Connect with us

Attualità

Le ragioni dei trattori salentini

L’Associazione Salentina Agricoltori nasce dal basso ed oggi conta più di 900 associati tra le province di Lecce e Brindisi.  Abbiamo ospitato in redazione presidente William Murciano, perito agrario 28enne di Melendugno, il vice presidente Gianluigi De Pascalis, 44 anni, imprenditore agricolo di Lecce e Nunzio Pispero, imprenditore agricolo, 49enne, originario di Tricase e residente a Specchia. Tanti gli argomenti sul tavolo: i rapporti «inesistenti» con le altre associazioni di categoria, la produzione sottocosto, l’aumento dei costi, il post Xylella, il consorzio di bonifica, l’olio taroccato proveniente da Paesi con norme meno stringenti delle nostre, la tutela del Made in Italy, la peronospora, gli allevamenti a rischio per lupi, cani e cinghiali, i rapporti con le istituzioni…

Pubblicato

il

L’Associazione Salentina Agricoltori nasce dal basso ed oggi conta più di 900 associati tra le province di Lecce e Brindisi.


Abbiamo ospitato in redazione il presidente William Murciano, perito agrario 28enne di Melendugno, il vice presidente Gianluigi De Pascalis, 44 anni, imprenditore agricolo di Lecce e Nunzio Pispero, imprenditore agricolo 49enne, originario di Tricase e residente a Specchia.


«Siamo nati come movimento spontaneo di agricoltori», spiega il vice presidente De Pascalis, «ed abbiamo costituito un gruppo poco prima del 30 gennaio, data nella quale si è svolta la nostra prima manifestazione, con 270 trattori arrivati a Lecce, sia da Gallipoli (statale 101) che da Maglie (SS 16)».


La mossa successiva è stata quella dei presìdi a Scorrano, Surbo, Cavallino e Martano.


«In quei paesi», aggiunge il presidente Murciano, «abbiamo sostato con i trattori per sensibilizzare l’opinione pubblica e spiegare alla gente i motivi per cui si manifesta e si protesta».


«Subito dopo abbiamo stretto un’alleanza con i colleghi di Brindisi», riprende la parola De Pascalis, «problemi e richieste sono gli stessi, quindi, dopo un incontro tra delegazioni abbiamo unito le forze. Il 13 febbraio siamo stati invitati in Regione dopo una manifestazione nel Capoluogo pugliese. Siamo stati accolti nella Conferenza dei capigruppo regionali, dopodiché abbiamo avuto un colloquio in Consiglio regionale con l’assessore Donato Pentassuglia e con il suo capo dipartimento Gianluca Nardone. Colloquio che si è ripetuto il 22 febbraio. Nel frattempo (il 20 febbraio) siamo andati a trovare il ministro Raffaele Fitto, sollecitati proprio dal governatore Michele Emiliano durante il primo incontro in Regione. Emiliano ci aveva riferito dell’esistenza di fondi PNRR mai sbloccati. Sentendo le due campane, abbiamo avuto modo di capire che i fondi del PNRR non sono arrivati perché è mancato uno studio di fattibilità entro i tempi previsti da parte della Regione».


Quindi c’è stata una lacuna nella progettazione?


«Purtroppo sì e il Ministro ci ha ribadito che quei soldi non sono più disponibili. Ci sono invece delle possibilità per gli FSC, i Fondi di Sviluppo e Coesione, che sono sempre di competenza diretta di Fitto».


Vi ha dato speranze?


«Ci ha detto che ancora si fa in tempo e che, puntando ad un discorso di filiera, quello è il filone più opportuno».


A proposito di soldi, i nostri tre ospiti ci tengono a evidenziare che nell’associazione «tutte le figure del direttivo non percepiscono compensi. Il nostro è solo un ruolo di rappresentanza. Direttore, vice direttore, presidente e vice presidente, segretario e tesoriere non percepiscono un euro, così come i delegati».


SOTTOCOSTO


Riguardo alle problematiche che ingessano l’intero comparto, Murciano spiega: «Non riusciamo più a mantenere le spese di produzione. Sugli scaffali arrivano prodotti di livello alto ma, nella situazione in cui ci troviamo, la cosa non è più sostenibile».


I prezzi aumentano man mano che scorrono nella filiera ma ai produttori vanno solo pochi spiccioli.


«Un litro di latte», dice Pispero, «viene pagato a chi lo produce 59 centesimi, contro i due euro circa a cui viene venduto nei supermercati; un chilo di grano viene pagato agli agricoltori attorno ai 25 centesimi, serve per fare un chilo di pane che viene venduto ai consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro».


Poi c’è il problema olio.


«Più di un problema», ci interrompe De Pascalis, «in pratica non esiste più produzione perché la Xylella ha azzerato tutto».


SOLO UNA BANDIERA


Che rapporti avete con le altre associazioni di categoria?


«Al momento sono inesistenti», risponde lapidario De Pascalis, «ci hanno cercato più volte ma, il nostro, resta un movimento spontaneo della base agricola».


«Non vogliamo che la nostra associazione venga inglobata o identificata politicamente», lo interrompe Murciano. «Sia chiaro che non ci poniamo in sostituzione delle associazioni di categoria», chiarisce De Pascalis, «la nostra è una posizione di consulenza agli associati e soprattutto di proposizione legislativa, ecco perché abbiamo partecipato al Tavolo con la Regione e all’incontro con Fitto».


«Stiamo cercando di fare ciò che le associazioni di categoria non fanno», sottolinea Pispero, «dovrebbero essere loro a interloquire con la politica ed a rappresentare i nostri problemi. Invece…».


IL POST XYLELLA


Detto dell’aumento esponenziale dei costi di filiera, questa non è certo l’unica questione con cui gli agricoltori salentini devono confrontarsi.


«Il problema più grosso resta quello della Xylella», incalza De Pascalis, «che ha portato, nel territorio salentino, nella provincia di Lecce in particolare, all’azzeramento completo della produzione. Per questo chiediamo l’estensione degli indennizzi dagli attuali tre ad almeno 5 anni. Chiediamo anche l’estensione della moratoria dei mutui e dei finanziamenti agricoli delle aziende colpite da Xylella, sempre dagli attuali tre ad almeno 5 anni. La riteniamo una cosa giusta e imprescindibile per i giovani agricoltori. Abbiamo anche presentato una mozione con cui chiediamo l’estensione degli indennizzi sui finanziamenti Ismea, quelli destinati ai giovani agricoltori che hanno investito e che sono impossibilitati a pagare i debiti, perché si sono ritrovati con un seminativo gravato dall’onere dell’estirpazione. è una questione di giustizia e di equità sociale. Bloccare i pagamenti per almeno 5 anni, darebbe loro la possibilità di rimettersi in sesto, anche attraverso le prime produzioni dopo la messa a dimora di piante di Favolosa».


«Altro problema per il quale non ci siamo sentiti rappresentati dalle altre associazioni», prosegue De Pascalis, «è quello delle pratiche dell’Articolo 456 regionale, che hanno dei tempi di scorrimento lunghissimi. Come per i famosi 300 milioni di euro per l’emergenza Xylella, quelli “Centinaio – Lezzi” per intenderci. Quei soldi non sono stati ancora integralmente utilizzati: eppure son passati 5 anni! Questo perché ci sarebbero rivoli e rivoletti nelle norme per cui non si riesce a scorrere. Pentassuglia ci ha riferito di aver chiesto l’affidamento di 400 unità per smaltire tutto l’iter straordinario per la Xylella: gliene hanno date solo 38! Probabilmente l’assessorato sta facendo il possibile. Contestiamo, però, il fatto che dinanzi a un problema straordinario siano adottate metodologie ordinarie».


CONSORZIO DI BONIFICA


Altro punto critico, quello dei consorzi di bonifica.


Non ci gira intorno il vice presidente De Pascalis: «Riteniamo assolutamente ingiusti tutti i pagamenti perché non correlati ad effettivi benefici».

L’unificazione di tutti gli organismi preesistenti nel Consorzio Centro Sud Puglia porterà benefici?


«Un dramma!», taglia corto De Pascalis, «perché prima avevamo quattro consorzi di prossimità e già erano improduttivi. Figurarsi ora che ne abbiamo solo uno per un territorio così vasto. Anche quella dei consorzi di bonifica per noi è un’ingiustizia sociale: a fronte di nessun beneficio, un tributo non dovuto. Incredibile che a riguardo nessuno si sia mosso prima.  I tributi sono ingiustificati: sarebbe più sano pagare in base, ad esempio, ai metri cubi di acqua che utilizziamo. Una tassa per un servizio reale di cui si gode, non per il nulla, come accade oggi. Resta anche il problema del pregresso. Ci dicono: pagate perché dobbiamo ripianare i debiti. E come paghiamo? Altro aspetto che, nell’ambito del tavolo tecnico, abbiamo sottolineato, è quello della pericolosità sociale delle cartelle esattoriali legate al consorzio di bonifica. Di questo ci ha dato atto anche l’assessore Pentassuglia che ci ha confermato lo svolgimento di un consiglio regionale monotematico sull’argomento. Ci potrebbe essere una corsa alla cartolarizzazione di quei crediti esigibili, con l’ingresso in campo di personaggi ambigui, che comprano quei debiti per poi riscuotere. Quei soldi possono far gola a molti».


MADE IN ITALY


Altra richiesta importante la tutela del made in Italy per olio, grano, patate e tutti ciò che viene coltivato.


«Se ci sono Paesi che si trovano in condizioni normative, retributive e assistenziali più favorevoli rispetto alle nostre, non possiamo più essere competitivi», evidenzia De Pascalis, «senza dimenticare i controlli di qualità che altrove non sono stringenti come i nostri: ne va anche della qualità di ciò che si mette a tavola. Si pensi al grano che in alcuni Paesi viene trattato con sostanze da noi proibite. Ma, se quel grano, poi, arriva sul nostro mercato…».


«Nell’incontro con l’assessorato regionale», aggiunge il presidente Murciano, «abbiamo anche parlato dei carciofi che arrivano dall’Egitto, dove non vige la stessa situazione previdenziale: questo equivale a mettere in ginocchio tutto il comparto. Lo stesso per l’olio del Marocco, per i mandarini da Cipro e tanti altri prodotti».


Riguardo all’olio, De Pascalis denuncia: «Se quelle stesse olive, prodotte in Marocco, vengono lavorate e confezionate in Spagna, diventa olio comunitario e quindi si crea un problema ancora maggiore, perché quello è un prodotto comprato a pochi spiccioli che poi, attraverso mezzi e mezzucci, viene immesso in Europa, drogando il mercato».


«Abbiamo chiesto maggiori controlli nei porti», interviene nuovamente Murciano, «perché almeno si eviti che arrivino illegalmente quei prodotti che non sono conformi alla nostra legislazione».


RISCHIO ABBANDONO


Altro punto fermo: la tutela del rischio di abbandono.


«A livello regionale si potrebbero prevedere dei fondi per un certo periodo. Come fa la Regione Toscana che eroga 840 € l’anno per 5 anni. Tutto ciò favorirebbe la tutela ambientale, la prevenzione degli incendi, la salvaguardia del territorio, la diminuzione del rischio di abbandono e la garanzia che i nuovi oliveti non vengano abbandonati. Se facciamo una passeggiata in Salento, vediamo come in tanti campi l’erba sia più alta degli alberelli, abbandonati a sé stessi, perché il sistema è al collasso».


LUPI, CANI, CINGHIALI


Zootecnia, il problema della fauna si sta accentuando sempre di più.


«A causa di lupi, cani e cinghiali», spiega Murciano, «molte aziende oggi rischiano di chiudere. Aziende ovicaprine che prima avevano 200 animali, si ritrovano, improvvisamente con 120-140 capi ammazzati. Non bastasse il danno, anche la beffa, quella di dover pagare lo smaltimento di quelle carcasse, senza aver diritto ad alcun indennizzo».


«Gli animali da allevamento sono certificati, hanno delle matricole», entra nello specifico Pispero, «quindi una volta uccisi da altri animali ti tocca smaltirli a norma di legge e pagare. Era in ballo un’ipotesi legata alle assicurazioni ma ora pare sia tutto bloccato. Ovviamente gli allevatori non possono neanche reagire direttamente, perché il lupo è un animale protetto».


«Per questi motivi», chiude il cerchio Murciano, «chiediamo un aiuto economico alle aziende colpite da questa sventura, sia per lo smaltimento delle carcasse che per l’acquisto di nuovi animali. Riacquistare una pecora per intenderci, costa tra i 100 ed i 150 euro (dipende dal tipo) e, comunque, prima che inizi a produrre occorre del tempo».


LA PERONOSPORA


Questione vigneti.


«A riguardo», è sempre Murciano a parlare, «abbiamo chiesto all’assessore regionale la modifica della Legge 102, quella sulle calamità. La peronospora ha provocato danni sulla produzione nel 2023 e compromesso quella del 2024.


 


Purtroppo la peronospora viene considerata come fitopatia e non viene, quindi, liquidata dall’assicurazione né compresa in altre forme di indennizzo. In realtà, quella peronospora era larvata ed è venuta fuori a causa delle alluvioni di giugno 2023. In quel periodo gli agricoltori non riuscivano ad entrare nei vigneti per i trattamenti e la situazione è degenerata. C’è quindi una chiara relazione tra causa ed effetto».


Infine, i nostri ospiti sostengono che «il Salento, inteso come province di Lecce, Brindisi e Taranto, dovrebbe avere delle misure specifiche, diverse fa quelle del Barese, della Bat o del Foggiano.  Invece, ci duole dirlo, ma è palese, Emiliano ed il governo regionale sono decisamente baricentrici.  Quando il governatore disse che l’agricoltura pugliese di qualità parte da Bari per poi risalire lungo la regione, fu un affronto gravissimo».


IN FUTURO


Prossimi passi?


«Stiamo valutando la possibilità di recarci a Roma per poter parlare col ministro dell’Agricoltura, con qualche rappresentante delle Camere o anche con i sottosegretari. Sarebbe bello produrre un documento unico con le altre associazioni spontanee che stanno sorgendo in Puglia».


Se imprenditori e lavoratori salentini del settore agricolo volessero far parte dell’Associazione Salentina Agricoltori o anche solo chiedere informazioni, possono contattare uno dei seguenti numeri di telefono: 327/1289529 (William); 380/2829235 (Gianluigi); 328/2614498 (Nunzio).


Giuseppe Cerfeda



Approfondimenti

AQP: anche a Natale offre un servizio che fa acqua da tutte le parti

Questa notte anche a casa mia è venuto Babbo Natale. A dire il vero non l’ho visto, ma mi ha fatto trovare, nella buca delle lettere, verso le 18, una lettera dell’AQP che non conteneva gli auguri di Natale.

Pubblicato

il


di Luigi Zito

Questa notte anche a casa mia è venuto Babbo Natale.

A dire il vero non l’ho visto, ma mi ha fatto trovare, nella buca delle lettere, verso le 18, una lettera dell’AQP che non conteneva gli auguri di Natale.

Tutti noi sappiamo quanto sia importante preservare e non sprecare l’acqua, in questo periodo poi, in cui ce la menano in tutte le salse che “siamo in riserva”, bisognerebbe essere più  accorti e attenti. E va bene!

Ebbene, dicevo, Babbo Natale Aqp, che non so se viaggia con le renne, con la scia luminosa o con gli elfi al seguito, è comparso di persona, personalmente, con un corriere privato e personale e mi ha fatto regalo (recapitato) di un plico contenete una fattura in cui mi si intima di pagarla entro il 24 novembre 2024!!!

Ci ho riflettuto un attimo prima di imbarcarmi sulla mia DMC12”, la famosa DeLorean, del film “Ritorno al Futuro”, poi convinto di non poter rivaleggiare con la proverbiale correttezza e precisione dei vertici e affini dell’AQP, ho lottato, insistito, battagliato, sono salito sull’auto, fino a quando non mi sono reso conto che la macchina non partiva: Marty con un ghigno beffardo mi sorrideva e lo scienziato matto mi ripeteva di stare tranquillo che il pazzo non ero io.

E’ vero i servizi dell’Aqp, da quando ne ho memoria, non hanno mai brillato, ricordo ancora quando d’estate lamentai lo scarso getto d’acqua che non ci permetteva di fare nulla in casa: si presentarono dei dipendenti AQP, alle 7 del mattino, per verificare che il flusso raggiungesse la portata minima obbligatoria per contratto, e vennero coscienti  all’alba quando a quell’ora il mondo intero dormiva  e… indovinate un po’? La portata minima era garantita. Geniali. 

Oggi mi chiedono, con garbo, la notte di Natale, quando siamo tutti più buoni ed inclini al perdono, di tornare indietro nel tempo, anche solo di un mese per pagare una bolletta sputata fuori da chissà quale pazzo e incontrollato sistema; con creanza, in questa Magica notte, mi postulano, che potrebbero esserci delle correzioni di prezzo, per eccesso, per ritardo nel momento del pagamento; mi mendicano, con grazia, legata alla notte dell’avvento, che “i pagamenti delle bollette precedenti sono regolari, salvo ulteriori verifiche (!)”. 

Non so se questa mia raggiungerà mai i vertici o coloro i quali vengono da noi profumatamente pagati per fornirci un servizio (chiamiamolo tale) che, a proposito di liquidi, fa acqua da tutte le parti.

Non so se e quanto dovremo aspettare per ricevere un minimo di attenzione e quando potremo difenderci adeguatamente da queste assurdità che, complice il Natale, spesso vengono perdonate.

Io mi sono portato avanti: poiché ero ancora in tempo, mancavano poche ore al Natale, ho affidato nelle mani sicure del vero Banno Natale la mia letterina indirizzata ai responsabili dell’acquedotto pugliese, hai visto mai che magari proprio nell’aprire e leggere le letterine nella Santa Notte possano esaudire i miei sogni?

Quali sono? Quelli di ricevere un servizio degno di questo nome e vedere recapitate le fatture almeno qualche giorno prima che scadano! A Natale puoi…

Continua a Leggere

Attualità

Galatina, il 61° Stormo del “Fortunato Cesari” mette le ali

Il 2024 è stato infatti un anno speciale per gli uomini e le donne della base aerea di Lecce-Galatina che, in uno sforzo corale rivolto a cercare di andare incontro a quanti hanno bisogno, sono riusciti a portare un sorriso e un aiuto reale a tante persone e strutture del territorio

Pubblicato

il

L’AEROPORTO MILITARE DI GALATINA METTE LE ALI ALLA SOLIDARIETÀ: UN ANNO DI INIZIATIVE BENEFICHE

Sempre più spesso il periodo delle festività di fine anno rappresenta un’occasione per avvicinare le Istituzioni a chi necessita di aiuto e sostegno.

Anche l’aeroporto militare “Fortunato Cesari”, sede del 61° Stormo e del 10° Reparto Manutenzione Velivoli, ha utilizzato la cornice natalizia per dare sostanza alle numerose iniziative organizzate nel corso dell’anno.

Il 2024 è stato infatti un anno speciale per gli uomini e le donne della base aerea di Lecce-Galatina che, in uno sforzo corale rivolto a cercare di andare incontro a quanti hanno bisogno, sono riusciti a portare un sorriso e un aiuto reale a tante persone e strutture del territorio.

Uno dei momenti più toccanti è stata la visita al reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, cui è stato donato un pulsossimetro palmare RSD G con sensore, uno strumento indispensabile per monitorare la saturazione di ossigeno nel sangue dei piccoli pazienti.

La generosità del personale in “azzurro” ha coinvolto anche l’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase: qui, grazie ai contributi raccolti, è stato possibile partecipare all’acquisto di un dispositivo medico all’avanguardia, l’AIRVO 2, un innovativo sistema di ossigenoterapia che permette di trattare pazienti, soprattutto bambini, che respirano autonomamente ma necessitano di gas respiratori a flussi elevati, caldi e umidificati, evitando interventi più invasivi come la ventilazione artificiale.

E ancora: è stato acquistato un televisore per la sala d’attesa del reparto di Pediatria e Neonatologia dell’ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina, un gesto piccolo ma significativo, che renderà l’ambiente più accogliente e meno stressante per i giovani pazienti e per i loro cari.

L’impegno del 61° Stormo e del 10° R.M.V. ha raggiunto anche l’Opera Nazionale per i Figli degli Aviatori (O.N.F.A.), un ente di diritto pubblico che supporta e assiste gli orfani del personale dell’Arma Azzurra.

Non sono mancate infine le partecipazioni a campagne solidali come il “Banco di Solidarietà del Salento Rosanna Righi” e “In Farmacia per i Bambini” della Fondazione Francesca Rava, iniziative finalizzate a raccogliere rispettivamente beni di prima necessità e farmaci per aiutare le famiglie in difficoltà.

Per il Col. Gianfranco Liccardo, Comandante del 61° Stormo e dell’aeroporto militare di Galatina “Queste attività, messe in piedi con l’obiettivo di raccogliere fondi da destinare in beneficenza ad enti e associazioni locali, testimoniano la generosità e la sensibilità del personale della Base sempre pronto a manifestare con forza ed in modo tangibile, la vicinanza e l’affetto verso il territorio e la gente salentina”.

Continua a Leggere

Appuntamenti

Rsa Madonna del Carmine di Miggiano, e la magia del Natale

L’evento, organizzato dai titolari Oronzina e Salvatore, ha visto la partecipazione di un gran numero di ospiti, che hanno potuto divertirsi e socializzare in un’atmosfera natalizia unica…

Pubblicato

il

La Magia di Natale al Centro Anziani “Madonna del Carmine” di Miggiano.
Per Natale il Centro Anziani si è trasformato in un vero e proprio teatro lirico, avvolto da un tripudio di colori e melodie incantevoli, dove i cantanti lirici hanno saputo regalare un’esperienza unica e magica. 
L’evento, organizzato dai titolari Oronzina e Salvatore, ha visto la partecipazione di un gran numero di ospiti, che hanno potuto divertirsi e socializzare in un’atmosfera natalizia unica. 
Un grazie speciale agli organizzatori che, con la loro umanità e creatività, hanno saputo creare un ambiente accogliente e familiare, dove gli ospiti si sentono valorizzati e protagonisti. La loro dedizione e il loro impegno sono un esempio da seguire per tutti coloro che operano nel settore dell’assistenza agli anziani.
La serata è stata un’occasione per per sottolineare l’importanza del ruolo degli anziani nella nostra società.
RSA Miggiano, Madonna del Carmine, SP181 – Miggiano Specchia –
Info: 338.6226516
Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti