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Attualità

La verità che la Magistratura non può accertare

Per il secondo appuntamento della Rassegna “Cittadinanza ReAttiva”, Tricase ha ospitato il giornalista Giovanni Fasanella e del Generale dei Carabinieri Mario Mori

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Una Lunga Trattativa. Stato-Mafia: dall’Italia Unita alla Seconda Repubblica. La verità che la Magistratura non può accertare”, ed. Chiarelettere 2014.


copertina libroL’evento ha visto la partecipazione del giornalista Giovanni Fasanella e del Generale dei Carabinieri Mario Mori ed ex Direttore del SISDE. Una discreta partecipazione della cittadinanza insieme alla presenza di alcuni nomi importanti tra cui il Sindaco di Tricase Antonio Coppola e l’Assessore alla Cultura Sergio Fracasso hanno scandito l’ottima riuscita dell’iniziativa anche in anguste realtà del sud ed in particolare nei nostri piccoli comuni salentini. Presente in sala anche Antonio De Donno Presidente Regionale Acli Puglia che afferma: “Il Generale Mori rappresenta un’icona della lotta alle organizzazioni terroristiche e mafiose di questo paese. La sua esperienza, nata sotto il comando del generale Dalla Chiesa, ha costituito per l’Arma dei Carabinieri prima, con la nascita del ROS, e per l’Intelligence civile poi, con la rivisitazione del Sisde, uno spartiacque verso un modo moderno ed innovativo di fare Intelligence. Tant’è che a livello internazionale negli anni di gestione Mori si era raggiunta ottima credibilità e grande stima verso gli uomini più rappresentativi. La mia presenza a questo evento ha avuto una duplice veste: di cittadino impegnato nel sociale in virtu’ anche del mio impegno associativo (nella sede delle Acli di Lecce ospitiamo da anni la segreteria provinciale di Libera) e di amico e grande estimatore del generale Mori, che conosco dai tempi di Falcone grazie a mio cugino Giuseppe De Donno, l’allora Capitano dei Carabinieri fautore della prima inchiesta Mafia e Appalti da cui partì tutta l’azione di Giovanni Falcone. Ritengo che sia necessaria una sensibilizzazione della collettività del Basso Salento su queste tematiche al fine di diffondere ulteriormente una cultura della legalità, comunque nel Basso Salento già ben radicata grazie al lavoro di Carabinieri, Finanza e Polizia che hanno reso il Capo di Leuca terreno ostile per le criminalità organizzate. La sensibilizzazione sulla cultura della legalità nelle scuole ritengo sia un capisaldo per arginare in ambiti sempre più ristretti i fenomeni malavitosi, che nelle nostre zone non hanno trovato grande manovalanza  nei periodi di grande occupazione ma che oggi potrebbero attirare giovani generazioni con il miraggio del guadagno facile in un momento storico in cui purtroppo le grandi aziende del TAC hanno lasciato senza lavoro migliaia di salentini”. 


Antonella Marchisella

Antonella Marchisella


Conclude l’intervento la scrittrice Antonella Marchisella responsabile delle relazioni esterne del CISINT Centro Italiano di Strategia e Intelligence: Il tema del libro di Giovanni Fasanella è la cosiddetta ‘’trattativa Stato-mafia’’ che avrebbe avuto luogo tra il 1992 e il 1993 nel passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, quando le istituzioni sarebbero scese a patti con le cosche per indurre i boss ad abbandonare la strategia delle stragi. Avevo già avuto modo di intervistare Fasanella poco tempo fa per la mia rubrica Stay behind del mensile di giornalismo forense Cronaca & Dossier, e in questo evento ho avuto conferma della piacevolezza delle sue narrazioni. La presentazione è durata circa tre ore ed è stata molto coinvolgente, anche per l’illustre presenza del Generale Mori”.

Andrea della Libreria Idrusa di Alessano, che ha condotto la presentazione, ha spiegato qual è il messaggio che si è voluto veicolare: “Abbiamo considerato che su argomenti così delicati, che incidono in maniera pesante sulla qualità della vita e del livello democratico di una nazione, ci sia purtroppo un’informazione spesso lacunosa e talvolta parziale. La considerazione che ci ha spinto a includere un libro di questo genere fra gli “stimoli” a reagire è che è necessario che la cittadinanza coltivi un atteggiamento più critico verso i massimi livelli di governo del Paese, e che questo deve portarci da un lato a moltiplicare le occasioni di informazione, dall’altro a chiedere maggiore trasparenza e maggiore interazione democratica a chi amministra queste dinamiche“.


Quali sono le considerazioni post evento?  “Personalmente sono soddisfatto del livello “qualitativo” della discussione, che è stata caratterizzata dalla profondità della riflessione, dalla compostezza nella rappresentazione delle proprie posizioni e anche delle critiche, rifuggendo dall’atteggiamento da tifoseria da stadio che troppo spesso viene applicato in queste discussioni. Sicuramente ho riscontrato minore partecipazione rispetto a quanta me ne aspettavo, data l’importanza dell’argomento. Da un lato, ha inciso una scarsa attenzione da parte dell’opinione pubblica all’argomento, che da alcuni è percepito come troppo “lontano” dal proprio raggio d’azione e dalle problematiche quotidiane; dall’altro, ho notato esistere un pregiudizio verso la figura del generale Mori, da molti giudicato personaggio “compromesso” e che non avrebbe meritato una platea pubblico. Personalmente sono in disaccordo con questo atteggiamento, perché ritengo che fino a intervenuta condanna, il generale Mori ha diritto non solo ovviamente a difendersi nei vari processi in cui è imputato, ma anche a esporre la propria versione dei fatti di fronte all’opinione pubblica, dato che la stessa opinione pubblica lo sta sottoponendo ad un intenso “processo” mediatico che, talvolta, prescinde anche dalle evidenze processuali. Senza con ciò schierarmi con nessuna delle “fazioni”, dei colpevolisti o degli innocentisti: ritengo semplicemente che ascoltare personaggi che hanno avuto una grande rilevanza per la vita pubblica del nostro Paese sia comunque un’esperienza che possa arricchire il nostro bagaglio di cittadini (re)attivi!“.


 


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Santa Caterina, strada intitolata al Giudice Sodo

L’amministrazione comunale ha deliberato l’intestazione di una strada della marina di Nardò al compianto “Pretore d’assalto”

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L’amministrazione comunale ha deliberato l’intestazione di una strada di Nardò, precisamente nella marina di Santa Caterina, al compianto giudice Angelo Sodo.

L’iniziativa è stata proposta da Carlo de Bartolomeis, diciassettenne, studente del Liceo Scientifico Banzi di Lecce e nipote del giudice Angelo Sodo.

Il giudice Sodo è ricordato per quanto si spese in favore della comunità neretina e non solo, tutelando beni paesaggistici dalle speculazioni edilizie.

Pretore di Nardò per 42 anni, Consigliere di Cassazione, Presidente della Commissione Tributaria di II grado della Puglia, sez. di Lecce e docente universitario presso l’Università di Bari.

Per i tempi furono innovative le sue sentenze, come il sequestro dei volatili al di sopra del Parco Naturale di Porto Selvaggio affinché i bracconieri, se colti in flagranza di reato con la selvaggina, sarebbero stati punibili o arrestati per Legge.

Tante le altre sue sentenze conosciute, adottate negli anni a cavallo tra il 70 e il 90.

Inoltre, fu il “Pretore d’assalto” a preoccuparsi e a far porre il limite di velocità sulla strada che collega Nardò alle marine, teatro di numerosi incidenti mortali.

L’idea iniziale era, come di prassi, porre il limite di 50 km/h lungo il tratto di strada (attuale via Benedetto Leuzzi e Str. Santa Caterina) e, così, assieme al sindaco di Nardò di quegli anni, si recarono ad acquistare i paletti con sopra il limite di velocità.

Per sfortuna da un lato, ma per fortuna dal lato che riguarda la sicurezza stradale, il giudice Sodo ed il sindaco, non trovando divieti di oltrepasso di 50 km/h, furono costretti a porre il limite di 30 km/h.

La perseveranza da cui era accompagnato Sodo, costrinse ad applicare quei limiti, che tutt’oggi sono presenti lungo la strada.

Tante sono le sentenze emanate dal dott. Sodo, ad esempio il sequestro del tratto di mare ove era affondata una nave romana con all’interno varie anfore e suppellettili dell’epoca.

Il tutto al fine di consentire il recupero di questi oggetti, il successivo restauro ed infine l’esposizione al pubblico presso il museo provinciale.

Inoltre, una celebrazione della strada intestata al compianto dott. Sodo, la già via Monte Alto di Santa Caterina, sarà programmata prossimamente in accordo con l’amministrazione comunale di Nardò.

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Donne all’Opera: il 1 Polo contro la violenza sulle donne e i bambini

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere…

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In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e i minori, il Polo 1 di Galatina, in collaborazione la Commissione Pari Opportunità, d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità di Galatina, organizzano l’evento “Donne all’Opera” che si svolgerà lunedì 25 novembre, a partire dalle 9:30, presso il teatro Cavallino Bianco di Galatina.

Dopo i saluti istituzionali ci sarà un concerto a cura della Salent’Opera, orchestra Sinfonica Giovanile diretta dal M° Tommaso REHO.

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere.

Di grande pregio la presenza del Cav. Malala Yousafzai dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nella persona della dr.ssa Paola GABRIELI, che da dieci anni coordina l’unico centro antiviolenza pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia, lavorando sul territorio dell’Ambito di Galatina accanto alle donne e ai figli minori con la presa in carico, nella difesa dei loro diritti, oltre alle attività di sensibilizzazione e formazione, al fine di favorire l’emersione del fenomeno e il contrasto alla violenza di genere.

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“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.

“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:

Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.

Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.

Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.

La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.

Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.

Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.

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