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Attualità

Tricase, questione Liquilab: per le opposizioni…

Dopo il distacco della corrente ed il recupero degli immobili voluto dall’amministrazione («Non si può essere proprietari di beni pubblici senza averne titolo»), ecco la posizione di “Tricase, che fare?” e “Cantiere civico”

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Tiene ancora banco la questione Liquilab. Dopo l’uscita di ieri dell’associazione e le spiegazioni del sindaco Antonio De Donno questa volta a mettere i puntini sulle “i” sono le opposizioni.


Per i consiglieri Giovanni Carità, Antonio Baglivo e Armando Ciardo (Tricase, che fare?) l’amministrazione, «con un atto di una violenza e di una viltà inaudita, ha provveduto al distacco forzato della corrente elettrica presso i locali di proprietà del Comune dove da diversi anni trova sede Liquilab (Bottega di memorie e identità giovanili).


La motivazione, data poco fa dal sindaco sui social, sarebbe la scadenza da oltre un anno di un contratto in essere tra il Comune di Tricase e Liquilab. Il sindaco anziché spiegare per quale motivo non si rinnova il contratto, anziché dire con trasparenza cosa vuole farne di quei locali, cosa fa? Decide di far staccare la corrente elettrica ad alcuni locali che sono sempre di proprietà comunale. Con quale intento? Far sloggiare con la forza un’associazione che oltretutto ha anche ben operato per il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio e della memoria culturale del nostro territorio».


Carità, Baglivo e Ciardo fanno presente che «nella mattinata di oggi martedì 20 settembre, abbiamo presentato ben due interrogazioni consiliari: una sulla gestione dei locali di proprietà comunale e una sugli impianti sportivi di proprietà comunale. Avremo risposta al primo Consiglio Comunale utile… sempre che si deciderà di convocarlo».

Per il Cantiere civico (Carmine Zocco, Gianluca Errico e Giacomo Elia), invece, quella dell’amministrazione «è stata un’azione inopportuna: la questione Liquilab ha avuto l’accelerazione verso un epilogo sconsiderato. L’atto di togliere l’energia elettrica ai locali di Piazzetta Dell’Abate che ospitano l’associazione da più di 12 anni è sintomo di incapacità di equilibrare diverse dimensioni dell’interesse pubblico. Come se l’istituzione non abbia altro modo di dimostrare la sua autorevolezza se non con atti di forza. Molto meglio sarebbe stato, invece, svolgere un’azione di indirizzo attraverso il dialogo e la valorizzazione delle attività dell’associazionismo. In particolare, i progetti sviluppati da Liquilab a Tricase, in collaborazione con 3 diverse amministrazioni e 2 gestioni commissariali, hanno avuto Il riconoscimento dal Ministero della Cultura come “attività di particolare interesse”», fanno notare dal Cantiere.


«Non è in discussione», proseguono, «il diritto del Comune di disporre dei proprio patrimonio. Chi governa temporaneamente la città ha la responsabilità di indicare la migliore destinazione dei beni e delle risorse. Ma sarebbe anche opportuno e auspicabile che la maggioranza consiliare discutesse apertamente in Consiglio sulla destinazione dei beni pubblici. I cittadini avrebbero così la possibilità di conoscere le scelte adottate e le motivazioni che le ispirano. Questo, purtroppo, non è mai accaduto. Non ha ospitalità nella sensibilità politica del Sindaco.


Ignorare le realtà socio-culturali esistenti, che si sono consolidate positivamente nel tempo, rappresenta anche un errore di superbia. Abbiamo chiesto nell’unica riunione della Commissione Cultura (peraltro convocata dalle minoranze) sulla vicenda, di trovare una soluzione condivisa perché sia assicurata a Liquilab la possibilità di vivere, progettare e arricchire il patrimonio immateriale della Memoria di Comunità e ai cittadini e ai ricercatori la fruizione nelle modalità più inclusive. Si può fare, si deve fare. L’Amministrazione riconosca concretamente il valore del patrimonio di Liquilab», concludono i tre consiglieri di opposizione, «e proponga un’adeguata collocazione delle attività. L’Associazione non potrà che apprezzare la proposta e farsi parte attiva di una nuova stagione di collaborazione».


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“Cari giovani, costruiamo libertà: non cediamo alla mafia”

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Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un nostro giovane lettore, Michele Cojocaru.

“L’impegno contro la mafia, non può concedersi pausa alcuna, il rischio è quello di ritrovarsi subito al punto di partenza”. Queste le parole di Paolo Borsellino, che tengo sempre a mente.
Se dovessi scrivere una lettera ai giovani al tempo di oggi, scriverei così:

Cari giovani del mio tempo, sono Michele, ho 20 anni, vengo dalla provincia di Lecce. Nel mio paese, tanti giovani come noi sono caduti nelle mani della malavita. Tanti fumano, molti spacciano, alcuni hanno addirittura pistole con loro.

Vedendo questo scrivo a voi, giovani della mia generazione, non abbiate paura di denunciare questi fatti: la società di oggi conta su di noi.
Vorrei tanto, insieme a tutti voi, richiamare lo Stato italiano, per ricordargli ancora una volta di stare dalla nostra parte.

Cari giovani e care giovani, costruiamo insieme la società la nostra società. Il futuro non deve essere la droga, non devono essere le armi. Ma un futuro di pace, in cui possiamo dire ai
nostri figli: tutto questo lo abbiamo fatto per voi.

La mafia distrugge, la mafia uccide, la mafia vieta di sognare.

Anche nel Salento c’è la mafia.
Anche nella provincia di Lecce c’è la mafia, ma è una mafia silenziosa, che agisce senza fare rumore.

Non diamogliela vinta, costruiamo libertà: coraggio, insieme ce la faremo.

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Attualità

Porto Cesareo resta Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo

Confermata la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche

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L’Area Marina Protetta Porto Cesareo si conferma un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo (ASPIM), aggiudicandosi ancora una volta la certificazione che la inserisce tra le zone marine e costiere caratterizzate da un elevato grado di biodiversità, habitat di particolare rilevanza naturalistica, specie rare, minacciate o endemiche.

La conferma della certificazione ASPIM è giunta al termine di una tre giorni di lavori sul campo da parte della commissione internazionale composta da Leonardo Tunesi, rappresentante del Focal Point, Robert Turk e Rais Chedly esperti internazionali, Antonio Terlizzi, esperto nazionale e dal direttore dell’AMP Porto Cesareo Paolo D’Ambrosio.

L’iter per ottenere il riconoscimento come da regolamento è passato dall’attivazione di attività di studio scientifico sistematico e di monitoraggio degli habitat, che consentono di stilare gli elenchi delle specie di flora e fauna necessari per definire il grado di biodiversità del sito.

«Lo status viene mantenuto attraverso il costante monitoraggio e salvaguardia delle specie individuate negli elenchi, ed essere ASPIM aumenta la nostra responsabilità di controllo dell’ambiente, allo scopo di salvaguardare le specie e gli habitat in cui esse vivono e si riproducono», hanno affermato soddisfatti i massimi responsabili di AMP Porto Cesareo.

Il riconoscimento dello status di ASPIM viene rilasciato dal Regional Activity Centre for  Specially Protected Area (RAC-SPA), con sede a Tunisi, organismo creato nel 1995 fra i Paesi che hannostipulato nel 1976 la Convenzione di Barcellona per la protezione del Mediterraneo dall’inquinamento.

È questo centro che definisce e mantiene la lista delle ASPIM, vagliando nuove domande e promuovendo le aree protette meritevoli del riconoscimento.

Le aree marine protette italiane che detengono lo status di ASPIM sono attualmente 10.

Quattro in Sardegna tra cui Capo Carbonara, Capo Caccia-Isola Piana, Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre e Tavolara-Punta Coda Cavallo.

A livello nazionale figurano poi Portofino (prima AMP italiana ad aver ottenuto il riconoscimento, nel 2005), Miramare, Plemmirio, Punta Campanella.

Per il Salento, Porto Cesareo e Torre Guaceto.

Direttore e Presidente dell’AMP esprimono la loro soddisfazione per questo «ulteriore traguardo raggiunto, a conclusione di quest’anno, che conferma le altissime performance dell’AMP Porto Cesareo, la quale si posiziona non solo tra le prime a livello Nazionale, ma anche nell’élite delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea»

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Fitto vicepresidente Commissione Ue, arriva il via libera

La situazione si è sbloccata ieri sera con il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti. Ma i Verdi non ci stanno e i Socialisti si spaccano. Il presidente della Camera del Commercio di Lecce, Mario Vadrucci: «Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini e aiuterà le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti»

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Alla fine, Raffaele Fitto ce l’ha fatta.

Dopo lunghi giorni di attesa, polemiche a non finire e qualche ironia social, dopo il suo intervento in un inglese non proprio fluente, è arrivato il via libera alla nomina del politico salentino.

I coordinatori delle commissioni Affari regionali dell’Eurocamera, con il quorum dei due terzi, hanno dato l’ok alla nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione con delega alla Coesione.

Allo stesso tempo le commissioni Affari Economici, Industria e Ambiente hanno dato l’ok definitivo alla nomina della spagnola Teresa Ribera.

Il voto finale previsto mercoledì 27 novembre, in seno alla plenaria della Commissione europea.

L’accordo, formalizzato nella serata di ieri, ha sbloccato il voto favorevole di Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori e Sovranisti su Fitto, mentre Ribera ha ricevuto il sostegno anche di Verdi e Sinistra.

Non sono mancate, però, le critiche: i Verdi hanno accusato il PPE di minare la trasparenza e i principi democratici, mentre il gruppo Socialista si è spaccato, con delegazioni di paesi come Germania e Francia contrarie all’intesa.

Per molti la nomina di Fitto è inopportuna perché «rappresenta un partito contro lo Stato di diritto, l’ambiente e l’integrazione europea».

Il presidente della Camera del Commercio di Lecce Mario Vadrucci si compolimenta: «Da Italiani e soprattutto da salentini siamo particolarmente soddisfatti di come si è conclusa la vicenda connessa con il completamento della Commissione Europea, che vede Raffaele Fitto meritatamente nominato nel prestigioso incarico di vicepresidente esecutivo dell’organismo che regge politicamente e concretamente le sorti dell’Unione Europea».

«Le attestazioni di stima che, in questi giorni, da più parti politiche, sono state espresse sulla figura di Raffaele Fitto, èprosegue il presidente della Cammera del Commercio leccese, «ci fanno ben sperare in vista di un lavoro nei settori delicati cui è stato chiamato, quelli delle Riforme e della Coesione, che guardano al futuro ed alla crescita della parte meno sviluppata dei Paesi Europei».

«Sappiamo che l’On. Fitto non dimenticherà le sue origini salentine e, nel suo impegno politico per favorire la coesione europea», conclude Mario Vadrucci, «cercherà di fare gli interessi dell’Italia, aiutando anche le espressioni dell’impresa e del lavoro del Salento e della Puglia ad affermarsi in un contesto continentale nel il quale i nostri operatori vogliono recitare da protagonisti».

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