Attualità
Quando muore un cane e si perde la misura
Sui social. L’ipocrisia che ha fatto da dorsale a molti commenti e l’ignoranza generalizzata, disegnano un campionario umano che non conforta sul futuro di questa nostra società
Sheila non c’è più! Era una cagnona dagli occhi dolcissimi, trovatella, che si aggirava per il centro di Parabita e che, suo malgrado, era diventata la mascotte di tutti i bambini che, all’uscita da scuola, si divertivano a giocare con lei. Ovviamente meticcia, di mezza taglia ma, come sempre succede, molto simpatica e socievole. Sheila era stata adottata da tutto un quartiere ma in particolar modo da tutti i frequentatori di una palestra del piccolo comune salentino ed in particolare modo da colui che della palestra è il proprietario. Sembra una storia come tante altre quella di Sheila, purtroppo anche nel suo epilogo fin troppo frequente: a pochi giorni dalla Befana non rispetta le sue consolidate abitudini e, pur chiedendo in giro, nessuno sembra averla vista.
Parte così una vera e propria gara fra centinaia di volontari, coordinati dall’ormai classico passaparola sui social e addirittura da un articolo sulla “Gazzetta”. Al moltiplicarsi dei volontari si moltiplicano anche i falsi avvistamenti ma del simpatico cagnone nessuna traccia. Fino al giorno in cui viene ritrovata priva di vita (presumibilmente a seguito di avvelenamento) nel cortile della scuola. Fin qui, come detto, la storia poco originale di un dolce cane randagio, sfortunato, che aveva trovato una famiglia ma che non ha avuto la fortuna di godersela. Ed anche prevedibile e comprensibile l’esternazione di dolore e di rabbia da parte di chi l’aveva adottata e che ha dovuto invece confrontarsi con la cattiveria di qualcuno. Ma se sino ad ora la storia ha poco di originale, ciò che è accaduto dopo ha invece dell’inverosimile. Se infatti gli oltre 1.300 “mi piace” su Facebook sono la giusta misura della stima nei confronti del “padre putativo” di Sheila, leggere invece gli oltre 500 commenti di chi proprio non è riuscito a trattenere i propri pensieri… È come fare un viaggio da incubo fra l’ignoranza, la stupidità e la cattiveria umana.
C’è chi, sensibile verso gli animali, augura “tutto il male della terra” a chi è stato il responsabile del (presunto) avvelenamento e quindi ad un essere umano; c’è chi con la naturalezza di un teologo navigato, parla dell’anima della poveretta che ora starà sicuramente in paradiso, c’è chi invoca la legge del taglione, chi la cecità dei responsabili, sino ad arrivare a chi parla addirittura di mafia (che a Parabita, ultimamente, fa sempre un certo effetto). Particolarmente accaniti gli animalisti che, ovviamente e comprensibilmente, si sono mobilitati prima e indignati poi ma che, non altrettanto ovviamente, sono andati “oltre” con i commenti e si stanno ora “organizzando” per “chiedere l’autorizzazione ad indagare” (non si sa bene a chi e non si sa bene come).
Dall’analisi di tutto ciò possiamo trarre insieme delle considerazioni che non sono certo confortanti; perché l’ipocrisia che ha fatto da dorsale a molti (non tutti) i commenti e l’ignoranza generalizzata, disegnano un campionario umano che non conforta sul futuro di questa nostra società. Essere delicati e sensibili nei confronti di qualsiasi animale è una cosa bellissima e chi li maltratta va perseguito con tutti i mezzi ma bisogna necessariamente tener presente la scala dei valori della nostra vita, dove un cane è uno stupendo compagno di vita ma la persona umana è un qualcosa di ben diverso. Anche perché… Solo qualche giorno dopo il ritrovamento di Sheila, sempre a Parabita, è morta suicida una mamma di famiglia, un dramma che è passato pressoché inosservato a molti di coloro che erano troppo impegnati ad esser sensibili per la povera Sheila.
Antonio Memmi
Attualità
Grande partecipazione alla messa dello sportivo a Nardò
Ancora una volta, lo sport neretino si è radunato per la Messa dello Sportivo, un appuntamento liturgico divenuto ormai tradizione, organizzato dal Presidente del Consiglio comunale di Nardò, Antonio Tondo, in collaborazione con la Consulta comunale dello sport neretino.
Grande e sentita partecipazione da parte delle associazioni, dei team e degli atleti neretini, che hanno assistito alla liturgia celebrata da Sua Eccellenza Mons. Fernando Filograna, Vescovo della Diocesi Nardà-Gallipoli, la cui omelia è stata fonte di coraggio ed ispirazione, in particolar modo per i tanti giovanissimi presenti.
Presso la Cattedrale di Nardò, lo scorso 20 dicembre, si sono infatti radunati i dirigenti e i rappresentanti di ogni tipo di sport, sia di squadra che individuali, di ogni età, affinché vengano custoditi i sani principi che lo sport tramanda.
Attualità
Ineleggibilità dei Sindaci: “Discriminatoria e antidemocratica”
Il dissenso di Anci Puglia per la norma che sancisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”
L’associazione dei Comuni pugliesi chiede la revoca della modifica alla legge elettorale regionale, denunciando una penalizzazione ingiusta per i sindaci e una limitazione della libertà di scelta degli elettori.
Anci Puglia esprime fermo dissenso nei confronti della recente modifica all’articolo 6, comma 1, della Legge Regionale 9 febbraio 2005, n. 2 – “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale” – approvata dal Consiglio regionale mediante emendamento.
La nuova formulazione del comma 1 stabilisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”.
Tuttavia, tale ineleggibilità viene esclusa se i soggetti interessati si dimettono dalla
carica non oltre sei mesi prima del compimento del quinquennio di legislatura, o, in caso di
scioglimento anticipato del Consiglio regionale, entro sette giorni dalla data di scioglimento.
I Sindaci di Puglia, secondo ANCI, risultano pertanto fortemente penalizzati dal vincolo di ineleggibilità alle regionali e ritengono si tratti di una norma ingiustificatamente discriminatoria e
antidemocratica: Viene così compromesso non solo il legittimo diritto, costituzionalmente garantito, a candidarsi come chiunque altro, ma anche i cittadini e le cittadine vedono limitarsi la libera scelta per l’esercizio del diritto di voto: “Il termine di 180 giorni per dimettersi risulta infatti estremamente rigido e penalizzante e determina una disparità di trattamento oggettiva tra amministratori locali e altre categorie di cittadini eleggibili.
I Sindaci sono i rappresentanti più diretti e più vicini ai cittadini; tuttavia, invece di valorizzare il loro contributo potenziale nella competizione elettorale regionale, arricchendo così il pluralismo democratico, questa norma li mortifica pesantemente.
Inoltre, priva le comunità amministrate di
una guida con largo anticipo e, ipoteticamente, anche inutilmente, qualora il Sindaco non venisse poi candidato nelle liste regionali.
Anci Puglia ha raccolto nelle ultime ore le rimostranze e la delusione di tanti Sindaci e Sindache – di ogni schieramento politico, perché la norma penalizza tutti, in modo trasversale – e sta valutando ogni più utile ed opportuna azione congiunta, anche giurisdizionale”.
Soprattutto, ANCI PUGLIA oggi chiede ai Consiglieri regionali che hanno proposto e votato l’emendamento di “ritornare sui propri passi, di cancellare quella norma assurda e discriminatoria e consentire a tutti il libero accesso al diritto di candidarsi, accettando un confronto paritario, plurale e democratico.
Al Presidente Michele Emiliano, che è stato Sindaco della Città capoluogo e ha poi voluto
interpretare la carica di Governatore come “Sindaco di Puglia”, chiediamo di fare tutto quanto in suo potere per ripristinare, in seno al Consiglio regionale, il rispetto dei princìpi sacrosanti ed inviolabili di democrazia, uguaglianza di fronte alla Legge e pluralismo”.
Approfondimenti
Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano
il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.
“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.
E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.
“È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.
E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.
“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo, “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.
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