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Attualità

Ekatomére. Racconti tra Decamerone pandemia

L’antologia al tempo del Coronavirus.
Dopo il successo delle “Istanze poetiche”, seconda uscita per Terra Somnia Editore, la casa editrice nata alla vigilia del lockdown

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Dopo il successo delle “Istanze poetiche”, Terra Somnia Editore, la casa editrice nata alla vigilia del lockdown, annuncia l’uscita di “Ekatomére. Racconti tra Decamerone pandemia”, il suo secondo libro in catalogo, un’antologia di vari autori curata dalla salentina Paola Bisconti.


Ekatomére, dal greco “Ekato” (cento) e “Eméres” (giorni), da oggi è disponibile in molte librerie d’Italia ed in particolare in quelle di Caserta, Napoli e Lecce, luoghi di provenienza della maggior parte delle autrici e degli autori, oppure richiedendolo direttamente all’indirizzo email della casa editrice terrasomniaeditore@gmail.com.


Stava per finire l’inverno e, con il virus del Covid19, arrivò il lockdown.


Da un giorno all’altro, le strade si fecero deserte, i negozi furono chiusi, la polizia, con gli altoparlanti gracchianti invitava, a non uscire di casa, i parchi furono sbarrati. Non sapevamo quanto sarebbe durato. Alle porte della primavera ci volevano convincere che tutto sarebbe andato bene. L’importante era stare buoni e rispettare le regole e molti, per esorcizzare le paure, si misero anche a cantare dai balconi.


Il suggestivo selciato bagnato di Piazza di San Pietro a Roma ci sembrò il sagrato di un mondo fermo, attraversato da un uomo solo vestito di bianco.


Venezia era senza acqua alta, ma insieme a Firenze, Milano e altre grandi città, era rimasta anche senza le persone, senza i turisti. Chiusero quasi tutte le attività commerciali, tranne quelle di prima necessità, tante persone rimasero senza un lavoro, qualche sussidio dello Stato, arrivato pure tardi, e si sperava che finisse.


Anche noi di Terra Somnia (la casa editrice che avevamo costituito pochi giorni prima) speravamo che durasse poco e decidemmo di lasciarne traccia di quel tempo fermo, imposto, di attesa.

Lanciammo la nostra idea affinché gli scrittori raccontassero quel tempo, anche con la leggerezza che ritenevamo essere necessaria. Volevamo che oggi, come durante la peste del 1348 a Firenze, gli scrittori ci raccontassero le loro novelle. Ci hanno scritto in tanti e li ringraziamo tutti”.


Tra questi ne sono stati selezionati trentaquattro, una rappresentanza simbolica di quella onesta brigata che, come nel Decameron del Boccaccio, ci racconta i giorni di questa nuova pestilenza.

In estate”, raccontano dalla Somnia, “mentre noi lavoravamo alla selezione dei racconti che ci erano pervenuti, ci avevano fatto credere che fosse finita; un generalizzato “liberi tutti” che ci ha fatto abbassare la guardia. In preda alla necessità del divertimentificio, tutti in vacanza sulle spiagge, meglio se nostrane, ma qualcuno ha preferito volare anche all’estero. E mentre irresponsabilmente i giovani si assembravano nelle piazze della movida, su qualche isola del Pacifico pare fossero finiti anche coloro che avrebbero avuto il dovere di programmare il rientro, organizzare i mezzi di trasporto, dotare gli ospedali di quanto necessario ad una quanto mai scontata ricomparsa del virus. Il risultato è stato che ora mentre il nostro Ekatomére è pronto per raggiungere le vetrine delle librerie, il morbo è ancora tra noi e più virulento di prima e, come un corvo, volteggia sulle nostre vite. Siamo, quindi, nella cosiddetta seconda ondata di questa pandemia che viene da lontano e che sembra permanere nelle nostre città.

In ogni caso, il nostro Ekatomére lo abbiamo voluto considerare un’opportunità che ci ha consentito di raccogliere le idee, le suggestioni, le riflessioni su un tempo che è stato certamente diverso da quello che il futuro incerto ci riserverà, tutto da immaginare, tutto da vivere”.

La “allegra brigata”, composta dai trentaquattro autori, guidati da Paola Bisconti, con la sensibilità che l’ha caratterizzata, ha aperto delle finestre sul quotidiano della propria vita.

E così, il potere salvifico della scrittura, nel suo fluire di prosa, diventa terapia del tempo non solo per gli scrittori, ma anche per chi leggerà i loro racconti.

In un momento in cui forse c’erano più motivi per arrendersi che per continuare, trentaquattro scrittrici e scrittori, provenienti da ogni area geografica del Paese, hanno dato vita ad altrettanti racconti che hanno guardato alla pandemia da Coronavirus dai diversi luoghi di residenza e dai loro differenti punti di vista, facendo emergere paure, preoccupazioni, apprensioni, ma anche speranze, voglia di vivere e di amare.

Il lockdown è stato e, per certi versi, continua ad essere un tempo di attesa, ma nei racconti di Ekatomére le riflessioni si congiungono, in un unico filo conduttore, con le storie familiari, dei giovani, degli anziani, degli amori, della natura. Come in uno specchio delle paure e delle ossessioni del nostro tempo, nei racconti di Ekatomére ci sono le storie di un periodo della nostra vita vissuta nella costrizione, chiusi nelle nostre case, ma con la libertà della parola, che ci auguriamo arrivi ai lettori con tutta la sua intensità, il suo significato e la sua forza. Siamo convinti che nelle storie degli altri si possono trovare le risorse per affrontare le nostre.


Con i nostri autori, abbiamo percorso la penisola in lungo e in largo e abbiamo incontrato persone che hanno scelto di dedicarsi anche alla parola scritta per esorcizzare il momento ed ora, come fanno i naviganti, proviamo a fare il punto della situazione della nostra rotta e dove ci conduce”.


Vediamo, quindi, chi sono, da dove vengono e soprattutto cosa raccontano le nostre autrici e i nostri autori in Ekatomére.


Innanzitutto i ragazzi di PLAM Collective, con la giovane Arianna Montinaro, che da Ferrara curano la grafica della nostra casa editrice e, quindi, anche l’accattivante copertina di Ekatomére, attraverso la quale esprimono tutta la loro geniale creatività.

Poi, a confermare l’asse culturale lungo il quale Terra Somnia opera (Salento – Caserta – Napoli), la collocazione geografica degli autori ci dice che ben nove provengono dalla provincia di Napoli (Vincenza Alfano, Vincenza D’Esculapio, Mariachiara Di Donato, Mauro Galliano, Daniela Merola, Gabriella Miele, Alessandro Polidoro, Maria Rosaria Selo, Stefania Squillante), seguiti dagli otto dalla provincia di Lecce, la stessa da cui proviene la curatrice Paola Bisconti (Marianna Burlando, Marcello Buttazzo, Franca De masi, Matteo Leo, Brizio Montinaro, Giancarlo Nicolaci, Maria Luisa Petruccelli, Alessandro Romano), e sette da quella di Caserta (Michle J. Ciervo, Valerio Finizio, Alessia Guerriero, Sergio Ievoli, Marilena Lucente, Paolo Miggiano, Daniela Volpecina).


Seguono, poi quelli che ci hanno raggiunti dalle provincie di Foggia (Pasquale Braschi e Alfonso Santamaria) e di Barletta – Andria – Trani (Giuseppe Lagrasta ed Enza Piccolo), per finire a coloro che ci hanno voluto scrivere dalle province di Aosta (Giorgio Sapegno), Brescia (Manuela Romele), Roma (Alessandro Pernini), Genova (Andrea Medicina), Venezia (Cristiano Massaro), Salerno (Francesco Abate).


TERRA SOMNIA EDITORE


Nuova casa editrice fondata lungo l’asse Salento, Caserta e Napoli con l’intenzione di creare dei percorsi letterari artistici e poetici. Dalle terre del sud e con la capacità di guardare oltre i propri confini, nasce una realtà immaginaria e immaginifica che nel suo logo spiega la propria visione.

Un logo che nel suo rappresentare un’icona cerca di cogliere l’archetipo dell’occhio “aperto” dove i sogni più evocativi sono proprio quelli ad “occhi aperti” che impongono la sovrapposizione dell’onirico con la cruda realtà.

In quel “rosone” c’è il sacro, presente in molte cattedrali simboleggiando il cenacolo, ma anche il profano in quanto già a Babilonia rappresentava le costellazioni. Quelle 12 razze, raggi, diramazioni, hanno ambedue un riferimento alla “luce”, un piccolo cerchio al centro. Le palpebre che racchiudono il rosone sono aperte e utilizzano la fonte tipografica della “parentesi”, quella parentesi necessaria a spiegare spesso molte cose, approfondendo.

Il nome, suggerito da Alessia Guerriero, richiamandosi al concetto che in letteratura esprime il locus amoenus (un luogo ideale, senza confini, iconograficamente associato all’Eden), riassume il senso di un’esperienza che convoglia l’entusiasmo di quattro sognatori che intendono riformulare in modo innovativo la diffusione del libro riconosciuto anche come oggetto artistico.


Il binomio “parola scritta e segno” è alla base di un progetto che ha in sé una sfida: contribuire al cambiamento della società.


Le esperienze personali e professionali dei fondatori saranno il punto di partenza di un’avventura unica nel suo genere che si presenta nel già variegato panorama editoriale con delle peculiarità che vedono tematiche come la legalità, l’attualità, i diritti umani alla base delle pubblicazioni.


Terra Somnia invita gli amanti della scrittura a presentare i propri manoscritti al seguente indirizzo: terrasomniaeditore@gmail.com.


Tra i fondatori Alessia Guerriero, partigiana della cultura e dell’arte, con formazione giuridica, sensibile ai temi della legalità, ideatrice della kermesse letteraria itinerante #discorsiindivenire;

Brizio Montinaro, architetto e uomo impegnato nella lotta sociale alle mafie per motivazioni legate ad un suo familiare;

Paolo Miggiano, di origine salentine e residente a Caserta, giornalista pubblicista e scrittore, con una lunga esperienza negli apparati dello Stato, che ha prestato la sua penna alla cronaca giudiziaria, pubblicando numerosi saggi sulle vittime innocenti della camorra.


Ma il valore aggiunto e guida sicura dell’esperienza editoriale nascente è dato dalla presenza nella compagine societaria di Alessandro Polidoro, uno dei principali protagonisti della rinascita culturale napoletana e presidente di Napoli Città Libro –Salone del libro di Napoli, già attivo nell’esperienza editoriale.


Terra Somnia seleziona e valorizza scrittori di talento affermati o meno conosciuti che abbiano un’ispirazione positiva sui lettori.


La sua prima pubblicazione, una raccolta in liberi versi con illustrazioni di Arianna e Oreste Montinaro, curata da Alessia Guerriero e Paolo Miggiano e dal titolo “Istanze poetiche. Fottutissimi pensatori in liberi versi”.


 


Attualità

Tricase Solidale: pranzo di Natale per tutti

Distribuiti pranzi completi famiglie in difficoltà e a persone sole. Gianluca Errico (Tricasèmia): “Il loro sorriso il nostro regalo di Natale più bello”

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Anche a Natale Tricase si conferma Solidale.

Nell’ambito del progetto che coinvolge le associazioni locali, infatti, sono stati distribuiti  22 pranzi completi a famiglie in difficoltà e a persone sole.

Il loro sorriso è il nostro regalo di Natale più bello”, ha commentato Gianluca Errico presidente di Tricasèmia, che poi ha ringraziato tutti “i volontari del progetto Tricase Solidale, che, nel giorno di Natale, hanno distribuito i pasti. Ci tengo a ringraziare anche
l’Associazione Nazionale Carabinieri di Tricase, l’Agriturismo Gli Ulivi e tutte quelle attività che contribuiscono sempre all’azione Solidale di Tricasèmia”.

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Approfondimenti

Il presidente Vadrucci della Camera di Commercio fra passato e futuro

Sono stati tre anni faticosi ma esaltanti. E soprattutto sono stati tre anni fatti insieme: io, il Segretario Generale, Francesco De Giorgio, la struttura camerale e, soprattutto, la Giunta e il Consiglio della Camera di Commercio di Lecce. Uscivamo da un periodo di pandemia che aveva provocato molti problemi al mondo produttivo salentino…

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INTERVISTA ESCLUSIVA

di Giuseppe Cerfeda

Lei è presidente della Camera di Commercio di Lecce da tre anni. Vuole fare un primo bilancio di questa esperienza?

«Sono stati tre anni faticosi ma esaltanti. E soprattutto sono stati tre anni fatti insieme: io, il Segretario Generale, Francesco De Giorgio, la struttura camerale e, soprattutto, la Giunta e il Consiglio della Camera di Commercio di Lecce. Uscivamo da un periodo di pandemia che aveva provocato molti problemi al mondo produttivo salentino. 

Le imprese della nostra provincia hanno avuto in questi tre anni la forza di credere nelle loro idee, di riprendere la produzione, di guardare avanti, cercando di utilizzare l’innovazione tecnologica e le possibilità che la Camera di Commercio, come casa delle imprese, ha messo loro a disposizione. 

Insieme alle Associazioni di categoria che compongono gli organi camerali, abbiamo trovato la possibilità di sostenere questa volontà di ripartire. Vorrei ricordare una iniziativa per tutte: abbiamo trovato nelle pieghe del bilancio un milione di euro per aiutare le imprese salentine a far fronte agli aumenti del costo dell’energia, causa delle situazioni penalizzanti per la nostra economia e le nostre aziende. 

In questo modo abbiamo aiutato il mondo produttivo salentino a ripartire senza troppi costi aggiuntivi che avrebbero potuto mettere a terra numerose attività».

Qual è lo stato attuale del tessuto economico e sociale della nostra provincia?

«Stiamo ancora lavorando con tutti gli imprenditori per cercare di emergere in un contesto che sconta un lungo momento negativo in campo nazionale e internazionale. 

La globalizzazione ha lasciato uno strascico pesante per il nostro tessuto produttivo, perché le attività per le quali una volta eravamo in grande evidenza, tessile e abbigliamento, calzaturiero e manufatturiero di qualità, una volta portate in Paesi a più bassi costi, non sono ancora rientrate nel nostro ambito. 

Ci siamo quindi dovuti reinventare le produzioni, puntando sui marchi e sulla qualità. 

Per fortuna alcune aziende leader sono riuscite a ripartire con queste nuove direttrici di sviluppo, ma la condizione internazionale non è particolarmente favorevole. 

Cominciamo a sentire l’affanno dei costi della transizione verso la sostenibilità, richiesta dalle norme europee. 

I costi di guerra, in un Mediterraneo sempre più centrale come scacchiere senza pace, non aiutano lo sviluppo dei commerci e delle transazioni. Contemporaneamente i cambiamenti climatici stanno stressando la nostra agricoltura, che pure continua ad avere prodotti di grande pregio. La Xylella ha lasciato danni dappertutto.

Ma ci sono anche iniziative che guardano all’innovazione tecnologica. I giovani, prima di decidere di scappare in altri paesi, investono energie e voglia di fare, qui, sul territorio salentino. 

La Camera di Commercio di Lecce cerca di cogliere ogni occasione per agevolare queste iniziative nuove, aiutando al contempo le aziende tradizionali ad evolversi verso traguardi internazionali, sfruttando le risorse che la Regione e Governo, con ZES Unica e Fondi di coesione e le norme europee del PNRR, mettono a disposizione. 

Lavoriamo ogni giorno in questa direzione, contando anche sul favore che il brand “Salento” ha acquisito in campo nazionale e internazionale, supportato dall’appeal turistico e culturale. Siamo a disposizione, insieme alle altre Istituzioni locali, del mondo economico salentino. 

Non dobbiamo rallentare e sono fiducioso che riusciremo a far aumentare la velocità all’economia del Salento».

Se dovesse indicare pregi e difetti del mondo economico salentino?

«Pregi e difetti non sono sempre uguali. Non sono tra quelli che dicono che ci sono difetti caratteriali nei nostri imprenditori. Ormai viviamo in un mondo globalizzato e sappiamo quello che possiamo e non possiamo fare. 

Un fattore molto penalizzante è il decentramento geografico della nostra terra, rispetto ai mercati europei di riferimento. Scontiamo da sempre – in questo periodo ancora di più – una marginalità nei trasporti che rende più difficoltosa la nostra penetrazione sui mercati internazionali. Le strutture e le infrastrutture dovrebbero aiutarci a cambiare le cose, ma ci vuole anche una nuova politica industriale che faccia del Mediterraneo un punto di riferimento industriale e commerciale diverso, evitando che si “infiammi” in quelle guerre che ne stanno riducendo l’importanza geopolitica e commerciale. 

Nel frattempo, la caparbietà, che è uno dei pregi della nostra classe imprenditoriale, deve essere ancora più efficace per resistere e trovare strade alternative per le produzioni del nostro territorio. Le Istituzioni, però, devono eliminare gli ostacoli che ancora si frappongono. 

La Camera di Commercio diventa così anello di collegamento e cerniera con le Istituzioni, per mettere in pratica norme e percorsi al servizio dell’imprenditoria locale, riducendo la burocrazia e favorendo la spinta che gli imprenditori più avveduti cercano attraverso l’innovazione tecnologica e le nuove tecniche produttive. 

Non è facile, ma ci impegniamo tutti in questa direzione».

Lei è del sud Salento e non ha mai nascosto la sua attenzione verso quella porzione di territorio, sforzandosi perché non venga snobbata com’è accaduto per tanti anni. L’adeguamento della SS. 275 ne è l’esempio lampante…

«Forse siamo arrivati al punto in cui, anche per la 275, non si possono fare più passi indietro. La strada che porta a Santa Maria di Leuca, fondamentale per lo sviluppo del sud Salento, dovrà presto essere una realtà. 

E questo grazie all’impegno di tanta parte della comunità di quei territori, anche se abbiamo dovuto piangere troppi morti. Abbiamo aggiunto la nostra opera a quella di tante istituzioni, associazioni e cittadini del basso Salento. 

Ma non dobbiamo fermarci perché altre infrastrutture hanno bisogno della nostra attenzione e del nostro impegno per proiettarci nel futuro».

Siamo a Natale. La Confartigianato ha fatto appello per comprare prodotti salentini: vuole aggiungere il suo di appello?

«La Confartigianato – di cui mi onoro di far parte – è sempre stata molto sensibile a questo problema. Impegnarci a privilegiare negli acquisti prodotti e oggetti che vengono dalle nostre aziende, è il modo più intelligente di sostenere la nostra economia e di fare un buon affare. 

Anche perché i prodotti del lavoro delle nostre operaie e dei nostri artigiani, le eccellenze delle nostre terre non sono secondi a nessuno. 

Lo sanno anche fuori dal Salento, tanto che le nostre aziende più attrezzate stanno rispondendo con l’e-commerce, alle richieste che vengono dagli acquirenti nazionali ed esteri. 

Segno che abbiamo conquistato il cuore, la mente e… il palato di tanta gente».

Ancora due anni per terminare questo primo mandato. Pensa che ce ne sarà un secondo, per lei, come Presidente della Camera di Commercio di Lecce?

«Per adesso c’è tanto lavoro da fare per cercare di raccogliere i frutti delle idee e del lavoro che, con la Giunta e il Consiglio camerale, abbiamo introdotto per aiutare la transizione del mondo produttivo salentino. 

Ci sono veramente tante idee, che cerchiamo di arricchire di risorse per poterle realizzare. 

È questo il nostro primo obiettivo, da raggiungere anche attraverso le relazioni che ho incominciato ad intraprendere con il resto del mondo produttivo italiano, grazie al mio ruolo di vice presidente nazionale di Unioncamere. 

Il resto lo decideranno soprattutto i rappresentanti delle varie categorie produttive. 

Io sono al servizio, insieme alle strutture camerali, delle imprese del nostro territorio».

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Approfondimenti

AQP: anche a Natale offre un servizio che fa acqua da tutte le parti

Questa notte anche casa mia è venuto Babbo Natale. A dire il vero non l’ho visto, ma mi ha fatto trovare, nella buca delle lettere, verso le 18, una lettera dell’AQP che non conteneva gli auguri di Natale.

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di Luigi Zito

Questa notte anche casa mia è venuto Babbo Natale.

A dire il vero non l’ho visto, ma mi ha fatto trovare, nella buca delle lettere, verso le 18, una lettera dell’AQP che non conteneva gli auguri di Natale.

Tutti noi siamo sappiamo quanto sia importante preservare e non sprecare l’acqua, in questo periodo poi, in cui ce la menano in tutte le salse che “siamo in riserva”, bisognerebbe essere più  accorti e attenti. E va bene!

Ebbene, dicevo, Babbo Natale Aqp, che non so se viaggia con le renne, con la scia luminosa o con gli elfi al seguito, è comparso di persona, personalmente, con un corriere privato e personale e mi ha fatto regalo (recapitato) di un plico contenete una fattura in cui mi si intima di pagarla entro il 24 novembre 2024!!!

Ci ho riflettuto un attimo prima di imbarcarmi sulla mia DMC12”, la famosa DeLorean, del film “Ritorno al Futuro”, poi convinto di non poter rivaleggiare con la proverbiale correttezza e precisione dei vertici e affini dell’AQP, ho lottato, insistito, battagliato, sono salito sull’auto, fino a quando non mi sono reso conto che la macchina non partiva: Marty con un ghigno beffardo mi sorrideva e lo scienziato matto mi ripeteva stare tranquillo che il pazzo non sono io.

E’ vero i servizi dell’Aqp, da quando ne ho memoria, non hanno mai brillato, ricordo ancora quando d’estate lamentai lo scarso getto d’acqua che non ci permetteva di fare nulla in casa: si presentarono dei dipendenti AQP, alle 7 del mattino, per verificare che il flusso raggiungesse la portata minima obbligatoria per contratto, e vennero coscienti  all’alba quando a quell’ora il mondo intero dormiva  e… indovinate un po’? La portata minima era garantita. Geniali. 

Oggi mi chiedono, con garbo, la notte di Natale, quando siamo tutti più buoni ed inclini al perdono, di tornare indietro nel tempo, anche solo di un mese per pagare una bolletta sputata fuori da chissà quale pazzo e incontrollato sistema; con creanza, in questa Magica notte, mi postulano, che potrebbero esserci delle correzioni di prezzo, per eccesso, per ritardo nel momento del pagamento; mi mendicano, con grazia, legata alla notte dell’avvento, che “i pagamenti delle bollette precedenti sono regolari, salvo ulteriori verifiche (!)”. 

Non so se questa mia raggiungerà mai i vertici o colori i quali vengono da noi profumatamente pagati per fornirci un servizio (chiamiamolo tale) che, a proposito di liquidi, fa acqua da tutte le parti.

Non so se e quando dovremo aspettare per ricevere un minimo di attenzione e quando potremo difenderci adegutamente da queste assurdità che, complice il Natale, spesso vengono perdonate.

Io mi sono portato avanti: poiché ero ancora in tempo, mancavano poche ore al Natale, ho affidato nelle mani sicure del vero Babbo Natale la mia letterina indirizzata ai responsabili dell’acquedotto pugliese, hai visto mai che magari propfio nell’aprire e leggere le letterine nella Santa Notte possano esaudire i miei sogni?

Quali sono? Quelli di ricevere un servizio degno di questo nome e vedere recapitate le fatture almeno qualche giorno prima che scadano! A Natale puoi…

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