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Attualità

Gli alunni e le famiglie al centro del progetto educativo

Marco Maggi coinvolge ed entusiasma i ragazzi della scuola media di Miggiano e Montensano. Le reazioni dei ragazzi dopo l’incontro

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Una bellissima per gli alunni della scuola secondaria di I grado di Miggiano e Montesano, del comprensivo Tricase – Via Apulia  e del comprensivo G. Pascoli, sempre di Tricase, partecipando ai rispettivi incontri con lo scrittore Marco Maggi.


Maggi è docente universitario, consulente educativo e formatore del metodo Gordon per docenti, genitori e operatori socio-sanitari. Da circa 37 anni realizza attività formative per studenti e di promozione nelle scuole di ogni ordine e grado.


È coordinatore di progetti di prevenzione per Enti pubblici ed agenzie educative, nonché autore di numerose pubblicazioni della rinomata Casa Editrice Franco Angeli sul tema del disagio giovanile, è autore di manuali operativi sul bullismo e l’affettività e la sessualità.


In particolare gli argomenti dell’incontro tenutosi presso scuola media di Miggiano e Montesano riguardavano l’Educazione Emozionale in famiglia e lo sviluppo delle competenze emotive a scuola, temi sviluppati dallo scrittore nella sua ultima pubblicazione dal titolo proprio “L’Educazione Emozionale” (F. Angeli Editore).


La responsabile di plesso, prof.ssa Grazia Verardo,  condividendo le finalità di questa iniziativa nel suo discorso introduttivo ha riferito che “parlare di educazione in riferimento alle Emozioni sia quanto mai attuale e indispensabile soprattutto oggi, poiché viviamo in una società complessa, fluida, in continua evoluzione, in un mondo in cui Internet e l’intelligenza artificiale pare risolvano tutti i nostri problemi e rispondano a tutti i nostri quesiti, facendoci perdere a volte il controllo di noi stessi e tenendoci isolati dal resto del mondo.  Siamo consapevoli dei pericoli della Rete, e per questo diciamo spesso  ai nostri  ragazzi che non dobbiamo rinunciare alla vita reale, a quella vita che va vissuta per strada, a scuola, a casa, con gli amici, facendo esperienze significative con e per gli altri e soprattutto non dobbiamo dimenticare che siamo persone, che viviamo di emozioni, di relazioni  con i nostri simili. Sarebbe auspicabile,  quindi, perché non si perda la cognizione di quello che siamo, di avviare in modo sistematico, anche nella nostra scuola, percorsi didattici rivolti all’alfabetizzazione emozionale che diano agli alunni la capacità di riconoscere le emozioni, di gestirle consapevolmente e di controllarle».


La conduzione dell’incontro da parte di Maggi è stata magistrale, ha saputo catturare l’attenzione e l’interesse di tutti i partecipanti coinvolgendoli, a volte in modo spettacolare, nella trattazione di temi così delicati quali le situazioni di disagio, di fragilità emotiva e relazionale degli alunni.

«Straordinaria, bellissima, fuori dal comune…» è stata definita l’esperienza vissuta: tutti i ragazzi, unanimemente, hanno espresso grandi apprezzamenti nei confronti di Maggi per i suoi preziosi consigli relativi alla sfera emozionale e per aver conquistato la loro mente e anche  il loro cuore.


Le testimonianze più significative di alcuni di loro che nella semplicità espositiva e nell’immediatezza emotiva esprimono la loro personale gratitudine nei confronti dello scrittore e per la bella iniziativa.


A.D.: «È un professore straordinario… alquanto stravagante, con lui abbiamo riso e scherzato… ci ha aperto il suo cuore parlando del suo vissuto…; parlava con il cuore e sapeva suscitare in noi molte emozioni e per quanto ho notato anche lui pareva felice di stare con noi. Ho adorato questo incontro soprattutto per il motivo per cui è stato organizzato: educare noi ragazzi a gestire le emozioni…».


F.B.: «Esperienza unica… Non so nemmeno come descrivere lo stupore e il divertimento provato sentendolo parlare, proprio perché non è stato come gli altri suoi predecessori, la sua non era la solita monotona esposizione. È stato talmente bravo parlando di emozioni che ci ha fatto sentire a nostro agio. Non eravamo preoccupati per il fatto che fosse uno scrittore molto importante perché pensavamo di stare con un nostro amico “stretto”, come uno che conosci da molto tempo e a cui puoi confidare tutti i tuoi segreti. Un’esperienza che sarà impossibile dimenticare».



 


Attualità

Ruffano, Città della Domenica improvvisamente off limits: cosa sta succedendo

Malcontento in paese per i cancelli chiusi: ne restano fuori (anche) decine di ragazzi e sportivi. Dopo ore di tensione, giungono i primi chiarimenti

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di Lorenzo Zito

Ventiquattrore di trambusto a Ruffano attorno alla Città della Domenica per un caso che, auspichiamo, potrebbe sgonfiarsi appena poco dopo esser nato.

È iniziato tutto al principio di questa settimana, quando i cancelli di questo splendido luogo, immerso nel verde e collocato su una delle colline del paese, sono stati improvvisamente chiusi, impedendo l’accesso al pubblico.

La Città della Domenica è uno spazio della Diocesi, divenuto negli anni un luogo simbolo per la comunità ruffanese (ne parliamo nell’intervista a Don Nino Santoro in occasione dei suoi 40 anni di sacerdozio, che potete leggere cliccando qui). Un posto che oggi, oltre ad una chiesa ed all’antica masseria Mariglia, accoglie i campi da tennis ed il campo da padel dove quotidianamente dozzine di persone (soprattutto ragazzi) praticano attività sportiva.

Come dicevamo, a turbare gli animi ad inizio settimana una improvvisa chiusura dei cancelli, accompagnata dall’assenza di spiegazioni.

Silenzio che ha fatto subito serpeggiare in paese il disappunto palesatosi, in un batter d’occhio, anche sui social. Più d’uno i post di protesta pubblicati da privati cittadini tra lunedì e martedì mattina (alcuni dei quali presto improvvisamente “scomparsi”), accomunati dagli interrogativi e dalle perplessità.

Sui cancelli chiusi è anche spuntato un cartello (nella foto in evidenza) con cui qualche genitore ha voluto esternare tutta la sua rabbia. “Lasciate che i bambini vengano a me, anzi no andate a giocare altrove”, recitava il foglio, con provocatorio riferimento alle sacre scritture.

Il mal di pancia deriva da un dato incontrovertibile: presso la Città della Domenica, in questi anni, si è distinto l’operato del Circolo Tennis di Ruffano. Una realtà che ha ridato vita a quei campi che erano stati col tempo abbandonati, ricreando un luogo divenuto per tante persone un punto di partenza per la pratica e la passione sportiva.

Ben 70 ragazzi frequentano tutte le settimane la scuola di tennis che è stata aperta ormai 5 anni fa, grazie ad un percorso esplicitamente (ed in maniera condivisa) intrapreso senza fini di lucro.

A tramutarsi in delusione, quindi, è stata l’indeterminatezza improvvisamente rimbalzata in decine di famiglie circa la sorte della scuola e dei campi da essa utilizzati: “Dove andranno ora i nostri bambini?” è la domanda che tutti si sono posti.

A tutto ciò si aggiunga che questo episodio sorge in un momento storico delicato per la comunità di Ruffano, già scossa in queste settimane dall’inchiesta che ha interessato il primo cittadino (recentemente dimessosi) Antonio Cavallo. Un contesto, questo, che non ha fatto che accentuare le ricadute d’animo ed accrescere i punti interrogativi. I tanti occhi puntati in questo momento su Ruffano hanno avuto un ruolo anche in questa circostanza?

Le rassicurazioni del parroco

L’orizzonte sembra però fortunatamente in queste ore schiarirsi. Ieri sera si è tenuto un incontro tra le parti in cui il parroco, don Nino Santoro, ha fornito dei primi chiarimenti.

Raggiunto questa mattina dalla nostra Redazione, don Nino ha confermato quanto trapelato in queste ore: “La chiusura è legata a questioni di natura esclusivamente tecnica che riguardano la struttura. Aspetti che andranno risolti prima di poter riprendere l’attività sportiva“.

Anche i tempi per una risoluzione, quindi, sono da definirsi tecnici, e pertanto lo stesso parroco ammette di non poter fare previsioni. Ma rassicura: “Come ho fatto sin qui in questi 43 anni a Ruffano, molte volte anche a mie spese, farò di tutto affinché, con la divina provvidenza, questa questione possa dirimersi“.

È atteso ora, a stretto giro, un nuovo incontro, stavolta presso la Diocesi. L’intento, insomma, sarebbe comune: restituire quanto prima alla comunità questo prezioso luogo. Saranno i fatti a restituirci non solo l’effettiva bontà delle intenzioni, ma anche la portata della vicenda.

Intanto le spiegazioni fornite danno quantomeno risposta (formale) ai sospetti più sibillini di qualcuno: dietro alla chiusura, non vi sono ragioni politiche, né dissidi.

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Il sindaco sul porto di Leuca: “Minoranza vuole intorpidire le acque”

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Il primo cittadino di Castrignano del Capo Franco Petracca interviene sulla questione porto di Leuca, sollevata dai consiglieri di minoranza con un esposto a Procura della Repubblica, Corte dei Conti e Prefettura (leggi qui).

Le parole del sindaco: “I Consiglieri firmatari pensano di intorpidire delle acque che, mai come in questo periodo, sono state così limpide e trasparenti nel Porto di Leuca.

Non c’è stato nessun cambiamento né contraddizione nell’azione amministrativa di questo Sindaco sempre volta a consentire al Comune di Castrignano del Capo di divenire unico azionista della Porto Turistico Marina di Leuca S.p.A.

La modalità tecnico-giuridica ed economica con cui ciò possa avvenire – e che i consiglieri firmatari evidentemente ignorano dal momento che non ne fanno cenno se non in termini di mero “desiderata”- è al vaglio dei professionisti incaricati dall’Ente, che si stanno occupando anche della valutazione della partecipazione azionaria della Igeco Costruzioni S.p.A. in fallimento.

E’ questo il lavoro che ci sta impegnando e a cui tutti, all’unisono, dovremmo tendere, non certamente insinuando dubbi o interrogativi che hanno in questo momento il sapore della mera strumentalizzazione politica volta a distrarre o, peggio ancora, allontanare il perseguimento di un risultato storico per lo sviluppo della nostra comunità e del nostro territorio: il completamento del porto ed una nuova gestione chiamata a rispondere esclusivamente ad esigenze ed obiettivi di pubblico interesse.

A valle di esposti, manifesti e note congiunte alla ricerca di like mi sia consentito osservare che, a meno che non si abbia qualcosa di interessante da dire, in momenti come questi il silenzio è d’oro”.

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Attualità

RSA Capece, assistenza qualificata e cure amorevoli

Per una terza età di qualità. Saper scegliere la struttura giusta non è mai facile. A Nociglia garantito uno stile di vita attivo per pazienti con malattie neurodegenerative

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COME E QUANDO SCEGLIERE

Uno dei momenti più delicati e difficili per una famiglia è quando si deve scegliere e saper gestire l’ingresso di un anziano all’interno di una residenza sanitaria assistenziale.

Il timore è che il proprio caro non riesca ad ambientarsi nella nuova situazione e che possa soffrire il cambio di abitudini di vita e la lontananza dai propri familiari.

Offrire adeguati comfort e un clima attento all’assistenza sanitaria, al supporto psicologico della persona, saper scegliere la struttura giusta in un momento così difficile, è fondamentale per continuare a garantire all’anziano un buono standard di qualità della vita.

Nel Salento, a Nociglia, c’è una struttura in cui si è sicuri di poter fare affidamento su cure amorevoli e su un’assistenza medico-sanitaria trasparente e qualificata: è la residenza sanitaria assistenziale Casa per Anziani Capece: la struttura, diretta dall’amministratore unico Luana Pataleo, ha una capienza di 41 posti letto, con servizio mensa e personale altamente qualificato, composto da infermieri, operatori socio-sanitari, assistente sociale, psicologo, fisioterapista e responsabile sanitario.

Tutto lo staff sanitario collabora con i medici di base in sinergia e con le competenze della rispettiva professione, garantendo cura, sostegno e sollievo per la persona anziana ricoverata.

I SERVIZI DELLA RSA

I servizi della RSA sono destinati a persone con varie condizioni psicofisiche, che possono variare nel tempo con l’avanzare dell’età, in quanto effetto del progredire di malattie neuro-degenerative, come Alzheimer, Parkinson, malattie neurologiche, deficit intellettivo, disturbi a livello motorio, diabete e altre tipologie di patologie.

Ciascun ospite ha una propria cartella sanitaria, sulla quale sono riportate le visite cliniche, i controlli periodici di varia natura, il piano terapeutico individuale, l’anamnesi clinica e il decorso dello stato di salute della persona. Inoltre, per ognuno di essi è redatta anche una cartella psicologica, sociale e di riabilitazione, nella quale vengono inseriti gli aspetti specifici dedicati a ciascuna competenza. Per esempio, al suo interno sono riportati i colloqui svolti dal personale di cura per conoscere la persona, comprenderla e aiutarla ad affrontare la situazione o avvenimenti che possono incidere sulla sua vita.

Come spiega la dottoressa Pataleo: «Ogni giorno la struttura garantisce condizioni favorevoli per rendere l’ambiente di vita accogliente, in modo da garantire all’anziano un vissuto positivo a medio e lungo termine, grazie a un’assistenza sanitaria e sociale ottimali, la nostra attenzione è rivolta al nostro ospite attraverso progetti individuali volti a garantire una migliore qualità della vita, nonostante la lontananza dal proprio contesto abitativo e familiare. Obiettivo fondamentale è cercare di assicurare all’anziano uno stile di vita attivo, in base anche alle sue capacità residue, in modo da potenziare l’autonomia e l’autostima».

UNA SECONDA CASA SICURA PER GLI OSPITI

Gli ospiti della Rsa Cpaf, di Nociglia, si devono sentire sicuri e supportati, in modo che mantengano un ruolo sociale e raggiungano obiettivi di sviluppo: a tal fine, la struttura ha elaborato una serie di progetti di animazione personalizzati, attraverso i quali operare sulla complessità della persona anziana, sul suo rapporto con gli altri utenti e con l’ambiente che lo circonda.

Pilastri fondanti della forma di animazione adottata dalla struttura sono lo scambio e l’interazione tra anziano e mondo circostante.

GLI OBIETTIVI DEL PROGETTO E I LABORATORI

– Aumentare gli stimoli per favorire l’autonomia;

– Promuovere occasioni di svago e socializzazione;

– recuperare le capacità residue;

– migliorare la percezione che gli anziani hanno della soddisfazione dei propri bisogni;

– Fortificare le risorse presenti;

– Garantire la stimolazione cognitiva e migliorare l’autostima e la partecipazione di sé stessi come valore.

Ciascun laboratorio consta di incontri di lettura e comprensione del testo, di cruciverba, di giochi di parole, quiz, di giochi di tavolo carte e tombola.

Inoltre, grande apprezzamento riscuote il laboratorio di musica, in quanto rappresenta un’attività sociale che facilita la comunicazione e l’integrazione tra il gruppo: gli anziani hanno così la possibilità di allacciare legami significativi e, inoltre, la musica costituisce uno strumento importante per chi soffre della malattia di Alzheimer.

E poi, il laboratorio pittorico-fotografico e quello di orto terapia, che svolge il prezioso compito di contrasto del disturbo depressivo.

Inoltre, all’interno della struttura si celebra periodicamente la Santa Messa e gli ospiti possono ricevere la comunione.

I laboratori svolgono una funzione aggregante e di stimolo: questo è dimostrato dal fatto che, con la partecipazione alla creazione del presepe, per due volte si sono aggiudicati il secondo posto.

Ora, stiamo lavorando per la Pasqua.

Al fine di garantire un clima sicuro sotto il profilo sanitario, i familiari e i parenti possono accedere alla struttura e visitare il proprio caro sempre muniti di mascherina.

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