Specchia
Specchia e Perugia insieme per non dimenticare Sonia
Lo scorso 16 novembre, nella Sala del Consiglio Comunale di Perugina, si è svolta una Conferenza allargata dei Capigruppo Consiliari, aperta ai cittadini, organizzata per riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica, a tre anni esatti, l’inquietante vicenda della scomparsa nella città umbra di Sonia Marra.
Della giovane specchiese, non si hanno più sue notizie dal 16 novembre 2006, quando aveva l’età di 25 anni, era iscritta al corso triennale di “Tecnico di laboratorio” della facoltà di Medicina dell’Università di Perugia, alta un metro e sessanta cm., con occhi castano scuro e capelli neri lunghi lisci, si sono perse le tracce intorno alle ore 15.30 di quel giorno, quando ci fu l’ultima chiamata alla famiglia, ha salutato al telefono la madre dicendo che stava per uscire e che si sarebbe fatta sentire qualche ora dopo. Poi più nulla. Ma a Specchia, il telefono della famiglia Marra da quel momento non ha più squillato. E da quel giorno il suo cellulare risulta spento.
L’iniziativa nella città umbra era stata sollecitata da Sara Morciano, Assessore ai Servizi Sociali di Specchia, che il 28 Ottobre scorso aveva proposto al Consiglio Comunale di Specchia di discutere nell’ordine del giorno il seguente argomento: “Per non dimenticare Sonia Marra – Proposta di una seduta monotematica del Consiglio Comunale di Perugia con la partecipazione di una delegazione del Consiglio Comunale di Specchia”, al fine di rompere il silenzio sulla scomparsa di Sonia anche da parte delle Istituzioni, atteso che malgrado 3 lunghi anni dalla scomparsa nulla è dato sapere all’opinione pubblica, alla nostra collettività ed in particolare alla famiglia Marra, che con grande dignità sopporta l’immenso dolore per la scomparsa della propria figlia Sonia. Intendendo così aderire alla proposta del Dott. Massimo Monni, Consigliere Comunale di Perugia, il quale, nei mesi scorsi, aveva chiesto al Presidente del Consiglio Comunale del capoluogo umbro, la convocazione di un Consiglio Comunale monotematico sulla vicenda.
L’incontro di Perugia, dove nella sala era stata esposta una gigantografia di Sonia Marra,ha visto la partecipazione dei familiari di Sonia Marra, dell’Assessore Sara Morciano, di Isabella De Nicola,Assessore alle Pari Opportunità e Famiglia di Specchia,Elisa Pozza Tasca, Presidente Nazionale dell’Associazione Penelope Puglia, sodalizio nazionale delle Famiglie e degli Amici delle Persone Scomparse.
Nel suo intervento a Perugia l’Assessore Sara Morciano ha tra l’altro dichiarato: “Siamo qui oggi, per non dimenticare Sonia Marra, a tre anni dalla sua scomparsa. Il nostro paese, Specchia, oltre ad essere conosciuto in quanto, uno dei borghi più belli d’Italia, è conosciuto, ahimè, anche per questa triste vicenda, che addolora l’intera comunità… Ancora tutt’oggi non si hanno sue notizie. Nonostante numerosi appelli, nonostante l’inarrestabile e disperata ricerca della famiglia e in primo luogo della sorella Anna, che sta dando la vita per ritrovare la sorella; nonostante il rumore dei media (anche se non sempre costante), nonostante tutto questo e gli sforzi di tutti coloro che la vorrebbero a casa, Sonia, non è ancora tornata. Molte cose sono state dette sul suo caso e molte altre ne sono state smentite; nel frattempo i genitori sono lì, in attesa di conoscere la verità, quella verità che stanno rincorrendo con tutte le loro forze, quella ricerca di verità che non darà pace, finché non sarà appresa.
Mentre l’Assessore Isabella De Nicola è così intervenuta, anche a nome del Sindaco Biasco:”L’obiettivo è quello di portare alla ribalta il caso di Sonia, con la speranza di dare una svolta alle indagini. Già negli anni scorsi, il Comune di Specchia, ha promosso varie iniziative per non dimenticare Sonia: un Consiglio Comunale tenuto nell’ottobre 2007, in cui si deliberò, di organizzare una fiaccolata per ricordare Sonia. In quell’occasione, la Comunità di Specchia, rispose in modo massiccio, con una partecipazione che dimostrò alla famiglia Marra un conforto, seppure piccolo, in un particolare momento di dolore. Il 28 Ottobre scorso, un altro Consiglio Comunale su Sonia è stato promosso dall’Assessore Morciano, nel quale, proponeva ed invitava l’intero Consiglio, a formare una delegazione per partecipare all’incontro di oggi. Per noi, questa iniziativa è molto importante, perché è la prima volta che si parla di Sonia, qui, a Perugia, città adottiva, dove Sonia risiedeva da ben 5 anni. È qui, infatti, che pensiamo che si debba agire, perché chi ha visto e chi sa parli, per aiutare la famiglia a porre fine a questa angoscia, che si porta dentro da tre anni. A tutt’oggi, è affissa nella piazza antistante la Sede Municipale del nostro Comune, una gigantografia di Sonia. È solo un modo per ricordarla. Ma ci possono essere tanti altri modi per non dimenticarla. Questa foto, sarà rimossa, solo quando Sonia ritornerà a casa”.
Cronaca
Incidente sulla Tricase-Lucugnano, arrestato il conducente dell’auto
Migliorano le condizioni del 28enne, che viaggiava in bici, rimasto ferito gravemente…
Dopo la tragica fine di uno dei due ragazzi del Bangladesh, Uddin Naem, di 22 anni, che ieri sera ha perso la vita, mentre viaggiava a bordo del suo monopattino, durante il tragico incidente avvenuto sulla Tricase-Lucugnano, ci sono importanti novità.
Migliorano le condizioni del 28enne, che viaggiava in bici, rimasto ferito gravemente.
L’automobilista, il 30enne D. S., originario di Specchia, che guidava una Volvo V40 in direzione di Lucugnano, è stato arrestato per omicidio stradale (agli arresti domiciliari), è risultato positivo e guidava sotto effetto di alcol e droga.
La salma del 22enne è stata trasferita all’obitorio dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce, a disposizione della procura, ed i mezzi coinvolti sono stati sequestrati per ulteriori accertamenti.
La patente dell’automobilista è stata ritirata.
Attualità
Ovunque vai, Martinucci
Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia. Qualità e tradizione grazie alle due linee di produzione dell’azienda salentina, portavoce dell’abilità dolciaria nostrana ad ogni latitudine
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Martinucci è un’azienda riconosciuta nel mondo, portavoce della tradizione dolciaria ad ogni latitudine, con tanti punti vendita in Salento ed in diversi Paesi del globo.
Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia.
Con Fabio Martinucci facciamo il punto su come si possano raggiungere obiettivi così grandi, continuando il proprio percorso di crescita, mantenendo alti gli standardi qualità.
Eccellere su piccola e grande scala. Qual è il segreto?
«Senz’altro la nostra produzione, che oggi viaggia su due linee: una artigianale ed una industriale, mantenendo sempre altissimi standard di qualità. I prodotti della linea artigianale sono quelli che realizziamo nel nostro laboratorio di Acquarica del Capo. Da qui partono i prodotti freschi che lavoriamo giornalmente e che servono tutte le nostre pasticcerie presenti in Salento. I prodotti che vendiamo nelle pasticcerie Martinucci nel mondo, invece, sono realizzati dalla nostra linea industriale. Una linea che conserva tutte le caratteristiche del prodotto artigianale e tutte quelle preziose conoscenze artigiane tramandate nel tempo, lungo la decennale esperienza di Martinucci nel settore. La nostra azienda oggi è un po’ una fotografia del settore dolciario, in cui produzione artigianale ed industriale viaggiano sempre l’una accanto all’altra».
In che modo due metodi di lavoro, all’apparenza lontani, si avvicinano?
«Nel mondo della pasticceria, la produzione artigianale oggi si regge in gran parte sul lavoro industriale. Questo non ci deve spaventare o insospettire. Al contrario, è un percorso che ormai avanza in simbiosi e che permette di accrescere la qualità dei prodotti. Basti pensare che tutta la pasticceria oggi è improntata sull’utilizzo di semilavorati, compresa quella di pasticcieri e gelatai che si definiscono artigiani. Nel settore, tutti utilizziamo i prodotti semilavorati, talvolta anche provenienti dalle grandi multinazionali, senza che questo rappresenti un peggioramento nella qualità del prodotto. Anche grandi aziende storiche come la Pernigotti forniscono ingredienti, per fare un esempio come la nocciola di Piemonte DOC, che vengono impiegati dai mastri artigiani. Questo ci dice, nella realtà dei fatti, che produzione artigiana ed industriale non devono essere considerate antitetiche, come molte campagne di marketing vogliono farci credere, ma sono molto più prossime di quanto possiamo immaginare. Non a caso Martinucci oggi, con la sua linea industriale, è sia produttore che distributore sul mercato di semilavorati, che vengono acquistati ed impiegati giornalmente anche da molte piccole realtà del nostro territorio».
Esiste ancora l’antica figura del pasticciere che gestisce la produzione dalla A alla Z?
«Sono davvero rarissimi i pasticcieri che continuano a gestire artigianalmente l’intero processo di produzione e vendita in autonomia. È difficile pensare che al giorno d’oggi un pasticciere prepari ogni mattina tutta la produzione per la singola giornata. La prassi vuole che anche i dolci dei laboratori artigianali vengano realizzati in gran numero per coprire più giornate, poi conservati e cotti di volta in volta, giorno per giorno, secondo vendite e necessità».
Pesano ancora i falsi miti sulla produzione industriale nelle scelte dei consumatori?
«Purtroppo, si. Diverse credenze spingono il consumatore a pensare che un prodotto, se non realizzato e consumato al momento, abbia un gusto differente oppure possa nascondere delle sorprese. Ma non è così. Uno dei falsi miti più radicati è quello relativo alla conservazione. I prodotti della linea industriale, anche ma non solo per poter essere gustati in luoghi diversi da quelli di produzione, sono sottoposti a congelamento. E questo può generare scetticismo nel consumatore. In realtà, il processo di conservazione non altera le proprietà organolettiche. Ed inoltre rappresenta anche un presidio di sicurezza per il consumatore, dal punto di vista batteriologico. L’abbattimento che effettuiamo a livello industriale (oggi richiesto in molti ambiti anche dalle Asl), portando il prodotto a -18° in venti minuti, rende la proliferazione batterica innocua per il consumatore. È un po’, per fare un parallelismo, come quando in ambito domestico congeliamo la classica lasagna della nonna per mangiarla l’indomani. In questo caso, nei laboratori, con strumentazioni e procedure professionali, che permettono il cosiddetto abbattimento, abbiamo ulteriori garanzie circa la sicurezza del prodotto che viene somministrato al cliente. È proprio come nei ristoranti dove, per intenderci, non consumeremmo mai un tonno o delle cozze se prima non passate in abbattitore».
Processo industriale ed artigianale: la qualità è nel punto d’incontro?
«Mi sento di dire che senza la grande industria oggi non ci sarebbero i grandi artigiani. Se un prodotto è scadente questo non dipenderà dall’utilizzo dei semilavorati, ma dalla qualità di quei semilavorati che si sceglie di utilizzare. Un consiglio? Assaggiare per credere!».
Specchia
Il salentino Luigi Placì campione del mondo nelle arti marziali
Specialità “Kumite Kombat Submission”. Lo specchiese è figlio di Camillo Placì, coach internazionale di volley
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Il salentino Luigi Placì, appartenente ai reparti specialistici della Marina Militare Italiana, è Campione del Mondo di “Kumite Kombat Submission”, in occasione del Campionato Mondiale di Arti Marziali svoltosi a Roma ed organizzato dalla Federazione Internazionale di Lotta (XFC – Xtreme Fighting Championships), una delle principali organizzazioni internazionali di arti marziali miste (MMA) con sede negli Stati Uniti e in Sud America.
Il fighter di Specchia, nome di battaglia Lumberjack, cintura nera di jujitsu israeliano, nato nel 1983 a Specchia, con i suoi 1,85 cm per 105 kg di peso, per raggiungere l’ambito traguardo ha combattuto contro avversari provenienti da tutto il globo.
In occasione dell’appuntamento sportivo internazionale erano in palio le cinture per diverse discipline dal karatè alle MMA, tra queste anche il “Kumite Kombat Submission”, un mix tra judo, jujitsu e lotta greco romana.
Uno sport per fini competitivi tra due atleti che combattono fra loro impiegando delle determinate regole d’ingaggio (di solito significativamente diverse da quelle simulate nei combattimenti intesi per pratica), simulando parte di un combattimento corpo a corpo all’interno di un contesto agonistico.
Si può dire che buon sangue non mente: Luigi è figlio di Camillo Placì, allenatore di pallavolo che, nella sua carriera, oltre che in Italia, alla guida di squadre di vertice a livello internazionale, ha conquistato tanti trofei allenando in Bulgaria, Russia, Turchia e Serbia.
Nel suo curriculum annovera Coppe dei Campioni, medaglie olimpiche, World League, intere stagioni senza avere mai perso un match.
Attualmente allenatore della Saturnia Acicastello, team che disputa il campionato di volley maschile di serie A2, con l’obiettivo di ritornare in SuperLega.
Ora papà Camillo dovrà fare spazio tra i suoi trofei perchè non è più l’unico vincente in famiglia.
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