Attualità
Nuovo Pronto Soccorso a Tricase, a palazzo si litiga. E voi che ne pensate?
Consiglio monotematico rinviato a data destinarsi e scontro tra maggioranza e opposizione. In nome di quella partecipazione tanto chiacchierata, chiediamo il contributo dei nostri lettori che invitiamo a inviarci il loro parere, commentando sulla nostra pagina Facebook (link nell’articolo)
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La vicenda del nuovo Pronto Soccorso a Tricase si arricchisce di un nuovo capitolo con le opposizioni che rimandano al mittente le accuse per aver disertato il consiglio comunale monotematico, sostenendo che la seduta sia stata rinviata non per responsabilità democratica ma perché la maggioranza non avrebbe i numeri.
A questo punto è d’obbligo ricapitolare l’intera vicenda diventata di dominio pubblico dopo la nostra intervista all’ingegnere Antonio Coppola, responsabile tecnico dell’azienda ospedaliera tricasina.
In quella occasione Coppola confermava la notizia di cui eravamo venuti a conoscenza di un progetto per riammodernare e potenziare il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Tricase, accedendo ad un bando regionale destinato esclusivamente ai cosiddetti ospedali classificati, vale a dire San Giovanni Rotondo, il “Miulli” di Acquaviva delle Fonti ed il “Cardinale Panico”.
L’ingegnere ed ex sindaco spiegava come si trattasse di «fondi dedicati in maniera esclusiva ai tre ospedali, con la finalità di adeguare, ampliare ed innovare i pronto soccorso con una serie di accorgimenti, adeguandoli alle nuove esigenze. Per quanto ci riguarda, faremo in modo di differenziare i diversi ingressi, di ridurre al minimo le altezze del pronto soccorso, di facilitare l’accesso a chiunque, con tutti quegli accorgimenti che consentano ai disabili, anche non accompagnati, di accedere al servizio di pronto soccorso».
Quindi «si scaverà sotto le rampe che portano dall’ingresso attuale fino al pronto soccorso: sotto, dove sono oggi le rampe, sorgerà il “nuovo” presidio, vicino alla diagnostica radiologica e tutti i servizi di cui le emergenze possano avere bisogno».
Il bando prevede non più di tre milioni di euro a progetto e il termine massimo per inoltrare la domanda di finanziamento è il 31 dicembre 2025.
«Questo vuol dire», chiariva l’ing. Coppola, «che bisognerà arrivarci con un progetto pronto per l’appalto, dopo aver ottenuto tutte le approvazioni, l’autorizzazione e tutto il resto. Si tratta di un’opera pubblica che verrà assoggettata a bando di gara. Per cui dovremo avere la collaborazione del comune di Tricase. Per realizzare il nuovo pronto soccorso, ovviamente, non potremmo effettuare i lavori laddove ora ci sono le rampe di salita e di discesa per le ambulanze e gli utenti: non possiamo certo bloccare i servizi! Ecco perchè abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di realizzare una rampa di accesso esterna all’ospedale che porti dove ora c’è l’ingresso del pronto soccorso».
Questo è il punto: per procedere con l’intervento privato, ci sarà bisogno prima di quello pubblico.
E qui, almeno per il momento, ci si è impantanati.
Alla vigilia del consiglio comunale monotematico dedicato all’argomento, le opposizioni avevano fatto sapere che non avrebbero partecipato all’assise perché, a loro dire, il tutto non sarebbe stato sufficientemente partecipato e le minoranze non erano state adeguatamente informate attraverso i canali istituzionali.
A stretto giro di posta, qualche minuto prima del programmato consiglio comunale, la replica del sindaco Antonio De Donno che annunciando il rinvio a data da destinarsi della seduta monotematica («Auspicando una futura maggiore responsabilità politica e sociale delle minoranze a fronte di un bene comune così rilevante»), snocciolava le iniziative di partecipazione che sarebbero state messe in atto e puntava il dito contro coloro che non si erano presentati definendo il loro comportamento «politica di bassa lega».
«Siamo fermamente decisi a varare una progettualità così importante per il nostro territorio e per la salute pubblica con il massimo del consenso consiliare possibile», aggiungeva il primo cittadino, «ma non giustifichiamo in alcun modo l’assenza di tutta la minoranza dall’odierna convocazione, segnale politico di bassa lega».
Accuse che, come detto, sono state rispedite al mittente dalle opposizioni: «Siamo certi che se il sindaco avesse avuto la fiducia e l’appoggio dei suoi consiglieri di maggioranza, non avrebbe esitato un attimo nel procedere all’approvazione del punto all’ordine del giorno, come accaduto in altre occasioni», si legge in una nuova nota a firma di Partito democratico, Cantiere civico, Tricase, che Fare? e Verdi – Sinistra italiana.
Secondo i consiglieri di minoranza, il sindaco avrebbe rinviato a data da destinarsi il consiglio comunale «perché non ha il numero sufficiente di consiglieri!».
Quindi, a loro avviso, «sarebbe stato opportuno che la sua smania di bacchettare fosse rivolta ai suoi consiglieri di maggioranza».
«Noi abbiamo dimostrato in più occasioni di anteporre il bene comune dei cittadini alle sterili polemiche autoreferenziali», hanno concluso, «su questo, dunque, non accettiamo lezioni dal sindaco».
In attesa di ulteriori sviluppi che, ne siamo certi, non tarderanno ad arrivare, in nome di quella partecipazione tanto chiacchierata chiediamo il contributo dei nostri lettori che invitiamo a inviarci il loro parere commentando sulla nostra pagina Facebook (clicca qui), oppure inviando una mail a info@ilgallo.it
Giuseppe Cerfeda
Attualità
Grande partecipazione alla messa dello sportivo a Nardò
Ancora una volta, lo sport neretino si è radunato per la Messa dello Sportivo, un appuntamento liturgico divenuto ormai tradizione, organizzato dal Presidente del Consiglio comunale di Nardò, Antonio Tondo, in collaborazione con la Consulta comunale dello sport neretino.
Grande e sentita partecipazione da parte delle associazioni, dei team e degli atleti neretini, che hanno assistito alla liturgia celebrata da Sua Eccellenza Mons. Fernando Filograna, Vescovo della Diocesi Nardà-Gallipoli, la cui omelia è stata fonte di coraggio ed ispirazione, in particolar modo per i tanti giovanissimi presenti.
Presso la Cattedrale di Nardò, lo scorso 20 dicembre, si sono infatti radunati i dirigenti e i rappresentanti di ogni tipo di sport, sia di squadra che individuali, di ogni età, affinché vengano custoditi i sani principi che lo sport tramanda.
Attualità
Ineleggibilità dei Sindaci: “Discriminatoria e antidemocratica”
Il dissenso di Anci Puglia per la norma che sancisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”
L’associazione dei Comuni pugliesi chiede la revoca della modifica alla legge elettorale regionale, denunciando una penalizzazione ingiusta per i sindaci e una limitazione della libertà di scelta degli elettori.
Anci Puglia esprime fermo dissenso nei confronti della recente modifica all’articolo 6, comma 1, della Legge Regionale 9 febbraio 2005, n. 2 – “Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale” – approvata dal Consiglio regionale mediante emendamento.
La nuova formulazione del comma 1 stabilisce che “non sono eleggibili a Presidente della Regione e a Consigliere regionale i Presidenti delle Province della Regione e i Sindaci dei Comuni della Regione”.
Tuttavia, tale ineleggibilità viene esclusa se i soggetti interessati si dimettono dalla
carica non oltre sei mesi prima del compimento del quinquennio di legislatura, o, in caso di
scioglimento anticipato del Consiglio regionale, entro sette giorni dalla data di scioglimento.
I Sindaci di Puglia, secondo ANCI, risultano pertanto fortemente penalizzati dal vincolo di ineleggibilità alle regionali e ritengono si tratti di una norma ingiustificatamente discriminatoria e
antidemocratica: Viene così compromesso non solo il legittimo diritto, costituzionalmente garantito, a candidarsi come chiunque altro, ma anche i cittadini e le cittadine vedono limitarsi la libera scelta per l’esercizio del diritto di voto: “Il termine di 180 giorni per dimettersi risulta infatti estremamente rigido e penalizzante e determina una disparità di trattamento oggettiva tra amministratori locali e altre categorie di cittadini eleggibili.
I Sindaci sono i rappresentanti più diretti e più vicini ai cittadini; tuttavia, invece di valorizzare il loro contributo potenziale nella competizione elettorale regionale, arricchendo così il pluralismo democratico, questa norma li mortifica pesantemente.
Inoltre, priva le comunità amministrate di
una guida con largo anticipo e, ipoteticamente, anche inutilmente, qualora il Sindaco non venisse poi candidato nelle liste regionali.
Anci Puglia ha raccolto nelle ultime ore le rimostranze e la delusione di tanti Sindaci e Sindache – di ogni schieramento politico, perché la norma penalizza tutti, in modo trasversale – e sta valutando ogni più utile ed opportuna azione congiunta, anche giurisdizionale”.
Soprattutto, ANCI PUGLIA oggi chiede ai Consiglieri regionali che hanno proposto e votato l’emendamento di “ritornare sui propri passi, di cancellare quella norma assurda e discriminatoria e consentire a tutti il libero accesso al diritto di candidarsi, accettando un confronto paritario, plurale e democratico.
Al Presidente Michele Emiliano, che è stato Sindaco della Città capoluogo e ha poi voluto
interpretare la carica di Governatore come “Sindaco di Puglia”, chiediamo di fare tutto quanto in suo potere per ripristinare, in seno al Consiglio regionale, il rispetto dei princìpi sacrosanti ed inviolabili di democrazia, uguaglianza di fronte alla Legge e pluralismo”.
Approfondimenti
Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano
il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.
“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.
E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.
“È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.
E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.
“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo, “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.
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