Connect with us

Taviano

Pompa di spinta a Mancaversa: è polemica

Botta e risposta tra opposizione e maggioranza a Taviano sui lavori per l’impianto nella marina

Pubblicato

il

Nei giorni scorsi, a Taviano, si è infiammato il dibattito sulla pompa di spinta in costruzione nella marina di Mancaversa.


Raccogliendo il malcontento popolare di quanti, non correttamente informati, si erano indignati per la presenza di ruspe sul più bel tratto di mare tavianese, conosciuto come “Mancaversa dei cavalli” e meta ogni anno di tantissimi turisti, l’opposizione aveva accusato la maggioranza di mediocrità amministrativa e di un brusco ritorno al medioevo.


Parole dure che avevano acuito il malcontento dell’opinione pubblica senza tener conto del fatto che l’impianto, che si snoderà da Torre Suda (Racale) a Mancaversa, non è stato progettato dall’amministrazione tavianese, bensì dall’Aqp. È intervenuto pertanto, per far chiarezza sulla vicenda, il primo cittadino di Taviano, Carlo Portaccio spiegando che “a seguito del tavolo tecnico coi responsabili dei lavori, ingegneri Aqp, è emersa la conferma delle autorizzazioni utili alla realizzazione dell’opera in oggetto (determina n. 641 del 20/04/2015 della Provincia di Lecce, con cui si autorizza la ditta Carlino S.a.s. a scaricare in mare le acque di falda aggottate nel corso dei lavori di costruzione della fognatura nera a servizio degli abitati di Torre Suda – Marina di Racale e Mancaversa-Marina di Taviano).  La pompa di spinta in costruzione”, continua il sindaco,  “servirà soltanto a far funzionare la fognatura della marina di Mancaversa. Il luogo in cui è stata allocata è stato determinato dai tecnici progettisti incaricati dall’acquedotto pugliese, perché il punto più basso per poter raccogliere il liquame delle abitazioni del posto e convogliarlo verso il depuratore, tramite un’altra pompa di spinta – più grande- che sarà realizzata in Torre Suda. Una marina a vocazione turistica non può fare a meno di un impianto fognario funzionante. L’opera, è un’opera di civiltà e di progresso di cui anche altre città e mete turistiche nostrane e sul mare, come Gallipoli, dispongono. In ordine alla realizzazione di tali lavori, la mia amministrazione sta prestando la massima attenzione, ha convocato un tavolo tecnico con il responsabile del procedimento e con il direttore dei lavori. Al momento”, conclude, “il cantiere è stato  provvisoriamente posto sotto sequestro perché la ditta esecutrice dei lavori, incaricata dall’Acquedotto, non aveva chiesto l’autorizzazione (e sta in queste ore provvedendo ad ottenerla) per l’occupazione temporanea delle aree demaniali interessate dagli scarichi. Anche in vista dell’imminente stagione estiva, i lavori riprenderanno a settembre. Essere rassegnati ad una marina senza fognatura funzionante, questa sì sarebbe una vergogna”.   

Giuseppe Aquila


Casarano

Molestava donne malate, finto medico a processo

Si presentava alle ignare vittime come direttore sanitario, medico o primario, contattandole telefonicamente e richiedendo accertamenti… intimi. Il 42enne dovrà rispondere di tentata violenza sessuale, usurpazione di funzione pubblica e trattamento illecito dei dati

Pubblicato

il

Si spacciava per ginecologo e approfittava di donne fragili alle prese con malattie gravi.

Tra loro anche pazienti salentine.

Le indagini hanno ricostruito come il 42enne di origine napoletane, dopo aver hackerato i server di cliniche, laboratori analisi e ospedali, si sarebbe impossessato di diversi fascicoli, contenenti la storia clinica le diagnosi, gli interventi programmati e gli esiti degli esami di molte donne in cura.

Così si presentava alle ignare vittime come direttore sanitario, medico o primario, contattandole telefonicamente e richiedendo accertamenti… intimi.

Le riprendeva nude, tramite webcam e le induceva all’autoerotismo ponendo loro anche quesiti a sfondo sessuale.  Oppure chiedeva loro di inviare foto e video delle parti intime.

Le vittime appurate sono 18, sedici di loro della provincia di Lecce.

I fatti risalgono al periodo tra luglio e ottobre 2021.

Oggi si è svolta l’udienza preliminare del processo, durante la quale alcune delle vittime si sono costituite parte civile.

Nella prossima udienza, in programma per il 18 febbraio del 2025, i giudici decideranno se ammettere la loro istanza.

Intanto l’imputato ha chiesto il rito abbreviato, condizionato all’espletamento di una perizia psichiatrica.

Il 42enne dovrà rispondere di tentata violenza sessuale, usurpazione di funzione pubblica e trattamento illecito dei dati.

Le indagini furono avviate dopo la denuncia di una studentessa 24enne leccese.

In seguito, anche altre donne hanno trovato il coraggio di denunciare il falso medico.

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

 

Continua a Leggere

Attualità

Xylella, germogli di speranza

Il prof. Luigi De Bellis del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche ed Ambientali di UniSalento: «Avvisaglie di un possibile adattamento delle piante di olivo al patogeno». Alcuni oliveti stanno rinverdendo, migliorando l’aspetto delle campagne. Le azioni messe in atto da Osvaldo Santoro di Taviano e Ivano Gioffreda di Sannicola

Pubblicato

il

di Luigi De Bellis

Premesso che al momento non esistono cure per le piante infette da Xylella fastidiosa, così che il batterio rimarrà nel Salento per decenni (con il contributo della scarsa sensibilità da parte delle istituzioni), sono state notate le prime avvisaglie di un possibile adattamento delle piante di olivo al patogeno a cui hanno contribuito comportamenti virtuosi da parte di vari operatori.

Infatti, molti hanno notato che alcuni oliveti stanno “rinverdendo” in modo da migliorare l’aspetto delle campagne salentine.

Due le azioni messe in atto rispettivamente di Osvaldo Santoro di Taviano e Ivano Gioffreda di Sannicola.

A TAVIANO

Il primo ha innestato nel 2019 nell’agro Taviano la cultivar Leccino su polloni prodotti da una trentina di piante centenarie della varietà Ogliarola Leccese ottenendo, dopo circa 5 anni, produzioni elevate accompagnate da scarsi sintomi di Xylella (foto 1 e 2).

La logica di questo intervento risiede nell’aver capitozzato le piante infette, così da eliminare gran parte del batterio già presente nell’albero, ed indurre lo sviluppo di polloni a partire da gemme avventizie o da ovuli (sferoblasti), formazioni caratteristiche dell’olivo, inglobate nella corteccia del colletto (la zona intermedia fra il fusto e la radice).

I polloni sfruttano inizialmente le risorse nutritive immagazzinate nelle radici fino a quando le foglie prodotte non sviluppano una significativa attività fotosintetica in grado di supportare l’ulteriore crescita e la successiva produzione.

Naturalmente non c’è nessuna garanzia che i polloni prodotti siano esenti da Xylella perché il batterio, definito dai patologi vegetali “sistemico”, si muove liberamente in tutti i vasi xilematici, anche quelli dell’apparato radicale, nonostante nella parte aerea sia maggiormente radicato, anche a causa della continua azione degli insetti vettori (la celeberrima “sputacchina”).

Comunque, l’aver eliminato la parte aerea infetta fa sì che le parti basali rimanenti abbiano in ogni caso un ridotto inoculo del patogeno.

In aggiunta, è pressoché certo che durante la loro crescita i polloni saranno a loro volta aggrediti ed infettati da nuove generazioni di “sputacchine”, ripristinando nel tempo lo stato infettivo, ma questo esattamente come accade per le varietà Leccino o Favolosa (FS17) definite a ragione resistenti/tolleranti ma che, negli anni, possono deperire in caso di gravi infezioni.

In breve, attraverso l’innesto di Leccino su polloni di Ogliarola Salentina (o Cellina di Nardò) si crea un nuovo individuo la cui parte aerea (innesto) cresce più rapidamente (rispetto ad una nuova pianta messa a dimora) perché sfrutta l’apparato radicale del portainnesto, che già esplora un significativo volume di terreno, e che appartiene ad una varietà molto meno sensibile alla scarsa disponibilità di acqua, caratteristica che andrà confermata da dati scientifici, ma che sicuramente sarà in parte conferita dal portainnesto alla nuova pianta, che è ora per metà Ogliarola e per metà Leccino.

A SANNICOLA

Invece Ivano Gioffreda, da anni, va dispensando consigli su come mantenere vive le piante infette da Xylella, attraverso una gestione che prevede potature indirizzate unicamente alla eliminazione dei rami disseccati, lasciando intatte le parti apicali delle branche (tira-linfa), evitando quindi le capitozzature.

In sostanza, l’indicazione corrisponde all’invito a non abbandonare le piante.

La logica che sottintende l’intervento, anche in questo caso è di una semplicità disarmante: è ovvio che un ammalato, pianta o essere umano, deperisce più rapidamente in assenza di cure e attenzioni.

Il risultato di questa semplicissima pratica, applicata sia su Cellina di Nardò che Ogliarola Salentina, è illustrato nelle foto 3 e 4: piante rigogliose che sono ritornate produttive a buoni livelli (a detta di alcuni proprietari “come non producevano da anni”, pur non disponendo di dati storici) e che, soprattutto, contribuiscono a mantenere pressoché inalterato il paesaggio con grande soddisfazione dei proprietari e delle persone che vivono nelle vicinanze.

Vero è che un intervento di potatura annuale, oltre a eventuali ulteriori piccoli interventi tra una potatura principale e l’altra, hanno un costo. Ma i piccoli proprietari, che hanno intrapreso questa strada, hanno ricevuto in cambio la gioia di veder nuovamente vegetare le proprie piante.

In conclusione, gli esempi descritti non sono indirizzati a curare le piante dal patogeno od a ottenere alte produzioni per unità di superficie (obiettivo di impianti superintensivi); si tratta di interventi rivolti verso una rapida rigenerazione del paesaggio con varietà tipiche (anche se in un caso solo come portainnesto), scelte dagli agricoltori salentini secoli fa, perché valutate adatte ai terreni e al clima del Salento, caratterizzato da estati siccitose.

Continua a Leggere

Cronaca

Anziani intrappolati dalle fiamme, salvati dai vigili del fuoco

Non corrono pericolo di vita. L’incendio è divampato in mattinata in un’abitazione al primo primo piano a causa di un corto circuito al condizionatore d’aria

Pubblicato

il

 📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

 

Rischiata la tragedia in mattinata a Taviano a causa di un corto circuito.

Marito e moglie sono stati tratti in salvo dai vigili del fuoco sopraggiunti in via Cattaneo insieme ai sanitari del 118.

Le fiamme sono partite dalla cucina dell’appartamento al primo piano, pare per un corto circuito del condizionatore d’aria.

L’incendio è subito divampato coinvolgendo prima i mobili della sala da pranzo e poi il resto dell’abitazione.

La donna è rimasta intrappolata nella propria camera da letto e, insieme al marito che cercava soccorrerla, è stata tratta in salvo dai pompieri del distaccamento di Gallipoli.

La donna, 79 anni, è statta condotta in codice giallo all’ospedlae di Gallipoli; il marito, 82 anni,

La proprietaria, una 79enne, è rimasta intrappolata nella camera da letto. Messa in salvo dai vigili del fuoco, la donna è stata accompagnata in codice giallo al vicino ospedale di Gallipoli. L’uomo, 82 anni, è invece statto trasportato al “Fazzi” di Lecce.

Fortunatamente, per entrambi le conseguenze non sono irreversibili.

Continua a Leggere
Pubblicità

Più Letti