Attualità
Tricase, lavori in piazza: pacco, paccotto e contropaccotto
Continuano a far discutere i lavori in corso a Caprarica. Dopo la richiesta di bloccare i lavori dell’ingegner Morciano, la replica del sindaco: («Fa il gioco delle tre carte, vuol prendersi meriti che non sono i suoi») e la controreplica odierna del professionista tricasino

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di Giuseppe Cerfeda
Sgomberiamo subito il campo per non diventare il capro espiatorio di una contesa che si è improvvisamente (e pubblicamente) accesa dopo i soliti pissi pissi.
Nonostante il riferimento al film degli anni ’80 che riporta la nota truffa in tre atti del furbetto napoletano di una volta, qui non si parla assolutamente di raggiri ma pacco, paccotto e contropaccotto ben illustrano azione, reazione e controreazione che hanno acceso i riflettori su piazza Sant’Andrea a Caprarica.
Tutto è iniziato con la lettera protocollata da Andrea Morciano, ingegnere proprio residente nel rione di Caprarica, con la quale si chiedeva lo stop immediato ai lavori che stavano proseguendo in maniera differente da quanto concordato e annunciato.
Dopo qualche giorno è arrivata la replica del sindaco che ha accusato l’ingegnere di fare il “gioco delle tre carte” per prendersi i meriti di una soluzione già trovata.
A stretto giro di posta Morciano ha voluto mettere alcuni puntini sulle “i” e ci ha scritto per ribadire la “sua” verità (in fondo la lettera dell’ingegnere).
Ovviamente nell’ambito della dialettica e del contraddittorio può accadere che i toni si alzino, da una parte e dall’altra, ma poi si arriva ad un punto in cui è meglio fermarsi e ricomporre, per il bene di tutti, soprattutto quello della comunità.
La querelle, però, un merito, ce l’ha avuto. Ed è quello di informare tutti, attraverso i diversi punti di vista, su quanto accade in paese e su decisioni che, anche se non per dolo, spesso vengono prese nel chiuso delle stanze del palazzo.
Poi, a cose fatte, ritorna il pissi pissi per criticare a destra e manca.
LA CONTROREPLICA DI MORCIANO
Riceviamo & Pubblichiamo
«Caro Direttore (Non sono il direttore ma non adirò le vie legali per questo, NdA), mi tocca scriverle per rispondere alle diverse falsità con cui il sindaco, in una difesa disperata del suo operato e di quello della sua amministrazione, ormai allo sbando e che non sa più a quale Santo votarsi, prova a ridicolizzare la mia lettera, con la quale venivano evidenziati degli errori progettuali puntuali senza alcun chiacchiericcio di fondo.
Per farlo chiama in ballo il “gioco delle tre carte”, di cui egli stesso sembra essere molto esperto.
Di seguito quindi replicherò una ad una le dichiarazioni false e prive di fondatezza che sono state pubblicate.
- Rocco Martella, che si presta a questi giochini per i quali dovrebbe farsi un esame di coscienza, non è il Presidente del Comitato Festa – mentre scrivo, l’articolo de “il Gallo” è stato modificato, in quanto ho minacciato di querelare tutti i protagonisti (La correzione è stata apposta da chi scrive non certo per timore della minacciata querela ma solo per non generare confusione in chi ci legge con un errore commesso in buona fede, almeno per quel che ci riguarda, e fattoci notare dallo stesso ing. Morciano, NdA) –, bensì un semplice componente come tutti gli altri amici che ne fanno parte. Il presidente è don Salvatore Chiarello, che sarebbe opportuno lasciare fuori da queste beghe, e con il quale mi scuso personalmente a nome di chi, senza avvertimento né motivo alcuno, lo ha chiamato in causa in questa vicenda incresciosa a lui estranea. Il vice presidente (sindaco so di darle un dispiacere) è invece il sottoscritto, proprio l’ing. Morciano, (a meno che nel frattempo Martella, colto da una smania di onnipotenza, non mi abbia esautorato), che non è mai stato consultato sull’argomento per ovvie ragioni. Perché, come già scritto, la partecipazione, per il sindaco, è cosa di poco conto. Il sottoscritto, ribadisco se non fosse sufficientemente chiaro, non ha mai chiesto di essere consultato, ma ha chiesto un confronto pubblico, insostenibile da chi, dall’altra parte, è privo di argomentazioni.
- L’ufficio tecnico avrebbe fornito documentazione o informazioni sul progetto. (affermazione gravissima, passibile di denuncia, eventualità su cui farò opportune valutazioni). Premesso che il progetto sia di dominio pubblico, per eccesso di zelo la documentazione è stata richiesta per le vie ufficiali dal consigliere di opposizione, nonché capogruppo del Partito Democratico, Francesco Minonne, con istanza di accesso agli atti protocollata in data 18/06/2024, e documentazione trasmessa ufficialmente a Minonne il 25/06/2024 (atti richiedibili e verificabili tranquillamente presso gli uffici competenti). Come vede caro sindaco, non si ha necessariamente bisogno di veline se si è capaci di far bene il proprio lavoro, cosa che a lei riesce difficile.
- Io salvatore della patria. Mai pensato. Non ho queste pretese di onnipotenza. Semmai ho sicuramente la pretesa di liberare prima possibile il paese da questa amministrazione, che sta portando Tricase verso la deriva. Questo sì, e lo confermo.
- Avevano pensato già di modificare la pavimentazione; la cui soluzione era già stata pianificata e decisa dall’amministrazione. Quando mai?! Il sindaco, pur sapendo di mentire, non racconta la verità. Riassumo come sono andati i fatti, a onor del vero. Dopo aver visonato la documentazione, il caso ha voluto che incontrassi, in una conferenza dei servizi tenutasi circa due settimane fa, un rappresentante della Soprintendenza di cui non farò nome (ma se necessario mi rendo disponibile ad un confronto), alla presenza di altri soggetti coinvolti tra cui il sindaco di Tiggiano, responsabili tecnici e politici dei comuni di Corsano e Alessano, l’ing. Ferramosca per l’ufficio tecnico di Tricase, e anche l’assessore Piceci (onnipresente), dal momento che gli sono state assegnate infinite deleghe, o meglio dire non definite. In quell’occasione ho preannunciato all’assessore che avrei contestato il progetto, ed egli, come è solito fare insieme a tutto il resto della maggioranza, ha provato a scaricare ogni responsabilità sull’ufficio tecnico (non sui progettisti guarda caso. Chissà perché! Non sono forse loro ad aver redatto il progetto?) e sull’ex vice sindaco. In quell’occasione ho esposto il mio disappunto, anche in maniera brusca, perché la sua replica conteneva solo dichiarazioni infondate (l’assessore non ha perso tempo, ha ritenuto di dover riferire immediatamente l’accaduto, ma ahimè, anche i muri parlano). Ho avuto poi un confronto libero e franco con il funzionario della Soprintendenza, il quale, interrogato da me sull’adeguatezza o meno delle scelte effettuate, ha candidamente confidato che era l’unica soluzione possibile per il budget a disposizione. A proposito di economie, vorrei ricordare al sindaco e al consigliere Martella, e far presente ai cittadini di Caprarica, che la prima proposta progettuale, che prevedeva per la pavimentazione della Piazza e non solo un pacchetto costituito da strato di geogriglia e pavimentazione di Trani dello spessore di cm. 10, si basava su un impegno di spesa per la Piazza Sant’Andrea pari a circa un milione di euro. Lo so che nel delirio di onnipotenza alcuni dei nostri amministratori sono in grado di moltiplicare i pani ed i pesci, ma voglio vedere quale sarà la soluzione adottata per recuperare 700mila euro circa, visto che l’attuale intervento è di poco superiore a 300mila euro. Si spera solo che la toppa non sia peggio del buco! Toccherà vigilare sulla soluzione ed esser pronti a renderne conto, nel bene e nel male. Una raccomandazione però voglio farla, da esperto conoscitore delle tecniche costruttive: non provate a mettere cemento sotto qualunque forma! La soluzione dovrà essere identica a quella utilizzata per la Piazza Castello dei Trane a Tutino e per quella di San Nicola a Sant’Eufemia. Ogni altra soluzione sarebbe solo un palliativo per acquisire una finta ragione. Si accettano scommesse.
- Stavamo solo aspettando di vedere i campioni definitivi dei basoli e di confrontarci con i progettisti e con la Sovrintendenza. Purtroppo, il Sindaco è sfortunato. Il destino ha voluto che i campioni siano stati visonati già molti giorni prima, guarda caso proprio in concomitanza con la conferenza dei servizi di cui sopra, giorno in cui i campioni presentati non avevano soddisfatto e si aspettava che l’impresa ne fornisse di ulteriori e similari. Improvvisamente ed in maniera miracolosa, i campioni di cemento si sono trasformati in campioni di basolo. Circostanze sfortunate, ma anche di questo ho discusso con il rappresentante della soprintendenza.
- Il sindaco, quando non sa cosa rispondere, la butta in caciara. Mi piacerebbe sapere perché, invece di scrivere falsità, non abbia risposto puntualmente ai quesiti posti sul traffico e la viabilità, indicando quali strategie, insieme al suo team, intende intraprendere per risolvere i problemi legati a questi aspetti. Di sicuro le risposte sono pronte, solo che si sta aspettando forse che passi l’estate.
- Sul divenire dei progetti esecutivi? Il sindaco, che si avventura su argomenti che non conosce, (è un vezzo di molti componenti di questa amministrazione) dovrebbe spiegarci come un progetto definitivo posto a base di gara, divenuto esecutivo salvo piccole modifiche perché anche l’impresa appaltatrice non ha potuto apportare chissà quali variazioni, stante la coperta cortissima, oggi possa essere modificato senza colpo ferire. Potrei intravedere dei margini che possono inficiare la gara tanto da chiamare in causa le procedure dell’ANAC. Ma non mi avventuro oltre, per non sbagliare.
Quindi è tutto già stato deciso dall’amministrazione e oggi qualcuno cerca di prendersene il merito. Mi dispiace per lei sindaco, ma dopo la mia lettera ha dovuto ingranare la retromarcia e fare inversione a U. Capisco che possa darle fastidio, ma tant’è. Risponderà ai cittadini a tempo debito. Infine, per completezza, e per dimostrare ulteriormente, se ancora non fosse chiaro che il sindaco naviga a vista e non conosce il progetto, faccio presente ai lettori che si sta pensando ad una nuova soluzione per la pavimentazione, ma nel computo del progetto non è previsto neanche un nuovo palo e corpo illuminante, quindi la piazza rimarrà con l’illuminazione esistente, ovvero al buio. Sicuramente replicherà che ci hanno pensato la notte appena trascorsa. Inoltre, chiedo al sindaco, all’amministrazione e alla Comandante della Polizia Municipale, con quale criterio compaiono cartelli di divieto sulle strade limitrofe al cantiere, senza alcuna comunicazione ai residenti. Non sarà forse perché i residenti di Caprarica sono meno importanti di quelli che abitano nel centro storico del paese, per i quali il nuovo piano traffico è stato fatto passare quasi come messaggio pubblicitario sulle principali reti televisive? Non mi dite che avete pubblicato sui canali social, perché se così fosse quello è uno strumento, ma non il primo e nemmeno l’unico. Tornate con i piedi per terra».
Ing. Andrea Morciano
Attualità
Rispetto e impegno civico, i premiati dalla LILT
I principali riconoscimenti sono stati assegnati alla radiologa Adriana Rizzo, alla giornalista e attivista Tiziana Colluto e al parroco di Alliste Don Dario Donateo

Rispetto e impegno civico sono stati i temi-chiave della 18ª edizione del Premio Flavia Inguscio e Vittorio Velotti organizzato dalla delegazione di Melissano e dalla sezione provinciale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) di Lecce per celebrare il mondo del volontariato e della “solidarietà dentro e oltre le istituzioni”.
La cerimonia conclusiva si è svolta nel cineteatro Aurora.
Protagoniste dodici storie di ordinaria “straordinarietà”, emozioni e ricordi di chi ogni giorno si dedica agli altri nel silenzio e nell’umiltà.
Sono stati assegnati riconoscimenti a figure operanti in ambito sanitario, associazioni e cittadini che si mettono a disposizione del prossimo con piccoli o grandi gesti, scelti in base alle schede di segnalazione pervenute alla commissione del Premio presieduta da Paolo Scarcella e coordinata dal presidente della Lilt di Lecce Simonetta Pepe, dal responsabile scientifico Carmine Cerullo, dal direttore del Centro Ilma-Lilt Lecce Giuseppe Serravezza, dal giornalista Marco Montagna e da Medea Velotti, figlia di Flavia e Vittorio, per la delegazione Lilt di Melissano.
La serata, presentata da Monia Saponaro, si è aperta con il ricordo del prof. Enrico Corvaglia, già presidente della commissione del Premio Inguscio-Velotti, venuto a mancare nel 2024, e i saluti del vicesindaco di Melissano, Matilde Surano.
Di seguito tutti i riconoscimenti assegnati.
Il Premio principale per Operatore sanitario è stato conferito alla dottoressa Adriana Rizzo, radiologa dell’ospedale “F. Ferrari” di Casarano e storica volontaria Lilt, membro attivo della prima Breast Unit in provincia di Lecce creata presso la sede Lilt insieme al gruppo della radiologia (dr. Massimo Torsello e dr. Giancarlo Morciano) del nosocomio casaranese, «per la sua dedizione e impegno nei confronti di pazienti e familiari, medico di grande valore e competenze, innamorata del proprio lavoro e convinta interprete del suo ruolo pubblico».
Nel ringraziare la Lilt dinanzi alla sala gremita, la dottoressa Rizzo ha voluto lanciare un importante messaggio in difesa della Sanità pubblica: “La sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale è oggi messa in discussione”, ha detto, “la contrazione delle risorse, sia finanziarie sia umane, è sotto gli occhi di tutti, ma noi operatori sanitari continuiamo a crederci e a lottare per il bene comune. È un essere speciale il nostro SSN, dobbiamo prendercene tutti cura”.
Il Premio principale per Operatore non sanitario è stato assegnato alla giornalista e attivista Tiziana Colluto, presidente della Casa delle Agriculture Tullia e Gino: «Tiziana porta con sé una lunga esperienza che fonde il giornalismo d’inchiesta con un impegno concreto per il cambiamento sociale e ambientale e per questo siamo particolarmente orgogliosi di averla nella famiglia Lilt», si legge nella motivazione del Premio.
Commosso il suo ricordo delle tante battaglie per la tutela della salute e dell’ambiente vissute, da giornalista, accanto alla Lilt: “Da molti anni con Lilt abbiamo un cammino comune. Quindici anni fa iniziavo la mia attività di giornalista in tv, lavoravo ai temi della Sanità territoriale e bussai alle porte della Lilt. Ricordo che allora non c’era nessun altro a trasportare i pazienti dal Capo di Leuca a Lecce per la radioterapia, ma c’era la Lilt. E quando nessuno ancora faceva assistenza domiciliare ai malati terminali, c’era la Lilt. E poi mi vengono in mente tantissimi incontri e manifestazioni sui temi dell’inquinamento ambientale, sulle urgenze di progetti calati sulle teste di questo territorio. Quando le Istituzioni tentennavano, quando persino le istituzioni sanitarie restavano mute, c’era la Lilt. Per me è stata un’agenzia formativa e un punto di riferimento per la mia esperienza da giornalista. Ed è stata anche l’associazione che ha tenuto a battesimo la mia associazione a Castiglione, Casa delle Agriculture, il collettivo con cui condivido questo Premio. Perché a un certo punto ho sentito il bisogno non soltanto di raccontare e denunciare, ma di far capire alle persone che ognuno ha un pezzo di responsabilità su questo territorio. C’è bisogno di tutti, c’è bisogno di tanto volontariato che venga fatto con serietà, con gratuità e soprattutto senza secondi fini”.
Il Premio speciale della commissione per il tema Rispetto e impegno civico è stato conferito al parroco di Alliste don Dario Donateo per la sua opera di denuncia e lotta contro la droga che continua a flagellare i giovani del territorio.
“È un premio inaspettato”, afferma, “e non credo di meritarlo, senz’altro lo porterò alla comunità di Alliste che insieme a me da tempo cerca di farsi sentire per combattere una ‘banalità del male’ che non è più sopportabile. Il mio unico merito è quello di aver acceso una scintilla. Ora insieme alla comunità parrocchiale e a tutto il paese cerchiamo di lavorare affinché non si spengano i riflettori su questo problema, cerchiamo di portare avanti insieme un’azione di antimafia sociale”.
Menzione speciale per Candida Colazzo, ultraottantenne (con uno spirito da far invidia ai diciottenni), storica volontaria e grande motivatrice del gruppo Lilt di Corigliano d’Otranto, «per una vita intera dedicata ad aiutare il prossimo senza mai chiedere nulla in cambio».
Segnalazioni di merito sono state assegnate a: Cosimo Monsellato, già caposquadra dei vigili del fuoco di Tricase, oggi impegnato nell’attività di recupero di ragazzi con disagio sociale e attivo nell’organizzazione del progetto Pompieropoli per i bambini; Camminando Insieme di Ruffano, gruppo di cammino (adesione libera e volontaria) creato da Mauro Falco per diffondere best practice di prevenzione attraverso l’attività fisica (ha ritirato il premio Mauro Casto, walking leader del gruppo); Giulia Corrente, la bambina di Galatone che per il suo decimo compleanno ha coinvolto i compagni e la sua scuola in una raccolta fondi a favore dell’associazione RandagiNO, rinunciando a feste e regali; Tommaso Del Cuore, che da oltre 15 anni opera con la Croce Rossa Italiana in soccorso dei migranti e nelle zone di guerra; Vituccia Mastria, storica volontaria Lilt di Ugento e della Fidas, oggi punto di riferimento per tante persone in difficoltà; Francesco Parisi, insegnante, ha guidato gli studenti del Polo 2 di Casarano nella realizzazione del cortometraggio “Mi perdoni?” contro la violenza e sui temi del rispetto, educazione, uguaglianza e gentilezza, premiato a Venezia nell’ambito dell’81ª mostra internazionale d’arte cinematografica.
Riconoscimenti alla memoria sono stati infine assegnati alla maestra Francesca Prontera, di Morciano di Leuca, che con Lilt ha portato per anni la prevenzione nelle scuole, e a Pietro Francesco Gaetani, educatore scout di Racale, una vita dedicata ai più giovani.
Il Premio, lo ricordiamo, è dedicato a Flavia Inguscio, scomparsa nel 2005, per anni in prima fila nel mondo del volontariato e nella stessa Lilt, e a suo marito Vittorio, fondatore della delegazione melissanese della Lilt e scomparso a fine 2018.
Tutte le targhe con l’ape-simbolo del Premio sono state realizzate dal maestro Orlando Sparaventi di Parabita.
La serata, realizzata con la collaborazione del comune di Melissano, ha visto la partecipazione dell’attrice Anna Ronga e l’intervento musicale di Alessandro Ferrari (chitarra) e Gabriel Nutricato (percussioni).
- Primo premio Operatore Sanitario alla dottoressa Adriana Rizzo
- Primo premio Operatore Non Sanitario alla giornalista e attivista Tiziana Colluto
- Premio speciale della Commissione per il tema Rispetto e Impegno Civico a Don Dario Donateo parroco di Alliste
Alessano
Petizione in piazza verso le 500 firme ad Alessano
Il paese si è mobilitato per richiedere di rivedere la collocazione degli arredi pubblici tra la chiesa madre e la torre dell’orologio

di Lorenzo Zito
I nuovi arredi pubblici in una delle piazze più iconiche del Basso Salento destano perplessità. Un gruppo di cittadini lancia una petizione e la miccia, dopo la pubblicazione sulle pagine del nostro giornale, deflagra fragorosamente.
Siamo ad Alessano. Luogo del contendere è un pezzo d’identità non solo del paese in causa ma dell’intero Salento. Lo racconta la toponomastica: piazza Don Tonino Bello.

Per “salvaguardarne storia ed ospitalità”, Massimo Vasquez-Giuliano, Giuseppe Sergi e Maurizio Scalese indicono una raccolta firme. La chiamata alle penne mira a richiedere all’amministrazione la rimozione (o la rimodulazione) delle nuove panchine che hanno trovato dimora tra la torre dell’orologio e la chiesa madre, al fine di ottenerne una sistemazione più gradevole e meno impattante. Le immagini che fanno il giro del web (e che abbiamo pubblicato) peraltro raccontano già di alcune manovre finite male: auto contro gli arredi, frantumati.
Il tema scalda la piazza: l’intera città vuol saperne di più, si informa, ne parla, si esprime. Giunge notizia dell’approfondimento cartaceo su “Il Gallo”. All’arrivo in paese, due settimane fa, il nostro team addetto alla distribuzione del giornale è atteso sull’uscio: “Oggi ad Alessano i giornali vanno a ruba”.
Su quel numero, il sindaco Stendardo, chiamato in causa dalla nostra Redazione, afferma di aver ascoltato da subito le rimostranze; si dice stupito della raccolta firme (“vista la disponibilità al dialogo”); commenta con perplessità la prima sede individuata dai promotori (il vescovado) per mettere in atto l’iniziativa. Vi rimandiamo, qualora non abbiate avuto modo di sfogliarla, al nostro sito www.ilgallo.it per leggere l’intervista completa.
Nel frattempo, tra un fine settimana e l’altro, l’elenco delle adesioni si allunga. Ad oggi, i ben informati dicono che a giorni verranno annunciate 500 firme. Al netto di come si possa pensarla, sarebbe una memorabile espressione popolare. Per coglierne la portata, considerate che all’appuntamento politico più sentito, le amministrative, si recano alle urne in 2mila (compresa la frazione di Montesardo).
Giunti a questo punto, i promotori dell’iniziativa (Massimo Vasquez-Giuliano, Giuseppe Sergi e Maurizio Scalese) hanno ritenuto di tornare in contatto con la nostra Redazione per produrre, a freddo, alcune precisazioni su una serie di passaggi sin qui trattati. Le pubblichiamo qui di seguito: chi siamo noi per spegnere la miccia?
“Con noi non hanno parlato”
“Sentiamo il dovere di fare un po’ di chiarezza, non fosse altro perché, allo stato, riteniamo di avere precisi obblighi di trasparenza e correttezza nei confronti delle centinaia e centinaia di concittadini che hanno già sottoscritto la petizione ancora in atto. Andando per ordine, occorre innanzitutto precisare come in merito alla recente sistemazione di Piazza Don Tonino Bello, l’amministrazione comunale abbia effettivamente incontrato i commercianti e sentito le loro lamentele, non invece tutti
i promotori dell’iniziativa popolare, ai quali, purtroppo, non è stato esteso l’invito”.
“L’ufficio anagrafe? Ma quando mai?”
“E’ doveroso inoltre evidenziare che il gruppo promotore della petizione non ha mai richiesto di utilizzare l’ufficio anagrafe per la raccolta delle firme, né mai, da parte dell’amministrazione, è stata suggerita “la collocazione in piazza, con l’autenticazione a cura di un consigliere comunale”. Al contrario, è stata offerta la collaborazione degli uffici comunali durante l’orario di lavoro e nella sede municipale, per quanto, dovendo noi garantire il diritto alla partecipazione democratica anche ai lavoratori e studenti, evidentemente liberi da impegni solo durante il fine settimana, abbiamo ribadito l’esigenza che la raccolta e la conseguente autenticazione delle firme avvenisse direttamente in piazza, il
sabato (mattina e pomeriggio), nonché la domenica (solo mattina), dal 9 febbraio 2025 al 23 marzo 2025”.
“Il vescovado perché…”
“Anche per tale ragione, preso atto dell’indisponibilità dei preposti ad autenticare le firme fuori dall’orario di servizio, abbiamo ritenuto di estendere l’invito al signor sindaco nonché ai signori amministratori. Invito – si precisa -, ad autenticare le firme e non a condividerne i contenuti attraverso la sottoscrizione della petizione! Nella detta occasione, in relazione alle date indicate, abbiamo anche reiterato la richiesta di occupazione del suolo pubblico, ma tutto è risultato vano. Infatti, non avendo ricevuto riscontro alle dette ultime istanze, in data 10 febbraio scorso, previa disponibilità assicurata da un consigliere di minoranza, abbiamo formalmente comunicato al sindaco, nonché alle altre
parti interessate, che si sarebbe proceduto all’inizio delle operazioni di raccolta e autentica delle firme, le quali, inizialmente, data l’utilizzabilità di una sala situata proprio a ridosso della Piazza oggetto della petizione, ovvero nel vescovado, sono state ivi apposte, salvo, dal weekend successivo, continuare la raccolta sul suolo pubblico, all’uopo nuovamente richiesto e regolarmente concesso”.
“Nessuno scopo terzo”
“Pertanto, non comprendiamo lo stupore del sindaco nel constatare che la raccolta firme proceda e prosegua, non avendo noi registrato, allo stato, alcun elemento di novità che possa indurci a interrompere l’ iniziativa, che ricordiamo – ove mai possa essere sfuggito, ancorché più volte tratteggiato a chiare lettere -, non ha altro scopo se non sollecitare una seria e profonda riflessione sui recenti interventi di arredo operati in Piazza Don Tonino. Ciò doverosamente precisato, resta forte il convincimento che alla fine la volontà dei cittadini di Alessano, espressa attraverso la petizione popolare in atto – strumento, come noto, di piena e pura democrazia -, possa esser presa in considerazione, dando luogo al richiesto pubblico confronto, certamente utile alla comunità tutta”.
Attualità
Dalla California a Tricase per il Centro per le Malattie Neurodegenerative

Nella giornata di martedì 4 marzo il Centro per le malattie Neurodegenerative e per l’invecchiamento celebrale UniBa/Pia Fondazione Cardinale Panico di Tricase (in provincia di Lecce) ha ricevuto la visita di una delegazione della casa farmaceutica Denali, azienda Californiana di grande innovazione i cui studi sono focalizzati su un target molto ristretto delle patologie neurodegenerative.
Le malattie neurodegenerative rappresentano una delle più grandi sfide mediche del nostro tempo. Denali Therapeutics è impegnata a sconfiggere le malattie neurodegenerative e da accumulo lisosomiale attraverso una la ricerca e lo sviluppo di terapie mirate. In particolare il suo impegno è concentrato nella costruzione di nuove molecole per pazienti affetti da demenza Frontotemporale con mutazioni genetiche specifiche.
Il Centro per le malattie Neurodegenerative di Tricase, centro regionale di riferimento per le malattie rare, collabora con Denali grazie alla sua grande professionalità e capacità di individuare e selezionare i casi che hanno la specifica mutazione. Con il Centro Clinical Trial, una sezione di clinica sperimentale, ha all’attivonumerosi studi clinici, progetti di rilevanza internazionale e una partecipazione in continua crescita nei trials di Fase II e III. Un percorso di costante sviluppo, che l’ha portato ad affermarsi come punto di riferimento nazionale ed internazionale nella ricerca clinica sulle malattie neurodegenerative.
«Noi siamo tra i pochi centri al mondo che stanno facendo questi studi – dichiara il professor Giancarlo Logroscino direttore del Centro Neurodegenerative e per l’invecchiamento celebrale– e siamo molto onorati e orgogliosi che i dirigenti e il responsabilemondiale della ricerca di Denali da San Francisco abbiano voluto venire sino a Tricase per conoscere il nostro Centro, la sezione trial e l’intero team operativo. Lo studio in particolare è rivolto ai pazienti affetti da demenza Frontotemporale portatori dellamutazione genetica nel gene granulina (GRN) che determina una riduzione nel plasma dei livelli della progranulina, proteina fondamentale in diversi processi cellulari.
Il rapporto con la casa farmaceutica Denali va avanti già da tre anni, siamo uno dei tre centri in Italia che partecipa a questo studio e a livello mondiale siamo tra quelli che ha individuato il maggior numero di pazienti. Siamo, infatti, il centro che visita e riscontra più pazienti affetti da demenza frontotemporale. La nostra expertise ci rende altamente specializzati nell’individuare in maniera precoce e mirata i soggetti affetti da questa patologia sin da primi segnali».
Nello studio della demenza Frontotemporale il professor Logroscino è uno dei maggiori esperti e studiosi della patologia. È promotore e coordinatore scientifico (principal investigator) di Frontiers “Frontotemporal Dementia Incidence EuropeanResearch Study” che rappresenta il primo studio di popolazione internazionale che vede coinvolti i centri diagnostici di dodiciPaesi europei, tra Italia, Regno Unito, Paesi Bassi, Finlandia, Svezia, Spagna, Bulgaria, Serbia, Germania, Francia, Grecia e Nord Macedonia, su una popolazione totale di oltre 11 milioni di persone per anno, sul tema della Demenza Frontotemporale, conosciuta con la sigla FTD. Il consorzio Frontiers è nato proprio a Tricase nel 2020 con un meeting che ha visto la partecipazione dei maggiori centri europei sulla demenza fronto-Temporale.
Lo studio nella prima fase, iniziato nel 2020, ha portato adimportanti risultati che hanno spinto i ricercatori europei adavviare una nuova fase del progetto, volto a studiare le basi biologiche della malattia.
L’expertise del professor Logroscino e l’alta specializzazione sviluppata dal team ha portato il Centro del Panico a diventare leader nel mondo per lo studio di patologie neurodegenerative rare come la demenza Frontotemporale.
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