Connect with us

Approfondimenti

Piano Coste: così cambia il litorale di Tricase

Pubblicato dal Comune di Tricase l’Avviso Pubblico per il rilascio di concessione di aree demaniali marittime per finalità Turistico-Ricreative. Le opportunità offerte dal Piano Coste Comunale in ogni località dei 9 km di costa tricasina

Pubblicato

il

È stato pubblicato dal Comune di Tricase l’Avviso Pubblico per il rilascio di concessione di aree demaniali marittime per finalità Turistico-Ricreative.  La partecipazione alla procedura ad evidenza pubblica è consentita con riferimento ai tratti di costa individuati dal Piano Comunale delle Coste.


Il rilascio di concessioni di aree demaniali”, ha commentato Maria Assunta Panico, ex vice sindaco ed ora consigliere d’opposizione, “significa, da un lato, dare la possibilità alle persone che ne faranno richiesta e dimostreranno di avere tutte le carte in regola, di svolgere un’attività economica per i mesi estivi, utilizzando una delle principali risorse di Tricase, il mare, dall’altro lato assicurare vigilanza e pulizia della costa. Tutto questo”, rivendica la Panico, “sarà possibile in virtù di un lungo ed impegnativo lavoro svolto dalla precedente amministrazione di cui ero parte, anche, in qualità di assessore all’urbanistica ed assetto del territorio e che mi ha vista impegnata per il processo di formazione ed il lavoro di coordinamento tra lo staff tecnico comunale e gli uffici regionali, arrivando ad ottenere, per la città di Tricase, l’approvazione regionale del primo Piano Comunale delle Coste tra i Comuni costieri della Regione Puglia”.


Un obiettivo prioritario nella redazione del piano”, conclude l’ex vice sindaco, “è stato quello di rilanciare l’offerta balneare con attività qualificanti e diversificate sulla costa, promuovendo lo sviluppo dell’economia turistica balneare, la corretta fruibilità dei beni demaniali marittimi e la salvaguardia della costa nel rispetto delle identità ambientali dei luoghi e delle specifiche caratteristiche delle località”.


Cosa prevede il Pcc per i 9,04 km di costa di Tricase? “Il tratto di costa”, scrive l’ingegnere progettista Emanuele Giaccari, “rientra nella tipologia di costa individuato nei documenti della Regione Puglia come “non erodibile. Si tratta di costa rocciosa, modellata in parte in depositi preneogenici ed in piccola parte in sedimenti neogenici e quaternari, e si presenta talvolta alta e frastagliata, talaltra ampia e degradante piana ma giammai spiaggia sabbiosa, non è dunque risultata semplice la pianificazione e la zonizzazione. Particolare attenzione è stata dedicata alla scelta dei materiali da impiegare per la realizzazione dei manufatti destinati alle attività turistico-ricreative perché devono rispondere a quegli standard di ecocompatibilità necessari a rispettare e valorizzazione le peculiarità geomorfologiche e paesaggistiche di Tricase. Tutte le strutture devono poter essere smontate al termine della stagione turistica al fine di ripristinare lo stato dei luoghi preesistente. Ulteriore punto di forza del presente PCC è dato dalla individuazione di aree con finalità turistico ricreative diverse da stabilimenti balneari (SB), spiagge libere con servizi (SLS) e spiagge libere (SL) distribuite nelle aree in cui attualmente non vi è una forte vocazione alla balneazione a causa dell’attuale difficile e poco attraente morfologia costiera (Serra del Mito). Il PCC mira inoltre ad armonizzare l’attività economica imprenditoriale con l’esigenza di aumentare i luoghi della balneazione. Perciò, non è opportuno prevedere SB in aree tradizionalmente accessibili con facilità per la libera balneazione. Gli SB dovranno essere allocati in zone poco accessibili che, con le necessarie modifiche, potranno diventare facilmente fruibili dai bagnanti”.


Dunque, secondo le previsioni del PCC, sarà possibile intervenire con opere di valorizzazione a basso impatto ambientale (verde, percorsi pedonali e ciclabili, manufatti ecocompatibili) che consentiranno una riqualificazione di dette aree per usi diversi dalle esclusive attività turistico-ricreative, ossia ormeggi e pontili galleggianti per l’attracco di natanti di basso pescaggio, impianti per acquacoltura ed esigenze per la pesca, spiagge per cani.


Waterfront Marina Serra


Sono stati previsti: il recupero del “Belvedere”, sulla litoranea Serra-Tiggiano; individuazione e realizzazione di aree a parcheggio lungo la litoranea Marina Serra – Marina di Tiggiano al fine di limitare il traffico nella zona ai soli residenti ed a mezzi di trasporto ecologici (tipo navetta); ripristino del lungomare che va dalla piazzetta “Rotonda” alla Torre Palane mediante l’allargamento del marciapiede nel tratto della SLS da “La Chianca” alla Torre, utilizzando parte di esso come scivolo d’accesso per i disabili; creazione di un’area pedonale e ciclabile, che va dalla zona “Lavaturo” alla “Grotta Matrona”; realizzazione, in luogo dell’attuale area parcheggi adiacente il ristorante “Grotta Matrona”, di uno spazio che può essere anche adibito ad eventi d’arte, di spettacolo e/o sportivi; adibire la piazzetta “Rotonda” a zona attrezzata a parco giochi per bambini; chiusura del tratto di mare prospiciente la zona “Lavaturo” al traffico di mezzi a motore. La messa in opera di tutte quelle misure già individuate all’interno del gruppo di lavoro del Piano Coste per il miglioramento delle condizioni di agibilità e di fruizione della spiaggia – quali accessi più agevoli alla stessa con scalette rimovibili, aumento della superficie a disposizione dei bagnanti con rimozione o rimodellamento del cemento preesistente, ripristino della vegetazione e dei muretti a secco di delimitazione. In zona “Lavaturo” è prevista un’area SLS


Spinchialuro – Porticciolo


Il chiosco già esistente dovrà essere adeguato a quanto previsto nelle NTA; si suggerisce la possibilità di destinare a fini turistico-ricreativi l’area della cava collocata al limite con il porticciolo; al concessionario viene dato l’obbligo di tutela e pulizia del tratto di demanio; recupero estetico e funzionale; area con finalità diverse da SB e SLS, attività di noleggio canoe, pedalò e natanti ecologici per escursioni turistiche; recupero del piccolo locale esistente mediante interventi con tecniche e materiali ecocompatibili previsti nelle NTA.


L’area dovrà essere interessata dagli opportuni interventi per permettere la balneazione di persone diversamente abili: abbattimento delle barriere architettoniche, scivoli per l’accesso in acqua, uso di materiali funzionali e ecocompatibili (sabbia, legno, ect.)


Chianca – Torre Palane


Si è ritenuto opportuno suggerire, i seguenti interventi: valorizzazione e riqualificazione della spiaggia rocciosa; valorizzazione della conca “Piscina” mediante interventi atti a garantire la sicurezza dei bagnanti. Occorre intervenire con misure atte al consolidamento e alla manutenzione per mitigare ogni rischio per la pubblica incolumità dei bagnanti. Contestualmente occorre preservarne l’esempio di mirabile sinergia tra l’azione antropica e quella naturale che conferisce al sito una immagine-cartolina unica e sistemare le discese esistenti con l’adozione di tavolati smontabili da posizionare sulla roccia e che consentano con facilità l’accesso al mare. I locali e le strutture visibili dall’esterno dell’attività commerciale La Piscina dovranno diventare consone all’ambiente. Tale tipo di intervento può essere anche realizzato nella zona Chianca.


La Torre Palane, attualmente in regime di sequestro operato dall’Autorità Giudiziaria e consegnata al sindaco quale custode giudiziario, potrà essere acquisita al patrimonio comunale per fini di utilizzo istituzionale.


Una volta riqualificata con interventi di ristrutturazione e di consolidamento potrà essere trasformata in centro visite, per l’organizzazione e la promozione turistica della marina, museo, infopoint, ecc.; l’area adiacente dovrà essere pavimentata con basolato in pietra calcarea e decorata con aiuole di piante autoctone. Inoltre dovrà essere ripristinato il sentiero Torre-Acquaviva come l’adiacente incantevole caletta; la linea di costa affianco alla torre, direzione Nord, è area destinata per finalità turistiche ricreative diverse da SB ed SLS. Previsti punti di ormeggio per piccoli natanti, affitto natanti per ispezioni subacquee dell’adiacente area Acquaviva (sorgenti d’acqua dolce), SL e/o calette per barche da diporto (punti di ormeggio). La sistemazione delle zone rocciose alte che degradano verso mare può essere realizzata esclusivamente nel rispetto della naturale configurazione dei siti. La particolare struttura della costa, che non consente un accesso agevole dall’entroterra per giungere con facilità al mare, sembrerebbe contrastare con la possibilità di consentire la balneazione libera. Tale problematica può essere risolta in due modi: a monte, attraverso la realizzazione/riscoperta di una sentieristica oramai dimenticata e ciò consentirebbe l’accesso mediante percorsi pedonali e/o ciclabili, godendo delle straordinarie bellezze naturali; a valle, mediante il varo di pontili galleggianti stagionali a cui possono accedere natanti-navette di soggetti economici che offrono il servizio escursionistico estivo. Questi potrebbero implementare il servizio trasportando via mare i bagnanti che avrebbero la possibilità di usufruire in tal modo dell’intera costa fino ad Andrano. Per la zona “Acquaviva” si prevede la valorizzazione e la messa in sicurezza del sito anch’esso soggetto a pericolosità Geomorfologica per la presenza di diverse cavità (grotte) sottomarine. Ovviamente, sono aree non concedibili.


Dall’Acquaviva al Canale del Rio


Nel tratto di costa che va dall’Acquaviva alla parete meridionale del Canale del Rio non sono stati previsti stabilimenti balneari, ma solo spiagge libere e da raggiungere esclusivamente a piedi mediante il sentiero pedonale individuato, da ripristinare e trasformare in tratturo per trekking. Esistono già alcuni accessi al mare, da valorizzare con cartellonistica ecocompatibile e il ripristino del sentiero per escursionisti che si spinga verso al “Rio” e si colleghi ad altri sentieri di trekking. Nel Canale del Rio non è consentita la balneazione ed è necessario che l’amministrazione comunale lavori per il completo recupero di uno dei siti più belli. La presenza e lo sfocio delle acque depurate hanno alterato e reso non completamente fruibile il luogo. Occorre che lo sfocio direttamente a mare del depuratore sia sostituito con una condotta di almeno 1 chilometro verso il mare aperto per consentire il ripristino della balneazione e della completa fruibilità del luogo.


Dal Canale del Rio al Quadrano


L’area è stata tipizzata come SL perciò potranno essere realizzati sentieri panoramici e il ripristino del camminamento tra il Canale e il “Quadrano”, valorizzato con luci ed idonea segnaletica . Il recupero del tratto di costa del “Quadrano” e dello stesso Quadrano necessita di interventi di consolidamento della cavità.

La valorizzazione potrà avvenire mediante la sistemazione con ormeggi per natanti di piccolo pescaggio.

Le aree limitrofe potranno essere raggiunte e valorizzate con il sentiero realizzato secondo la tipologia del tratturo, la sistemazione a verde di piante autoctone nonché la realizzazione di muretti a secco. Sono, inoltre, da ripristinare e rendere fruibili le discese a mare esistenti con l’utilizzo della pietra e l’eliminazione del cemento.


Dal Quadrano a Casa Manfredi


La peculiarità di questa zona, tipizzata come SL, sono le cosiddette “Vasche” intagliate sulla scogliera, che attualmente risultano ricolme di detriti o di materiale di risulta ed in parte erose dal mare. Dovranno essere svuotate, ripulite e segnalate con appositi cartelli che ne ricordino l’uso come vasche per la concia delle pelli. Occorre anche migliorare la fruibilità delle discese a mare esistenti mediante l’eliminazione del cemento e l’utilizzo della pietra. In questo tratto è presente, inoltre, la specie di elevato valore fitogeografico rappresentata da Limonium Japigicum, Lavatera Arborea e Allium Commutatum.

Tale vegetazione dovrà essere tutelata e valorizzata, è rappresentata dall’habitat di interesse comunitario: Scogliere delle coste mediterranee con Limonio endemico.


Da Casa Manfredi alla Rotonda


Sono stati previsti: sentieri da attrezzare con luci e indicazioni ecocompatibili da casa Manfredi fino alla discesa pubblica “Tre Colonne”; ripristino dei tratturi esistenti; ripristino della copertura vegetale con inserimento di specie strutturanti autoctone; restauro ed agibilità delle discese pubbliche; recupero e definizione dei confini demaniali e delle architetture rurali tipo furnacedda, a carico dei privati; potenziamento dei popolamenti vegetali puntuali delle specie vulnerabili o a rischio d’estinzione; percorsi tematici naturalistico, subacqueo, geolitologico, speleologico, storico/antropologico; rimozione dei materiali di risulta e rimozione o mimetizzazione dei tratti cementificati per uso balneare; eventuali concessioni nella parte adiacente del nuovo lungomare. È previsto un SB in località Rotonda in prossimità ai locali comunali esistenti adiacenti il Laboratorio di Biologia Marina.


Tra la Rotonda e il Porto


È la zona più antropizzata e particolarmente modificata rispetto al suo assetto naturale proprio perché adiacente al porto. Si prevedono sistemazioni per interessi turistico ricreativi, ma non per SB e/o SLS. Saranno possibili: concessioni per punto di sosta, ristoro, rinfresco ed intrattenimento, servizi pubblici e di informazione turistica; accesso per disabili; percorsi tematici geolitologico, storico/antropologico. Si è posta particolare attenzione all’unica spiaggia con sabbia dell’intera zona costiera di Tricase. Si tratta di spiaggia Sauli, di facile accesso ma situata, purtroppo, immediatamente fuori dall’ingresso nel porto, che potrebbe essere attrezzata per persone diversamente abili mediante opportuni accorgimenti e segnalazioni.

Da riqualificare ulteriormente gli spazi pavimentati esistenti e da avviare all’esercizio le attrezzature quali bagni, docce, infermeria e fasciatoio ed anche gli spazi ombreggiati per il relax ed il ristoro e con percorsi e pedane che rendano fruibile a tutti l’arenile e la balneazione. L’antica casa dei pescatori e le grotte recentemente restaurate saranno utilizzare come centro di informazione e divulgazione turistica.


Punta Cannone


Si tratta di uno sperone che è stato in parte antropizzato a causa degli interventi sulla vicina area portuale. Rappresenta un punto di particolare interesse naturalistico sia per la presenza di alcuni cespugli di una pianta inclusa nella Lista Rossa Nazionale, il Limoniastrum monopetalum, sia per la sua strategica e panoramica posizione.

Si è ritenuto dunque di riqualificare l’area dal punto di vista naturalistico, con il ripopolamento della specie rara, nonché della sua valorizzazione con punti luce e viste panoramiche.

Si prevede: pulizia, riposizionamento o eventuale rimozione dei blocchi frangiflutti in calcestruzzo, cancellazione delle scritte vandaliche sulle pareti rocciose prospicienti la spiaggetta privata (Sauli), etc.; messa in sicurezza del parcheggio soprastante la zona denominata “Arco”: muri di contenimento in pietra locale, pulizia discariche, interventi di manutenzione del fondo sterrato; messa in sicurezza (ampliamento) dell’ingresso al parcheggio; ripristino della copertura vegetale con inserimento di specie strutturanti autoctone; restauro ed agibilità delle discese pubbliche, recupero e definizione dei confini demaniali a carico dei privati; dal sentiero in cemento esistente verso la spiaggetta Sauli si può prevedere una concessione tipo lido attrezzato con pedane amovibili. L’area è nel tratto roccioso prospiciente al chiosco già esistente.


In merito al fabbricato Sauli, realizzato negli anni ’60 con finalità ricettive e mai entrato in esercizio, il quale versa in uno stato di grave degrado, e all’area ad esso adiacente, si auspica una riqualificazione ambientale che includa anche il fabbricato esistente (un vero e proprio ecomostro che deturpa il meraviglioso paesaggio) e la valorizzazione dell’area ricoperta da specie arboree pregevoli. Questi interventi a carattere privato o pubblico consentirebbero alla marina d Tricase Porto di ampliare il lungomare sino alla sommità di Punta Cannone da dove è possibile godere di un panorama incantevole e tra i più suggestivi.


La riqualificazione del fabbricato dovrà essere realizzata con materiali ecocompatibili e rispettosi dell’ambiente e l’area esterna è auspicabile che venga trasformata in un vero e proprio giardino pubblico.


Per l’accesso al mare delle persone diversamente abili, si può prevedere un collegamento con passerella in legno da realizzare sul corridoio esistente in cemento adiacente al muraglione del faro.


Zona Arco – via Santa Marcellina


In questo tratto la scogliera finisce a strapiombo sul mare (8 – 12 mt), presenta caratteristiche pianeggianti nella parte superiore ma offre pochi punti di accesso all’acqua, inoltre la fascia demaniale è molto ristretta (4 – 15 mt).


È stata prevista un’area con finalità turistiche ricreative diverse da SB e SLS.


Esistono solo 2 discese, per la realizzazione delle quali è stato utilizzato del cemento, di cui una è utilizzata dalle suore Marcelline nel periodo di vacanza, l’altra, tramite una scalinata, porta in una grotta a livello marino dove è possibile la sosta e la balneazione per un numero ristretto di persone.


Gli interventi di valorizzazione per noleggio natanti, punti di ormeggio ecc prevedono: pulizia rifiuti e discariche di materiale di risulta, in particolare collocati alla base del muretto stradale; ripristino tratturi esistenti; ripristino della copertura vegetale con inserimento di specie strutturali autoctone; restauro ed agibilità delle discese pubbliche; realizzazione di pontili galleggianti.


Via Santa Marcellina – Maria Aurora – Camping


A circa 150 mt da via Santa Marcellina insiste un area pubblica degradata (giardino e parcheggio) a rischio di frana, la quale necessita di urgenti interventi di riqualificazione, consolidamento e contenimento. Probabilmente tale area è stata ricavata su materiale di risulta proveniente dagli scavi dell’area portuale, senza alcun muro di contenimento. Naturalmente tali interventi debbono necessariamente essere eseguiti con pietre locali e materiali compatibili. In questo tratto la scogliera presenta caratteristiche medio – alte. La parte superiore si presenta in prevalenza pianeggiante, ma offre pochi punti di accesso al mare.


Sono presenti sorgenti di falda sottomarine che, oltre a rendere molto fredda l’acqua nel punto in cui sfociano, modificano anche l’aspetto della flora marina. Dall’area pubblica degradata fino al Camping la fascia demaniale si allarga fino ad un massimo di 40 mt circa. La scogliera assume un aspetto più frastagliato e poco agibile ed offre pochi accessi al mare tramite discese e sentieri in cemento. La costa non declina fino al piano marino ma finisce a strapiombo con altezze variabili da 2 a 5 mt circa. Al di sotto del muretto stradale insistono folti canneti cresciuti su materiale di risulta e fra i quali viene gettato ogni tipo di rifiuto. Piccole concessioni possono prevedersi all’altezza del Camping “San Nicola”, dove esiste già una piccola area parcheggio ed una discesa a mare.


Quest’ultima, nella parte superiore, necessita di interventi di bonifica discariche, rimozione o mimetizzazione del cemento, ripristino scalinata. Lungo tutto questo tratto fino al confine con il territorio di Andrano, è stato previsto un camminamento tipo tratturo largo tre metri, con il piano pedonale realizzato con misto di cava battuto e con muretti a secco. Il percorso verrà realizzato a ridosso del muro di contenimento che costeggia la litoranea. Questo tratto attualmente non ha nessuna peculiarità ambientale perché è quasi tutto costituito da materiale di risulta. Il camminamento permetterà la fruizione di tutto questo tratto di costa che attualmente non è molto praticato a causa della mancanza di parcheggi e marciapiedi. Lo stesso permetterà la percorrenza pedonale del tratto di costa in estrema sicurezza al riparo dal traffico veicolare e, soprattutto, potrà mettere in comunicazione le aree di sosta realizzate per godere del panorama. Le stesse attualmente versano in uno stato di estremo degrado e, quindi in virtù degli interventi previsti, potranno fungere da punti di ritrovo e/o intercambio per mezzi di trasporto quali biciclette a pedalata assistita, ecc.


Questa opera consentirà anche la fruizione delle discese a mare esistenti che dovranno essere ripristinate con l’eliminazione del cemento e la sostituzione con pietra o tavolati removibili. In questo tratto di costa sono previsti due stabilimenti balneari (SB) e una SLS, che saranno serviti dal camminamento. Sarà allestita anche una zona che possa permettere la sosta e la balneazione di animali da affezione accompagnati dai rispettivi proprietari.


L’amministrazione comunale si impegnerà a soddisfare l’esigenza di parcheggi per le auto con l’individuazione di aree a monte della litoranea, anche con il coinvolgimento dei privati per evitare l’incremento della pressione antropica sui siti interessati.


Dal Camping all’Isola



Nella fascia costiera comprendente l’Isola insistono alcuni tratti adiacenti alla strada, privati e demaniali che offrono la possibilità per alcuni interventi mirati (aree di sosta attrezzate, punti di rinfresco e di intrattenimento, etc.). La zona costiera balneabile dell’Isola necessita di interventi di riqualificazione, di rimozione o mimetizzazione del cemento.


È previsto uno SB in adiacenza all’Isola (dove invece si lascia la spiaggia libera) che potrà essere realizzato con pedane amovibili poste anche a distanza dalla linea di costa. Da valutare l’eventuale possibilità di un collegamento sentieristico che unisca i vari punti di interesse della costa.


Ad esempio, il ripristino della carraia che dalla Torre del Sasso scende verso il mare o altri sentieri che attualmente attraversano proprietà private. La fascia costiera tricasina è troppo stretta e chiusa dalle serre e dalle proprietà private, bisogna necessariamente riflettere sulla possibilità di ripristinare tali collegamenti con la parte superiore utilizzando e valorizzando l’esistente.


Dall’Isola ad Andrano


La fascia costiera seguente sino al Comune di Andrano potrà essere valorizzata mediante interventi per la realizzazione di impianti di acquacultura, strutture per varo, alaggio e rimessaggio. è stata tipizzata come area con finalità diverse.


Pontili per ormeggi e attracchi


Per le caratteristiche morfologiche del litorale, l’adozione di pontili mobili per attracchi di natanti può rappresentare una valida alternativa all’utilizzo della spiaggia libera quando la stessa non risulta servita da accessi al mare. Per gli ormeggi si suggeriscono pontili galleggianti formati da blocchi modulari in plastica ad alta densità, resistenti agli agenti atmosferici, alla luce, alle basse od alte temperature (da -55° a + 75°) o legno. Tale sistema è l’ideale per creare piattaforme e pontili che dalla spiaggia si aprono verso il mare, ma anche pontili di attracco imbarcazioni.

Il sistema permette di assemblare pontili per attracco imbarcazioni e risulta essere versatile, facile da rimuovere o da assemblare oltre ad essere è l’ideale per usi ludici e sportivi. La superficie può essere in legno o in composito che presenta un notevole vantaggio: è indeformabile, ma soprattutto non richiede alcuna manutenzione anche se come impatto è meno gradevole del legno.

Il pontile galleggerà grazie alla parte sottostante in polietilene che ne costituisce la base principale e potrà essere istallato prima della stagione estiva e disinstallato entro la fine di settembre. L’ubicazione ideale di detti manufatti, come detto, è quella delle spiagge libere, particolarmente inaccessibili da terra per la carenza di parcheggi. Gli utilizzatori potrebbero eventualmente utilizzare un servizio navetta via mare con partenza dal Porto di Tricase.


Giuseppe Cerfeda


Approfondimenti

Inaugurata la biblioteca “Giambattista Lezzi” a Casarano

il Sindaco De Nuzzo e l’Assessore Legittimo: “Grazie alla fiducia che i cittadini ci hanno accordato”. “Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero”.

Pubblicato

il

“Ci sono sogni destinati a rimanere tali ma che comunque aiutano a migliorarsi. Altri destinati a realizzarsi nel momento in cui si ha la possibilità di incidere”.

E’ lapidario il sindaco di Casarano, Ottavio De Nuzzo, durante l’inaugurazione della nuova Biblioteca Comunale della città.

È grazie alla fiducia che i cittadini hanno accordato alla nostra Amministrazione che tutto è iniziato. Avevamo la necessità di una Biblioteca “vera” aperta, fruibile. Per questo motivo abbiamo iniziato da zero.

E prosegue: “Sono stati anni di lavoro: convenzione con il Polo Biblio Museale di Lecce, partecipazione al bando per il servizio civile 2025, adesione rete delle Biblioteche Regionali, censimento matricola al Ministero, progettazione e realizzazione arredi e tanto altro.
Fatica? No gioia di vedere prendere corpo e anima ad un luogo che sarà un punto di partenza da dove si propagheranno, tutto intorno, attività culturali”.

“Da quelle stanze”, sostiene l’assessore, Emanuele Leggittimo,  “si sprigionerà una luce forte che passando da Palazzo De Judicibis si estenderà nel Sedile comunale per arrivare a Piazza Mercato.
Lievito di vita e di bellezza, di incontro e scambi di saperi.
Siamo contenti e orgogliosi, oggi lo possiamo dire per aver potuto inaugurare e contare su “un luogo del sapere” che è la Biblioteca Comunale “Giambattista Lezzi”.

Continua a Leggere

Alessano

“Vi voglio bene”, un libro essenziale per raccontare don Tonino e la sua storia

Monsignor Vito Angiuli: “Scritti e documenti inediti per scoprire l’intera vocazione pastorale da sacerdote e da vescovo. Guardate con simpatia alle persone e agli avvenimenti della storia, per testimoniare a tutti la gioia del Vangelo”

Pubblicato

il

di Luca De Santis

Vi voglio bene, Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello è l’ultima fatica data alle stampe dal vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli. Il nuovo libro ha visto la luce nel mese di ottobre 2024, per le edizioni Il pozzo di Giacobbe. Quest’ultima si colloca in continuità con le precedenti pubblicazioni frutto di interessanti studi che Angiuli ha compiuto sul sacerdote della diocesi ugentina divenuto vescovo di Molfetta. 

Il sottotitolo dell’opera ci fornisce le giuste delucidazioni riguardo a quelle che sono le intenzioni dell’autore: Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello. Il testo è composto da una corposa introduzione dove l’autore pone e spiega la sua tesi riguardo a un’inscindibile armonia e continuità presente tra il ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino. 

Nel primo capitolo, Ordinazione episcopale, sono stati curati una serie di scritti in cui il futuro vescovo di Molfetta mette in evidenza un forte attaccamento alla sua terra natia e le motivazioni che lo hanno condotto ad accettare l’ordinazione episcopale. Il secondo capitolo, Don Tonino saluta la Chiesa ugentina, raccoglie alcune omelie di saluto che don Tonino ha pronunciato prima della sua partenza per Molfetta, dove traspare in modo palpabile il suo amore per la Diocesi di Ugento che ha servito per 25 anni. 

All’interno dell’ultimo capitolo troveremo invece degli scritti inediti da datarsi secondo Angiuli tra il 1960 e il 1980. La gran parte di essi pur non avendo una data o la firma, possono tranquillamente essere definiti autentici, tenendo conto della calligrafia di don Tonino. L’ordine cronologico è dato dal Curatore sulla base delle tematiche che in questi scritti vengono a essere trattate.

La maggior parte di questi risale al periodo in cui don Tonino svolgeva il suo ministero presso la Diocesi di Ugento. 

L’episcopato di don Tonino

Questi scritti contengono in modo germinale quelle tematiche che durante gli anni di episcopato don Tonino tratterà in modo più approfondito, in base alle sollecitazioni di quel contesto storico. Tenendo conto di quanto abbiamo rilevato è possibile dire che il libro si lascia leggere in modo molto scorrevole dimostrandosi adatto persino per coloro che non hanno avuto una conoscenza dettagliata di colui che la Chiesa Cattolica ha dichiarato Venerabile. 

Il vescovo Angiuli ha deciso di intitolare questo suo ultimo libro con un’espressione che don Tonino lungo il suo ministero sacerdotale ed episcopale ha utilizzato spesso: Vi voglio bene.

Quest’ultima non ha solo la funzione di comunicare i suoi sentimenti, quanto la simpatia con cui si poneva nei confronti di quella porzione di popolo che era stata affidata alle sue cure pastorali, ma anche nei confronti della storia a lui contemporanea in cui l’umanità era immersa. 

Il vi voglio bene di don Tonino

Il vi voglio bene di don Tonino – ci aiuta a comprendere l’autore – trova significato in una delle più belle espressioni da lui spesso utilizzate e contenute nella Costituzione Conciliare Gaudium et spes al n. 1: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore». 

Le motivazioni ministeriali di don Tonino nelle varie fasi dei suoi incarichi sia nella diocesi ugentina che in quella di pastore della Chiesa di Molfetta hanno mantenuto le medesime fondamenta che hanno da sempre configurato la sua fede: coltivare la preghiera, meditare la Parola, adorare Gesù eucarestia. Prendiamo atto che gli anni del ministero episcopale hanno oscurato il periodo sacerdotale, ma quegli aspetti che hanno reso il vescovo Bello conosciuto in campo nazionale e oltre, ciò per cui è stato amato nella Diocesi a lui affidata, erano già presenti nel ministero svolto nell’estremo lembo d’Italia, in quel Capo di Leuca, durante il suo lungo ministero sacerdotale come professore e vice-rettore presso il Seminario vescovile, come parroco a Ugento e Tricase, nei vari incarichi pastorali.

La presidenza del Pax Christi

Cade in grave errore chi sostiene che l’episcopato, in particolar modo la presidenza di Pax Christi, abbia segnato una svolta ministeriale in don Tonino, una conversione verso le tematiche sociali, in particolar modo quella della pace e della non violenza. A tal proposito Angiuli nell’Introduzione del libro è perentorio nel sostenere il fatto che non vi è nessuna discontinuità di pensiero tra il don Tonino sacerdote e vescovo, e che pensare il contrario significherebbe mistificare la realtà.

Quest’ultimo durante il suo percorso di studio ha consolidato un ottimo utilizzo del metodo deduttivo tramite la sua formazione filosofica e teologica, così come una padronanza del metodo induttivo nel confrontarsi e padroneggiare le scienze moderne: sociologia, psicologia, diritto del lavoro, legislazione sociale, all’interno delle quali venne introdotto durante gli anni seminariali a Bologna presso l’ONARMO.

La cultura sessantottina

Accanto a coloro che sostengono una discontinuità ministeriale di don Tonino, vi sono quelli che manifestano una certa antipatia nei confronti del suo ministero, sostenendo come quest’ultimo sia il prodotto di quella cultura sessantottina che ha avuto i suoi risvolti più nefasti all’interno degli anni ’70 del secolo scorso. A costoro risponde il decreto che sancisce la Venerabilità di don Tonino, definendolo come un ottimo interprete delle istanze conciliari. 

L’aspetto, forse il più deleterio, è rappresentato da coloro che del ministero di mons. Bello prendono in considerazione e ne propagano solo i temi sociali (pace, giustizia e salvaguardia del creato), dandone una lettura ideologica. 

Costoro affrontano i temi sociali senza tener conto di quelli etici (divorzio, aborto, eutanasia), quest’ultimi aspetti non possono essere separati dai primi ed è chiaro come don Tonino gli abbia mantenuti sempre insieme. Proseguire su questa linea – sostiene Angiuli – significa trovarsi dinanzi a un Giano Bifronte dove diviene molto difficile cogliere, per esempio, la profondità teologica di alcune immagini eloquenti che don Tonino ci ha lasciato come quella della Convivialità delle differenze e della Chiesa del grembiule. 

Le radici nel basso Salento

Ciò che mons. Bello esprime nel periodo molfettese, affonda le sue radici nel basso Salento e nella formazione bolognese. Nello specifico va considerata l’impronta ministeriale di mons. Ruotolo, il vescovo di Ugento che ha ordinato presbitero don Tonino e con cui quest’ultimo ha molto collaborato: l’amore all’eucarestia, la devozione mariana, l’impegno ad attuare gli orientamenti pastorali scaturiti dal Concilio Vaticano II, la programmazione per gli itinerari di formazione per i laici, l’attenzione alle problematiche sociali presenti in questa parte del Salento. 

Un particolare merito del libro lo si riscontra nel III Capitolo Scritti vari. 

In questa sezione si trovano, come già detto, degli scritti inediti di don Tonino, i quali pur non avendo lo stesso spessore o valore di quelli pubblicati da lui stesso, hanno il merito di contenere quelle tematiche che rappresentano la continuità ministeriale che Angiuli, a ragione, evidenzia.

Quest’opera è imprescindibile per chi ha un serio interesse a conoscere la sensibilità e le radici in grado di nutrire il ministero pastorale di don Tonino dal punto di vista teologico e sociale. 

Il grande merito di Angiuli consiste nell’averci consegnato un testo che in continuità con le altre sue pubblicazioni su mons. 

Bello, ci dona una chiarezza, una verità, che non può essere tralasciata e non considerata, un atteggiamento contrario significherebbe alterare il suo pensiero, oscurare aspetti essenziali e sostanziali della sua santità.

Il vescovo Angiuli in mezzo ai bambini

 

Continua a Leggere

Approfondimenti

Controlli straordinari in tutto il Salento: arresti, denunce e contravvenzioni

Operazione congiunta delle pattuglie del Nucleo Operativo e Radiomobile e delle Stazioni di tutte le 6 Compagnie della Provincia, Lecce, Campi Salentina, Casarano, Gallipoli, Maglie e Tricase, con il supporto dell’elicottero del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari Palese e a “Fighter”, il cane antidroga del Nucleo Cinofili di Modugno

Pubblicato

il

In previsione dell’aumento delle presenze turistiche legate alle festività natalizie e di fine anno, insieme agli eventi culturali ricreativi previsti sul territorio salentino, il Comando Provinciale Carabinieri fi Lecce ha avviato un piano straordinario di prevenzione e controllo per garantire la sicurezza di cittadini e visitatori.

A partire dalle 20 di ieri sera, è stato attuato un servizio di controllo straordinario con l’obiettivo di prevenire e contrastare la criminalità, la mala movida e le violazioni relative alla vendita e al consumo di alcol e fuochi d’artificio.

Particolare attenzione è stata dedicata alla circolazione stradale, con controlli mirati su infrazioni al Codice della Strada, in particolare riguardo alla guida in stato di ebbrezza e all’uso di sostanze stupefacenti.

Sono state monitorate anche le zone con alta incidenza di furti e reati predatori.

Grazie all’operazione congiunta delle pattuglie del Nucleo Operativo e Radiomobile e delle Stazioni di tutte le 6 Compagnie della Provincia (Lecce, Campi Salentina, Casarano, Gallipoli, Maglie e Tricase), con il supporto dell’elicottero del Nucleo Elicotteri Carabinieri di Bari Palese e a Fighter, il cane antidroga del Nucleo Cinofili di Modugno, sono stati effettuati numerosi posti di controllo in diverse aree della provincia considerate più vulnerabili a fenomeni di illegalità e degrado.

Otto gli individui arrestati, di cui quattro in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, con ingenti quantitativi di droga sequestrati tra cocaina e marjuana.

Nello stesso contesto operativo è stato eseguito un ordine di carcerazione emesso dell’Autorità Giudiziaria di Catania a carico di un 55enne, responsabile di associazione di tipo mafioso.

Tre, invece, gli ordini di carcerazione emessi dalla Procura della Repubblica di Lecce a carico di altrettanti soggetti responsabili di reati contro la persona ed il patrimonio. Cinque denunce per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti e guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti.

Infine, due titolari di esercizi commerciali, oltre ad essere stati denunciati all’autorità giudiziaria per violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro sono stati segnalati anche alla competente autorità amministrativa.

Oltre 530 veicoli sono stati controllati e circa 750 persone identificate.

Sessanta contravvenzioni emesse per violazioni del Codice della Strada anche in ragione dell’entrata in vigore della normativa relativa al nuovo Codice della Strada, con particolare riguardo alle infrazioni relative alla guida in stato di ebbrezza, all’utilizzo di telefoni cellulari durante la guida e al mancato uso della cintura di sicurezza.

Il piano di controllo proseguirà nei prossimi giorni, in concomitanza con l’arrivo delle attività festive ed i tanti eventi culturali, per garantire un ambiente sicuro e tranquillo sia per i cittadini che per i turisti.

I Carabinieri invitano tutti a «rispettare le norme di sicurezza e a segnalare eventuali comportamenti sospetti o situazioni di disagio».

L’ operazione rientra in una strategia più ampia di prevenzione e repressione della criminalità, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nel territorio e promuovere un turismo consapevole e responsabile.

Il Comando Provinciale Carabinieri di Lecce ribadisce il proprio impegno nella «lotta contro ogni forma di illegalità, con l’intento di garantire la serenità e la sicurezza di tutti durante le festività».

📍 Segui il GalloLive News su WhatsApp 👉 clicca qui

Continua a Leggere
Pubblicità
Pubblicità

Più Letti