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Tiggiano

Tricase & Tiggiano Vigili insieme

Ma scoppia la polemica. Dell’Abate: “Accorpamento illegittimo e costoso solo per far fuori il Comandante”. Il sindaco Coppola: “Vuole solo giocare alla guerra. Convenzione ricalca per intero vigente normativa”

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Il Consiglio comunale di Tricase, nonostante la ferma opposizione della minoranza, ha approvato la convenzione per unirsi a Tiggiano per la gestione associata delle funzioni amministrative.


Nunzio Dell'Abate

Nunzio Dell’Abate


“La convenzione è illegittima e per questo la minoranza si è opposta”, ha dichiarato il capogruppo all’opposizione, Nunzio Dell’Abate, “anche se non hanno voluto tenere conto delle nostre rimostranze. In primo luogo, è stata completamente disattesa la legge regionale 1 agosto 2014 n.34 “Disciplina dell’esercizio associato delle funzioni comunali” che prevede un apposito procedimento con approvazione da parte della Regione”. Ancor più grave secondo il Consigliere d’opposizione “l’assenza del parere del Collegio dei Revisori dei Conti espressamente richiesto dall’art.239 del T.U.E.L.”. Secondo Dell’Abate “la convenzione è anche inopportuna e sconveniente per Tricase. Difatti non indica i reali costi, i criteri di riparto fra Tricase e Tiggiano e gli effettivi riflessi negativi sul nostro Bilancio comunale, sebbene la precisazione di tali aspetti finanziari sia espressamente statuita dalla normativa nazionale e regionale. Il silenzio su questo punto decisivo è legato al fatto che chi ha partorito questa convenzione già sapeva che ci sarebbe stato un aumento dei costi. A cominciare da quelli per il personale, in quanto coloro che, già Responsabili di settore, saranno nominati anche Responsabili delle funzioni associate usufruiranno di una maggiore retribuzione accessoria. Difatti, l’indennità di posizione già in godimento lieviterà al massimo consentito di 16.000 euro annui, con consequenziale aumento anche dell’indennità di risultato. Costi che saranno a carico dell’Amministrazione di appartenenza: per Tricase sarà un esborso di circa 25.000 euro in più all’anno, solo per questa voce di spesa. Ma perché tutto ciò? Cosa c’è sotto? Il pallino di Coppola: sostituire, con il Comandante di Tiggiano, quello di Tricase, sbarazzandosi così dello scomodo Comandante della Polizia locale cittadina, reo solo di essere integerrimo e di denunciare gli illeciti”. Dell’Abate parla di “obiettivo occulto su cui la convenzione finisce per arenarsi e palesare tutta la sua illiceità: i Comuni possono gestire in forma associata i Servizi di Polizia Municipale, ma Tricase ha costituito nel 2009 il “Corpo” di Polizia Locale che ha una sua autonomia, tutelata dalla normativa vigente, e non può essere degradato a Servizio per essere unito o associato a Tiggiano, Comune che invece dispone semplicemente di un “Servizio” di Polizia Locale”.


vigili urbani“Il Sindaco Coppola”, riposiziona il mirino Dell’Abate, “non vuol proprio capacitarsi di quanto gli ha rammentato per iscritto il Procuratore Cataldo Motta: “Come ritengo sia noto alla Giunta Comunale, il codice di procedura penale assegna al Procuratore della Repubblica la direzione della polizia giudiziaria nell’ambito del circondario”. Se è vero che continua a disporre a suo piacimento, quasi fossero suoi dipendenti privati, del personale che riveste ed esercita compiti di Polizia Giudiziaria. La Polizia Locale va senz’altro esclusa dalla convenzione, anche per scongiurare intoppi di ordine giuridico (“fonte sicura di contenziosi che si andranno a generare”) nel concepire Vigili di Tiggiano che intervengono sul territorio di Tricase e viceversa. Una lettura veloce dell’art.57 del codice di procedura penale, secondo cui la Polizia Municipale riveste la qualifica di polizia giudiziaria solo nel territorio di competenza, fa comprendere che, se si esegue un sequestro fuori del proprio circondario, si compie un atto nullo e si espone il Comune e i Vigili stessi a responsabilità penali e risarcitorie”. Il Consigliere d’opposizione si chiede poi, “come faranno i nostri Vigili, già in numero inadeguato ad assicurare le necessità della nostra Città, a sovraintendere anche al Comune di Tiggiano che ha solo un Comandante e un Vigile? Al nostro Corpo di Polizia Locale va la nostra solidarietà e vicinanza per l’ennesimo tentativo demolitorio di Coppola. Il Sindaco non ci stupisce più, pur di perseguire i suoi scellerati obiettivi, viola leggi e regolamenti e passa sopra alle istituzioni democratiche della Repubblica”.


Il Sindaco Coppola: “Che centra il Comandante di Polizia Locale

con la decisione di accorpare le funzioni amministrative di Tricase e Tiggiano?”


Antonio Coppola

Antonio Coppola

Sollecitato in proposito, il sindaco Antonio Coppola non presta certo il fianco : “Resto ogni volta sorpreso dall’infantilismo del Consigliere di minoranza Dell’Abate. Mi ricorda tanto quei giochi che si facevano da bambini. Si inventava un nemico, pellerossa o odiato nazista e, da soli, o insieme a qualche altro bambino annoiato alla ricerca di un gioco, si combatteva contro fantasmi. Era un gioco e lo si sapeva. Finito il gioco si andava a cena o a fare i compiti. Si sapeva che era un gioco, un’altra dimensione dell’immaginario. Poi si tornava ad essere bambini normali. Dell’Abate no. Ormai si sente come Pierre Terrail il signore di Bayard, cavaliere senza macchia e senza paura. Ma non si accorge che i nemici li ha inventati lui, non esistono. Vede in me l’orco cattivo che può divorare giovin donzelle ed inermi bambini. Ne abbiamo profonda comprensione ed umana pietà”.

Veniamo al punto, la gestione associata dei vigili urbani e la presunta “antipatia” nei confronti di chi guida la Polizia Locale a Tricase. “Ma che c’entra il Comandante del corpo di Polizia Municipale con la decisione di fare una convenzione per unificare le funzioni amministrative dei comuni di Tiggiano e Tricase? I Comuni al di sotto di 5mila abitanti erano obbligati, per legge, ad accorpare le funzioni con Comuni più grandi entro il 31 dicembre 2014. Tiggiano ci ha chiesto la disponibilità e noi abbiamo accettato. I motivi sono molteplici. Prima di tutto la necessità, ormai da tutti sentita, di collaborazione tra comuni contermini, poi la vicinanza geografica, la condivisione di temi ambientali e paesaggistici o di smaltimento dei rifiuti, la stretta connessione che porta già ora gli abitanti dei due paesi a non pensare ai due territori come separati, anzi. Attività imprenditoriali tra quelle di maggior successo sono gestite da abitanti di Tiggiano. Vi è poi una totale sintonia tra le nostre due Amministrazioni, che esisteva anche quando diverse erano le collocazioni politiche”:

E l’aumento di costi? “Pura fantasia! Il 22 dicembre 2014 il Consiglio comunale di Tiggiano ha deliberato per la convenzione. Il 29 dicembre lo ha fatto il Consiglio Comunale di Tricase. Dove la frode? Dove l’inganno? Ho più volte ripetuto nella seduta del Consiglio che la convenzione ha riportato i pareri favorevoli di tutti i responsabili del Comune di Tricase e di quello di Tiggiano. Possibile che l’unico a capirci sia lui? La convenzione ricalca per intero sia la vigente normativa regionale che le direttive dell’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia. Tutti ignoranti? Non lo crediamo ma se si scoprisse che qualche errore è stato commesso, ci siamo impegnati a riportare la problematica in Consiglio per correggerlo. Comunque vi saranno altri passaggi in aula per disciplinare le varie fasi di attuazione. Cosa vuole di più?”, Coppola torna a dedicarsi a Dell’Abate, “niente è sufficiente, vuole solo giocare alla guerra a qualunque ora del giorno e della notte (della notte, appunto: ha inviato la sua nota all’universo mondo all’una di notte! Che pena, che gran pena!)”.

Infine l’aperta polemica sull’oggetto del contendere: “Perché puntare tanto l’attenzione sul corpo di Polizia Municipale? Forse ci sono figli e figliastri tra i dipendenti del Comune di Tricase? Forse che la problematica non abbraccerà anche l’Ufficio Tecnico, l’Ufficio Ragioneria, l’Ufficio Segreteria, gli stessi segretari, l’Ufficio Assistenza, a parte le diversità relative compiti di polizia giudiziaria? Perché due pesi e due misure? È talmente sprovveduto”, affonda, “da non rendersi conto che in questo sembra proteggere un dipendente, come fosse una sua creatura. Noi, naturalmente, non crediamo sia così e, perciò”, conclude Coppola, “gli chiediamo maggiore prudenza prima di lasciarsi andare in sconsiderate esternazioni notturne”.


Giuseppe Cerfeda


Attualità

Tiggiano: stare insieme è l’impresa più bella

Il comune chiama, i commercianti di Tiggiano e gli operatori economici rispondono. Incontro di prospettiva, pianificazione e collaborazione per il futuro di cooperazione e crescita del paese

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L’amministrazione comunale di Tiggiano ha ospitato un incontro che ha visto una partecipata risposta da parte degli operatori economici locali.

L’evento è stato un momento chiave per discutere e pianificare un percorso di coinvolgimento dei commercianti, artigiani, imprenditori professionisti nel percorso di cooperazione sociale del paese.

Nell’incontro, aperto con i migliori auspici dal sindaco Giacomo Cazzato e dal consigliere incaricato al Commercio, Giuseppe Negro, è stata sottolineata l’importanza della collaborazione tra gli operatori economici e l’amministrazione andando oltre l’autoreferenzialità.

Erano presenti: Lorenzo Luceri di ACAM 2.0 APS, l’associazione dei commercianti e artigiani di Martano; Maria Antonietta Orlando, giovane imprenditrice della moda di Corsano e rappresentante di Confartigianato regionale; Angela Ricchiuto di Confindustria Lecce.

Tutti hanno condiviso le loro esperienze e visioni, mostrando come la collaborazione e l’innovazione siano essenziali per il successo delle imprese locali.

Ognuno di loro ha portato un contributo significativo, delineando possibili percorsi di sviluppo, integrando la rete istituzionale a supporto del tessuto economico di Tiggiano.

Gli operatori economici hanno risposto con curiosità e fiducia all’appello dell’amministrazione.

Più di una quindicina di imprenditori e commercianti hanno lasciato il proprio nominativo, dando la disponibilità ad incontrarsi regolarmente e costituire un gruppo di lavoro per sviluppare insieme progetti concreti di cui possa beneficiare l’intera comunità.

Il consigliere Gianvito Rizzini, incaricato all’associazionismo, che ha coordinato i lavori e fortemente creduto in questo nuovo percorso afferma: «Vissuto un momento significativo per il futuro del nostro territorio. Il terreno in cui gli interessi dell’impresa incontrano quelli dell’ente comunale, che persegue l’interesse pubblico, è proprio quello del Terzo Settore, cioè tutte quelle attività ulteriori che vanno verso la realizzazione di scopi collettivi, culturali, solidaristici. È un modo per darsi una mano, cooperare in forma più organizzata e non estemporanea. Gli operatori economici hanno sempre risposto “presente” a Tiggiano. Adesso è arrivato il momento di farlo in modo più organizzato. Noi ci siamo. C’è una legge del 2017 che fornisce principi e istruzioni e aiuta in questo senso. Ricordo che questo è un percorso che si sta integrando con il coordinamento di tutte le altre associazioni, ben 12, di cui è stato già avviato un percorso nuovo qualche settimana fa».

Anche il vicesindaco Marco Rizzo sottolinea l’importanza di questo nuovo percorso: « Il nostro è un piccolo paese, non dobbiamo avere l’ansia di realizzare chissà quale progetto. L’importante è cominciare a “fare”. La direzione è quella giusta.

Questo gruppo nascente può essere un passo avanti nella costruzione di un futuro sostenibile per Tiggiano, in cui ogni membro della comunità potrà giocare un ruolo attivo. L’iniziativa apre a nuove possibilità di iniziative congiunte, progetti innovativi e ad una crescita collettiva che potranno trasformare il paese in un modello di collaborazione e sviluppo economico.

L’amministrazione comunale invita tutti gli interessati a partecipare e contribuire con idee e risorse, rafforzando così il tessuto economico e sociale di Tiggiano.

Lo si può fare anche aderendo all’apposito link

 

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Approfondimenti

Costruire salentino, come eravamo

Giuseppe Maria Costantini, Conservatore-Restauratore di Beni Culturali: dalle coperture ai soffitti interni, dagli intonaci ai pavimenti interni ed esterni, dalla “suppinna” alla “loggia”: i caratteri tradizionali tipizzanti dell’edilizia salentina

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di Giuseppe Maria Costantini

(Conservatore-Restauratore di Beni Culturali)

Mi si chiede: «Se qualcuno volesse costruire un’abitazione secondo i canoni della tradizione salentina cosa dovrebbe fare? Quali sono gli aspetti più caratteristici e tipizzanti?».

Le abitazioni del Salento sono sempre state alquanto eterogenee in relazione alla condizione socio-economica e culturale dei loro abitanti, così caratterizzando i vari paesi e quartieri urbani, anche vicinissimi tra loro, inoltre, sono molto cambiate nel corso dei secoli, anche in breve tempo quando ce ne fosse un’importante condizionamento esterno.

Basti considerare che nel Salento, almeno fino al sedicesimo secolo, tutte le coperture degli edifici erano costituite da tetti spioventi e tegole in terracotta, come nel resto d’Italia.

Tra l’altro, la copertura esterna a spioventi corrispondeva largamente a soffitti interni in legno, sia lasciati a vista sia nascosti da incannucciate ricoperte da intonaci a stucco, come nel resto d’Italia.

Tale lunghissima “stagione dei tetti” vedeva anche pavimenti interni che, dove non fossero un umile battuto di terra, erano frequentemente in legno, nudo o variamente rifinito, oppure in terracotta, nuda o financo maiolicata; l’impiantito in pietra era destinato in prevalenza agli spazi esterni, o aperti, nonché a rimesse e opifici.

Tornando alla questione posta: come e più del resto d’Italia, nel Salento il consumo del suolo, dal secondo dopoguerra del Novecento a oggi, è stato enormemente maggiore che dalla preistoria allo stesso secondo dopoguerra; pertanto, non si dovrebbe più consumare neppure un metro-quadrato di terreno agricolo o naturale per costruire checchessia.

Ciò detto, innumerevoli edifici dell’ultimo secolo, privi di particolari valenze storiche o artistiche, necessiterebbero di importanti interventi “di costruzione”.

Si tratta di edifici variamente inefficaci in fatto di materiali di cui sono costituiti, di caratteri strutturali-statici, oppure affatto indecenti in termini di funzionalità, e/o di forma e di aspetto.

In altre parole, le tante costruzioni inadeguate e brutte che ci circondano dovrebbero essere radicalmente demolite e, ove necessario, ricostruite in termini idonei, o, se possibile e opportuno, parzialmente manomesse, recuperandone quanto già idoneo e sostituendone quanto inidoneo.

Che siano totali o parziali, è essenziale che tali auspicabili rigenerazioni tengano nella massima considerazione i caratteri tradizionali e tipizzanti del Salento, anzi, in particolare, che siano armoniche al centro abitato, o alla località di campagna, cui appartengono.

Il nostro grande intellettuale e poeta Vittorio Bodini, in Foglie di tabacco (1945-47), tipizza fantasticamente un carattere cardinale delle abitazioni pugliesi e salentine: « le case di calce da cui uscivamo al sole come numeri dalla faccia di un dado».

Tuttavia, neppure l’imbiancatura in bianco vale per ogni località: molti centri abitati, costieri e no, erano caratterizzati da prevalenti imbiancature di calce addizionata a pigmento, fino a ottenerne colori pastello, rosa, ocra gialla, azzurro, turchese, verde, ne era un esempio emblematico Gallipoli.

Perchè spellare le case?

Ne parlo al passato perché negli ultimi decenni è invalsa la deleteria moda di spellare le nostre abitazioni, fino a mostrarne l’orditura muraria in pietra, come si trattasse di un edificio non terminato.

Infatti, restando ai caratteri tradizionali tipizzanti: le abitazioni salentine, dalla più umile al palazzo nobiliare, quando edificate fino a conclusione, all’esterno e all’interno, erano immancabilmente intonacate o, comunque, rifinite con uno strato superficiale, quale rivestimento tradizionale del materiale lapideo costruttivo, con valenze funzionali ed estetiche, e ciò riguardava persino cantine e stalle.

Oltre alle coperture esterne a terrazza, destinate a convogliare le acque piovane nelle cisterne, un altro carattere tipizzante delle nostre abitazioni era la presenza di spazi interni aperti: ortali, giardini, cortili al piano terreno; al piano superiore: terrazze complanari, terrazze soprastanti, spesso dotate di suppinna o attico, nonché verande, balconi e balconcini.

In particolare, le facciate, anche quando di dimensioni contenute, tendevano ad avere uno spazio aperto protetto: portico, loggia, o loggetta a serliana.

Il colore degli infissi

Similmente alle murature, che dovrebbero mostrarsi sempre vestite, anche gli infissi, secondo tradizione, non mostrano mai il loro legno a vista, neppure quando pregiato.

Il colore degli infissi, come quello delle imbiancature tradizionali, era largamente condizionato dalla tradizione della località.

Certamente per le porte e i portoni, o le persiane, il colore più tipizzante era il verde (in infinite tonalità locali, più o meno scure), o, soprattutto per le località costiere, l’azzurro; seguono le tonalità del bruno-grigio.

A ogni modo, lontano dall’avere svolto questo interessante e poliedrico tema, spero di avere stimolato la vostra attenzione e rispetto per la conservazione e il recupero delle nostre tradizioni costruttive e del nostro bel paesaggio.

GIUSEPPE MARIA COSTANTINI

Conservatore-Restauratore di Beni Culturali.

Possiede numerose specializzazioni, tra cui superfici dell’architettura.

Lungamente ricercatore e docente di Restauro per l’Università di Bologna, oltreché per altri prestigiosi enti nazionali.

Su diretto invito del dirigente Arch. Piero Cavalcoli (Urbanista), ha partecipato all’elaborazione del DRAG della Regione Puglia (Schema di Documento Regionale di Assetto Generale).

*Nella foto in alto, Specchia da “I Borghi più belli d’Italia”

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Attualità

Friends4Aut nell’Ambito di Gagliano del Capo

Progetto di inclusione sociale con l’obiettivo di realizzare percorsi di socializzazione in favore di persone con Disturbo dello Spettro Autistico di età fino ai 21 anni

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Riparte il progetto di inclusione sociale Friends4Aut promosso dall’Ambito Territoriale Sociale di Gagliano del Capo, finanziato dall’assessorato al Welfare della Regione Puglia, in collaborazione con Amici di Nico-Impresa Sociale.
Il progetto nasce con l’obiettivo di realizzare percorsi di socializzazione in favore di persone con Disturbo dello Spettro Autistico di età fino ai 21 anni, attraverso:

azioni di sensibilizzazione e di informazione delle famiglie, scuole e bambini su tematiche appartenenti al Disturbo dello Spettro Autistico;

mediante incontri di apprendimento cooperativo tra scuola e famiglia, e grazie alla presenza di tre figure professionali specializzate (neuropsichiatra, psicologo e assistente sociale);

attività laboratoriali sia nel contesto scolastico che extrascolastico;

attività di ginnastica posturale, rilassamento muscolare rivolti non solo ai destinatari del servizio ma anche ad insegnanti e genitori.

 

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