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Elezioni, il futuro di Tricase/5: Francesca Sodero

La visione della città della candidata del MoVimento 5 Stelle

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FRANCESCA SODERO, COMMERCIALISTA, 35 ANNI


(MOVIMENTO 5 STELLE)

Cosa farà nei primi 100 giorni?


Rifiutiamo la logica dei primi 100 giorni perché siamo convinti che la  buona programmazione abbia bisogno di tempo. Riteniamo che i primi atti da compiere siano quelli idonei a porre le basi per il buon governo e per l’efficiente funzionamento degli uffici comunali. Andrà messa a punto la ristrutturazione della struttura organizzativa comunale, bisognerà ascoltare le esigenze degli uffici ed implementare un efficace sistema di programmazione e controllo e per l’incentivazione del personale.


Un provvedimento della vecchia amministrazione che non le è piaciuto?


L’amministrazione comunale non può creare lavoro, può solo porre le giuste condizioni di contesto che incoraggino l’insediamento di imprese sul territorio. Far funzionare in modo efficiente la macchina amministrativa comunale è una delle condizioni più importanti. Poi dovremo lavorare sulla cultura d’impresa e sull’imprenditorialità dei giovani, in collaborazione con le scuole e con le imprese del territorio, e stimolare la nascita di nuove imprese nei settori della bioedilizia, del recupero, della manutenzione e del riciclaggio dei materiali, dell’accoglienza turistica di qualità. Lavoreremo sodo per lo sviluppo turistico e per la crescita del settore agricolo… i dettagli sul nostro sito web www.tricase5stelle.it


LAVORO: quali le priorità?


L’amministrazione comunale non può creare lavoro, può solo porre le giuste condizioni di contesto che incoraggino l’insediamento di imprese sul territorio. Far funzionare in modo efficiente la macchina amministrativa comunale è una delle condizioni più importanti. Poi dovremo lavorare sulla cultura d’impresa e sull’imprenditorialità dei giovani, in collaborazione con le scuole e con le imprese del territorio, e stimolare la nascita di nuove imprese nei settori della bioedilizia, del recupero, della manutenzione e del riciclaggio dei materiali, dell’accoglienza turistica di qualità. Lavoreremo sodo per lo sviluppo turistico e per la crescita del settore agricolo… i dettagli sul nostro sito web www.tricase5stelle.it


Commercio: sempre meno aziende. E l’Associazione  Commercianti lamenta poca collaborazione…


Con l’associazione commercianti abbiamo in mente di instaurare un rapporto di collaborazione a doppio senso. Come amministratori garantiremo: il coordinamento delle attività, ad esempio in occasione delle manutenzioni stradali o dell’organizzazione degli eventi; l’innalzamento della qualità degli eventi organizzati e del commercio in genere attraverso un Ente Fiera. All’associazione commercianti chiederemo di collaborare al miglioramento della qualità del commercio a Tricase, soprattutto sul fronte della soddisfazione del cliente, della localizzazione adeguata dei punti vendita, dell’allestimento dei locali e delle vetrine, del web marketing e dell’accoglienza turistica. Il Documento Strategico del Commercio, approvato da poco e senza l’adeguato coinvolgimento degli operatori commerciali, andrà aggiornato ed ampliato, anche in sinergia col parallelo processo di approvazione del Piano Urbanistico Generale e nella prospettiva dell’istituzione del Distretto Urbano del Commercio.


ACAIT: dopo tanto tempo perso, quale sarà il primo provvedimento che adotterà?


Vorremmo affiancare il recupero della sua originaria funzione produttiva/commerciale ad un’operazione di valorizzazione archeologica-industriale, che la trasformi in attrattore turistico (museo delle tabacchine) e, al contempo, in luogo di riscoperta e


recupero in chiave moderna di conoscenze e tecniche tradizionali e tipiche (agricole, culinarie, artigianali, medicamentali). Si potrebbe pertanto pensare all’insediamento in pianta stabile di un mercato dei prodotti agricoli a “km zero” e “impatto zero” (agricoltura naturale), all’allestimento di spazi per la piccola trasformazione e conservazione, ad attività di formazione e sperimentazione in orti e cucine sociali.


I primi atti saranno quelli funzionali all’inquadramento giuridico/amministrativo del progetto e alla condivisione dello stesso con la cittadinanza.


TURISMO: dovrà cambiare Tricase per attrarre più turisti?


 


 

Lo sviluppo turistico andrà perseguito per gradi, partendo dalla presa d’atto che a Tricase una consistente porzione del patrimonio immobiliare, compreso quello comunale, è inutilizzata. Sarà quindi necessario promuovere la ricettività diffusa, valorizzare i centri storici, destinare immobili comunali ad ostello della gioventù. Prima però di attrarre i turisti, dovremo pensare alla cura del paesaggio, naturalistico, architettonico e artistico, al completamento delle opere di urbanizzazione (acquedotto e fogna), alla manutenzione delle strade, al decoro urbano e alla segnaletica, all’implementazione di un efficiente sistema di mobilità urbana ed extra-urbana. Dovremo anche lavorare sul convolgimento della comunità in un progetto di accoglienza che garantisca una ricettività di alta qualità (arredi adeguati e servizi di accoglienza) e l’adeguata promozione delle bellezze territoriali e delle ricchezze eno-gastronomiche. Andranno migliorati i servizi turistici e il funzionamento dello IAT. Il programma sullo sviluppo turistico è ampio e può essere consultato sul nostro sito web www.tricase5stelle.it


MARINE: cosa cambierebbe?


Per le marine prevediamo gli stessi interventi previsti per i centri storici: ricettività diffusa organizzata, insediamento di attività commerciali caratteristiche e turistiche, organizzazione di eventi di alta qualità che coniughino dibattito su temi di attualità/spettacolo/enogastronomia. Dovranno essere realizzate aree di parcheggio di interscambio (auto/navetta per il mare; bici o risciò/navetta; etc) e realizzati interventi a basso impatto per una migliore fruibilità della costa e del mare. Le marine dovranno essere collegate al centro città attraverso percorsi pedonali e ciclabili sicuri. Anche nelle marine vi è la priorità del completamento delle opere di urbanizzazione. Per il porto è necessaria la messa in sicurezza e il potenziamento dell’uso turistico, tuttavia prevediamo un percorso partecipato con la cittadinanza per valutare, col supporto dei tecnici, le alternative progettuali che consentano di conciliare le diverse istanze d’uso. Di fatto le attuali pericolose ed anomale condizioni di utilizzo dovranno essere superate.


DECORO DELLA CITTA’: nonostante il rifacimento di alcune strade, Tricase versa in uno stato indecoroso…


Le manutenzioni (strade, verde pubblico, scuole, etc) dovranno essere programmate per tempo e non in base alle emergenze o ai periodi elettorali, in modo che vengano reperite adeguate forme di copertura degli impegni finanziari. Il primo sforzo sarà nella direzione dell’eliminazione degli sprechi per liberare risorse da destinare a queste attività in maniera sistematica. Col baratto amministrativo potremo coinvolgere i cittadini e gli altri operatori del territorio in progetti di abbellimento e piccola riqualificazione, in cambio di sconti sulle imposte comunali.  Altre forme di abbellimento originali a cui abbiamo pensato sono gli orti urbani, soprattutto nelle zone periferiche. Per il vecchio cimitero abbiamo in mente un percorso partecipato con la cittadinanza per progettare insieme la sua valorizzazione.


 


BAMBINI, DISABILI ED ANZIANI: secondo lei Tricase è a loro misura? 


Dovremo trasformare Tricase in una cittadina accessibile, eliminando gradualmente le barriere architettoniche e creando aree verdi attrezzate possibilmente di prossimità, anche mediante l’abbellimento degli spazi esterni delle scuole e la loro apertura in orario extra-scolastico. Per gli anziani abbiamo in mente l’allestimento di luoghi per attività ricreative autogestite e il coinvolgimento in attività di recupero di tradizioni colturali, culinarie e medicamentali, da parte dei giovani. Cucine sociali e orti sociali negli spazi esterni dell’ACAIT potrebbero favorire questo scambio intergenerazionale e l’impiego costruttivo del tempo libero da parte di giovani ed anziani. Molto altro su www.tricase5stelle.it


CITTADINA DELLA SALUTE/OSPEDALE: volano unico per Tricase o idea superata?


Come futuri amministratori supporteremo, per quanto di nostra competenza, lo sviluppo del polo sanitario, ad esempio, mediante adeguati servizi di accoglienza degli utenti, dei pazienti e dei loro familiari, dei lavoratori trasfertisti, degli studenti.


Lavoreremo in sinergia con i consiglieri regionali del M5S per proporre soluzioni mirate a superare i disagi oggi determinati dallo spostamento dei servizi sanitari a Gagliano del Capo. La localizzazione dei servizi sanitari deve rispondere a criteri di prossimità ed ai bisogni reali, non a becere dinamiche di carattere politico. Il progetto della cittadella della salute dovrà essere rianalizzato per verificare, innanzitutto, che l’ASL abbia ancora effettivamente intenzione di investire le risorse promesse, alla luce degli spostamenti dei servizi nel frattempo avvenuti. La nostra azione sarà in ogni caso diretta a garantire un efficiente ed efficace fruizione da parte dei cittadini di Tricase dei servizi sanitari.


SEMPRE PIU’ POVERI: quale strategia adottare?


Vorremmo superare l’approccio assistenzialistico attraverso l’assegno civico e il baratto amministrativo, legando gli aiuti economici a piccole attività di volontariato per la comunità e all’impegno per imparare un mestiere fra quelli richiesti dal mercato del lavoro locale. Intendiamo puntare su iniziative che coinvolgano la comunità nel contrasto al disagio, ad esempio gli orti sociali urbani e l’agricoltura sociale.


Ad un eventuale BALLOTTAGGIO  possibili alleanze?


Il M5S non sigla alleanze con altre forze politiche per diversità di progetto e di metodo politico.


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AQP: anche a Natale offre un servizio che fa acqua da tutte le parti

Questa notte anche a casa mia è venuto Babbo Natale. A dire il vero non l’ho visto, ma mi ha fatto trovare, nella buca delle lettere, verso le 18, una lettera dell’AQP che non conteneva gli auguri di Natale.

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di Luigi Zito

Questa notte anche a casa mia è venuto Babbo Natale.

A dire il vero non l’ho visto, ma mi ha fatto trovare, nella buca delle lettere, verso le 18, una lettera dell’AQP che non conteneva gli auguri di Natale.

Tutti noi sappiamo quanto sia importante preservare e non sprecare l’acqua, in questo periodo poi, in cui ce la menano in tutte le salse che “siamo in riserva”, bisognerebbe essere più  accorti e attenti. E va bene!

Ebbene, dicevo, Babbo Natale Aqp, che non so se viaggia con le renne, con la scia luminosa o con gli elfi al seguito, è comparso di persona, personalmente, con un corriere privato e personale e mi ha fatto regalo (recapitato) di un plico contenete una fattura in cui mi si intima di pagarla entro il 24 novembre 2024!!!

Ci ho riflettuto un attimo prima di imbarcarmi sulla mia DMC12”, la famosa DeLorean, del film “Ritorno al Futuro”, poi convinto di non poter rivaleggiare con la proverbiale correttezza e precisione dei vertici e affini dell’AQP, ho lottato, insistito, battagliato, sono salito sull’auto, fino a quando non mi sono reso conto che la macchina non partiva: Marty con un ghigno beffardo mi sorrideva e lo scienziato matto mi ripeteva di stare tranquillo che il pazzo non ero io.

E’ vero i servizi dell’Aqp, da quando ne ho memoria, non hanno mai brillato, ricordo ancora quando d’estate lamentai lo scarso getto d’acqua che non ci permetteva di fare nulla in casa: si presentarono dei dipendenti AQP, alle 7 del mattino, per verificare che il flusso raggiungesse la portata minima obbligatoria per contratto, e vennero coscienti  all’alba quando a quell’ora il mondo intero dormiva  e… indovinate un po’? La portata minima era garantita. Geniali. 

Oggi mi chiedono, con garbo, la notte di Natale, quando siamo tutti più buoni ed inclini al perdono, di tornare indietro nel tempo, anche solo di un mese per pagare una bolletta sputata fuori da chissà quale pazzo e incontrollato sistema; con creanza, in questa Magica notte, mi postulano, che potrebbero esserci delle correzioni di prezzo, per eccesso, per ritardo nel momento del pagamento; mi mendicano, con grazia, legata alla notte dell’avvento, che “i pagamenti delle bollette precedenti sono regolari, salvo ulteriori verifiche (!)”. 

Non so se questa mia raggiungerà mai i vertici o coloro i quali vengono da noi profumatamente pagati per fornirci un servizio (chiamiamolo tale) che, a proposito di liquidi, fa acqua da tutte le parti.

Non so se e quanto dovremo aspettare per ricevere un minimo di attenzione e quando potremo difenderci adeguatamente da queste assurdità che, complice il Natale, spesso vengono perdonate.

Io mi sono portato avanti: poiché ero ancora in tempo, mancavano poche ore al Natale, ho affidato nelle mani sicure del vero Banno Natale la mia letterina indirizzata ai responsabili dell’acquedotto pugliese, hai visto mai che magari proprio nell’aprire e leggere le letterine nella Santa Notte possano esaudire i miei sogni?

Quali sono? Quelli di ricevere un servizio degno di questo nome e vedere recapitate le fatture almeno qualche giorno prima che scadano! A Natale puoi…

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Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano

il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.

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“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.

E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.

È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.

E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.

“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo,  “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.

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Alessano

“Vi voglio bene”, un libro essenziale per raccontare don Tonino e la sua storia

Monsignor Vito Angiuli: “Scritti e documenti inediti per scoprire l’intera vocazione pastorale da sacerdote e da vescovo. Guardate con simpatia alle persone e agli avvenimenti della storia, per testimoniare a tutti la gioia del Vangelo”

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di Luca De Santis

Vi voglio bene, Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello è l’ultima fatica data alle stampe dal vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli. Il nuovo libro ha visto la luce nel mese di ottobre 2024, per le edizioni Il pozzo di Giacobbe. Quest’ultima si colloca in continuità con le precedenti pubblicazioni frutto di interessanti studi che Angiuli ha compiuto sul sacerdote della diocesi ugentina divenuto vescovo di Molfetta. 

Il sottotitolo dell’opera ci fornisce le giuste delucidazioni riguardo a quelle che sono le intenzioni dell’autore: Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello. Il testo è composto da una corposa introduzione dove l’autore pone e spiega la sua tesi riguardo a un’inscindibile armonia e continuità presente tra il ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino. 

Nel primo capitolo, Ordinazione episcopale, sono stati curati una serie di scritti in cui il futuro vescovo di Molfetta mette in evidenza un forte attaccamento alla sua terra natia e le motivazioni che lo hanno condotto ad accettare l’ordinazione episcopale. Il secondo capitolo, Don Tonino saluta la Chiesa ugentina, raccoglie alcune omelie di saluto che don Tonino ha pronunciato prima della sua partenza per Molfetta, dove traspare in modo palpabile il suo amore per la Diocesi di Ugento che ha servito per 25 anni. 

All’interno dell’ultimo capitolo troveremo invece degli scritti inediti da datarsi secondo Angiuli tra il 1960 e il 1980. La gran parte di essi pur non avendo una data o la firma, possono tranquillamente essere definiti autentici, tenendo conto della calligrafia di don Tonino. L’ordine cronologico è dato dal Curatore sulla base delle tematiche che in questi scritti vengono a essere trattate.

La maggior parte di questi risale al periodo in cui don Tonino svolgeva il suo ministero presso la Diocesi di Ugento. 

L’episcopato di don Tonino

Questi scritti contengono in modo germinale quelle tematiche che durante gli anni di episcopato don Tonino tratterà in modo più approfondito, in base alle sollecitazioni di quel contesto storico. Tenendo conto di quanto abbiamo rilevato è possibile dire che il libro si lascia leggere in modo molto scorrevole dimostrandosi adatto persino per coloro che non hanno avuto una conoscenza dettagliata di colui che la Chiesa Cattolica ha dichiarato Venerabile. 

Il vescovo Angiuli ha deciso di intitolare questo suo ultimo libro con un’espressione che don Tonino lungo il suo ministero sacerdotale ed episcopale ha utilizzato spesso: Vi voglio bene.

Quest’ultima non ha solo la funzione di comunicare i suoi sentimenti, quanto la simpatia con cui si poneva nei confronti di quella porzione di popolo che era stata affidata alle sue cure pastorali, ma anche nei confronti della storia a lui contemporanea in cui l’umanità era immersa. 

Il vi voglio bene di don Tonino

Il vi voglio bene di don Tonino – ci aiuta a comprendere l’autore – trova significato in una delle più belle espressioni da lui spesso utilizzate e contenute nella Costituzione Conciliare Gaudium et spes al n. 1: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore». 

Le motivazioni ministeriali di don Tonino nelle varie fasi dei suoi incarichi sia nella diocesi ugentina che in quella di pastore della Chiesa di Molfetta hanno mantenuto le medesime fondamenta che hanno da sempre configurato la sua fede: coltivare la preghiera, meditare la Parola, adorare Gesù eucarestia. Prendiamo atto che gli anni del ministero episcopale hanno oscurato il periodo sacerdotale, ma quegli aspetti che hanno reso il vescovo Bello conosciuto in campo nazionale e oltre, ciò per cui è stato amato nella Diocesi a lui affidata, erano già presenti nel ministero svolto nell’estremo lembo d’Italia, in quel Capo di Leuca, durante il suo lungo ministero sacerdotale come professore e vice-rettore presso il Seminario vescovile, come parroco a Ugento e Tricase, nei vari incarichi pastorali.

La presidenza del Pax Christi

Cade in grave errore chi sostiene che l’episcopato, in particolar modo la presidenza di Pax Christi, abbia segnato una svolta ministeriale in don Tonino, una conversione verso le tematiche sociali, in particolar modo quella della pace e della non violenza. A tal proposito Angiuli nell’Introduzione del libro è perentorio nel sostenere il fatto che non vi è nessuna discontinuità di pensiero tra il don Tonino sacerdote e vescovo, e che pensare il contrario significherebbe mistificare la realtà.

Quest’ultimo durante il suo percorso di studio ha consolidato un ottimo utilizzo del metodo deduttivo tramite la sua formazione filosofica e teologica, così come una padronanza del metodo induttivo nel confrontarsi e padroneggiare le scienze moderne: sociologia, psicologia, diritto del lavoro, legislazione sociale, all’interno delle quali venne introdotto durante gli anni seminariali a Bologna presso l’ONARMO.

La cultura sessantottina

Accanto a coloro che sostengono una discontinuità ministeriale di don Tonino, vi sono quelli che manifestano una certa antipatia nei confronti del suo ministero, sostenendo come quest’ultimo sia il prodotto di quella cultura sessantottina che ha avuto i suoi risvolti più nefasti all’interno degli anni ’70 del secolo scorso. A costoro risponde il decreto che sancisce la Venerabilità di don Tonino, definendolo come un ottimo interprete delle istanze conciliari. 

L’aspetto, forse il più deleterio, è rappresentato da coloro che del ministero di mons. Bello prendono in considerazione e ne propagano solo i temi sociali (pace, giustizia e salvaguardia del creato), dandone una lettura ideologica. 

Costoro affrontano i temi sociali senza tener conto di quelli etici (divorzio, aborto, eutanasia), quest’ultimi aspetti non possono essere separati dai primi ed è chiaro come don Tonino gli abbia mantenuti sempre insieme. Proseguire su questa linea – sostiene Angiuli – significa trovarsi dinanzi a un Giano Bifronte dove diviene molto difficile cogliere, per esempio, la profondità teologica di alcune immagini eloquenti che don Tonino ci ha lasciato come quella della Convivialità delle differenze e della Chiesa del grembiule. 

Le radici nel basso Salento

Ciò che mons. Bello esprime nel periodo molfettese, affonda le sue radici nel basso Salento e nella formazione bolognese. Nello specifico va considerata l’impronta ministeriale di mons. Ruotolo, il vescovo di Ugento che ha ordinato presbitero don Tonino e con cui quest’ultimo ha molto collaborato: l’amore all’eucarestia, la devozione mariana, l’impegno ad attuare gli orientamenti pastorali scaturiti dal Concilio Vaticano II, la programmazione per gli itinerari di formazione per i laici, l’attenzione alle problematiche sociali presenti in questa parte del Salento. 

Un particolare merito del libro lo si riscontra nel III Capitolo Scritti vari. 

In questa sezione si trovano, come già detto, degli scritti inediti di don Tonino, i quali pur non avendo lo stesso spessore o valore di quelli pubblicati da lui stesso, hanno il merito di contenere quelle tematiche che rappresentano la continuità ministeriale che Angiuli, a ragione, evidenzia.

Quest’opera è imprescindibile per chi ha un serio interesse a conoscere la sensibilità e le radici in grado di nutrire il ministero pastorale di don Tonino dal punto di vista teologico e sociale. 

Il grande merito di Angiuli consiste nell’averci consegnato un testo che in continuità con le altre sue pubblicazioni su mons. 

Bello, ci dona una chiarezza, una verità, che non può essere tralasciata e non considerata, un atteggiamento contrario significherebbe alterare il suo pensiero, oscurare aspetti essenziali e sostanziali della sua santità.

Il vescovo Angiuli in mezzo ai bambini

 

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