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Attualità

L’Enel, gli araldi e la comunicazione medievale…

A chi non è capitato di alzarsi la mattina e non avere la corrente elettrica in casa? O di rimanere al buio…

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A chi non è capitato di alzarsi la mattina e non avere la corrente elettrica in casa? O di rimanere al buio, che so, mentre si fa la doccia o ci si asciuga i capelli? Quando ci si rende conto che sono in corso dei lavori “pianificati dall’Enel” e che per 6-8 ore non avremo un servizio “essenziale”  come quello dell’elettricità, il danno è bello che fatto.


Di prima mattina, come tutti, le sinapsi, non ancora lubrificate, girano lentamente, si sa, quello che gira a velocità supersonica, invece, è qualcosa altro.


Così, immersi nel frullato di informazioni che siamo abituati a sorbirci in quest’epoca convulsa, cerchiamo di capire se ci siamo persi qualcosa, se qualche mozzico di nota ci sia sfuggita, se l’Enel, o chi per loro, alla loro “pianificazione lavori” abbia aggiunto anche una postilla con scritto: “Informare i residenti del quartiere di arrangiarsi”. 


Nulla. Siamo nel 2023, l’informazione, la Tv, i social, Wapp, Mail e altre diavolerie sempre leste a segnalarci la qualunque tramite i nostri telefonini, magari su Re Carlo, sul numero di scarpe che indossa, sulla forfora di Camilla, sull’orso Jogi, non riescono a far passare una banale (ma vitale) notizia e farla atterrare in un piccolo quartiere abitato da una ventina di famiglie perse nel loro tran tran quotidiano.


Eppure, in barba ad ogni regola della privacy, quando vogliono, ci raggiungono a tutte le ore, a pranzo, in bagno, durante la siesta, riescono ad importunarci anche quando…


Invece, il colosso Enel, attento ed all’avanguardia, capace di trovarci sullo smart quando vuole venderci un contratto o strapparci alla concorrenza, pronto ad inserire in fattura ogni scampolo di spesa, a far pagare, oltre la corrente che consumiamo, una decina di voci tra cui l’aria che respiriamo, affida la sua comunicazione… ai pali della luce!


Come nel Medioevo, l’araldo, il pubblico ufficiale l’addetto alle corti dei sovrani, arriva in macchina o furgoncino (dell’Enel), e incolla (con lo scotch) l’avviso con inciso i nomi (le vie) dei dignitari, coloro che senza sapere, verranno decapitati del servizio e si dovranno adeguare, o se volete attaccarsi al tram…


Ora chiedo a codesti signori: possibile che nel vortice di mezzi che oggi disponiamo, nelle miriadi di flash che ronzano attorno alle nostre teste non ci sia qualcosa di più affidabile, più diretto, più efficace? 

Non chiedo di passare come il “camioncino dei gelati” con musichetta annessa e microfono a go go; non chiedo che si venga a suonare ad ogni campanello (anche se forse finireste prima) per far passare la funesta notizia, ma magari chiedere che si possa essere raggiunti sul telefonino, terzo braccio e mente dei nostri tempi, sarebbe attuabile? 


O che so,  magari imbucare un avviso in ogni bucalettera, per evitare che l’affissione  sul misero foglio A5 (cm 21 per 14), attaccato al palo di sorta, illeggibile e spesso incomprensibile, generi il panico e la convulsione da disconnessione. 


Un’altra preghiera: apprezzo lo zelo con cui gestite la vostra comunicazione, ma vi prego, una volta trascorso il periodo dei lavori, fate ripassare l’omino e fate togliere gli stessi avvisi dai pali.


Sono antiestetici e inquinanti, nonché generano, durante la fugace lettura dal finestrino della macchina, ansia e palpitazioni perché fanno sorgere una domanda spontanea: ma, questa gogna tocca anche a me?


Se attuerete qualche cambiamento sappiate, sin da ora, che incontrerete tutta la nostra comprensione.


Luigi Zito 


Attualità

“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.

“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:

Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.

Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.

Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.

La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.

Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.

Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.

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Attualità

Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera

La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»

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Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.

Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.

I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.

Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.

Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.

L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.

Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.

Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».

Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».

«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».

«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».

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