione, dovendo peraltro fare i conti con l’assenza di vantaggi economici, visto che nonostante le carenze oggettive, i costi dell’appalto sono di gran lunga aumentati rispetto alla gestione autonoma precedente.


Dinanzi a questa considerazione, allora ci si chiede: stando così le cose, perché la denuncia non è stata inoltrata da tutto il Consiglio comunale, per difendere all’unanimità gli interessi della comunità? A questa domanda, una risposta ha provata a fornirla l’opposizione cittadina, che non ha ritenuto appropriata la denuncia, in quanto essa sarebbe un modo per non risolvere le questioni ed anche perché il vero problema del ciclo dei rifiuti nel Salento sarebbe quello delle discariche: del resto le Ato altrove funzionano, tranne che in Puglia; inoltre l’Ato avrebbe il merito di sollevare i Comuni da numerosi oneri nel trasporto rifiuti.


In realtà, la sensazione finale, come spesso accade, è che si fatichi a trovare un responsabile, visto il continuo rimpallarsi di competenze tra gli enti interessati ed organismi di dubbia utilità: in questo, la politica è maestra, così come nella costruzione di “poltronifici”. E così le colpe rimbalzano dai Comuni alle Ato, alla Regione, alle Province, alle lobby delle discariche, alle ditte inefficienti… C’è sempre qualcuno che ha più colpa degli altri, ma mai nessuno con più responsabilità.

Il cittadino si tiene il problema, lo subisce e per di più patisce impotente ai giochi di parole, che vanno da destra a sinistra, senza che destra e sinistra spesso s’impegnino più di tanto a risolvere le questioni aperte, nell’ottica della contrapposizione bieca e sterile. Al cittadino interessa poco se la colpa sia di Nichi Vendola o della Ditta incaricata: vuole piuttosto avere un servizio efficiente, rispetto alla somma che paga per averlo. Altrimenti gli restano solo due soluzioni: affidarsi alla speranza che i disagi siano solo il prezzo del rodaggio di un sistema partito da poco… oppure proporre una raccolta firme, per chiedere che ad occuparsi dei rifiuti sia, magari, Harry Potter…


Mauro Bortone


Cronaca

Vignacastrisi: truffe agli anziani, si fingono carabinieri e rubano 3mila euro

Tre persone arrestate dalla polizia di stato e allontanati dal questore con foglio di via per 3 anni. Tra loro anche una minorenne rumena

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Personale della Polizia di Stato, transitando per Vignacastrisi, frazione nel Ortelle, notava un’autovettura modello Alfa Romeo Junior con a bordo tre persone sospette.

In particolare, gli agenti della Squadra Mobile avevano notato una ragazza che, in maniera furtiva, usciva da un’abitazione e saliva a bordo dell’autovettura che poi ripartiva a forte velocità.

Insospettiti da tale comportamento, i poliziotti si sono messi all’inseguimento dell’auto riuscendo a bloccarla dopo diversi chilometri.

A bordo dell’autovettura sono state identificate tre persone, un ventunenne e un ventiduenne di Napoli e una sedicenne della Romania, che all’esito di una perquisizione sono stati trovati in possesso della somma di euro 3mila euro in contanti.

Gli accertamenti hanno consentito di appurare come poco prima i tre avessero consumato una truffa aggravata con la nota tecnica del finto incidente in danno di un anzinao signore che si presentava poco dopo in Questura per sporgere querela.

In particolare, l’uomo, 89 anni, ha raccontato di aver ricevuto diverse telefonate da un sedicente carabiniere che gli comunicava come il figlio avesse avuto un incidente in cui era rimasta gravemente ferita una donna e che, per pagare i danni, sarebbero serviti immediatamente 3mila euro in contanti o in monili d’oro.

Una volta racimolata la somma in casa, una donna si è presentata in casa degli anziani per prendere in consegna il denaro, salvo poi allontanarsi velocemente.

Stante la flagranza di reato i tre sono stati tratti in arresto per il reato di truffa aggravata e condotti in carcere; il denaro venivè stato restituito al legittimo proprietario a restituito all’avente diritto.

Ai due napoletani (maggiorenni) è stata notificata, inoltre, la misura di prevenzione emessa dal Questore della Provincia di Lecce del Foglio di Via Obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Lecce per 3 anni.

*foto in alto di repertorio

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Cronaca

Ritrovati gli ori rubati a Vignacastrisi durante la processione

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A conclusione di complesse attività investigative, nella tarda serata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Poggiardo hanno arrestato in flagranza di reato un 32enne del luogo ritenuto presunto responsabile di un furto di oro votivo, avvenuto lo scorso 9 marzo nella chiesa della Madonna Santissima del Rosario, situata nella frazione di Vignacastrisi, nel Comune di Ortelle.

In seguito della denuncia presentata dal parroco, i militari dell’Arma hanno avviato tempestivamente le indagini che si sono sviluppate mediante l’analisi dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona e la raccolta di testimonianze utili alla ricostruzione della dinamica del reato.

Il furto, particolarmente grave per il contesto in cui si è verificato, è avvenuto durante la processione del Sacro Cuore di Gesù, quando la comunità religiosa era raccolta in un momento di profonda partecipazione spirituale. I beni sottratti – anelli, collane, medagliette e bracciali in oro – rappresentavano ex voto donati nel corso degli anni dai fedeli come segno di gratitudine e devozione.

Il loro valore, oltre che materiale, è soprattutto simbolico e identitario per l’intera comunità.

Nel pomeriggio di ieri, i militari dell’Arma hanno rinvenuto, presso un compro oro di un comune limitrofo, una spilla e una collana in oro, risultati compatibili con alcuni degli oggetti trafugati dalla chiesa.

Le attività investigative hanno consentito di individuare un 32enne. A seguito di ulteriori accertamenti, i Carabinieri hanno eseguito una perquisizione domiciliare presso l’abitazione dello stesso, scoprendo un panno in velluto contenente il resto degli oggetti in oro rubati, occultato all’interno della sua autovettura. La sorpresa dei militari dell’Arma è stata enorme allorquando hanno rinvenuto circa 495 grammi di sostanze stupefacenti, di cui 490 grammi verosimilmente di marijuana e 5 grammi di cocaina che hanno sequestrato. La scoperta di banconote per un totale di circa 800 euro, di un bilancino elettronico di precisione e materiale per il confezionamento delle sostanze evidenzia la volontà dell’uomo di gestire un’attività illecita, un segnale preoccupante che non può essere trascurato.

La sostanza stupefacente è stata sequestrata, in attesa di perizia chimico tossicologica. Inoltre, il denaro e gli oggetti in oro rinvenuti sono stati posti sotto sequestro. Le indagini sono in corso per identificare eventuali complici coinvolti nel furto.

Al termine delle formalità di rito, come disposto dal PM di turno della Procura della Repubblica di Lecce che conduce le indagini, l’uomo è stato arrestato e sottoposto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

L’episodio ha posto l’attenzione sulla necessità di rafforzare le misure di tutela del patrimonio religioso, specialmente nei piccoli centri, dove la presenza di adeguati sistemi di sicurezza è spesso insufficiente a prevenire simili atti.

L’Arma dei Carabinieri rinnova il proprio impegno quotidiano a servizio delle comunità, per la tutela non solo della sicurezza pubblica, ma anche dei valori culturali e spirituali che costituiscono il tessuto identitario del territorio.

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase preliminare e che l’eventuale colpevolezza in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

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Cronaca

Furti in chiesa. Rubati gli ori della Madonna del Rosario

A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

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Con un comunicato ufficiale il Comitato Festa Madonna SS del Rosario di Vignacastrisi, frazione di Ortelle,esprime sgomento e profondo dispiacere per quanto accaduto presso la nostra parrocchia. Siamo vicini a tutta la cittadinanza per quanto accaduto”.

Lo sgomento è riferito al sacrilego furto occorso in chiesa. Giorni fa, infatti,  si legge in un altro post di un fedele su Facebook: “Un fatto di incredibile gravità è accaduto a Vignacastrisi. Sono stati rubati gli ori della nostra amatissima Madonna del Rosario, evidentemente custoditi in forma insicura. Se n’è avuta notizia ieri sera. Un momento veramente bruttissimo per la nostra comunità, come accadde nel 1962, quando la statua della Beata Vergine prese fuoco”.

A darne notizia durante l’omelia, dell’opera scellerata ed empia commessa da sconosciuti, è stato anche don Pino Pedone, parroco della parrocchia.

Il bottino della refurtiva, frutto negli anni della devozione alla Madonna, sembra si aggiri intorno ad un paio di kg di oro.

Indagano i carabinieri.

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