Tricase
Tricase: Con gli occhi del cuore
Giovanni Panico: a luglio ricorre il 50° anniversario della scomparsa del Cardinale che volle l’Ospedale e che, durante la sua vita al servizio della Chiesa, pensava continuamente ai poveri ed ai miseri bambini del suo paese.

di Ercole Morciano
Lo sguardo fuori dal finestrino e il cuore in tumulto. Ha solo 15 anni Giovanni Panico quando da Tricase va a Roma. Nel bagaglio, caricato sul treno alla stazione di Lecce, il corredo che hanno chiesto dal Seminario Romano. Nel bagaglio dell’anima c’è altro. Guarda il paesaggio che lascia e si rivede mentre va a Depressa, tre chilometri a piedi, libri in mano e scarpe a tracolla per non consumarle, un tarallo d’orzo e tanta spensieratezza sul sentiero erboso, e i profumi respirati appieno della mentastra, dell’origano selvatico, del timo. Gli odori lo riportano a casa, in via della Carità, dove compaiono i volti dei genitori, delle sorelle e dei fratelli. E ancora odori, che “non dimenticherà mai: del pane appena uscito dal forno nella cantina, con la croce tracciata da mamma Marina e già pronto, Giovanni lo sa – lo farà lui – per essere portato a casa della vicina, dove sono in tanti da sfamare, d’inverno piove spesso e i “bracciali” non lavorano. L’odore ottobrino dei fichi cotti al forno, che si spande per tutta la via della Carità, e le frotte di bambini, scalzi e poco vestiti che si raccolgono vicino casa, labbra chiuse e occhi che chiedono. E la gioia di incrociare di nuovo quegli occhi, che ringraziano. Occhi che non parleranno più, perché la febbre spagnola ne chiuderà molti alla luce.
Non ricorda Giovanni Panico solo i profumi. Ricorda anche gli odori dei poveri; gli odori della miseria non sono piacevoli e anch’essi affiorano prepotentemente alla memoria. È ai poveri di Tricase, ai miseri bambini del suo paese, che egli spesso pensa durante la sua lunga vita al servizio della Chiesa e che infine gli suggeriranno le “opere di misericordia”, le opere che vengono dal cuore. Egli rivedrà gli occhi dei poveri bambini di Tricase a Bogotà o a Buenos Aires, nelle missioni dei villaggi sperduti sulla cordigliera delle Ande colombiane o delle pampas argentine: occhi nerissimi, espressivi come quelli dei bambini di Tricase, perché l’innocenza è uguale in tutto il mondo. Sentirà di nuovo l’odore della povertà in Australia e Nuova Zelanda, terre di benessere, dove però gli Aborigeni e i Maori sono discriminati, ed egli interverrà in loro difesa. Altri occhi, altri volti, migliaia e migliaia, egli incontrerà nelle terre immense dell’emisfero australe durante la guerra. Nei campi dei prigionieri, nei campi degli internati civili, italiani, tedeschi e giapponesi, per tutti il sorriso incoraggiante, la parola di speranza, per molti le notizie sulle famiglie lontane, il miglioramento delle condizioni di vita. Quanti chilometri percorsi, quanti disagi sofferti, quanti pericoli incontrati, quante ferite al cuore subite. È lo stesso sentimento che prova in Perù quando visita le missioni e si trova davanti bambini, famiglie, gruppi bisognosi di tutto. Da mare a mare, dal Pacifico all’Atlantico, in Canada visita tutte le diocesi. Non c’è miseria; gli occhi dei bambini che incontra sorridono, sono felici, ben vestiti, forse c’è un confronto con gli occhi tristi dei bambini nella sua memoria. È in Canada che matura la sua decisione di fare qualcosa di concreto per i tricasini. Il lavoro e la salute sono beni preziosi, senza i quali non si può vivere dignitosamente. L’Oasi come scuola di addestramento e l’ospedale, come luogo per curare prendono corpo, prima nel cuore, poi nella mente e infine nei progetti. La prima opera è già pronta già nel 1960. L’ospedale è nella mente, nella carta dei primi progetti ma lui lo vede già con gli occhi del cuore.
Il Cardinale Giovanni Panico
1895. Nasce a Tricase il 12 aprile da Carmine e Marina Zocco.
1919. 14 marzo, viene ordinato sacerdote a Roma
1923-1926. Addetto in Colombia e Segretario di nunziatura in Argentina.
1931-1935. Uditore a Praga, Incaricato a Monaco, Osservatore nel plebiscito della Saar.
1935. Arcivescovo e Delegato Apostolico in Australia, Nuova Zelanda e Isole del Pacifico.
1948. Nunzio in Perù.
1953. Delegato Apostolico in Canada.
1959. Nunzio Apostolico in Portogallo.
1962. Cardinale. Muore a Tricase Porto il 7 luglio.
Vive nelle sue opere
La prima presentazione pubblica del progetto dell’ospedale di Tricase avviene a Lisbona, nella nunziatura, durante il ricevimento ufficiale per il 25° di episcopato del futuro Cardinale. 72 posti letto, tre ali a più piani, cappella centrale. Il 7 luglio 1962 un infarto, il terzo, stronca la vita del Cardinale. Le Suore Marcelline mantengono ugualmente l’impegno preso, Mons. Carmelo Cassati seguirà la costruzione dell’opera.
1963: prima pietra posta dal parroco Mons. Giuseppe Zocco.
1967: Inaugurazione del Card. Marella e accoglienza dei pazienti nei primi reparti.
1968: istituzione Scuola Infermieri. Cardiologia con Utic (Unità di Terapia Intensiva Coronarica).
1970-1980: Endoscopia digestiva, Diagnostica neurologica; sezione di Pneumologia con servizio di Fisiopatologia respiratoria e broncoscopia. Informatizzazione laboratorio analisi.
1982-1989: Nefrologia e Centro Dialisi a S. Maria di Leuca.
1985: Autonomia Servizio Immuno-Trasfusionale. Inaugurazione ambulatori con 16 branche specialistiche.
1987: Urologia con endoscopia operativa, urodinamica e litotrissia.
1992: Rianimazione, con Centro Medicina del Dolore.
1997-1999: Il centro studi diventa Polo Didattico Universitario. Sviluppo scientifico e tecnologico di molti settori. Chirurgia vascolare.
2001-2003: Azienda Ospedaliera. Day Surgery. Nuova sede Centro dialisi “S. Marcellina” in S. Maria di Leuca.
2005-2007: nuova sede di Ematologia con sezione trapianto midollo osseo. Inizio lavoro Hospice. Visita della Commissione Parlamentare ed encomio pubblico; nuovo reparto di ortopedia. Medicina nucleare e Centro di emodinamica cardiologica.
2008: inaugurazione Hospice “Casa di Betania”.
Appuntamenti
Tricase: AIL, Insieme è più bello!
Primo incontro settimanale dedicato a pazienti onco-ematologici, caregivers, volontari e personale sanitario

Nuova esperienza organizzata dall’Associazione Italiana contro leucemie, linfomi e mieloma di Lecce prevista per giovedì 13 marzo alle ore 19,30.
L’evento rappresenterà un’esperienza corale dedicata ai pazienti onco-ematologici, ai caregivers, ai volontari e al personale sanitario.
Il primo appuntamento settimanale si svolgerà presso la sede AIL LECCE di Tricase in via Umberto Giordano, 5.
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Appuntamenti
Le Giornate FAI di Primavera in Salento
Evento nazionale di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico che quest’anno prevede l’apertura a contributo libero di 750 luoghi speciali in 400 città

Torna il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese con l’apertura di 750 luoghi speciali in 400 città.
Un’edizione speciale, in occasione dei 50 anni della fondazione, che si svolgerà sabato 22 e domenica 23 marzo.
Si tratta delle Giornate FAI di Primavera, un evento nazionale giunto alla 33ª edizione di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari.
Le destinazioni d’interesse saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 delegazioni e gruppi FAI attivi in tutte le regioni.
Le Giornate FAI rappresentano un momento di crescita educativa e culturale e di condivisione, strumenti essenziali per affrontare un mondo libero.
Il FAI fu fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli e si impegna a ribadire la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali – oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni – con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano.
Un percorso di cittadinanza che coinvolge istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati, che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale, con un unico obiettivo: riconoscere il valore del nostro patrimonio culturale e con esso la nostra identità di cittadini europei.
“A questa edizione delle Giornate FAI del cinquantennale e alle 750 piazze italiane – che esse virtualmente rappresentano – l’auspicio che la nostra festosa, concreta e appassionata manifestazione del 22 e 23 marzo possa essere proposta, vissuta e percepita in questa ottica più ampia, più civile, più militante. Il mondo, e non solo noi europei, ne ha un immenso e drammatico bisogno. Viva l’Europa!” ha dichiarato Marco Magnifico, presidente FAI.
Le Giornate, anche in questa edizione, attraverseranno il Salento aprendo luoghi insoliti e normalmente inaccessibili oppure poco noti e valorizzati – per continuare assieme a meravigliarsi di fronte alla sorprendente vastità del patrimonio italiano, una festa con le persone e per le persone.
L’evento sarà preceduto dalle Anteprime di sabato 15 e domenica 16 marzo.
La Delegazione FAI di Lecce, il Gruppo Fai Ponte tra Culture, il Gruppo Finibus Terrae e la Delegazione del Salento Jonico consentiranno la visita al pubblico di 22 Luoghi, toccando ben 14 località salentine e coinvolgendo gli studenti di 26 Istituti scolastici oltre agli studenti della Facoltà di Beni Culturali di Lecce.
A questo fitto programma, si aggiunge, naturalmente, l’apertura del Bene FAI dell’Abbazia di Santa Maria di Cerrate e i suoi eventi speciali organizzati per l’occasione e la visita alla Chiesa dei S.S. Niccolò e Cataldo, Bene aperto tutto l’anno grazie al lavoro dei Volontari FAI.
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Cronaca
Don Antonio Coluccia: «Droga welfare criminale. Anche nel Salento»
Video intervista (la versione integrale sul prossimo numero cartaceo de “il Gallo”) al parroco antimafia originario di Specchia, prima dell’incontro con i ragazzi del comprensivo Tricase – Via Apulia. Don Antonio annuncia: «Chiederò al sindaco di supportarmi in alcune iniziative nella Zona 167 dove mi risulta si spacci anche il crack»

di Giuseppe Cerfeda
Una mattinata a scuola con don Antonio Coluccia.
Il parroco antimafia, originario di Specchia e di stanza nel pericoloso quartiere San Basilio a Roma, è stato all’Istituto comprensivo Tricase – Via Apulia e ha incontrato i ragazzi.
Prima di recarsi in aula magna scortato dalla dirigente scolastica Rina Mariano, ha accettato di sottoporsi alle domande, indovinate, ficcanti e mirate dei piccoli giornalisti della Redazione del comprensivo, Vittoria ed Emanuele (che saranno integrate alla nostra intervista completa nella prossima edizione cartacea de “il Gallo”).
Nel frattempo, vi proponiamo un’anticipazione video della nostra chiacchierata con don Antonio, che parla dell’importanza di condividere certi temi con i ragazzi, della presenza mafiosa in Salento, della recente operazione dei carabinieri con relativo smantellamento delle piazze di spaccio a Racale, Tricase, Scorrano e Maglie, dell’ondata di arresti che ha sconvolto Andrano, del suo quartiere romano di San Basilio e della situazione, tutt’altro che privilegiata, di uomo, prima ancora che parroco, sotto scorta.
Prima di congedarsi, a intervista conclusa, don Antonio ci ha annunciato: «Chiederò al sindaco di Tricase Antonio De Donno di supportarmi in alcune inziative da tenersi in parte della Zona 167. Il degrado, diffuso a macchia di leopardo, ha già conseguenze nefaste. A quanto mi risulta in quell’area già si è spacciato crack!».
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