Attualità
Consumo del suolo nel Salento, triste primato: “La politica ha voluto accontentare tutti”
In realtà, vari Comuni hanno preferito non adottare alcuno strumento regolatore consentendo forme di lottizzazione che non sempre hanno giovato ad una razionalizzazione dell’uso del proprio territorio, generando appunto un consumo del suolo secondo interessi fuori di ogni pianificazione generale…

DEL CONSUMO DEL SUOLO O DELLA DIFFICILE PIANIFICAZIONE URBANISTICA
di Hervé Cavallera
Giovedì 9 novembre un quotidiano ha pubblicato la notizia che secondo il report ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) 2022 la provincia di Lecce è la prima in Puglia per il suolo consumato a causa delle dinamiche insediative.
Tra i Comuni al primo posto Lecce, al secondo posto Tricase (poi Melendugno, Nardò, Salve ecc.).
Si tratta di un fenomeno preoccupante in quanto la copertura fisica e biologica della superficie terrestre nuoce all’ecosistema e per di più questo accade in un momento in cui si parla di calo demografico della popolazione salentina.
Da decenni infatti stiamo assistendo – basti pensare a Tricase, ma non soltanto – ad un crescente abbandono delle coltivazioni agricole, allo svuotamento del centro storico e ad una diffusione della cementificazione di aree di campagna divenute residenze private o altro.
La città (come del resto altre del Salento) si estende sempre di più negli spazi dedicati alle private abitazioni, senza che questo corrisponda ad una reale crescita del numero della popolazione.
Ciò significa l’estensione della impermeabilizzazione del suolo, mettendo in moto processi di degradazione del terreno. Inoltre nei centri urbani è carente la realizzazione di nuove aree verdi, che, quale che sia la loro destinazione d’uso (sempre che non vi siano coperture artificiali), non rappresentano forme di consumo di suolo.
Le cittadine crescono a discapito del verde e questo ha chiaramente effetti negativi, a cui non si ripara con i parchi dai quali possono essere circondate residenze private che comunque, per il fatto di essere state realizzate, hanno eliminato suolo libero.
Naturalmente non si tratta di impedire la legittima esigenza di costruire case o altro, solo vi dovrebbe essere una ragionevole mediazione tra interessi dei privati e bene pubblico.
Non a caso nell’Italia appena unificata già si pensò ad uno strumento urbanistico che dovesse regolare l’attività edificatoria e di cui dovevano munirsi i Comuni e fu introdotto con la legge 25 giugno 1865, n. 2359 il piano regolatore edilizio. Successivamente con la legge 17 agosto 1942, n. 1150 si ebbe il “piano regolatore generale”, che richiedeva la divisione del territorio comunale in aree.
Da allora molto è cambiato sino a pervenire al piano urbanistico comunale (PUC) ed è notevolmente cresciuta la normativa riguardante la regolamentazione urbanistica ed edilizia.
Tuttavia non sempre i Comuni hanno provveduto a realizzare il piano regolatore e ricordo molto bene le difficoltà che incontrai, in qualità di assessore all’Urbanistica nei primi anni Novanta del secolo scorso, alla predisposizione del piano regolatore, che non fu attuato, sciogliendosi peraltro l’Amministrazione.
In realtà, vari Comuni hanno preferito non adottare alcuno strumento regolatore consentendo forme di lottizzazione che non sempre hanno giovato ad una razionalizzazione dell’uso del proprio territorio, generando appunto un consumo del suolo secondo interessi fuori di ogni pianificazione generale.
Per essere più chiari, è spesso mancata, anche per la pressione dei privati, una superiore visione logistica che consentisse una crescita organica delle comunità, con una conseguente corretta distribuzione dei servizi.
D’altra parte, tutto è stato per così dire agevolato dall’utilizzazione delle automobili che hanno ridotto ogni forma di spostamento a piedi.
Di qui la nascita di quartieri residenziali o meglio dormitori, talvolta privi dei servizi essenziali. Contemporaneamente, mentre si è concesso l’ampliamento dell’espansione edilizia, nulla o poco è stato fatto per il recupero e la riutilizzazione di edifici abbandonati.
Naturalmente non si può e non è corretto generalizzare in modo assoluto, ma i dati ISPRA sugli ettari consumati in provincia di Lecce sono inquietanti, come non poche preoccupazioni desta una incontrollata attività estrattiva delle riserve idriche sotterranee del Salento.
Senza voler essere apocalittici, è chiaro che ci si trova di fronte a decenni di una politica amministrativa che ha voluto accontentare un po’ tutti, creando poi disagi proprio là dove si è concesso con estrema facilità, soprattutto non badando ad un’equa distribuzione dei servizi e richiedendo di fatto, non avendo ragione di esistere un articolato sistema di mezzi pubblici, l’utilizzo dei mezzi privati per poter consentire l’approvvigionamento dei beni primari.
Il che, ovviamente, ha accresciuto non solo la spesa, ma ha aumentato il traffico e l’inquinamento.
Sotto tale profilo, il problema di una corretta visione urbanistica, che distribuisca equamente i servizi e pianifichi con oculatezza la crescita edilizia, diventa di vitale importanza per la sopravvivenza di un territorio che intende diventare peraltro importante meta turistica. Un turismo che non può e non deve essere considerato alla stregua di una ulteriore incontrollata occupazione di suolo pubblico.
Attualità
Incendio d’auto a Ruffano nella notte
In fiamme una Audi in via Rattazzi, necessario l’intervento di vigili del fuoco, carabinieri e carro attrezzi

Incendio d’auto nella notte a Ruffano, attorno all’1:30 circa.
Sul posto è intervenuta una squadra dei Vigili del Fuoco del distaccamento di Tricase in via Rattazzi.
A prendere fuoco è stata un’autovettura marca Audi, per la cui rimozione si è reso necessario un carro attrezzi.
L’intervento del 115 è valso allo spegnimento dell’incendio e alla messa in sicurezza dell’area circostante, evitando il propagarsi delle fiamme e danni ad altri veicoli o abitazioni vicine.
Sul posto erano presenti i Carabinieri della Stazione di Casarano per gli accertamenti di competenza.
Le cause sono in corso di accertamento.
Attualità
Ospedale di Galatina tra criticità, degrado e cantieri fermi
“Solita” ispezione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro: «Laboratorio analisi nel degrado, situazione critica al Pronto soccorso e cantieri fermi. Ma c’è anche un fiore all’occhiello, il Centro trasfusionale»

«Siamo tornati nell’ospedale di Galatina, che avevamo ispezionato a giugno 2023. Ad aprile 2024 erano state esaminate in Commissione Sanità tutte le carenze emerse, e incassammo l’impegno del direttore generale Asl Rossi e dell’ex assessore Palese e risolverle in tempi brevi. A distanza di un anno, il bilancio è appena sufficiente perché molto resta ancora da fare».
Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani, reduce dall’ennesimo blitz in una struttura sanitaria pubblica salentina.
CRITICITÀ AL PRONTO SOCCORSO
Le criticità maggiori al Pronto soccorso: «Locali angusti e inadeguati, il solito unico bagno promiscuo, solo una postazione di pronto intervento grave fra le tende, pazienti parcheggiati in barella anche la notte, spazi sacrificati e difficoltà operative».
Nel frattempo, la nuova sistemazione resta «un miraggio visto che il cantiere, così come quello della Terapia intensiva e sub intensiva, rimane bloccato».
LABORATORIO DI ANALISI PATOLOGICA CLINICA
Situazione molto critica al Laboratorio di analisi patologica clinica: «Abbiamo trovato alcuni locali fatiscenti e umidi, spogliatoi non a norma e l’antibagno utilizzato come spogliatoio. C’è una zona chiusa e degradata che otto anni fa è stata praticamente distrutta da un incendio e non è mai stata ripristinata. Abbiamo riscontrato la presenza di reagenti chimici abbandonati, frigoriferi non a norma per conservare prodotti chimici e farmaceutici, impianti elettrici con cavi precari e acque reflue a rischio biologico non adeguatamente trattate. Lo smaltimento dei reagenti prende una via rapida, diretta, probabilmente fuori protocollo. Si usano tubi volanti collegati a taniche di plastica di fortuna, a rischio rotture o perdite».
PERSONALE
Sul fronte del personale, «per risolvere il deficit che evidenziammo, finalmente ci sono stati rinforzi in quest’ultimo anno. Dopo decenni sono stati nominati i capisala, come in tutta la Asl Lecce».
APPARECCHIATURE OBSOLETE
Capitolo apparecchiature obsolete: «In Cardiologia sono stati sostituiti il carrello dell’emergenza, gli elettrocardiografi e l’ecografo guasti. Nelle sale operatorie, così come avevamo sollecitato, è stata sostituita tutta la ferristica che trovammo logora e antiquata. Mentre resta da rifare la pavimentazione, sostituendo il linoleum alle vecchie piastrelle».
A causa della mancanza di anestesisti, «vera piaga dell’intera azienda sanitaria, l’Unità di Terapia intensiva cardiologica non è operativa benché ci sia un reparto nuovo e attrezzato, che rimane chiuso».
Ferma anche la Rianimazione e «resta chiuso e inutilizzato il quarto piano che ospitava la Chirurgia».
Per quanto riguarda l’Oncologia, «l’ambulatorio funziona solo un giorno a settimana. Quello di Urologia è invece chiuso, come avevamo paventato, dopo il pensionamento dell’unico medico e dell’infermiere che erano in servizio. Funziona, invece, il servizio Dialisi, dove avevamo segnalato la necessità di sostituire l’elettrocardiografo e la carenza di infermieri specializzati.
Come avevamo richiesto, la Farmacia è stata dotata di nuovi computer, stampanti, sedie, poltrone e armadi.
La Riabilitazione non ha ancora una palestra, ma sono arrivati gli standing che avevamo richiesto per sollevare e trasportare in piedi i pazienti. Per il rifacimento degli spazi di Endoscopia digestiva, che non erano a norma, è stato approvato un progetto da 49mila euro».
Infine, la Nefrologia «continua a risentire della mancanza di personale, e in tutto l’ospedale si attende la dotazione di barelle e letti bariatrici per i pazienti obesi, che sono stati ordinati come avevamo sollecitato».
IL FIORE ALL’OCCHIELLO
L’ospedale di Galatina vanta anche «un fiore all’occhiello»: il Centro trasfusionale, «che opera a pieno ritmo e con un’ottima organizzazione».
Le donazioni di sangue intero si effettuano dalle 8,30 alle 10,30 dal lunedì al sabato, con l’accesso di sei donatori ogni mezzora previa prenotazione (al numero 0836 529223).
Chi non prenota va in coda o entra se qualcuno non si è presentato e il turno di sei non è completo.
Il Centro opera in stretta collaborazione con le associazioni di donatori di sangue, per contribuire a soddisfare le necessità trasfusionali dell’Asl di Lecce e sensibilizzare i cittadini alla cultura della donazione del sangue.
La struttura, collocata al piano terra e accessibile anche alle persone con disabilità, è dotata delle più moderne attrezzature mediche che permettono di lavorare in tranquillità e sicurezza.
Si può donare sangue intero, plasma e piastrine, dopo accurati accertamenti clinici ed ematochimici eseguiti nel laboratorio del Centro, che meriterebbe la classificazione di unità semplice a valenza dipartimentale.
«Usciamo da questa ispezione con un quadro di luci e ombre», tira le somme Pagliaro, «mai con il dito puntato ma con la mano tesa per portare in Regione le esigenze di questo ospedale e di tutto il territorio di Lecce e provincia».
Infine, il fondatore di Regione Salento annuncia: «Torneremo in tutte le strutture sanitarie già ispezionate per verificare se gli impegni assunti nelle relative audizioni in Commissione Sanità abbiano avuto seguito, e intanto proseguiremo con le visite al Dea e al Fazzi, reparto per reparto, sempre con l’obiettivo di contribuire a garantire il diritto alla salute a tutti i cittadini».
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Appuntamenti
Parabita: senza rispetto non sei perfetto
Evento di sensibilizzazione contro la violenza di genere organizzato dal Gruppo Territoriale M5S “Serre Salentine”. Appuntamento sabato 12 aprile al Teatro Carducci

Senza rispetto non sei perfetto: evento di sensibilizzazione contro la violenza di genere, organizzato dal Gruppo Territoriale M5S “Serre Salentine“.
L’evento, aperto a tutta la cittadinanza, si terrà presso il Teatro Carducci di Parabita, sabato 12 aprile, dalle ore 18,30 alle ore 20,30.
Tra i relatori: la responsabile regionale di Anemos Italia ODV, Nadia Mele, Don Dario Donateo parroco di Alliste; la cantautrice Annalisa Colucci, in arte Loradianna; la psicologa Barbara De Simone; il deputato Leonardo Donno; il consigliere regionale Cristian Casili. Sarà, inoltre, presente il sindaco di Parabita Stefano Prete.
«Sarà l’occasione per affrontare temi di scottante attualità», spiega il rappresentante del Gruppo interterritoriale M5S Serre Salentine, Luigi Alessandrelli, «purtroppo negli ultimi tempi sono sempre più frequenti gli episodi di violenza sulle donne».
«Un evento attraverso cui dare eco ad un forte grido di allarme, spesso inascoltato, che vuole essere, altresì, un messaggio di speranza e al tempo stesso di sensibilizzazione verso atteggiamenti di indifferenza e rassegnazione», commenta il Coordinatore M5S per la Provincia di Lecce, Iunio Valerio Romano, «la violenza è una sconfitta non solo per chi la esercita, ma anche per la società che la tollera. Un ringraziamento particolare va a Nadia Legittimo e alla comunità pentastellata di Parabita, che ha fortemente voluto questo evento e che ne ha consentito la realizzazione, unitamente al Gruppo interterritoriale Serre Salentine».
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