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Italia nello spazio… e sono 50!

15 dicembre 1964: Crescenzio Carrozzini di Caprarica di Lecce, insieme a Grazio Campa di Sanarica, fece parte di quella storica spedizione

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In un’Italia che cade a pezzi, dove tutto crolla e “tutto è a posto e niente in ordine”, ci sono ancora degli ottimi motivi per sperare in un futuro migliore, partendo da un glorioso passato (e non si parla mica di preistoria).


centro spazialeL’orgoglio dello Stivale nel mondo non si chiama solo Gioconda, Leonardo, Galileo e un’altra sfilza di altisonanti nomi di artisti e scienziati di caratura ineguagliabile. E non è certo soltanto dalle tante, immense imprese sportive compiute dai nostri connazionali che si può ricostruire la fierezza di un Paese. Molto più vicina a noi di quanto pensiamo, la storia di cui stiamo per parlare è sinonimo di passione e genio, sana follia e caparbietà, nonché di indispensabili conoscenze e competenze scientifiche.


L’Italia nello spazio spegne le prime cinquanta candeline. 15 dicembre 1964, base di Wallops Island, Virginia, USA: il professor Luigi Broglio vide coronato il suo sogno. Dopo anni di progetti, il primo satellite artificiale italiano fu in orbita! Il “Progetto San Marco”, accordo bilaterale fra Italia (CRA, CNR, AM) e Stati Uniti (NASA) nel campo della ricerca scientifica e della sperimentazione spaziale, firmò il suo primo successo, la “piccola” Italia divenne così la terza potenza in termini di ricerca aerospaziale, dietro le ben più blasonate e potenti USA e URSS.


LancioCi racconta quei magici momenti Crescenzio Carrozzini di Caprarica di Lecce, un amico salentino, un assiduo lettore de “Il Gallo”, che fece parte della spedizione: “Non fui l’unico salentino, è giusto ricordare anche Grazio Campa di Sanarica, che esultò insieme a me e a circa una sessantina di speranzosi italiani. Sarà un piacere rivivere ricordi e aneddoti a Roma, presso il Centro Ricerche Aerospaziali, lunedì 15 dicembre, a cinquant’anni esatti da quando esplodemmo di gioia alla conferma del passaggio del satellite in “orbita nominale”, dopo l’acquisizione dati da Quito. Dopo tanta preoccupazione, ansia e speranza, potevamo dire tutti, tecnici, ingegneri e personale intero, di aver compiuto un piccolo capolavoro!”.

Crescenzio, che allora era un ventisettenne Sergente dell’Aeronautica Militare Italiana, è emozionato quando ricorda quella grande famiglia: “Eravamo molto uniti, una vera squadra, purtroppo qualcuno non c’è più… Ci sarebbero tantissime storie da raccontare e non basterebbe un libro per descrivere gli infiniti viaggi fra Italia, America e poi Africa, Kenya, dove, dal 1966, trovò spazio la piattaforma missilistica San Marco, coadiuvata dalla vicina Santa Rita. Tutto questo è stato merito di un luminare dell’ingegneria, della ricerca aerospaziale, ma soprattutto di un grande uomo: Luigi Broglio. Sua è stata l’idea del Centro Spaziale Italiano (che continua a vivere a Malindi, Kenya, proprio col nome del suo fautore, scomparso nel 2001, Ndc). Tutti lo ricordiamo con estremo piacere, perché era un maestro: trattava il personale con enorme dignità e rispetto, al contempo con immensa umanità, indistintamente, al di là del grado e delle mansioni svolte all’interno del Centro, un vero genio italiano”.

spedizione italianaIl Centro Spaziale ha quindi conosciuto e vissuto due mondi completamente diversi: USA e Kenya, due universi paralleli. Crescenzio li ha cari entrambi: “Il primo rappresentava il progresso, nei primi anni Sessanta negli Stati Uniti c’era una realtà che in Italia era fantascienza, e non parlo solo di mezzi tecnici o di ricerca scientifica. Il secondo, il degrado, la povertà più assoluta, un popolo che non aveva nulla e che noi sentivamo il dovere morale di aiutare in qualche modo, come possibile: probabilmente è questo il mio ricordo di vita più bello di trentacinque anni di viaggi, dal ’58, quando giunsi in America per il primo corso missilistico, al ’93, quando arrivò anche per me il momento di dire basta”. Ma non è ancora detto che un giorno Cresenzio non ci ritorni…

Stefano Verri


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«L’Ospedale del Sud Salento si farà»

Asl e Regione spiegano: «Nessuna pietra tombale. L’iter per la progettazione e la realizzazione dell’ospedale è in corso e prosegue come da crono programma»

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Vi avevamo riferito ieri dell’assenza del Nuovo Ospedale del Sud Salento dal nuovo Piano degli investimenti di edilizia sanitaria finanziato dal Ministero della Salute, nel quale sono stati inseriti solo due interventi: la riqualificazione del “Monoblocco” del Policlinico Riuniti di Foggia e la realizzazione del nuovo Ospedale di Andria.

Abbiamo anche riportato le dichiarazioni del deputato salentino Andrea Caroppo che ha parlato di «pietra tombale» e di «una vera e propria truffa legalizzata di cui molti dovranno dare conto»

A stretto giro di posta abbiamo registrato le reazioni di Asl Lecce e Regione Puglia che vanno in direzione decisamente contraria.

Secondo l’Azienda sanitaria il progetto per il nosocomio, da realizzare tra Maglie e Melpignano, resta in piedi e continua ad essere un punto nevralgico nella programmazione aziendale e regionale. Anche l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Piemontese, ha confermato come nulla per la Regione sia cambiato.

Così l’Asl leccese in una nota: «L’iter per la progettazione e la realizzazione dell’ospedale del Sud Salento è in corso e prosegue come da crono programma. Nessuna pietra tombale, come riportato da un esponente istituzionale, è stata posta sul progetto. Tutt’altro. L’attività di progettazione definitiva è stata ultimata».

«Il 23 dicembre 2024», si legge ancora, «il Raggruppamento temporaneo di professionisti ha trasmesso ad ASL Lecce il quadro economico per il finanziamento dell’opera, pari a un importo complessivo di 388milioni e 400mila euro. Il 30 dicembre il piano è stato trasmesso ai competenti Uffici della Regione Puglia, attivando così la procedura per l’ottenimento del finanziamento necessario alla realizzazione dell’opera».

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Niente Ospedale del Sud Salento

Non ce n’è traccia alcuna nel nuovo Piano degli investimenti di edilizia sanitaria finanziato dal Ministero della Salute. Il deputato Andrea Caroppo: «La Regione ha messo la pietra tombale sul nuovo Ospedale del Sud Salento»

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Il 30 dicembre, con Delibera di Giunta n. 1897, la Regione Puglia ha approvato il nuovo Piano degli investimenti di edilizia sanitaria finanziato dal Ministero della Salute nel quale sono stati inseriti 2 interventi: la riqualificazione del “Monoblocco” del Policlinico Riuniti di Foggia e la realizzazione del nuovo Ospedale di Andria. Nessuna traccia, invece, del nuovo Ospedale del Sud Salento, di cui da mesi si attendeva la rimodulazione del progetto da parte dell’Asl di Lecce, per ridurne i costi.

L’on. Andrea Caroppo

«Dopo 13 anni di illusioni e milioni di euro sprecati, per il nuovo Ospedale di Maglie-Melpignano è arrivato il colpo di grazia», tuona il deputato salentino Andrea Caroppo, «al posto della prima pietra, nella beata apatia e nella generale inerzia, per il nuovo ospedale del Sud Salento è arrivata la pietra tombale».

«Un’opera che era partita male sin dall’inizio», aggiunge l’on. Caroppo, «perché, come da me sempre sostenuto in tutte le sedi ufficiali, era stata localizzata in un’area troppo piccola e totalmente inadeguata ad ospitare una struttura ospedaliera».

Alla resa dei conti, «finisce così, nel peggiore dei modi, una colossale presa in giro ai danni di un intero territorio, dei cittadini riuniti nel Comitato Nuovo Ospedale Sud Salento, in cui gli unici che ci hanno certamente guadagnato sono i progettisti. Una vera e propria truffa legalizzata di cui molti dovranno dare conto».

«Adesso c’è solo una cosa da fare», conclude Caroppo, «mettersi al lavoro per rendere l’ospedale di Scorrano un vero presidio di I livello. Ed è proprio quello che personalmente farò già nelle prossime ore, attraverso un incontro con i componenti del Comitato cittadino spontaneo di Scorrano per iniziare una battaglia che garantisca ai cittadini dei comuni del Salento centro-orientale un effettivo diritto alla salute».

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Lotteria Italia, come si gioca: dall’estrazione ai premi

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Tra gli appuntamenti immancabili per gli italiani, la Lotteria Italia si colloca tra i primi posti. È un gioco semplice e la tradizione si rinnova ogni anno riuscendo a mettere tutti d’accordo l’acquisto di un biglietto cartaceo classico oppure digitale.

Si può acquistare un biglietto per sperare nella fortuna, oppure per regalarlo ad un caro; in ogni caso la Lotteria Italia continuerà ad affascinare le generazioni per molto tempo ancora. Scopriamo come si gioca e come controllare il biglietto dopo l’estrazione.

Come funziona la Lotteria Italia?

La Lotteria Italia è nata ufficialmente negli anni ’50 ed è diventata, con il tempo, il simbolo delle festività invernali. Conosciuta per la sua storica estrazione finale durante il giorno della Befana, questo gioco ha saputo evolversi al passo con le abitudini dei giocatori e le necessità. Oggi, infatti, c’è la possibilità di ottenere un biglietto della Lotteria Italia online per un gioco ancora più semplice e adatto a tutti.

Il meccanismo proposto è intuitivo e accessibile. Dal 16 settembre è possibile acquistare i biglietti al costo di 5€ (sia in formato cartaceo che online) per provare a vincere il premio massimo di 5.000.000€.

Ma la vera novità di questo gioco è rappresentata dalla possibilità di vincere premi giornalieri, annunciati durante la trasmissione televisiva “Affari Tuoi”, in onda tutte le sere su Rai Uno.

Un’idea apprezzata dai giocatori che, attraverso un codice personale, possono partecipare alle estrazioni quotidiane, con l’aggiunta di maggiore entusiasmo mentre si attende il giorno dell’Epifania. Il consiglio è di visitare il sito ufficiale per scoprire i giochi a disposizione e tutte le comunicazioni relative, per una maggiore chiarezza.

Estrazione finale il giorno della Befana

Come accennato, l’estrazione finale da tradizione è il giorno 6 gennaio, dedicato alla Befana, e avviene durante la popolare trasmissione “Affari tuoi”. Sarà in questa occasione che verranno annunciati i biglietti vincenti di prima categoria, incluso il tanto ambito premio massimo di 5.000.000€.

Non solo, infatti la Lotteria Italia è anche legata alla Lotteria di Capodanno, in programma dal 6 ottobre al 27 dicembre 2024. Durante questo periodo di tempo viene assegnato, ogni giorno, un premio da non perdere. Per coloro che non potessero sintonizzarsi in diretta, basterà andare direttamente sul sito web della Rai per rivedere le puntate e recuperare le varie comunicazioni sulle vincite.

Quello della Lotteria Italia è un appuntamento che unisce la gioia della tradizione, per un momento di leggerezza durante le festività.

Quando è nata la Lotteria Italia?

La Lotteria Italia affonda le sue radici in epoche lontane e, per comprenderne l’origine, è necessario fare un salto indietro nel tempo. Nella forma che conosciamo oggi, la lotteria si è affermata a metà del XX secolo, ma le sue prime manifestazioni possono essere fatte risalire all’Antica Roma. Durante le festività romane, infatti, era consuetudine distribuire biglietti numerati per assegnare premi, un’attività che mescolava intrattenimento e casualità.

La prima lotteria ufficiale documentata in Italia si è svolta nel 1449 a Milano. I biglietti costavano 1 ducato ciascuno e il premio più ambito consisteva in 300 ducati, una cifra impressionante per l’epoca. Con il tempo, questo tipo di gioco si è diffuso rapidamente in tutta la penisola, evolvendosi non solo come passatempo, ma anche come strumento strategico per raccogliere fondi destinati alla realizzazione di opere pubbliche.

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