Attualità
Tricase, “Stop alle polemiche”: appello all’unità del presidente del Consiglio comunale
Dario Martina: “Alla politica dei numeri sulla tenuta, personalmente, prediligo e antepongo quella dell’interesse della comunità”.

Chiamato in causa dall’intervento del consigliere di maggioranza Vincenzo E. Chiuri del 30 marzo scorso (Tricase: “La politica ai tempi del covid-19”), il presidente del consiglio comunale Dario Martina premette: “Dispiace rispondere ad una lettera dai toni caldi in un periodo emergenziale in cui è chiesto unità e visione di intenti e nel quale la Politica, con i suoi rappresentanti, dovrebbe dare esempio di coesione e servizio. Ma devo farlo! Lo devo per il ruolo istituzionale che ricopro rispondendo, alla lunga nota del Consigliere Chiuri, per quei punti nei quali l’Ufficio di Presidenza (o la mia persona?!?) è chiamato direttamente in causa”.
Così il presidente dell’assise comunale dà la sua versione dei fatti: “Il 12 marzo si sarebbe dovuto tenere un Consiglio comunale con 14 punti all’ordine del giorno. Argomenti che, pur non avendo scadenze perentorie, annoveravano 8 punti già rinviati, su proposta della maggioranza, nel corso delle precedenti sedute. Una data, quella del 12”, racconta Martina, “scelta con i Presidenti di Gruppo nella Conferenza del 5 marzo, quella in cui la consigliera Sodero aveva anticipato la sua assenza, in questo come negli altri consigli che da lì sarebbero seguiti, fino a quando il Sindaco non avrebbe sciolto la sua riserva sulla candidatura alle regionali. Una conferenza tenuta all’indomani del DPCM del 04 marzo e che, proprio in ottemperanza a questo, avrebbe visto un Consiglio allestito nella Sala del Trono (ambiente idoneo a garantire le dovute distanze tra i consiglieri), oltre all’adozione di ulteriori misure, e con la cittadinanza invitata a seguirlo tramite il canale mediatico. Un po’ quello che, proprio in quella settimana, è stato fatto dai miei colleghi; un po’ quello che è stato fatto in tanti Comuni, anche limitrofi al nostro, dove spazi idonei hanno potuto consentire il rispetto della normativa e dunque l’esercizio consiliare“.
“Il 10 marzo, il giorno seguente all’ulteriore e più restringente DPCM”, prosegue nel suo racconto il presidente del consiglio comunale, “con un messaggio (“non dunque una nota ufficiale, ma considerato il seguirsi degli eventi non era certo il momento delle formalità”), proprio il consigliere Chiuri preannunciava l’assenza della maggioranza nel Consiglio già programmato, e “ammoniva” che qualora l’Ufficio di Presidenza avesse mantenuta valida la convocazione la Maggioranza sarebbe uscita con un comunicato stampa per spiegare le ragioni di tale mancanza (ragioni poi espresse nella lettera/comunicato dello stesso). Non è stato certamente questo velato avvertimento”, precisa Martina, “che può avermi intimorito nelle mie scelte. Il mio unico interesse, da Presidente dell’Assise, era dare alla cittadinanza l’idea di un Consiglio coeso, come poi dimostrato nella scelta adottata. Pertanto non la necessità di “sostenere in maniera miope la possibilità di tenere il Consiglio ad ogni costo” ma il dovere di sentire tutte le forze politiche, nessuna esclusa, perché si arrivasse ad un’idea condivisa, senza che nessuno dei membri vedesse violati i propri diritti”.
“È questo nel corso del mio mandato lo spirito con il quale ho cercato di condurre i lavori consiliari”, sostiene Dario Martina, “quello della condivisione anche nell’astio dell’agone politico; quello del rispetto della persona e del ruolo che essa rappresenta. Lo stesso spirito che, attraverso un lavoro di ascolto e mediazione, più volte ho richiesto, alle diverse forze, andando sempre incontro alle esigenze, quando motivate, dei Gruppi consiliari”.
Per il presidente quello era “un Consiglio che dunque poteva tenersi; le disposizioni che regolamenteranno le sedute di Giunta e Consiglio verranno dopo, solo il 17/03. Non era questo, soprattutto, il Consiglio che doveva presentarsi con banchi vuoti o semideserti, nessuno di noi lo avrebbe voluto o permesso. Poteva, però, essere il Consiglio delle comunicazioni, delle dichiarazioni, delle raccomandazioni, delle rassicurazioni del Primo Cittadino alla propria cittadinanza, e credo (spero) della apertura/disponibilità alla cooperazione di tutte le forze politiche. Sarebbe stato, forse, questo un segnale di vicinanza e incoraggiamento alla città, come già accaduto per un’altra emergenza: quella del tornado. A poco in queste occasioni interessano i numeri di tenuta della maggioranza; non era dunque questo il Consiglio che doveva pesare le forze schierate in campo. Alla politica dei numeri sulla tenuta, personalmente, prediligo e antepongo quella dell’interesse della comunità”
Dario Martina informa anche di non voler entrare “in altre polemiche sollevate dalla lettera del consigliere Chiuri perché credo che, nel pieno emergenziale, l’interesse debba essere rivolto alle esigenze dei nostri cittadini, alle fasce più deboli ed esposte, all’emergenza sanitaria e sociale”.
Infine, anche per il ruolo istituzionale che ricopre, il suo appello “a tutti i Gruppi consiliari, perché questo non può e non deve essere il momento delle divisioni o delle distanze politiche. Oggi, in questa lotta emergenziale ognuno di noi, con ruoli e parti diverse, è chiamato a dare il suo contributo. Con unità!”.
Attualità
Imparare a salvare vite: corso per uso defibrillatore
A Nardò BLSD Retraining,” basic life support and defibrillatore”, con consegna di certificato IRC necessario per l’utilizzo del macchinario

Sabato 17 Maggio alle ore 9 in Via Boito n. 22 Nardò presso la sede operativa dell’ASC Comitato Provinciale Lecce, si svolgerà il corso BLSD Retraining, ” basic life support and defibrillatore “.
Alla fine del corso i partecipanti riceveranno il certificato IRC necessario per l’utilizzo del defibrillatore.
Con Asc, puoi salvare una vita.
Per info e prenotazioni ASC Comitato Provinciale Lecce tel. 3476501102 mail. lecce@ascsport.it
Appuntamenti
Il mondo del lavoro, la cura, le discriminazioni
A scuola con la consigliera di parità della Provincia di Lecce, Antonella Pappadà, per imparare a riconoscere e affrontare le discriminazioni nel mondo del lavoro. Venerdì 11 aprile appuntamento al Liceo scientifico Da Vinci, a Maglie

Il mondo del lavoro, la cura, le discriminazioni sono i temi al centro del nuovo ciclo di incontri formativi organizzati nell’ambito del progetto “Parità di genere nel lavoro: donne, lavoro e inclusione”, ideato e realizzato dalla consigliera di parità della Provincia di Lecce.
Ad affrontarli, tra i banchi di scuola, è la stessa consigliera Antonella Pappadà che, proprio in virtù del suo ruolo di sentinella del territorio, ha scelto di confrontarsi direttamente con le studentesse e gli studenti delle quattro scuole superiori coinvolte, in via sperimentale, nel percorso progettuale: Meucci di Casarano, Olivetti di Lecce, Giannelli di Parabita e Da Vinci di Maglie.
«Credo che la migliore forma di prevenzione venga dalla conoscenza. Ecco perché», spiega Antonella Pappadà, consigliera di parità provinciale, «ho ritenuto necessario affrontare questi temi con le ragazze e i ragazzi che saranno le lavoratrici e i lavoratori di domani. È fondamentale sapere che possono esserci problematiche, come le discriminazioni sul posto lavoro, e quali sono i riferimenti e gli strumenti per affrontarle e rimuoverle. Proprio la consigliera di Parità della Provincia ha, tra gli altri, questo compito e può assistere chi ne è vittima».
Il terzo ciclo di incontri formativi previsto dal progetto è partito il 14 marzo al Meucci di Casarano ed è proseguito il 28 marzo all’Olivetti di Lecce e il 3 aprile al Giannelli di Parabita, dove, insieme alla consigliera Pappadà, è intervenuta come testimonial anche Stefania Monosi, presidente del Consiglio notarile di Lecce.
L’ultimo appuntamento è in programma venerdì 11 aprile, nel Liceo scientifico Da Vinci, a Maglie.
Il Progetto “Parità di genere nel lavoro: donne, lavoro e inclusione” è un percorso triennale di formazione e sensibilizzazione sul tema della parità di genere nel lavoro, strutturato in tre moduli, uno per ciascun anno scolastico, inseriti tra le attività dei PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) delle quattro scuole superiori coinvolte.
Tra gli obiettivi generali: imparare a riconoscere stereotipi e pregiudizi, diffondere l’educazione e la formazione alla parità di genere nel lavoro, favorire la conoscenza e la possibilità sia per le donne che per gli uomini di accedere ad un lavoro dignitoso e, ancora, promuovere una cultura di parità di genere per sradicare le iniquità anche nei confronti delle persone con disabilità.
Il primo modulo intitolato “Oltre gli stereotipi”, rivolto alle classi del terzo anno, è stato avviato a dicembre con il ciclo di incontri “Stereotipi e pregiudizi: che cosa sono e quali sono quelli più diffusi”,affrontato dalle esperte di politiche di genere Michela Di Ciommo ed Elisa Rizzello.
Il secondo ciclo “La scienza ha un genere?” è stato sviluppato da studiose e affermate professioniste, tra cui, Cristina Mangia, ricercatrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR, Elisabetta De Marco, docente universitaria e ricercatrice nel settore scientifico disciplinare di Pedagogia sperimentale, Maria Antonietta Aiello, pro rettrice di UniSalento e docente ordinario di Tecnica delle Costruzioni, Serena Arima, docente di Statistica presso UniSalento, Fabiana De Santis, manager e ingegnera gestionale specializzata in sviluppo aziendale e gestione dell’innovazione, Carola Esposito Corcione, professore associato in Sistemi, metodi e tecnologia dell’ingegneria chimica e di processo presso UniSalento e socia fondatrice della sturtup Womat.
Il percorso progettuale si concluderà con l’ultimo ciclo di incontri sul tema “Il rispetto e la violenza di genere: quale percezione nelle/negli adolescenti”.
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Attualità
Da giugno niente più treni diretti da Roma alla Puglia!
Tornare in Salento in treno questa estate rischia di diventare un vero incubo per lavoratori, studenti fuori sede e turisti. L’on. Andrea Caroppo vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera, scrive all’Amministratore Delegato di Trenitalia, «per conoscere le ragioni di questa inspiegabile programmazione e, soprattutto, per chiedere l’immediato ripristino dei treni diretti verso la Puglia»

Non c’è niente da fare, vogliono relegarci in un angolo!
Non bastassero l’isolamento fisiologico, che è una questione geografica, e quello strutturale, frutto di anni di scarsa attenzione al sud e poche lucidità e lungimiranza da parte dei nostri politici e rappresentanti istituzionali, arriva anche la notizia che, da metà giugno, il Salento (come del resto tutta la Puglia) non sarà più raggiungibile dalla Capitale con treni diretti.
A lanciare l’allarme il deputato salentino e vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera, Andrea Caroppo: «Raggiungere la Puglia in treno questa estate rischia di diventare un vero incubo per lavoratori, studenti fuori sede e turisti».
Il perché è presto detto: «Dal 10 giugno non è previsto, al momento, nessun treno diretto tra Roma e la Puglia e le uniche offerte disponibili prevedono più cambi e alcune sfiorano addirittura le 12 ore. In pratica, si impiegherà meno tempo per arrivare a Roma da New York o Pechino che da Roma a Lecce».
Per l’on. Caroppo «è una situazione inaccettabile, destinata a creare forti disagi ai pugliesi che vogliono raggiungere la Capitale o rientrare in Puglia e che rischia di mettere in ginocchio la stagione turistica pugliese, scoraggiando i visitatori, soprattutto stranieri, a programmare un viaggio nella nostra regione».
Per questo motivo il vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera ha inviato una richiesta formale di chiarimento all’Amministratore Delegato di Trenitalia, Ing. Gianpiero Strisciuglio, «per conoscere le ragioni di questa inspiegabile programmazione e, soprattutto, per chiedere l’immediato ripristino dei treni diretti che collegano la Puglia a Roma».
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