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Attualità

Tricase: la scuola in tribunale

Istituto comprensivo di Via Apulia: dopo i lavori, inaugurati i locali dell’ex tribunale che ospiteranno circa cento alunni della Primaria. La dirigente scolastica: «Il dialogo costante con il Comune ha reso possibile i lavori di allargamento di due aule della sede del “Via Apulia” e della ristrutturazione del piano terra dell’ex tribunale dove sono state allestite quattro aule con relativi laboratori»

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La scuola finisce in tribunale. Questa volta però la cronaca giudiziaria non c’entra perché stiamo parlando della ex sede del tribunale di Tricase (di proprietà comunale) messa a disposizione dell’Istituto Comprensivo di Via Apulia.


La scuola che ha la sua sede centrale proprio in via Apulia (quartiere di Caprarica), dovendosi attenere alle norme anti covid, aveva bisogno di nuovi spazi che ospitassero parte dei suoi alunni.


Così a lavori ultimati e dopo la benedizione di don Salvatore Chiarello, sacerdote della parrocchia di Sant’Andrea, circa 100 alunni (quattro classi della primaria) hanno preso posto nei locali che una volta ospitavano il tribunale opportunamente restaurati.


Il tutto è stato pensato e realizzato per far convivere senza problemi né commistione alcuna gli alunni impegnati a scuola e il Giudice di Pace che continuerà a prestare servizio da via Forlanini.



IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA


«La scuola di via Apulia nel mese di giugno era in ginocchio»,  ricorda la dirigente scolastica Rina Mariano, «con tante criticità da affrontare in merito alla capienza delle aule inadatte ad ospitare tutti gli alunni presenti con le nuove norme per il rispetto delle misure di sicurezza».


«Il dialogo costante con il Comune di Tricase ha reso possibile i lavori di allargamento di due aule della sede del “Via Apulia” e della ristrutturazione del piano terra dell’ex tribunale dove», spiega la dirigente, «sono state allestite ben quattro aule con relativi laboratori».


Riguardo al primo giorno di scuola dopo l’estate e soprattutto dopo i lunghi mesi di lockdown con le lezioni seguite al computer da casa, Mariano fa notare come «sia la sede centrale che tutte le altre questa mattina si sono presentate agli alunni colorate e accoglienti, grazie all’impegno profuso da tutte le maestre e dai collaboratori scolastici. È stata, però, la presenza dei bambini a renderle ancora più accoglienti. Finalmente la scuola potrà godere della vitalità e della gioia dei ragazzi dopo un anno che difficilmente dimenticheremo».


«Ora seguiamo le regole e auguriamoci un anno scolastico nel corso del quale si possa lavorare tranquillamente», conclude Mariano rivolgendosi in particolare ad insegnanti, personale scolastico e, soprattutto, ai suoi ragazzi: «Forza! Riprendiamo e incrociamo le dita!».






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Santa Caterina, strada intitolata al Giudice Sodo

L’amministrazione comunale ha deliberato l’intestazione di una strada della marina di Nardò al compianto “Pretore d’assalto”

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L’amministrazione comunale ha deliberato l’intestazione di una strada di Nardò, precisamente nella marina di Santa Caterina, al compianto giudice Angelo Sodo.

L’iniziativa è stata proposta da Carlo de Bartolomeis, diciassettenne, studente del Liceo Scientifico Banzi di Lecce e nipote del giudice Angelo Sodo.

Il giudice Sodo è ricordato per quanto si spese in favore della comunità neretina e non solo, tutelando beni paesaggistici dalle speculazioni edilizie.

Pretore di Nardò per 42 anni, Consigliere di Cassazione, Presidente della Commissione Tributaria di II grado della Puglia, sez. di Lecce e docente universitario presso l’Università di Bari.

Per i tempi furono innovative le sue sentenze, come il sequestro dei volatili al di sopra del Parco Naturale di Porto Selvaggio affinché i bracconieri, se colti in flagranza di reato con la selvaggina, sarebbero stati punibili o arrestati per Legge.

Tante le altre sue sentenze conosciute, adottate negli anni a cavallo tra il 70 e il 90.

Inoltre, fu il “Pretore d’assalto” a preoccuparsi e a far porre il limite di velocità sulla strada che collega Nardò alle marine, teatro di numerosi incidenti mortali.

L’idea iniziale era, come di prassi, porre il limite di 50 km/h lungo il tratto di strada (attuale via Benedetto Leuzzi e Str. Santa Caterina) e, così, assieme al sindaco di Nardò di quegli anni, si recarono ad acquistare i paletti con sopra il limite di velocità.

Per sfortuna da un lato, ma per fortuna dal lato che riguarda la sicurezza stradale, il giudice Sodo ed il sindaco, non trovando divieti di oltrepasso di 50 km/h, furono costretti a porre il limite di 30 km/h.

La perseveranza da cui era accompagnato Sodo, costrinse ad applicare quei limiti, che tutt’oggi sono presenti lungo la strada.

Tante sono le sentenze emanate dal dott. Sodo, ad esempio il sequestro del tratto di mare ove era affondata una nave romana con all’interno varie anfore e suppellettili dell’epoca.

Il tutto al fine di consentire il recupero di questi oggetti, il successivo restauro ed infine l’esposizione al pubblico presso il museo provinciale.

Inoltre, una celebrazione della strada intestata al compianto dott. Sodo, la già via Monte Alto di Santa Caterina, sarà programmata prossimamente in accordo con l’amministrazione comunale di Nardò.

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Donne all’Opera: il 1 Polo contro la violenza sulle donne e i bambini

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere…

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In occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e i minori, il Polo 1 di Galatina, in collaborazione la Commissione Pari Opportunità, d’intesa con l’Assessorato alle Pari Opportunità di Galatina, organizzano l’evento “Donne all’Opera” che si svolgerà lunedì 25 novembre, a partire dalle 9:30, presso il teatro Cavallino Bianco di Galatina.

Dopo i saluti istituzionali ci sarà un concerto a cura della Salent’Opera, orchestra Sinfonica Giovanile diretta dal M° Tommaso REHO.

Seguiranno le testimonianze di otto donne del nostro territorio, professioniste e appartenenti a diverse categorie, che si sono distinte nella lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi di genere.

Di grande pregio la presenza del Cav. Malala Yousafzai dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nella persona della dr.ssa Paola GABRIELI, che da dieci anni coordina l’unico centro antiviolenza pubblico a gestione pubblica della Regione Puglia, lavorando sul territorio dell’Ambito di Galatina accanto alle donne e ai figli minori con la presa in carico, nella difesa dei loro diritti, oltre alle attività di sensibilizzazione e formazione, al fine di favorire l’emersione del fenomeno e il contrasto alla violenza di genere.

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“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.

“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:

Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.

Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.

Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.

La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.

Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.

Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.

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