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Attualità

Croce e delizia dell’Intelligenga Artificiale, fra fake news e deepfake

La riflessione. Siamo pronti a difenderci, a distinguere il vero, a riconoscere le manipolazioni che rischiano di rovinare la nostra reputazione e inficiare ogni nostra decisione?

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di Luigi Zito


Quando nel 1996 lanciammo questa testata, ricordo che uno dei fondi, da me firmati, più discussi e contrastati da chi ci legge, fu quello di additare coloro che si ostinavano a non voler usare il computer, come gli analfabeti del domani.


Fui facile profeta. Oggi quel domani lo stiamo vivendo ed a ritmi forzati si annuncia un’altra sventura che incombe sulle nostre teste: l’intelligenza artificiale, per tutti ChatGPT, un linguaggio allenato da 175 miliardi di parametri che apprendono autonomamente dalle loro esperienze, in grado di sviluppare testi, trovare riposte e conversare con l’umano universo.


Un dato è assodato: il lavoro più ricercato del futuro sarà quello del questuante, volgarmente detto prompt designer, saper chiedere cioè, indirizzare le giuste richieste e comandi all’AI, che in un amen, risolverà il problema.


Questo mestiere, secondo diversi studi, sta già soppiantando alcuni lavori oggi in voga: sviluppatori, designer, giornalisti, informatici, tecnici, consulenti contabili, consulenti legali, artisti, ecc., viaggiano tutti sul viale del tramonto.


In soli 2 anni chatGPT è arrivato a contare 1,7 miliardi di utenti, informatici che, grazie all’intelligenza artificiale, riescono damblé a superare problemi prima insormontabili ed a produrre, va da sé, più velocemente senza l’aiuto dell’uomo.


Già oggi è in grado di realizzare più dell’80% dei lavori eseguiti dall’uomo e farli velocemente, tranne alcuni che richiedono esperienza, decisioni delicate, responsabilità umane.


Questo è il domani a tinte fosche che ci prefigurano e che, come la nuvola di Fantozzi, rischia di rovesciarsi sul nostro futuro.


Io, che scorgo sempre il bicchiere mezzo pieno, non ci vedo un particolare pericolo, ma un semplice riallineamento dei pianeti, delle professioni, dei lavori, sicuro che, come la storia insegna, sapremo adattarci e amalgamarci anche a questa rivoluzione.


Ma se proprio vogliamo accennare a dei pericoli, uno lo scorgo.


Un altro promettente domani, nell’alba di oggi, è quello che tocca i filmati, i reel di pochi attimi (max 60s), già oggi attivi su Tik Tok, Instagram, o altre piattaforme, che scorrono veloci e possono produrre più danni, e creare più inganni, se calati nel nostro vivere quotidiano.

Quasi tutti oggi siamo in possesso ed in grado di gestire e manipolare un telefonino di ultima generazione, con l’AI già inclusa e a portata di click a disposizione di tutti gli utenti.


Ed è qui che nasce il grosso problema delle fake news e delle deepfake.


Dopodomani molte comunicazioni, circolari, informative, comandi che oggi passano via Whatsapp o Telegram nelle classi, negli ospedali, nelle Università, nelle Asl, nelle fabbriche, nelle chat dei dipendenti con un semplice testo, gireranno con dei filmati estremamente realistici, con la faccia della Preside, del Primario, del Rettore, del Caporeparto, del Sindaco che, con un reel-deepfake, creato dall’AI, annuncerà che l’indomani non ci sarà scuola, che ci avranno diagnosticato un cancro, che ci sarà uno sciopero, un’allerta meteo, un pericolo inesistente, che sono sbarcati i marziani, mettendo a soqquadro il nostro vivere, la nostra fiducia, le nostre certezze.


La domanda è: siamo pronti a difenderci, a distinguere il vero dal non vero, a riconoscere le manipolazioni che rischiano di rovinare la nostra reputazione e inficiare ogni nostra decisione?


Pensate ad una prossima campagna elettorale in cui il Sindaco, un consigliere, un assessore uscente, un Presidente di regione o provincia, per perorare la sua causa faccia girare dei video falsi (deepfake) con la faccia del candidato che taccia di corna (meglio andare sul gossip), di reati, o altre nefandezze, l’avversario politico o qualcuno che gli sta sullo stomaco. Cosa succederà? Come reagiremo?


La scuola, le istituzioni, i garanti della democrazia, sempre molto attenti e promotori delle novità tecnologiche del futuro, cosa stanno facendo per rafforzare la prevenzione della disinformazione, cautelare i più esposti, i più deboli, gli analfabeti del domani?


Sapranno dosare e centellinare ogni info, garantire la diversità e l’uguaglianza, dispensare antidoti in grado di discernere quello che il cellulare e l’AI, vorrebbero farci assumere?


Quel domani è già arrivato e, nonostante come recita un famoso film, domani è un altro giorno, non sarebbe il caso di restare sul pezzo e cominciare a pensarci già oggi?


D’altronde, come diceva mia nonna, nata nel 1890: “Prevenire è sempre meglio che curare“.


Attualità

Tricase: lavori e polemiche in piazza a Caprarica

L’ing. Andrea Morciano protocolla una lettera indirizzata agli amministratori con la quale chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico

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I lavori di riqualificazione in corso a Tricase, in piazza Sant’Andrea a Caprarica, sono da qualche giorno oggetto di discussione.

La polemica, fino ad ora latente, è deflagrata con la lettera indirizzata al sindaco Antonio De Donno, alla presidente del consiglio Rosanna Zocco, agli assessori e a tutti i consiglieri, dall’ingegner Andrea Morciano, noto professionista, residente proprio nel quartiere tricasino che ospita i lavori.

L’ingegnere, con la sua lettera, protocollata l’11 luglio scorso (numero 14030), chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico.

In premessa l’ing. Morciano rileva innanzitutto che i lavori riguardanti la riqualificazione di Piazza Sant’Andrea sono iniziati «senza alcun preavviso per la cittadinanza, tanto che lo stesso Comitato Festaquesto fa ancora più specie, visto che un componente è anche consigliere comunale») ha dovuto improvvisamente posticipare la festa patronale ad altra data».

Poi evidenzia che «il progetto non è mai stato sottoposto ad un giudizio dei cittadini di Caprarica, eccezion fatta per una fugace esposizione di alcune tavole grafiche ben nascoste alla maggior parte della gente, lo scorso anno; che non sì è avuta neppure cura di aggiornare i render delle testate del progetto alle varianti e modifiche che il progetto ha subito».

«Quando la coperta è corta», polemizza, «e si vuol fare tutto, poi si incorre in questi errori banali. In campagna elettorale il sindaco aveva promesso che avrebbe fondato la sua amministrazione sulla partecipazione (questa sconosciuta).

Le intenzioni ed i propositi non vanno enunciati ma vanno praticati, anche se capisco che per il sindaco sia difficile, visto quanto già accaduto in altri incontri nei quali si è cercato il confronto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti si veda gestione ufficio tecnico»).

Altro punto contestato: «Dalla testata del progetto si evince un’ampia partecipazione di professionisti i quali, non per colpa loro (di questo ne sono certo), dalla montagna hanno partorito un topolino».

E ancora: «Non si capisce come ai cittadini non sia consentito l’uso del cemento in aree agricole o nei

centri storici e poi la piazza di Caprarica, improvvisamente diventa idonea per accogliere una bellissima pavimentazione architettonica, che altro non è che cemento. Ho sollevato il problema anche agli organi competenti, che per tutta risposta hanno giustificato la scelta per “mancanza di soldi”. I privati, invece, hanno soldi da spendere e spandere…».

Dal progetto sembrerebbe essere stata riservata una “zona ZTL” per alcuni residenti: «Si vuol conoscere in relazione a quale principio e chi pagherà i ripristini per effetto del transito dei veicoli in quella fascia», evidenzia Morciano, «inoltre sarebbe opportuno sapere se sono state effettuate delle prove di transito con mezzi pesanti, per chi percorre via Vittorio Emanuele verso via Caduti sul Lavoro. Prove traffico tanto care al sindaco… Sarebbe opportuno conoscere quali saranno le manovre da effettuare per chi, transitando con un mezzo pesante su via Caduti sul Lavoro provenendo da Corso Apulia, dove farà inversione di marcia, visto l’esistente senso unico su via Vittorio Emanuele e non potendo percorre via Leuca, o sarà vietato qualsiasi transito. Il sindaco dovrebbe spiegarlo ai cittadini residenti».

L’elenco delle obiezioni e dei “sarebbe opportuno” è ancora lungo: «Sarebbe opportuno conoscere in base a quale principio sia stato deciso di rendere non fruibile la piazza per organizzare manifestazioni o anche semplicemente per montare un palco; sarebbe opportuno conoscere il senso della piantumazione di un albero alle spalle del frantoio

Ipogeo; sarebbe opportuno conoscere come saranno gestiti i parcheggi nelle aree prossime alla piazza nei giorni di grande affluenza e se la gestione sarà semplicemente elevare multe ai cittadini; Sarebbe opportuno conoscere come, e soprattutto chi, pagherà per eventuali ripristini da eseguire sulla sede stradale (via Vittorio Emanuele – Via Leuca) che sarà rivestita con questa splendida pavimentazione architettonica»

Per tutti i punti elencati spora l’ing. Andrea Morciano chiede «l’immediata sospensione dei lavori e la convocazione di un incontro pubblico, dove vengano esposti i principi alla base della progettazione e vengano date le risposte a queste e ad altre criticità che il progetto, in fase di realizzazione, comporterà per i residenti del rione di Caprarica».

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Galatina: sala operatoria chiusa perché senza aria condizionata? No, si, forse…

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria”; “Mi dispiace, ma lo trova domattina”. “Ma non c’è nessuno che…”

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Cosa può e deve fare un giornale quando riceve diverse telefonate di denuncia circa la malasanità pubblica?

A cosa serve il mestiere di giornalista se non a riportare pedissequamente, previa verifica, ogni spiffero o lode di quello accade fra le pieghe della pubblica amministrazione che sia essa sanitaria o di altra natura? A tutelare le fasce più deboli, a difendere chi non può, non sa o non vuole difendersi?

Ebbene, da giorni riceviamo in redazione delle lamentele circa il malfunzionamento di una delle sale operatorie dell’ospedale Santa Maria Novella di Galatina, nella fattispecie l’ultima lagnanza, arrivata via Whatsapp stamattina, è di una signora che oggi avrebbe dovuto subire un intervento in day hospital e, arrivata diligentemente e puntualmente in ospedale, si è sentita rispondere: “Signora, mi dispiace ma deve tornare a casa, sono slittati tutti gli interventi perché si è rotta l’aria condizionata e da 15 giorni la sala operatoria è rimasta ferma“.

Se non fosse seria e grave la situazione ci sarebbe da ridere. E allora? Cosa abbiamo pensato di fare? Quello che avrebbe fatto qualsiasi giornale: chiamare l’ospedale di Galatina e scrivere alla ASL.

Mettetevi comodi, ci sarà da aspettare. Alla terza chiamata, dopo esserci garbatamente presentati, qualcuno dall’altra parte risponde: “Cerchiamo il direttore sanitario, dott. De Maria“; “Mi dispiace, ma lo trova domattina“. “Ma non c’è nessuno che lo sostituisca, che ci possa informare sulla sala…“, insistiamo, “Aspetti le passo qualcuno della sala operatoria“.

Dopo aver spiegato il motivo della nostra telefonata, dall’altra parte ci rispondono: “Mi dispiace deve aver sbagliato numero!“. Basiti ribattiamo: “Come abbiamo sbagliato numero, non è la sala operatoria? Mi hanno passato lei dal centralino, saprà che numero fare il centralinista. E comunque: è vero che la sala operatoria non funziona da 2 settimane perché è rotta l’aria condizionata?”, assordante silenzio dall’altra parte, “mi scusi”, ribattiamo caparbi, “ma con chi stiamo parlando?”. 

“Sono l’infermiere E.S. e non sono tenuto a risponderle”. “Quindi”, incalziamo, “è una malcelata forma per dirmi che quello che le sto chiedendo è vero!?”.

Come tutte le cose la gentilezza si consuma, il garbo finisce, la pazienza si squaglia, con questo caldo poi: “Guardi che questo è un numero per le urgenze, e lei lo deve lasciare libero!”. ” Va bene”, replichiamo, “basta un si o un laconico no!… Tuuu, tuuu, tuuu.”

Ci appigliamo ancora al centralinista il quale, con rinnovata pazienza, ci prega di attendere e ci assicura che avrebbe cercato di passarci al telefono il direttore sanitario.

L’attesa è piacevole, le note sprigionate dalla musichetta d’attesa è puro jazz: lo si riconosce dalla grande varietà di attacchi. Spiacevole è invece la notizia, un perentorio telefonista, dopo una breve attesa, ci liquida: “Il direttore sanitario mi suggerisce di richiamare domani mattina, tuuu, tuuu, tuuu…“.

Nel frattempo, per non venire meno al nostro dovere abbiamo scritto, alla direzione della Asl e ci siamo armati, noi insieme a tutti i pazienti che non hanno usufruito del servizio, di Santa Pazienza, in attesa del domani. To be continued…

Luigi Zito

 

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Medici salentini contro l’autonomia differenziata

Il presidente dell’OMCeO di Lecce Donato De Giorgi: «La scarsezza di risorse, vera causa di tempi di attesa vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, soprattutto, ai cittadini»

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«Si rimane basiti da alcune dichiarazioni comparse sulla stampa locale, secondo cui per risolvere le emergenze, che alcune Strutture stanno vivendo nel nostro territorio in maniera drammatica, sia necessario non solo “una più efficace organizzazione delle risorse umane”, ma anche “la necessità che alcuni Direttori di Unità Operative abbandonino la scrivania e diano una mano concreta”. Oltre a grossolane inesattezze riguardanti l’attività del presidio ospedaliero di Gallipoli, che avrebbe “sale operatorie inattive da mesi”, le dichiarazioni puntano il dito nella direzione sbagliata».

È lo sfogo di Donato De Giorgi, presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (OMCeO) di Lecce.

«In realtà», tuona il dott. De Giorgi, «solo la straordinaria attività di tutti i medici e del Personale Sanitario ha consentito di far sopravvivere il SSN nel nostro territorio (come, del resto, conferma l’84,1% degli Italiani, secondo l’ultimo sondaggio Censis)».

Poi la sottolineatura: «Quando si afferma “tutti i Medici” ci si riferisce proprio a tutti: i MMG, i pediatri, gli specialisti territoriali, i medici del pronto soccorso, 118, continuità assistenziale, ospedalieri, direttori di U.O., medici del servizio pubblico, privati, convenzionati, ecc.».

«Solo il loro lavoro continuo, il loro impegno instancabile, la loro professionalità competente, la loro azione silenziosa in situazioni difficili di gravissimo disagio», insiste il presidente provinciale dell’OMCeO, «rappresenta lo straordinario e insostituibile riferimento per affermare la centralità della salute come diritto di tutti».

In questi giorni chi gestisce e chi amministra la salute nel nostro territorio avendo l’impegno di ridefinire ruoli, accorpamenti in situazioni ospedaliere periferiche e la decisiva riorganizzazione del territorio, ha sempre poco (o nessuno) spazio per allargare le risorse umane (assunzioni) e fornire ai professionisti motivazioni forti.

Secondo Donato De Giorgi: «La scarsezza di tali risorse, vera e decisiva causa dei tempi di attesa inaccettabilmente e vergognosamente lunghi, sarà sempre più evidente dall’applicazione dell’autonomia differenziata che penalizzerà soprattutto il Sud, creando gravissimi disagi ai medici e, ciò che più conta, ai cittadini».

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