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La Cresima nell’era dei Social

Intervista esclusiva ai Vescovi di Nardò-Gallipoli, Mons. Fernando Filograna e di Ugento-Leuca, Mons. Vito Angiuli. Mons. Donato Negro ha invece declinato l’Invito

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Il numero dei cresimandi è quasi sempre inferiore a quello di chi fa la Prima Comunione. La Cresima è considerata da molti un sacramento “minore”, che non si deve necessariamente fare in continuità con la Prima Comunione e può essere rimandata, magari fino al matrimonio (per il quale è indispensabile). È una tendenza anche alle nostre latitudini?


Mons. Filograna: “Dai dati statistici della Diocesi non emerge molto la differenza tra il numero dei cresimandi e il numero dei bambini che ricevono per la prima volta la Comunione. Se i dati vengono confrontati con quelli degli anni precedenti, allora emerge una diminuzione dei battesimi, delle prime comunioni e delle cresime, conseguenza della denatalità. Ci sono come sempre quei nostri fratelli che non si sono accostati al sacramento della confermazione negli anni della preadolescenza per diversi motivi e si accostano ora da giovani o da adulti, non sempre per accedere al sacramento del matrimonio, ma per maturazione della scelta. Penso a tanti giovani e adulti che riscoprono la fede accostandosi a gruppi, associazioni, movimenti e confraternite. Lo Spirito Santo soffia e da nuovo slancio alla vita cristiana”. 


Mons. Angiuli: “Eccetto qualche sporadico caso, il percorso catechistico dei ragazzi e degli adolescenti, che va dalla scuola elementare fino alla terza media, si conclude regolarmente con la Cresima. Nell’esperienza delle comunità parrocchiali della nostra Diocesi c’è una continuità nel cammino catechistico dei ragazzi. La frequenza al catechismo dopo la Comunione e fino alla Cresima è costante. Sono rarissimi i casi di coloro che chiedono di posticipare la celebrazione della Cresima per ragioni familiari, soprattutto per motivi legati all’emigrazione dei genitori o dei padrini”.


Papa Francesco ha detto che “è importante avere cura che i nostri bambini, i nostri ragazzi, ricevano il Sacramento della Cresima. Tutti noi abbiamo cura che siano battezzati e questo è buono, ma forse non abbiamo tanta cura che ricevano la Cresima. In questo modo resteranno a metà cammino e non riceveranno lo Spirito Santo, che è tanto importante nella vita cristiana, perché ci dà la forza per andare avanti”. Ma i cresimandi e le loro famiglie hanno la contezza del vero significato di questo Sacramento?


Mons. Filograna: “Nelle nostre parrocchie i ragazzi frequentano la comunità e il rispettivo percorso dell’iniziazione cristiana senza grandi difficoltà. La cresima è ancora ritenuta una tappa importante  della vita. Se da una parte le famiglie sono coinvolte in questo percorso di crescita, dall’altra la frammentarietà della vita, delle volte, spinge verso la dispersione dell’impegno formativo. Gli sforzi che la comunità compie per la cura dei ragazzi spesso sono vanificati dal modo di vivere contemporaneo. Alle prese con le tante difficoltà del nostro tempo ci si preoccupa dei risultati scolastici, del benessere fisico, dello sviluppo dei talenti dei figli e si rischia di non essere attenti alla crescita spirituale e morale. Ma occorre riconoscere 


Mons. Vito Angiuli. Vescovo della Diocesi di Ugento


che dove le parrocchie sono attrezzate per un cammino di iniziazione cristiana con il coinvolgimento delle famiglie, i risultati sono diversi, positivi, e questo sarà il lavoro pastorale dei prossimi anni: accompagnare i genitori a riscoprire la fede ed essere i primi catechisti dei propri figli.  In fondo è la missione che il Signore ha affidato agli sposi nel momento in cui hanno celebrato il sacramento del matrimonio”.


Mons. Angiuli: “Da diverso tempo i parroci propongono itinerari di formazione per i genitori nel tempo della catechesi dei propri figli. Soprattutto nel corso della preparazione alla Cresima i genitori vengono accompagnati con una serie di incontri, anche con esperti, per riscoprire la bellezza del Sacramento che i propri figli stanno per ricevere. Il frutto di questo sforzo si vede chiaramente nel corso del tempo, in quanto emerge sempre più una maggiore consapevolezza nelle motivazioni di fede dei genitori che va sostituendo quella diffusa mentalità tradizionale di tipo sociologico. I catechisti aiutati e sostenuti dai parroci e dai sacerdoti non desistono  dall’affrontare queste sfide, testimoniando per primi la loro fede cristiana incarnata nella vita e sollecitando i genitori e le famiglie ad un maggiore impegno educativo.


Naturalmente è importante offrire ai cresimandi una buona preparazione e aiutare loro a comprendere il vero significato del Sacramento. Quanto è importante il catechismo e quanto può essere di supporto la famiglia?


 Mons. Filograna: “Non essendo più la nostra una società propriamente cristiana, le comunità parrocchiali, progressivamente, stanno avviando una conversione pastorale, non preoccupandosi solo di accompagnare i ragazzi al sacramento della comunione o della cresima, ma più integralmente sentendosi parte della vita, percorrendo una strada in cui i sacramenti non sono delle mete ma dei segni meravigliosi della presenza di Gesù che cammina accanto a ciascuno. Allora è tutta la comunità che si mette in gioco: innanzitutto è il Consiglio Pastorale Parrocchiale che studia, riflette, fa discernimento e struttura i vari cammini di fede; nei cammini di fede diversi sono i soggetti protagonisti, diverse le metodologie, e i percorsi devono necessariamente tener presente della crescita individuale, pertanto non si celebreranno più i sacramenti rispettando l’età del ragazzo, perché frequenta quella determinata classe scolastica …, ma perché ha raggiunta una certa consapevolezza, una maturità personale spirituale, perché c’è il coinvolgimento della famiglia. Non dimentichiamo mai che nella vita di fede non è la persona che va verso Dio, bensì Dio che si accosta alla persona, la chiama, le fa fare esperienza di redenzione, di verità, di libertà. Non possiamo continuare a guardare la catechesi come fosse una scuola in cui dover conseguire titoli”. 


Mons. Angiuli: “Non manca da parte della parrocchia una accurata e appropriata preparazione che intende motivare i ragazzi e renderli consapevoli che il cammino di iniziazione cristiana rappresenta il primo e fondamentale incontro del credente con la Chiesa e introduce nella relazione con Cristo e con la sua Pasqua. Certo, è urgente qualificare sempre più l’atto catechistico, coniugando ascolto della parola, celebrazione e carità, utilizzando linguaggi e metodi nuovi. La maggior parte delle famiglie risponde bene alle proposte di catechesi e molti sono vicini ai catechisti e ai parroci. Rimane il fatto che per molti l’importante è ricevere la Cresima come completamento dell’itinerario di iniziazione cristiana. Ma sono in aumento i genitori che chiedono alle parrocchie di avere dei percorsi di formazione degli adolescenti per il periodo dopo la Cresima. In diverse parrocchie ci sono proposte educative per i giovanissimi e i giovani legate all’Oratorio o all’associazionismo cattolico!”.


Cresimarsi vuol dire accogliere lo Spirito Santo. Ancora il Santo Padre ha utilizzato parole meravigliose dicendo che con il Sacramento “Cristo stesso si rende presente in noi e prende forma nella nostra vita; attraverso di noi, sarà Lui lo stesso Cristo a pregare, a perdonare, a infondere speranza e consolazione, a servire i fratelli, a farsi vicino ai bisognosi e agli ultimi, a creare comunione, a seminare pace”. In pratica senza Cresima non si è davvero cristiani?


Moms. Filograna: “Si è cristiani in virtù del Battesimo, ma ricevendolo da bambini è necessario riscoprirlo col tempo e renderlo significativo nella vita, cioè conformare la vita a Cristo, scegliere Gesù come Modello, Maestro, Amico…, conoscerlo, amarlo, imitarlo, testimoniarlo con la stessa vita. Il Papa in fondo traduce il Vangelo in atteggiamenti che per noi cristiani dovrebbero essere naturali.Con il sacramento della Confermazione si riceve il dono dello Spirito che vivifica il Battesimo, coi suoi doni e aiuta l’uomo a vivere da figlio di Dio, testimone del Vangelo, in cammino verso la felicità, la santità”. 


Mons. Angiuli: “Condivido quanto il Santo Padre ha affermato. Con la Cresima, si riceve un marcia in più nel cammino difficile e impegnativo della vita. Corrispondendo alla grazia vivificante e corroborante dello Spirito, si può vivere in Cristo una vita pienamente felice, autenticamente umana e sorprendentemente contagiosa e significativa per gli altri. Si diventa cristiani con il Battesimo. La Cresima porta a compimento l’essere cristiani, cioè testimoni di Gesù Risorto, grazie all’opera di santificazione dello Spirito Santo. Queste motivazioni di fede, anche se radicate nel popolo cristiano, sono messe in crisi dalla cultura di oggi fortemente materialistica e consumistica per cui c’è bisogno di una continua opera di evangelizzazione e di catechesi”.


Si è spesso detto che i nostri ragazzi aspettino la cresima più per avere l’Iphone all’ultimo grido o altri regali. È davvero così?

Mons. Filograna: “Che alla Cresima si alleghi il regalo, è una consuetudine che col tempo ha preso il sopravvento. Ai giorni d’oggi ci sono diverse occasioni per acquistare o regalare oggetti come smartphone, tablet… Ridurre il sacramento al solo regalo è sminuire la portata del dono che si riceve con l’unzione del crisma. L’ideale sarebbe riuscire a tornare, in generale, a saper fare festa con le cose semplici e in ogni caso il dono non dovrebbe mai distoglierci dall’evento di grazia e consolazione che si vive”.


Mons. Angiuli: “Non per tutti è così. Nella maggioranza dei casi si scelgono i padrini nell’ambito familiare:

fratelli, sorelle, zii. Lodevole è la scelta di figure significative dal punto di vista educativo, come per esempio il proprio catechista.
In questi ultimi anni, sia per una maggiore opera evangelizzatrice sia per la congiuntura della crisi economica, c’è una maggiore semplicità ed essenzialità anche nella scelta dei padrini e dei relativi regali”.


Al centro Mons. Fernando Filograna. Vescovo della diocesi di Nardò


 


Infine ancora Papa Francesco che è stato chiaro: “Via i mercanti dal Tempio: penso allo scandalo che possiamo fare alla gente con il nostro atteggiamento, con le nostre abitudini non sacerdotali. Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è la lista dei prezzi per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la messa? E il popolo si scandalizza…”. Nella sua Diocesi qual è la prassi?


Mons. Filograna: “I sacramenti sono doni gratuiti che scaturiscono dal grande amore che Dio ha per tutti gli uomini. Attraverso l’azione di grazia dei sacramenti, Dio incontra l’uomo per salvarlo e condurlo a una vita santa come la sua. “Pagare” o “farsi pagare” un sacramento è peccato. Diverso è il fatto che i fedeli, liberamente e se sono nella possibilità, contribuiscano con delle elemosine, delle offerte, al sostentamento dei presbiteri e delle parrocchie, le quali non sono certo esenti da spese, anche ingenti, ordinarie (luce, acqua, gas, assicurazioni, manutenzione…) e straordinarie. Allora contribuire economicamente in occasione dei sacramenti non è mercimonio, ma collaborare attivamente alla vita della comunità. Ma prima di tutto è necessario riscoprire uno sguardo “apprezzativo” sull’operato dei pastori e delle 


 


Mons. Vito Angiuli.


 


comunità parrocchiali. E’  necessario valorizzare il tanto lavoro che si compie a favore dell’uomo, nelle periferie esistenziali della solitudine e della povertà. E’ necessario sostenere moralmente tutto il bene che la Chiesa costruisce nella società. Tutto questo senza chiudere gli occhi dinanzi al male, purtroppo diffuso e che, delle volte, intacca anche spazi di bene”.  


Mons. Angiuli: “Non mi risulta che nelle parrocchie della Diocesi ci siano dei “prezzari” per quanto riguarda la celebrazione dei Sacramenti. Ci sono delle indicazioni che vengono dalla Conferenza Episcopale Pugliese per ciò che riguarda il contributo da lasciare in parrocchia in occasione della celebrazione dei matrimoni e dei funerali. Mi risulta, invece, e ho sempre incoraggiato in tal senso, che molti parroci educano i fedeli alla corresponsabilità anche economica della propria parrocchia. Invitare i fedeli a lasciare una libera offerta è segno di attenzione, di partecipazione e di gratitudine. Le nostre parrocchie sono povere e non hanno mezzi propri di sussistenza, quello che riescono a fare dipende in gran parte dalle offerte del popolo. Grazie a Dio ho constatato la grande generosità del nostro popolo. La gestione economica è comunque affidata ad un Consiglio parrocchiale per gli Affari economici anche per provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei locali e delle strutture parrocchiali”.


 


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Il grande rugby tra i “Messapi”

Le ragazze della compagine giovanile di Alessano, che gioca e si allena a Tricase, hanno accolto due colonne della Benetton Treviso, tra allenamenti e formazione

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Un mese speciale quello di ottobre per il Messapi Rugby Club, la compagine sportiva giovanile che, sotto la guida del presidente Dario Taras, coltiva tutta la bellezza del rugby giovanile tra Alessano, sede del Club, e Tricase, dove scende in campo sul terreno del “San Vito”.

Le ragazze del Messapi Rugby Club hanno accolto degli ospiti straordinari. Due colonne della Benetton Rugby Treviso, ex giocatori anche della Nazionale Azzurra: Giovanni Grespan e Gianni Zanon. Con loro tre giorni di sport, convivialità, formazione e festa.

Assieme al coach dei Messapi, l’ex All Black Craig Green, si sono tenuti gli allenamenti in presenza degli ospiti, una riunione tecnica ed un importante incontro presso il Liceo Comi di Tricase, a beneficio degli studenti. Una mattinata dal titolo “Il Rugby incontra la scuola”, i cui temi sono stati: modus operandi dei grandi club; gestione del settore giovanile; performance sportiva del piccolo club.

Un altro mattone è stato posto dal nostro gruppo, per la costruzione del nostro progetto”, hanno dichiarato dal Club commentando l’incontro con i circa 120 ragazzi dell’indirizzo sportivo del Comi. “Interventi esaustivi dei relatori e domande davvero interessanti, accompagnate anche da testimonianze commoventi da parte dei ragazzi”. Per l’occasione, l’Associazione Inner Wheel “Tricase – S. Maria di Leuca”, nelle persone della vicepresidente Coluccia Musio Annarita e dell’addetta stampa Nesca Rosa, già docenti presso lo stesso Istituto, hanno donato dei voucher sportivi gratuiti ad alcuni studenti per unirsi al Club. Un’occasione in più per avvicinarsi ad uno sport, il rugby, da sempre portavoce di grandi valori.

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Carabinieri e giovani per la salvaguardia del Creato… Nel nome di Don Tonino Bello

Ogni scelta quotidiana ha un impatto sull’ecosistema; ognuno di noi deve diventare un custode attivo della bellezza e della biodiversità che ci circonda

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In un momento in cui l’attenzione verso le questioni ambientali è più cruciale che mai, l’Arma dei Carabinieri desidera ribadire l’importanza del rispetto delle regole e delle normative esistenti per la salvaguardia del creato.

Questo impegno è fondamentale non solo per garantire la sostenibilità del nostro pianeta, ma anche per preservare il benessere delle future generazioni.

L’evento di ieri mattina, organizzato dalla Fondazione Don Tonino Bello, in collaborazione con il Comando Provinciale Carabinieri di Lecce, il comune di Alessano e le associazioni Libera Puglia e Nomeni per Antonio Montinaro, ha rappresentato un importante momento di riflessione e di mobilitazione per la comunità, in onore del pensiero e dell’eredità di Don Tonino Bello.

La scelta della sua tomba come sede dell’incontro non è stata casuale: un luogo permeato di memoria e spiritualità, simboleggiando il legame tra il passato e le sfide future.

Sul posto anche il Prefetto di Lecce Dottor Natalino Domenico Manno, le autorità civili e militari che con la loro presenza hanno testimoniato l’importanza della collaborazione tra le istituzioni nella tutela dell’ambiente e nella promozione della legalità.

Durante l’incontro, sono stati enfatizzati i valori di solidarietà e responsabilità nei confronti della natura, in linea con gli insegnamenti di Don Tonino, che ha sempre sottolineato l’urgenza di un’azione consapevole per la salvaguardia del creato e quello di un’armonia tra uomo e ambiente.

È fondamentale riconoscere che ogni scelta quotidiana ha un impatto sull’ecosistema e, pertanto, ognuno di noi deve diventare un custode attivo della bellezza e della biodiversità che ci circonda.

Il Comandante Provinciale Carabinieri di Lecce, Colonnello Donato D’Amato, ha sottolineato l’importanza di un impegno collettivo per proteggere l’ambiente, esortando i presenti a riflettere su come le proprie azioni possano contribuire a creare un mondo migliore: «L’importanza delle scelte personali nella vita quotidiana sono intimamente connesse con la priorità data ai valori e agli ideali di riferimento».

Nel ricordare l’impegno dell’Arma, attraverso i Carabinieri Forestali e i Carabinieri della tutela ambientale, il Colonnello D’Amato ha invitato i giovani e tutti i presenti a fare scelte audaci e coraggiose nel segnalare i reati ambientali, che sono spesso il “mezzo” attraverso cui le organizzazioni criminali ottengono guadagni illeciti, non il “fine”.

Un momento particolarmente emozionante è stato l’ascolto della registrazione originale di un intervento di Don Tonino, tenutosi a Verona nel 1989 durante una manifestazione organizzata dai Beati Costruttori di Pace.

In quell’occasione, Don Tonino parlò di pace, giustizia e della necessità di tutelare il creato, anticipando temi che oggi sono al centro del dibattito mondiale.

Accanto alla voce del Vescovo di Ugento – S.M. di Leuca, mons. Vito Angiuli, hanno risuonato le note del sassofonista di fama internazionale Raffaele Casarano, che con la sua musica ha contribuito a creare un’atmosfera di raccoglimento e riflessione.

Non è mancata, inoltre, la lettura di uno dei testi più potenti di Don Tonino, “La profezia oltre la mafia”, un messaggio pronunciato in occasione del convegno di Cosenza del 1992, nel pieno delle lotte antimafia, che ancora oggi rimane attualissimo nella sua denuncia del male e nella sua speranza in un futuro di riscatto.

L’incontro si è concluso con la messa a dimora di un albero donato dal Comando Provinciale Carabinieri Forestali e della Biodiversità di Lecce e con l’emozionante lettura della Preghiera alla Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei Carabinieri.

I Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce, nella persona del Comandante Colonnello D’Amato, hanno donato al fratello di Don Tonino Bello, un quadro in onore del padre, il Maresciallo dei Carabinieri Reali Tommaso Bello, il quale ha partecipato al primo conflitto mondiale.

Questo appuntamento ha visto la partecipazione di diverse realtà locali, nonché gli studenti dell’IC Storella e dell’IISS Salvemini di Alessano, dell’IISS Don Tonino Bello di Tricase e dell’IC Stomeo Zimbalo di Lecce, che hanno presentato ed esposto i loro progetti sul tema della salvaguardia dell’ambiente, dimostrando un forte impegno e una consapevolezza crescente nelle nuove generazioni.

I ragazzi hanno avuto la possibilità di esprimere le loro idee e progetti creativi, confronto che ha contribuito a rendere l’incontro ancora più significativo e coinvolgente.

L’eredità di Don Tonino Bello continua, quindi, ad ispirare le iniziative in cui si sottolineano il potere della parola e dell’azione collettiva per una società più equa e rispettosa del nostro pianeta.

La manifestazione è stata non solo un tributo al passato, ma anche un invito a tutti a impegnarsi attivamente per un futuro migliore.

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Il rispetto delle regole per la salvaguardia del creato

Incontro questa mattina ad Alessano, presso la tomba di Don Tonino Bello: un momento di riflessione e mobilitazione per la comunità, onorando l’eredità del grande sacerdote e vescovo della pace

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Il rispetto delle regole per la salvaguardia del creato”: è questo il tema di riflessione proposto agli studenti dell’IC Storella e dell’IISS Salvemini di Alessano, dell’IISS Don Tonino Bello di Tricase e dell’IC Stomeo Zimbalo di Lecce.

Alessano proprio in queste ore sta ospitando un evento promosso dalla Fondazione Don Tonino Bello, in collaborazione con il Comando Provinciale Carabinieri di Lecce, il Comune di Alessano e le Associazioni “Libera Puglia” e “NOMENI per Antonio Montinaro”.

Quest’incontro, al cimitero comunale di Alessano, presso la tomba di Don Tonino Bello, rappresenta un momento di riflessione e mobilitazione per la comunità, onorando l’eredità del grande sacerdote e vescovo della pace.

All’evento sono presenti oltre al Vescovo di Ugento – S.M. di Leuca, S.E. Vito Angiuli, anche il Prefetto di Lecce, Natalino Domenico Manno, e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

Un momento particolarmente emozionante durante l’ascolto di un intervento originale di Don Tonino Bello, registrato nel 1989, durante il quale illustrò importanti concetti di pace, giustizia e tutela del creato.

La musica di Raffaele Casarano, sassofonista di fama internazionale, contribuisce a creare un’atmosfera di raccoglimento.

Prevista anche la lettura di uno dei testi più potenti di Don Tonino, “La profezia oltre la mafia, ispirando un messaggio di speranza nelle battaglie contro l’ingiustizia.

La giornata culmina con la piantumazione di un albero, simbolo concreto dell’impegno per l’ambiente, donato dal Comando Provinciale Carabinieri Forestali e della Biodiversità di Lecce e con la benedizione del Vescovo.

La giornata vede anche il ricordo da parte del Colonnello D’Amato e dei familiari di Don Tonino, che saranno presenti alla manifestazione, di Tommaso Bello, padre di Don Tonino, Maresciallo dei Carabinieri, scomparso nel 1942 all’età di 58 anni.

L’eredità di Don Tonino Bello continua a ispirare iniziative dedicate all’azione collettiva e alla giustizia sociale.

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