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Attualità

Tutti per Melissa

Room Boys Tricase 2006, Tricase Fans ed un gruppo di esponenti storici del tifo organizzato rossoblu scendono in campo per la piccola Melissa. Ha bisogno di un farmaco che si somministra in un’unica dose ma il cui prezzo è di oltre 2 milioni di dollari!

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Room Boys Tricase 2006, Tricase Fans ed un gruppo di esponenti storici del tifo organizzato rossoblu, tutti uniti scendono in campo!


«Abbiamo risposto presente anche a noi all’appello dei genitori della piccola Melissa», spiegano, «una bambina di nove mesi di Monopoli affetta dalla Sma di tipo 1 che è la forma più grave di una rara malattia degenerativa che può colpire i bambini nei primi mesi di vita. L’unica speranza per lei e l’assunzione di un farmaco, il Zolgensma, farmaco che deve essere assunto entro i primi due mesi di anni di vita: si somministra in un’unica dose ma il suo prezzo è di oltre 2 milioni di dollari!».


Alla famiglia aiuti stanno arrivando aiuti da più parti. A tutto ciò non poteva rimanere indifferente il mondo ultras.


«Sappiamo che il periodo non è dei migliori», aggiungono i tifosi rossoblu, «ma chiediamo a tutte le cittadinanza e le associazioni presenti sul nostro territorio di unirsi a noi anche con un piccolo contributo in modo da raggiungere una cospicua somma di denaro che verseremo poi, sul conto corrente che è stato aperto del padre di Melissa per l’occasione».


La raccolta fondi terminerà il 24 dicembre, giorno in cui effettueremo il versamento.

«Sarà il nostro piccolo grande regalo di Natale a Melissa nella speranza che tutto vada per il meglio. Un gesto concreto per lei è un pensiero verso tutti i piccoli guerrieri che si trovano, da giovanissimi, a lottare per la propria vita. Nei prossimi giorni», concludono i tifosi, «aggiorneremo sull’andamento della raccolta fondi».


Per informazioni o donazioni contattare i seguenti numeri: 328/2711360 (Roberto, Rum Boys), 329/6457091 (Donato, Rum Boys), 333/9977351 (Emanuele, Tricase Fans).



 


Attualità

Cento candeline per nonna Cosima

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Festa grande a Castrignano del Capo per nonna Cosima.

Cosima Donnicola ha raggiunto il traguardo delle cento candeline. Un secolo di vita, da festeggiare con i 5 figli Franco, Aldo, Michele, Giovanni e Antonio Schirinzi e con i 10 nipoti e 5 pronipoti.

Nata nel 1924, Cosima, prima che madre, nonna e bisnonna, è stata contadina. Oggi tutta la nostra Redazione le augura un gioioso e lungo futuro.

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Attualità

Ovunque vai, Martinucci

Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia. Qualità e tradizione grazie alle due linee di produzione dell’azienda salentina, portavoce dell’abilità dolciaria nostrana ad ogni latitudine

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Martinucci è un’azienda riconosciuta nel mondo, portavoce della tradizione dolciaria ad ogni latitudine, con tanti punti vendita in Salento ed in diversi Paesi del globo.

Una famiglia che conta 300 collaboratori, 28 store e 74 anni di storia.

Con Fabio Martinucci facciamo il punto su come si possano raggiungere obiettivi così grandi, continuando il proprio percorso di crescita, mantenendo alti gli standardi qualità.

Eccellere su piccola e grande scala. Qual è il segreto?

«Senz’altro la nostra produzione, che oggi viaggia su due linee: una artigianale ed una industriale, mantenendo sempre altissimi standard di qualità. I prodotti della linea artigianale sono quelli che realizziamo nel nostro laboratorio di Acquarica del Capo. Da qui partono i prodotti freschi che lavoriamo giornalmente e che servono tutte le nostre pasticcerie presenti in Salento. I prodotti che vendiamo nelle pasticcerie Martinucci nel mondo, invece, sono realizzati dalla nostra linea industriale. Una linea che conserva tutte le caratteristiche del prodotto artigianale e tutte quelle preziose conoscenze artigiane tramandate nel tempo, lungo la decennale esperienza di Martinucci nel settore. La nostra azienda oggi è un po’ una fotografia del settore dolciario, in cui produzione artigianale ed industriale viaggiano sempre l’una accanto all’altra».

In che modo due metodi di lavoro, all’apparenza lontani, si avvicinano?

«Nel mondo della pasticceria, la produzione artigianale oggi si regge in gran parte sul lavoro industriale. Questo non ci deve spaventare o insospettire. Al contrario, è un percorso che ormai avanza in simbiosi e che permette di accrescere la qualità dei prodotti. Basti pensare che tutta la pasticceria oggi è improntata sull’utilizzo di semilavorati, compresa quella di pasticcieri e gelatai che si definiscono artigiani. Nel settore, tutti utilizziamo i prodotti semilavorati, talvolta anche provenienti dalle grandi multinazionali, senza che questo rappresenti un peggioramento nella qualità del prodotto. Anche grandi aziende storiche come la Pernigotti forniscono ingredienti, per fare un esempio come la nocciola di Piemonte DOC, che vengono impiegati dai mastri artigiani. Questo ci dice, nella realtà dei fatti, che produzione artigiana ed industriale non devono essere considerate antitetiche, come molte campagne di marketing vogliono farci credere, ma sono molto più prossime di quanto possiamo immaginare. Non a caso Martinucci oggi, con la sua linea industriale, è sia produttore che distributore sul mercato di semilavorati, che vengono acquistati ed impiegati giornalmente anche da molte piccole realtà del nostro territorio».

Esiste ancora l’antica figura del pasticciere che gestisce la produzione dalla A alla Z?

«Sono davvero rarissimi i pasticcieri che continuano a gestire artigianalmente l’intero processo di produzione e vendita in autonomia. È difficile pensare che al giorno d’oggi un pasticciere prepari ogni mattina tutta la produzione per la singola giornata. La prassi vuole che anche i dolci dei laboratori artigianali vengano realizzati in gran numero per coprire più giornate, poi conservati e cotti di volta in volta, giorno per giorno, secondo vendite e necessità».

Pesano ancora i falsi miti sulla produzione industriale nelle scelte dei consumatori?

«Purtroppo, si. Diverse credenze spingono il consumatore a pensare che un prodotto, se non realizzato e consumato al momento, abbia un gusto differente oppure possa nascondere delle sorprese. Ma non è così. Uno dei falsi miti più radicati è quello relativo alla conservazione. I prodotti della linea industriale, anche ma non solo per poter essere gustati in luoghi diversi da quelli di produzione, sono sottoposti a congelamento. E questo può generare scetticismo nel consumatore. In realtà, il processo di conservazione non altera le proprietà organolettiche. Ed inoltre rappresenta anche un presidio di sicurezza per il consumatore, dal punto di vista batteriologico. L’abbattimento che effettuiamo a livello industriale (oggi richiesto in molti ambiti anche dalle Asl), portando il prodotto a -18° in venti minuti, rende la proliferazione batterica innocua per il consumatore. È un po’, per fare un parallelismo, come quando in ambito domestico congeliamo la classica lasagna della nonna per mangiarla l’indomani. In questo caso, nei laboratori, con strumentazioni e procedure professionali, che permettono il cosiddetto abbattimento, abbiamo ulteriori garanzie circa la sicurezza del prodotto che viene somministrato al cliente. È proprio come nei ristoranti dove, per intenderci, non consumeremmo mai un tonno o delle cozze se prima non passate in abbattitore».

Processo industriale ed artigianale: la qualità è nel punto d’incontro?

«Mi sento di dire che senza la grande industria oggi non ci sarebbero i grandi artigiani. Se un prodotto è scadente questo non dipenderà dall’utilizzo dei semilavorati, ma dalla qualità di quei semilavorati che si sceglie di utilizzare. Un consiglio? Assaggiare per credere!».

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Attualità

Tornare nel Salento per Natale? Un salasso!

Disponibilità minime e biglietti dei treni a costi esorbitanti. Il deputato salentino Andrea Caroppo ne chiede conto all’amministratore delegato di Trenitalia

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Anche quest’anno per chi vive fuori per studio o per lavoro, tornare in Puglia per Natale sarà un salasso.

Basta, già ora, provare prenotare un biglietto per il treno o per l’aereo, per rendersi conto come, se c’è ancora disponibilità, i costi siano esorbitanti.

Un fenomeno inaccettabile anche per il vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera dei deputati, il deputato salentino Andrea Caroppo, che ha chiesto conto oggi in audizione, presso la Commissione Trasporti alla Camera dei deputati, all’amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia, Luigi Corradi, che si è riservato di rispondergli formalmente nei prossimi giorni.

L’on. Andrea Caroppo

«Anche quest’anno, tornare in Puglia e nelle Regioni del Mezzogiorno per le vacanze di Natale sarà un lusso per chi studia e lavora nelle città del Nord Italia», evidenzia Caroppo, «molti treni sono già esauriti e quelli che rimangono hanno prezzi salatissimi, il doppio del costo ordinario e, a volte, quasi il triplo. Un vero e proprio salasso che danneggia un intero territorio e i suoi cittadini, compromettendone la disponibilità e l’accessibilità economica ai trasporti pubblici di tantissime famiglie».

Il vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera dei deputati ha, poi, citato il Commissario europeo per i Trasporti Apolostos Tzitzikostas, il quale ha sottolineato, proprio in questi giorni, come il 12,5% del bilancio delle famiglie europee sia destinato ai servizi di trasporto pubblico.

«Aumentare in modo sconsiderato il costo dei biglietti, come sta accadendo per il periodo pre-natalizio», conclude Andrea Caroppo, «significa erodere la capacità di acquisto di tantissime famiglie e, di conseguenza, limitarne il diritto alla mobilità».

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