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Tricase

Tricase: “PD: perché sono entrato, perché sono uscito”

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Dopo l’esperienza  del PES, la presentazione alla consultazione comunale del 2008,  sembrava fosse giunto il momento di iniziare un nuovo percorso all’interno di un partito nazionale, che avesse le sue regole e la sua organizzazione. Comunicai questa mia decisione a tutti gli amici del movimento, ma non si parlò mai di una confluenza ma di scelte personali.  E così fu: all’inizio di luglio 2009, data ultima per partecipare ai congressi elettivi del partito, mi iscrissi al PD. Lo stesso fecero un consistente gruppo di amici, altri rimasero su posizioni diverse. Il movimento appena nato si connota per il suo entusiasmo disomogeneo, dove tutti si avvicinano su una base puramente emotiva, su una rabbia di voler fare, poi emergono le differenze e le difficoltà di un’azione coordinata. A me sembrò che entrare nel PD fosse l’unico modo per ritornare alla Politica, poter discutere di problemi amministrativi su una base molto più larga, iniziare un’azione di contrasto al populismo dilagante con azioni mirate e interessanti per gli elettori. Mi sembrava che entrare nel partito, specie in prossimità di un congresso, potesse rimescolare le carte e ricominciare la battaglia politica in un modo più coerente, più sobrio, ma anche più incisivo. Pensavo anche che l’ingresso nel partito di un consistente numero di elettori di centro sinistra venisse salutato da tutti come la corretta conclusione di una stagione troppo lunga di divisioni, contrasti e sconfitte. Era arrivato il momento di costruire, discutere, riappropriarsi della propria città, anche a costo di qualche piccolo passo indietro. In tutti gli interventi all’interno del partito ho sempre cercato di parlare di questo, di cercare un’unità di intenti, di superare le logiche divisorie per tentare una strada nuova. Con questa logica, in questi mesi, ho vissuto una serie di incombenze elettorali interne: cercare la più ampia condivisione possibile, trascurare le scivolate personalistiche, ragionare su un progetto comune. Bene, da luglio a oggi abbiamo fatto decine di assemblee, di incontri privati, ma non abbiamo mai discusso del futuro, dei programmi sui quali vogliamo basare il nostro progetto, non abbiamo mai analizzato le misure adottate dal governo della destra, sia nazionale che locale. Mai una parola su Berlusconi né una su Musarò. Una sequela di incontri basati su posizionamenti interni, con voti per pletoriche assemblee nazionali, regionali, provinciali. Tutti organi vissuti come conta di maggioranze e minoranze, ma senza alcun potere decisionale sulle scelte del partito. Anche a livello comunale ho tentato di contribuire alla creazione di un organo direzionale veramente aperto, e che con snellezza potesse davvero creare le premesse per una migliore struttura. Cosa apparsa da subito impossibile con la creazione del circolo di Lucugnano (14 iscritti) e poi quello di Tricase con i loro presidenti e infine del Coordinamento cittadino con il suo segretario e formato da almeno una quarantina di elementi. Insomma l’impossibilità di far funzionare il partito: decisione voluta, cercata e non combattuta da quasi nessuno. In realtà è un partito che vive sull’esistenza di divisioni interne ben codificate, fra persone che non hanno nessuna stima dell’altro e che si vivono reciprocamente come il vero nemico da abbattere, al più presto. Noi che venivamo dall’esterno e comunque senza tanti preconcetti ci siamo ritrovati, nonostante tanti discorsi alternativi, a dover fare i conti con questa continua disputa, che non diventa mai dialettica, ma anzi diaspora dirompente. Questo modo di procedere ha toccato il suo apice, il vero corto circuito, al momento della scelta del candidato presidente alle prossime regionali. Vi risparmio il ben noto riepilogo di tutto ciò che è successo, ma ancora una volta i vertici (specie regionali e provinciali) cambiavano opinione, senza alcuna vergogna, a seconda delle loro esigenze personali, mentre in periferia si consumavano i soliti rancori, le solite rivincite, le solite insinuazioni. Per una notte ho tentato di tener duro e cercare di capire le ragioni del partito, poi seguendo anche l’indicazione di tutti gli amici, non ce l’ho fatta più: sono andato a votare Vendola, sancendo in definitiva la rottura con il PD, con tutte quelle ragioni per le quali aveva senso essere un tesserato. Forse, in definitiva, non è colpa di nessuno, è semplicemente un progetto nato male, digerito peggio e gestito con la testa rivolta al passato. Ho provato dall’interno, ho voluto vedere e per adesso è abbastanza. Esco subito dal PD per non fare e farmi danno: la politica è una cosa da affrontare ogni giorno con una certa coerenza, non è una guerra fra bande armate, né può essere solo la base di affermazioni personalistiche, non può ridursi al vuoto ideale per i rigurgiti ancora presenti di due vecchi partiti, poi divisi in altre sottofazioni, e poi degenerate sul senso di potere assoluto. Lascio la tessera del PD, non posso lasciare la politica, perché la Politica è il sale della nostra vita civica, perché fare politica significa spogliarsi un po’ di sé e dedicarsi al bene comune, immaginare e progettare il futuro con gli altri e infine sopravvivere.


Alfredo De Giuseppe

Appuntamenti

Il Cinema sotto le Stelle a Tricase

Nel cartellone estivo la proiezione di una serie di titoli cinematografici all’aperto, presso la biblioteca comunale di via Micetti

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Tutto pronto per l’avvio del calendario di appuntamenti de “Il Cinema sotto le Stelle 2024“.

L’iniziativa rientra nel cartellone di eventi Tricase Destinazione Autentica 2024 e prevede la proiezione di una serie di titoli cinematografici all’aperto, presso la biblioteca comunale di via Micetti.

Prima giovedì 18 luglio con Io Capitano.

Seguono proiezioni quotidiane sino al 2 agosto prossimo per un totale di cinque film-

Oltre ad Io Capitano anche: Cento Domeniche, C’è ancora domani, Palazzina Laf e Anatomia di una caduta.

Saranno garantite tre proiezioni per ciascun titolo.

Una al giorno ad orario fisso (ore 21).

Il costo d’ingresso è di 3,50 a persone a persona.

Info al 328 6793880 ed al 347 2485972

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Appuntamenti

Due rive, Festival delle storie tra Tricase e Tiggiano

Tra Mare e Fuori: nel Sud del Sud dei Santi tre serate d’autore. Tra gli ospiti, nelle vesti d’autori, anche Matteo Paolillo (Mare Fuori) e Cristiano Godano (leader dei Marlene Kuntz)

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 Quella che si presentava come una felice sorpresa estiva, organizzata per il Salento da un gruppo di giovani pugliesi emigranti, assume ormai i contorni della tradizione: anche quest’anno, tra Tricase e Tiggiano, nel Sud del Sud dei Santi, ritorna Duerive, festival delle storie.

I direttori artistici, il salentino Graziano Gala (scrittore e critico letterario), ed il campano Emanuele Bosso (influencer di libri, esperto di letteratura contemporanea), coadiuvati da una associazione che presenta le più capaci personalità del territorio tricasino (formata di Andrea Ciardo, Serena Colazzo, Andrea Di Paola, Enza Zocco), portano nel Tacco d’Italia alcuni dei nomi più lucenti della letteratura nazionale, della musica fuori dagli schemi e del cinema italiano.

Numerosi gli enti che hanno contribuito alla realizzazione di questa terza edizione del festival, a partire da Regione Puglia, Comune di Tricase e Associazione Tina Lambrini – Palazzo Comi, già partner nelle precedenti edizioni, a cui si sono aggiunti il Polo Biblio-Museale di Lecce, Unione dei Comuni Terra di Leuca, Associazione Pro Loco Tricase e Comune di Tiggiano.

Il fil rouge della rassegna 2024 è il mare come metafora di costruzione e attraversamento di una storia capace di cambiarti la vita.

Prima serata, venerdì 26 luglio, dalle ore 20, a Palazzo Comi (Lucugnano): per il cantiere esordi in un evento titolato “bracciate”, presenteranno i loro ultimi lavori editoriali Maria Francesca Benvenuto (Mondadori), Giulia Della Cioppa (Alter Ego), Deborah D’Addetta (Perrone). Dialogherà con le autrici lo scrittore Mattia Insolia.

A seguire Marco Amerighi (curatore editoriale di Book Pride) e Mario Carparelli (docente di filosofia) daranno vita ad un evento titolato “tuffarsi” e dialogheranno con Cristiano Godano (leader dei Marlene Kuntz) autore del libro Il suono della rabbia (Il Saggiatore).

Seconda serata, sabato 27, dalle ore 20, in piazza Don Tonino Bello a Tricase: in un evento titolato “bagliori”, il musicista internazionale Redi Hasa riceverà il premio Duerive-QuiSalento, dialogando con i giornalisti Annibale Gagliani e Matteo Tangolo; a seguire, le celebrazioni per i trent’anni della casa editrice minimum fax con ospiti a sorpresa.

Terza serata, domenica 28 luglio, dalle ore 20, a Torre Nasparo (Tiggiano): l’evento sarà titolato “immergersi”, e la poetessa e scrittrice Maria Grazia Calandrone presenterà il suo romanzo Magnifico e tremendo stava l’amore (Einaudi) in dialogo con il direttore artistico Emanuele Bosso; a seguire, l’evento titolato “salpare”, con Matteo Paolillo, protagonista della fiction RAI Marefuori, che presenterà il suo libro d’esordio, 2045 (Solferino), e dialogherà con i direttori artistici Graziano Gala ed Emanuele Bosso.

Il Festival chiuderà il sipario con DueriveOFF, momento di festa voluto per celebrare il Mediterraneo, i suoi talenti e le opportunità della grande narrativa italiana.

La serata, in collaborazione con Comune di Tiggiano e Associazione TUA, vedrà l’esibizione di Graziano Orlando e del progetto “About Ape“, vibrante iniziativa musicale cresciuta all’interno del progetto di valorizzazione del territorio “Ape in Funky Garage”.

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Tricase: lavori e polemiche in piazza a Caprarica

L’ing. Andrea Morciano protocolla una lettera indirizzata agli amministratori con la quale chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico

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I lavori di riqualificazione in corso a Tricase, in piazza Sant’Andrea a Caprarica, sono da qualche giorno oggetto di discussione.

La polemica, fino ad ora latente, è deflagrata con la lettera indirizzata al sindaco Antonio De Donno, alla presidente del consiglio Rosanna Zocco, agli assessori e a tutti i consiglieri, dall’ingegner Andrea Morciano, noto professionista, residente proprio nel quartiere tricasino che ospita i lavori.

L’ingegnere, con la sua lettera, protocollata l’11 luglio scorso (numero 14030), chiede la sospensione immediata dei lavori e la convocazione urgente di un incontro pubblico.

In premessa l’ing. Morciano rileva innanzitutto che i lavori riguardanti la riqualificazione di Piazza Sant’Andrea sono iniziati «senza alcun preavviso per la cittadinanza, tanto che lo stesso Comitato Festaquesto fa ancora più specie, visto che un componente è anche consigliere comunale») ha dovuto improvvisamente posticipare la festa patronale ad altra data».

Poi evidenzia che «il progetto non è mai stato sottoposto ad un giudizio dei cittadini di Caprarica, eccezion fatta per una fugace esposizione di alcune tavole grafiche ben nascoste alla maggior parte della gente, lo scorso anno; che non sì è avuta neppure cura di aggiornare i render delle testate del progetto alle varianti e modifiche che il progetto ha subito».

«Quando la coperta è corta», polemizza, «e si vuol fare tutto, poi si incorre in questi errori banali. In campagna elettorale il sindaco aveva promesso che avrebbe fondato la sua amministrazione sulla partecipazione (questa sconosciuta).

Le intenzioni ed i propositi non vanno enunciati ma vanno praticati, anche se capisco che per il sindaco sia difficile, visto quanto già accaduto in altri incontri nei quali si è cercato il confronto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti si veda gestione ufficio tecnico»).

Altro punto contestato: «Dalla testata del progetto si evince un’ampia partecipazione di professionisti i quali, non per colpa loro (di questo ne sono certo), dalla montagna hanno partorito un topolino».

E ancora: «Non si capisce come ai cittadini non sia consentito l’uso del cemento in aree agricole o nei

centri storici e poi la piazza di Caprarica, improvvisamente diventa idonea per accogliere una bellissima pavimentazione architettonica, che altro non è che cemento. Ho sollevato il problema anche agli organi competenti, che per tutta risposta hanno giustificato la scelta per “mancanza di soldi”. I privati, invece, hanno soldi da spendere e spandere…».

Dal progetto sembrerebbe essere stata riservata una “zona ZTL” per alcuni residenti: «Si vuol conoscere in relazione a quale principio e chi pagherà i ripristini per effetto del transito dei veicoli in quella fascia», evidenzia Morciano, «inoltre sarebbe opportuno sapere se sono state effettuate delle prove di transito con mezzi pesanti, per chi percorre via Vittorio Emanuele verso via Caduti sul Lavoro. Prove traffico tanto care al sindaco… Sarebbe opportuno conoscere quali saranno le manovre da effettuare per chi, transitando con un mezzo pesante su via Caduti sul Lavoro provenendo da Corso Apulia, dove farà inversione di marcia, visto l’esistente senso unico su via Vittorio Emanuele e non potendo percorre via Leuca, o sarà vietato qualsiasi transito. Il sindaco dovrebbe spiegarlo ai cittadini residenti».

L’elenco delle obiezioni e dei “sarebbe opportuno” è ancora lungo: «Sarebbe opportuno conoscere in base a quale principio sia stato deciso di rendere non fruibile la piazza per organizzare manifestazioni o anche semplicemente per montare un palco; sarebbe opportuno conoscere il senso della piantumazione di un albero alle spalle del frantoio

Ipogeo; sarebbe opportuno conoscere come saranno gestiti i parcheggi nelle aree prossime alla piazza nei giorni di grande affluenza e se la gestione sarà semplicemente elevare multe ai cittadini; Sarebbe opportuno conoscere come, e soprattutto chi, pagherà per eventuali ripristini da eseguire sulla sede stradale (via Vittorio Emanuele – Via Leuca) che sarà rivestita con questa splendida pavimentazione architettonica»

Per tutti i punti elencati spora l’ing. Andrea Morciano chiede «l’immediata sospensione dei lavori e la convocazione di un incontro pubblico, dove vengano esposti i principi alla base della progettazione e vengano date le risposte a queste e ad altre criticità che il progetto, in fase di realizzazione, comporterà per i residenti del rione di Caprarica».

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