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Attualità

“Stay hungry, stay foolish. Cari giovani…”

La scuola sta per ricominciare ed il Vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, Mons Vito Angiuli, scrive ai giovani salentini

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Cari giovani, all’inizio del nuovo anno scolastico 2018-2019, ho pensato di inviarvi una lettera per intavolare con voi un dialogo fraterno, ascoltando attentamente le vostre domande e conversando con franchezza sui problemi della vostra età. Mi piacerebbe che questa nostra conversazione rinnovasse il dialogo che Papa Francesco ha tenuto l’11 agosto al Circo Massimo, a Roma, con i giovani italiani ivi convenuti.


Cosa dicono di voi


Partiamo dalla considerazione dell’attuale condizione giovanile così come viene descritta in molti studi pubblicati da diversi analisti. Richiamo sinteticamente alcune loro indagini che considero come provocazioni perché siano prese da noi in seria considerazione e, magari, criticate e smentite dai fatti.


Secondo una ricerca europea, voi giovani assomigliereste a dei “nomadi”. Circolate e moltiplicate le vostre esperienze, senza trovare mai un centro che dia stabilità al vostro percorso.

Vivete in mezzo a una grande quantità e diversità di informazioni, ma con una povertà di formazione. Apparite dispersi e dubbiosi davanti a impegni definitivi. Cercate autonomia e indipendenza ad ogni costo, ma in realtà vi lasciate omologare dall’ambiente socio-culturale.


Altri asseriscono che voi siete “lattanti psichici” (Luigi Zoja). Ciò che vi caratterizzerebbe è l’estrema fragilità affettiva. Nella vostra sensibilità sembra prevalere la dimensione emotiva,

relazionale, immaginaria. Il primato viene dato all’emozione e alla relazione. Il ragionamento non è lineare e causale, ma avviene a partire da un’immagine, da una vibrazione, da un’impressione, da una sollecitazione dei sensi. Anche la pratica sessuale è vissuta in modo epidermico e superficiale. Manca la dimensione dell’intimità. Vi assale la paura di scegliere e di coinvolgervi in un rapporto unico e duraturo.


Non manca chi vi immagina come giovani “sdraiati” (Michele Serra). L’impossibilità di far fronte adeguatamente al problema dell’identità vi porterebbe a non porvi troppi problemi, ma ad aderire alla vita quotidiana, ad accettare il ritmo del vivere alla giornata, in una sorta di ridimensionamento delle attese che si produce in conseguenza di una situazione generale di annebbiamento (Franco Garelli).


C’è poi chi vi considera “giovani muti” (Aldo Masullo). La vostra condizione di “nativi digitali” vi farebbe ritenere estranea la parola e preferire la comunicazione più con i segni che con i simboli come le parole. La parola, infatti, esige tempi troppo lunghi ed è faticosa da costruire.

Richiede il lavoro del pensiero e, ancora più gravosa, la elaborazione dei sentimenti. Invece i segni elettronici sono fulminei e sempre già pronti. Il loro uso non comporta sentimenti elaborati, ma semplici ed elementari come le vibrazioni emotive. Queste, in certi casi, possono addirittura essere catastrofiche, brevissime e violente come esplosioni, talvolta perfino omicide, come le cronache non poche volte registrano.


Un grande sociologo recentemente scomparso (Zigmunt Bauman) vi ha definito “nati liquidi”. Prendendo in considerazione alcuni aspetti caratterizzanti il vostro mondo, egli analizza alcuni nodi problematici: la modifica del corpo, i tatuaggi, la chirurgia estetica, la barba, le dinamiche dell’aggressività (bullismo), il web, le trasformazioni amorose. A suo giudizio, in un mondo diventato liquido, «le relazioni hanno una scadenza come il latte». Tutto diventa effimero, fragile e inconsistente come quando cerchiamo di trattenere l’acqua con la mano.

Infine, secondo Umberto Galimberti, sradicati dalla grande tradizione del passato, voi giovani sareste ammalati di nichilismo. L’ospite inquietante avrebbe preso stabile dimora nella vostra casa. La vostra persona assomiglierebbe a una landa desolata, ove il vuoto, il non senso, l’aridità emozionale, l’incapacità di stabilire rapporti significativi con gli altri, l’indifferenza nei confronti della generazione dei padri, delle tradizioni trasmesse e dell’ordinamento sociale, l’assenza di qualsivoglia progetto che vada al di là del vivere alla giornata, rimbombano drammaticamente, spingendovi ad adottare qualunque soluzione che allevi l’insostenibile angoscia di essere nessuno.

Cercatori curiosi e sognatori folli


Il quadro delineato sembra problematico. Ma le cose stanno proprio così? Non bisogna, infatti, dimenticare che l’attuale condizione giovanile è lo specchio del profondo cambiamento sociale e culturale che si è operato in questi ultimi decenni. D’altra parte, le analisi fotografano la situazione generale che non sempre coincide con le singole persone. In tutti i casi, si tratta di un fenomeno che richiede una presa di coscienza di tutti, giovani e adulti. Sulla scorta di due testimoni del nostro tempo, a me piace pensare che voi giovani siete e dovete sempre più diventare cercatori curiosi e sognatori folli”. Sono parole queste che riprendo da due discorsi di Steve Jobs e di Papa Francesco, figure profondamente differenti tra di loro, ma accomunate dal fatto che la loro vita e le loro parole contengono messaggi significativi ed efficaci che danno a pensare. La vita del geniale e creativo Steve Jobs, cofondatore di Apple, si può riassumere nel motto «stay hungry, stay foolish», messaggio finale del memorabile discorso tenuto nel 2005 all’Università di Stanford nella cerimonia di laurea degli studenti di quell’anno. Queste le sue testuali parole: «Il tempo a vostra disposizione è limitato, non sprecatelo vivendo una vita che va bene per altri, ma non vi appartiene. Non lasciatevi condizionare, non lasciate che il rumore delle opinioni altrui copra la voce che avete dentro. Ma soprattutto abbiate il coraggio di seguire quello che avete nel cuore, lasciatevi guidare dall’intuito. Non smettete mai di avere fame, non smettete mai di essere folli».


Mons. Vito Angiuli


Con immediatezza ed efficacia, l’espressione invita a non perdere la voglia di imparare, a essere sempre curiosi, a non smettere di cercare in modo folle e non convenzionale, a non pensare di avere imparato tutto, ma ad essere pronti a mettersi in gioco per continuare a cercare. La frase è, dunque, un monito a non perdere la curiosità, l’ambizione di cambiare il mondo con un pizzico di sana follia facendo tesoro anche degli insuccessi e di scelte che potrebbero sembrare sbagliate, ma che poi si rivelano apportatrici di novità. Occorre, dunque, essere curiosi cercatori. In altri termini occorre avere sete di verità, d’amore e di giustizia. E dopo aver trovato qualche risposta continuare a cercare.


Anche Papa Francesco, nel recente incontro al Circo Massimo, ha invitato i giovani ad essere sognatori.


«I sogni – ha detto il Pontefice – sono importanti. Tengono il nostro sguardo largo, ci aiutano ad abbracciare l’orizzonte, a coltivare la speranza in ogni azione quotidiana. E i sogni dei giovani sono i più importanti di tutti. Un giovane che non sa sognare è un giovane anestetizzato; non potrà capire la vita, la forza della vita. I sogni ti svegliano, ti portano in là, sono le stelle più luminose, quelle che indicano un cammino diverso per l’umanità. Ecco, voi avete nel cuore queste stelle brillanti che sono i vostri sogni: sono la vostra responsabilità e il vostro tesoro. Fate che siano anche il vostro futuro! E questo è il lavoro che voi dovete fare: trasformare i sogni di oggi nella realtà del futuro, e per questo ci vuole coraggio. Certo, i sogni vanno fatti crescere, vanno purificati, messi alla prova e vanno anche condivisi. Ma vi siete mai chiesti da dove vengono i vostri sogni? I miei sogni, da dove vengono? Sono nati guardando la televisione? Ascoltando un amico? Sognando ad occhi aperti? Sono sogni grandi oppure sogni piccoli, miseri, che si accontentano del meno possibile? I sogni della comodità, i sogni del solo benessere: “No, no, io sto bene così, non vado più avanti”. Ma questi sogni ti faranno morire, nella vita! Faranno che la tua vita non sia una cosa grande! I sogni della tranquillità, i sogni che addormentano i giovani e che fanno di un giovane coraggioso un giovane da divano. E’ triste vedere i giovani sul divano, guardando come passa la vita davanti a loro. I giovani – l’ho detto altre volte – senza sogni, che vanno in pensione a 20, 22 anni: ma che cosa brutta, un giovane in pensione! Invece, il giovane che sogna cose grandi va avanti, non va in pensione presto […]. I sogni grandi includono, coinvolgono, sono estroversi, condividono, generano nuova vita. E i sogni grandi, per restare tali, hanno bisogno di una sorgente inesauribile di speranza, di un Infinito che soffia dentro e li dilata. I sogni grandi hanno bisogno di Dio per non diventare miraggi o delirio di onnipotenza. Tu puoi sognare le cose grandi, ma da solo è pericoloso, perché potrai cadere nel delirio di onnipotenza. Ma con Dio non aver paura: vai avanti. Sogna in grande».


Ecco, cari giovani, il messaggio su cui vi invito a riflettere: essere curiosi cercatori e sognatori folli. Follia, in questo caso, non va intesa nel senso dello sballo o nel mettere coscientemente e volutamente la propria vita e quella degli altri in situazioni di pericolo o nell’abbandonarsi all’inedia e all’apatia. La follia di cui parlo è vivere l’esistenza come una meravigliosa avventura, da esplorare con creatività per cercare una felicità piena e duratura, andando, se è necessario, controcorrente, senza lasciarsi risucchiare dalle mode passeggere ed effimere.


Questa follia produce un cambiamento di sé e del mondo che ci circonda. Come avvenne nella vita del “folle di Cristo” Basilio, santo a cui è intitolata la bellissima Chiesa che si ammira nella piazza rossa di Mosca. La tradizione attribuisce a san Basilio la seguente impresa. Durante le terribili rappresaglie alle quali lo zar, Ivan il Terribile, sottopose la città di Novgorod, Basilio, il “folle di Cristo”, invitò a casa sua lo zar e gli apparecchiò della carne cruda, offrendogli da bere del sangue fresco. Quando quello rifiutò, gli mostrò le anime degli innocenti assassinati che salivano in cielo. Lo zar, atterrito, ordinò di sospendere i massacri. Allora la carne cruda e il sangue si trasformarono in dolce cocomero e buon vino.


Non è una proposta interessante prendere in considerazione le parole di questi due testimoni e sperimentare la gioia di essere “curiosi cercatori e sognatori folli”? Per rafforzare la vostra decisione, mi viene quasi la voglia di cantare con voi le parole di una recente canzone di Renato Zero che recita: Non abbandonare / i sogni, se puoi. / Dagli forza / e consistenza… E poi/ lascia sian loro / a prenderti / e a portarti un’altra volta / via di qui… Ti andrebbe di cambiare / il mondo con me?


Il vostro vescovo

+ Vito


Attualità

Giuggianello, ritrovate sepolture medievali

A Monte San Giovanni, sull’antica collina, “teatro” delle imprese di Ercole contro i Giganti Leuterni, emerse due delle sepolture di epoca medievale poste in prossimità dell’ingresso del piccolo monumento ipogeico

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L’antica collina, che secondo alcune fonti letterarie antiche fu sede delle imprese di Ercole contro i Giganti Leuterni, svela un altro tesoro archeologico, testimoniando la ricchezza della storia del territorio di Giuggianello, dalla preistoria all’età moderna.

Nel corso dei lavori di restauro e valorizzazione della chiesa rupestre di San Giovanni, nell’ambito del progetto “Chiese rupestri“, finanziato dalla Regione Puglia, sono emerse due delle sepolture di epoca medievale poste in prossimità dell’ingresso del piccolo monumento ipogeico, proprietà del Centro di Cultura Sociale e Ricerche di Giuggianello.

L’intervento, diretto dalla Soprintendenza (SABAP) di Brindisi e Lecce, ha messo in evidenza due tombe scavate nella roccia, contenenti i resti scheletrici di tre individui.

La prima sepoltura, occupata da un inumato di età compresa tra i 16 e i 20 anni, conteneva un unico oggetto di corredo, una tazza in ceramica, oltre ad alcune piccole vertebre di pesce, sparse tra il torace e il bacino.

Lo scavo della seconda tomba, invece, ha messo in luce un inumato di età adulta in posizione supina, associato alle ossa disarticolati di un altro scheletro, un individuo giovane, i cui resti furono accantonati, insieme ai frammenti di una brocca acroma, forse nel momento in cui occorreva dare spazio alla nuova e ultima sepoltura.

La forma della fossa, scavata nel banco di roccia tenera, è riconducibile al tipo antropomorfo e potrebbe ricordare alcuni esempi del XIII-XIV secolo indagati in vari contesti del Salento, tuttavia, per una definizione cronologica più precisa, si attendono ulteriori approfondimenti sui reperti associati e sui resti rinvenuti.

La piccola chiesa rupestre, comunque, è databile tra il X e la seconda metà del XII secolo in base, rispettivamente, al rinvenimento di un follis dell’epoca di Costantino VII (905-959) e dell’imperatrice Zoe (880 ca.-920), recuperato durante i lavori di svuotamento della cavità alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, e alle caratteristiche materiali e stilistiche dei pochi lacerti di affresco superstiti al suo interno.

Saranno proprio questi elementi pittorici di epoca bizantina l’oggetto dei prossimi interventi, attraverso azioni mirate di pulizia e restauro delle superfici che daranno nuova vita al repertorio iconografico del monumento.

Senza dubbio, gli ultimi ritrovamenti ampliano i dati in nostro possesso e confermano le tracce individuate nell’area a seguito di indagini non invasive preventivamente condotte a partire dal settembre 2023, restituendo la fisionomia di un luogo di culto medievale dedicato a San Giovanni, cui era associato un non vasto sepolcreto, che saranno un elemento costitutivo per la memoria identitaria della piccola comunità di Giuggianello fino ai nostri giorni.

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Lavoro, le opportunità in provincia di Lecce

Report settimanale di Arpal, 522 nuove assunzioni per inizio 2025. In cima il comparto turistico

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Il 2° Report settimanale elaborato dall’Ambito di Lecce racchiude 146 annunci di lavoro distribuiti in tutta la provincia per un totale di 522 nuove assunzioni previste per inizio 2025 in diversi settori.

Il comparto turistico è quello con maggiore opportunità e le aziende sono già all’opera per selezionare il personale per la stagione primaverile ed estiva: 158 posizioni aperte, concentrate prevalentemente lungo la costa ionica e nell’entroterra.

Segue il settore edile, con la richiesta di 73 lavoratori in tutta la provincia, tra cui operai, elettricisti, carpentieri, manovali e idraulici.

Il settore socio-sanitario registra sette annunci per 21 lavoratori, il comparto delle telecomunicazioni con 61 figure da assumere.

Segue il settore amministrativo e informatico con 50 figure ricercate.

Negli altri settori, 52 sono le figure professionali ricercate nel settore pedagogico e 24 nel settore commerciale.

Nel comparto agricoltura e ambiente si ricercano 9 risorse, nel TAC (tessile-abbigliamento-calzaturiero) ci sono 18 opportunità lavorative mentre si ricercano cinque lavoratori nel settore della lavorazione del legno.

Nel settore trasporti e riparazione veicoli si selezionano 11 lavoratori, il settore bellezza e benessere offre una posizione aperta, mentre per l’industria metalmeccanica sono richieste 5 figure.

Diverse opportunità lavorative anche per i beneficiari della Legge 68/99. Sono presenti tre posizioni aperte per persone con disabilità e quattro posizioni per iscritti nelle altre categorie protette.

La sezione tirocini, invece, offre cinque opportunità.

Ricca anche la proposta della rete Eures che contiene numerose opportunità di lavoro e formazione all’estero.

Si ricorda che le offerte, parimenti rivolte ad entrambi i sessi, sono pubblicate quotidianamente sul portale lavoroperte.regione.puglia.it, dal quale ci si può candidare direttamente tramite Spid.

Si consiglia di consultare costantemente la pagina Facebook “Centri Impiego Lecce e Provincia”, il portale Sintesi Lecce e i profili Google di ogni centro per l’impiego.

Gli uffici sono aperti al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 11.30, il martedì anche nel pomeriggio dalle 15 alle 16.30 e il giovedì pomeriggio su appuntamento.

CLICCA QUI PER LEGGERE IL 2° REPORT SETTIMANALE DI ARPAL (AMBITO DI LECCE) NELLA SUA VERSIONE INTEGRALE

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I ricercatori di UniSalento tra i migliori al mondo

Sessanta di loro nella World’s Top 2% Scientists 2024 dalla Stanford University

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L’Università del Salento celebra un importante risultato a livello internazionale: ben 60 suoi ricercatori sono stati inclusi nella prestigiosa classifica globale World’s Top 2% Scientists 2024, sviluppata dalla Stanford University. Questa graduatoria, che identifica il 2% dei ricercatori più citati al mondo, rappresenta un riconoscimento di eccellenza per coloro che hanno raggiunto il massimo grado di produttività scientifica a livello globale.

L’elenco, aggiornato ad agosto 2024, si basa sulle informazioni bibliometriche disponibili nel database Scopus e include circa 200.000 studiosi selezionati tra 9 milioni di scienziati a livello mondiale. I criteri di selezione considerano parametri rigorosi e standardizzati, come il numero di citazioni, l’indice h, l’indice hm corretto per la co-paternità, le citazioni relative alle diverse posizioni di firma degli articoli e l’indicatore composito C-Score.

La classifica, realizzata dal team guidato dal Prof. John Ioannidis della Stanford University, in collaborazione con Elsevier e Scopus, copre 22 campi scientifici e 174 sottocampi, offrendo un quadro dettagliato della produttività scientifica a livello globale.

I ricercatori di UniSalento inseriti nella World’s Top 2% Scientists 2024

L’elenco dei 60 ricercatori che hanno ottenuto tale riconoscimento, inclusi alcuni in quiescenza, rappresenta un’importante testimonianza della qualità della ricerca condotta dall’ateneo salentino. In ordine alfabetico:

Aiello Maria Antonietta, Avanzini Giulio, Baglivo Cristina, Beccaria Matteo, Bilò Vittorio, Bucci Cecilia, Cafagna Donato, Calvaruso Giovanni, Cardinale Massimiliano, Cataldo Andrea, Catarinucci Luca, Cavaliere Pasquale, Chu Wenchang, Coluccia Angelo, Congedo Paolo Maria, Corallo Angelo, Cozzoli P. Davide, D’Amico Stefano, De Giorgi Maria Grazia, De Matteis Valeria, De Paolis Lucio Tommaso, Demitri Christian, Dimitri Rossana, Durante Fabrizio, Esposito Corcione Carola, Fascista Alessio, Ferramosca Alessandra, Frampton Paul H., Frigione Mariaenrica, Giangrande Adriana, Gigli Giuseppe, Grassi Giuseppe, Greco Antonio, Guido Gianluigi, Indrio Flavia, Laforgia Domenico, Lay-Ekuakille A., Lionello Piero, Lionetto Francesca, Maffezzoli Alfonso, Malitesta Cosimino, Manente Giovanni, Margherita Alessandro, Mele Giuseppe, Messina Arcangelo, Ndou Valentina, Nicassio Francesco, Perrone M. R., Piscitelli Prisco, Pizzi Simone, Reggiani Lino, Rinaldi Ross, Rossi Sergio, Salvadori Gianfausto, Sannino Alessandro, Scaraggi Michele, Stano Pasquale, Tarricone Luciano, Tornabene Francesco, Visconti Paolo.

Crescita costante

L’Università del Salento registra una crescita costante nel numero di ricercatori inclusi in questa prestigiosa classifica. Questo dato sottolinea il continuo impegno dell’ateneo nel promuovere l’eccellenza scientifica, la collaborazione internazionale e l’innovazione, consolidando il suo ruolo come punto di riferimento per la ricerca di alto livello.

Nella foto in alto il rettore Fabio Pollice

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