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Ruffano

Sentite questa: “Ciao Italia, noi vogliamo il Regno del Salento”

Movimento separatista. Così Francesco Pizzolante Leuzzi: “Stato retto da una solida e reale Banca Centrale Salentina; Repubblica democratica (o Regno…?), fondata sulla politica monetaria”

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Le difficoltà economiche, e l’insoddisfazione che ne deriva, generano spesso una caccia al colpevole che storicamente, il più delle volte, ha trovato un capro espiatorio nello Stato e in ciò che lo circonda. E se alle problematicità finanziarie si uniscono, come accade oggi, un allargarsi internazionale di orizzonti e confini senza precedenti, che fa temere il rischio di una dissoluzione totale di identità e tradizioni locali, il vaso trabocca e qualcuno si dissocia, alla ricerca di una drastica soluzione.


coronaÈ il caso dei movimenti indipendentisti che, ogni giorno di più, alzano la voce in tutta Europa. La cronaca internazionale sottolinea lo shockante rigurgito di nazionalismo della Scozia, nel sempre unito Regno d’oltremanica, mentre segue con interesse l’annosa lotta, senza soluzioni, tra centralismo madrileno e secessionismo catalano e basco in Spagna. Ma i referendum di settembre, in Scozia, e dello scorso 9 novembre per la catalogna, non sono qualcosa di così estraneo al nostro Paese. Del sogno della Padania, da noi, si sa fin troppo. Ed anche le mire indipendentiste sorte attorno a Venezia, con il “Via col Veneto”, sono ormai note a tutti. Meno discussi, ma comunque conosciuti, il MIC, Movimento di Insorgenza Civile figlio della questione meridionale postbellica, e Sardigna Natzione, nato nel 1994 per reclamare l’autonomia sarda dal Belpaese. La novità, sta nell’ultima arrivata tra le sorelle indipendentiste: il nostro Salento. Per carità, di Salento autonomo si è già parlato, soprattutto come potenziale Regione, e di stemmi della Repubblica Salentina in giro se ne son visti a iosa, ma più con l’aria di una azzeccata trovata di marketing, che con l’impronta di un vero movimento indipendentista. E invece, anche nella vecchia Terra d’Otranto c’è chi spinge per staccare il tacco d’Italia dal resto dello stivale. In prima linea in questa lotta, l’architetto Francesco Pizzolante-Leuzzi, di Ruffano, al quale abbiamo posto qualche domanda in proposito. Innanzitutto, come nasce un sentimento così forte da portare a disconoscere la propria patria e dal pretenderne il distacco totale? “Dalla delusione e dalla sfiducia nella Repubblica Italiana, giovane (ha 68 anni, NdA) ma già da tempo finita in pezzi fisicamente e moralmente. Altoatesini, veneti, salentini, sardi oggi non si sentono più parte di una nazione nella cui rovina non vogliono essere coinvolti e, così,iniziano a coltivare spinte e sogni secessionisti”. Un ideale però più comprensibile laddove la storia parla altre lingue, come ad esempio nelle regioni al confine. Cosa anima, invece, i salentini a tal punto da ambire all’indipendenza? “Il loro spirito libero, che li rende fortemente irritati e sempre più insofferenti ad essere chiamati a partecipare all’inutile sforzo di tirar fuori l’Italia dalla cloaca in cui una classe politica per la gran parte infida e ladra l’ha precipitata. I salentini non si fanno abbindolare in illusioni, ma tengono ben presente che questa Repubblica, a cui attualmente appartengono, è uno Stato pieno di debiti che non riuscirà mai a pagare e che, perciò, è destinato al fallimento. Non sopportano che il loro denaro (“Le tasse che aumentano in continuazione”) venga sprecato in demenziali agevolazioni di invasioni delle loro città da parte di popolazioni africane, o in folli spese militari in Italia e all’estero, o nel mantenimento di auto blu, autisti, uffici, segretari, vitalizi, benefici a favore di nuovi gerarchi di Stato, civili e militari”. Una perdita di fiducia, quindi, legata soprattutto a motivazioni economiche. “Certamente influenzata da queste: la gente non riesce a comprendere perché la vita e il potere d’acquisto della propria moneta debbano essere regolati da banchieri di Bruxelles. E ne ha fin sopra i capelli di questo e di tutto il contesto che l’ha prodotto. In più, ha ormai maturato la coscienza che non potrà liberarsene se non staccandosi da un’Italia che, perfino, non esiste più, perché ha svenduto la sua sovranità non si sa bene a chi e per che cosa in Europa”. Non teme che questo dissenso possa essere estemporaneo, figlio delle negative condizioni attuali per le quali magari, a lungo andare, un’indipendenza porterebbe più problemi che soluzioni? “Il movimento separatista salentino non è il semplice sfogo di chi ha preso troppe bastonate. Non alziamo la voce in maniera sprovveduta, solo per farci sentire. I salentini sono consapevoli di cosa significherebbe uno Stato autonomo, ed hanno iniziato a concepirlo nelle sue fattezze reali. Parliamo di uno Stato retto da una solida e reale Banca Centrale Salentina, che ne regoli la moneta, e del quale la nuova Costituzione reciti, al suo Articolo 1, “Il Salento è una Repubblica democratica (“o un Regno democratico: dipenderà dall’esito del referendum istituzionale”), fondata sulla politica monetaria”. Ecco, appunto, un piccolo Stato isolato da ogni visione comunitaria e unificante in un mondo sempre più interconnesso e globalizzato. Come potrebbe sopravvivere? “Con un progetto ben chiaro: organizzato come un paradiso fiscale internazionale e sorretto dallo sviluppo basilare del turismo,dalla creazione di lavoro, dalla distribuzione della ricchezza, dalla difesa dei confini e delle acque territoriali con rigoroso respingimento di ogni clandestino e di ogni barcone. E ancora con il perseguimento della sicurezza pubblica, la tutela del paesaggio attraverso la protezione dell’agricoltura e della pastorizia e la promozione efficace dei prodotti, la priorità al benessere della popolazione, il severo controllo della burocrazia, la rinegoziazione di tutti i trattati e i concordati internazionali stipulati dalla Repubblica italiana, l’eliminazione di quasi tutte le spese militari e l’annullamento di ogni partecipazione a missioni militari all’estero, la riduzione tendente allo zero di ogni imposta e tassa per chi abbia la cittadinanza salentina. Senza escludere una attenta politica estera, che non dimentichi mai gli errori della comunità internazionale (risalenti al dopoguerra) che sono stati la causa delle odierne situazioni di conflitto di civilità”. Esiste un modello da seguire, qualcuno a cui guardate che rappresenti un’alternativa al modello di Stato che viviamo adesso e si avvicini all’ideale si Stato autonomo salentino? “Uno su tutti, il più vicino, la Svizzera. Esempio forte non solo perché al confine con l’Italia, ma anche per la capacità di prosperare felice nella sua autonomia da legami internazionali, politici e militari, e dedicarsi a coltivare la propria bellezza ambientale e il proprio sviluppo sociale nell’ordine e nell’efficienza. Un Paese che è la testimonianza vivente della concretezza e della realizzabilità delle nostre idee. Un polo opposto rispetto ai governi della nostra attuale Repubblica, capaci soltanto di scherzare irreparabilmente col fuoco e di alimentare la nostra delusione”. Malcontento irremovibile e senza timori? “L’unico timore che ci assilla, è dover continuare ad esser attori non protagonisti del nostro destino. Costretti a convivere ancora in questo Stato in cui si sta materializzando l’ammonimento di Confucio: “Abbiamo la certezza che il giorno è finito quando uomini piccoli producono lunghe ombre”.


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Lorenzo Zito


Attualità

Denied, il nuovo singolo de La Sottoscritta

Il brano dell’artista ruffanese, dal sound dark e introspettivo. Oltre che dalla voce, la chitarra e l’arrangiamento di Francesca Falcone (La Sottoscritta), nasce dalla collaborazione con Salvatore Cafiero, Gianni Montanaro, Luigi Russo e Mylious Johnson

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Uscito oggi il videoclip di Denied, il nuovo lavoro discografico de La Sottoscritta (al secolo Francesca Falcone) diretto da Pavel Yakovchik, presentato con un live la scorsa domenica insieme a Mylious Johnson (ha suonato con Pink, Quincy Jones, Jovanotti, Tiziano Ferro, Emma Marrone, Gianna Nannini e attualmente batterista di Giorgia, Ultimo, Ghali), Salvatore Cafiero (chitarrista di Gianluca Grignani e Raf) e Luigi Russo (tastierista di Gianluca Grignani, key e bass synt e sequencer).

La cantautrice di Ruffano racconta: «Ho sempre pensato che questo singolo dovesse essere realizzato insieme agli artisti con cui ho lavorato nel corso della mia giovanissima carriera.

È come raccogliere tutte le esperienze musicali e umane in un unico progetto, creando una sorta di “ritratto” sonoro del percorso che ho fatto Denied è un brano che esplora quel momento di consapevolezza nei rapporti interpersonali, quando si comprende che allontanarsi è la scelta migliore per entrambe le parti.

Un’idea molto potente e universale che tocca chiunque abbia vissuto relazioni profonde e si sia trovato a fare i conti con la necessità di lasciare andare».

Denied, traccia dal sound dark e introspettivo, oltre alla voce alla chitarra e all’arrangiamento di Francesca Falcone (La Sottoscritta), nasce dalla collaborazione con Salvatore Cafiero (testo – arrangiamento – chitarra, voce, produzione), Gianni Montanaro (testo), Luigi Russo (arrangiamento – produzione, mix e master Il Cantiere Laboratorio Musicale di Cutrofiano), Mylious Johnson (batterie).

La Sottoscritta

Francesca Falcone, si avvicina allo studio della chitarra all’età di 13 anni.

Grazie a una forte passione per la musica, intraprende gli studi classici e pop con vari maestri della provincia per poi iscriversi al liceo musicale E. Giannelli di Parabita dove consegue il diploma. Attualmente è iscritta al III anno del corso accademico di Chitarra Jazz presso il conservatorio Tito Schipa di Lecce.

Dal 2021 iscritta alla SIAE in qualità di compositore ed autore, è insegnante di chitarra presso l’associazione G. Verdi (Taurisano), G. Puccini (Specchia) e presso ilMercato della Cultura (Cutrofiano), nell’ambito del progetto Ma.ma finanziato dalla Regione Puglia.

Da diversi anni componente attivo dell’orchestra Li Ucci Orkestra in qualità di chitarrista. Da due anni è attiva anche nel campo della produzione musicale come cantautrice con lo pseudonimo “La Sottoscritta”. Tra le sue collaborazioni più importanti Mylious Johnson (batterista di Madonna, Jovanotti, Tiziano Ferro, Emma Marrone, Gianna Nannini, Destiny’s Child, Linda Perry, Jessica Simpson, Queen Latifah, Quincy Jones, Giorgia, Ultimo). Ha aperto il concerto dei Creedence Clearwater Revived a Cutrofiano, Franco Simone al Teatro Apollo di Lecce e Gianluca Grignani presso il Demodè Club (BA). Ha all’attivo 3 singoli già pubblicati “A(v)volte” “Hidden by lights” “Bad B&B” e un riarrangiamento del brano “Moi…Lolita” di Alizeè. Il suo sound spazia dal pop al rock, passando attraverso influenze jazz-funk, elettroniche e dream pop.

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Ruffano

Kickboxing: un salentino fa sventolare il Tricolore

Dylan Vergaro di Ruffano secondo nella finale del campionato mondiale AMA dell’ISKA

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Dylan Vergaro, dopo il titolo italiano classe A del circuito Fight1 di pochi mesi fa, è stato convocato nella nazionale italiana e si è aggiudicato il secondo posto nella finale del campionato mondiale AMA dell’ISKA, uno dei principali organismi al mondo che regolano gli incontri sportivi di kickboxing.

La finale si è tenuta a Vienna in Austria.

Dylan è di Ruffano, ha 23 anni ed è titolare di un’attività di autolavaggio self-service a Tricase oltre che di un impainto di carburanti a Sannicola.

Pratica kickboxing da cinque anni ed ha mosso i suoi primi passi nella palestra della Movin a Casarano.

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Attualità

Intesa Sanpaolo, sito di nuovo down e clienti imbufaliti

Problemi d’accesso per app e home banking. Intesa Sanpaolo è down: clienti bloccati fuori dall’home banking e impossibilitati a gestire conti e pagamenti online…

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Un bug che sta affliggendo il sistema informatico di Intesa Sanpaolo, non permettendo ai clienti di eseguire on line nessuna operazione: questa potrebbe essere la causa, ma nessuna dichiarazione è arrivata da parte della banca finora.

I social network si stanno riempiendo di post e commenti di clienti frustrati per il disservizio, impossibilitati di eseguire regolari pagamenti o altri tipi di operazioni on line.

Questo evento è simile a quanto già accaduto il 31 ottobre, allora un altro malfunzionamento aveva compromesso l’accesso all’home banking per ore, generando altrettanto malcontento tra i clienti.

Per via di un problema tecnico non funziona l’accesso all’applicazione e al servizio Web di Intesa Sanpaolo: questo impedisce la gestione dei conti e delle carte, impedisce anche l’autorizzazione dei pagamenti online tramite le notifiche push in-app (che servono a confermare le transazioni).

Questo è il messaggio che legge chi si appresta ad andare, virtualmente, on line: «Ci scusiamo ma, per un problema tecnico, non puoi proseguire».

Le difficoltà degli utenti sono iniziate intorno alle 9 di questa mattina, con un’ondata di report che evidenziano problemi nell’accesso, nell’autenticazione e nell’utilizzo generale delle funzionalità dell’app.

 

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