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“La casa dei sogni” di Leda Schirinzi

Estate del 1982. Anno indimenticabile per i successi di un sogno mondiale ma anche, nel settembre successivo, per la strage di Sabra e Chatila che tanto segnò le coscienze

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Estate del 1982. Anno indimenticabile per i successi di un sogno mondiale ma anche, nel settembre successivo, per la strage di Sabra e Chatila che tanto segnò le coscienze di tutti, in particolar modo quelle di tutti i filo palestinesi. In quell’anno il rione Borgo Terra di Casarano è più che altro un enorme cantiere che, dopo aver spazzato via un certo numero di case, sta vedendo sorgere un enorme palazzone che negli anni successivi verrà pure colorato di rosa, accentuando ancor di più la sua estraneità in quel contesto architettonico. In via Rosolino Pilo, c’è una delle poche case che porta dentro di sé tracce di vita vissuta; è uno studio di architettura che però, praticamente tutti i giorni che portano sino al Natale di quello stesso anno, si trasforma in un salotto, in una sorta di palestra culturale dove ci si incontra per discutere di politica, scrivere di filosofia, comporre poesie. I componenti di questa casa, che essi stessi chiamano “la casa dei sogni”, sono riusciti a passare indenni dalle tentazioni del terrorismo di qualche anno prima ed ora, tutti neo laureati di ritorno dal più classico dei fuori sede, mettono in comune le proprie esperienze e sognano una Casarano diversa. E’ sicuramente una delle tante storie che riguardano giovani laureati di trent’anni fa, se non fosse che quei nomi, quei ragazzi di quella casa, per Casarano hanno poi significato tanto: dall’architetto Pinuccio De Nuzzo alla magistrato Angela De Donno sino ad arrivare a William Ingrosso, solo per ricordare chi non c’è più; ma poi anche Leda Schirinzi, Gianni Bellisario, Giovanni D’Aquino e Donato Giannuzzi, senza contare tutti coloro che in quei mesi sono comunque entrati nella casa di via Rosolino Pilo. Questo è il contesto in cui si sviluppa il libro che prende appunto il nome di “La casa dei sogni” (Carra editrice) e scritto dalla dottoressa Leda Schirinzi. “Più che un libro con pretese narrative da Premio Strega, è una raccolta di tutti quegli scritti e quei disegni nati proprio in quei mesi così prolifici”, racconta l’autrice, “scritti rimasti ordinatamente conservati per oltre 20 anni nelle cantine di uno dei… sognatori, e dati poi alle stampe per due motivi in particolare: salvare i valori di quella sorta di “cenacolo culturale” come rispetto soprattutto nei confronti di chi non c’è più e al tempo stesso raccogliere fondi per un’emergenza mondiale come la meningite in Burkina Faso di cui la stampa non ama parlare”. È da ricordare infatti che l’intero ricavato della vendita di questo libro verrà donato all’Associazione “I Lions italiani contro le malattie killer dei bambini”, comunemente indicata con Mk Onlus” di cui la Schirinzi è consigliere nazionale. “Il tempo purtroppo non ci ha concesso di realizzare tutti quei sogni”, conclude Leda Schirinzi, “ma l’importante è stato fare quei sogni ed ora è altrettanto importante che con quei soldi tanti bambini già condannati possano invece continuare a sperare”.

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Saggio di Natale a Nardò

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Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.

Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.

Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.

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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro

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Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).

Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da OtrantoS. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.

 

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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni

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Riceviamo e pubblichiamo

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