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News & Salento

“Ricordati di me quando non ci sarò più”: il commosso ricordo di don Marco Annesi, ultimo sacerdote ordinato da mons. Vito De Grisantis

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Quando non ci sarò più, celebra una Messa e ricordati del Vescovo che ti ha ordinato”: con queste parole mons. Vito De Grisantis dava gli auguri a don Marco Annesi, ultimo seminarista a ricevere, il 4 settembre 2009, l’ordinazione sacerdotale dal Vescovo di Ugento da poco scomparso. “Rileggendo e ripensando ora a queste sue parole, esse suscitano in me un’emozione e un significato totalmente diversi rispetto a quelli che potevano essere il giorno della mia ordinazione; lui era solito, molto spesso, durante le ordinazioni dire al prete che ordinava: “Ricordati di me quando non ci sarò più”. A me lo disse proprio durante l’abbraccio di pace, dopo avermi ordinato sacerdote. Il Giovedì Santo scorso, nel pomeriggio, celebravo l’Eucarestia a San Dana (frazione di Gagliano, Ndc) ed ho ricordato il Vescovo che mi ha ordinato, proprio come lui mi aveva chiesto”. Ma don Marco ha anche un altro ricordo che porterà sempre con sé: “Qualche giorno prima che lui fosse ricoverato in Ospedale, andai a casa sua a trovarlo. Era seduto, non stava bene, aveva la mascherina e mi disse: “Finalmente sei venuto a trovarmi, pensavo ti fossi dimenticato!”. Gli risposi: “Eccellenza, come posso fare a venire? C’è un cordone di sicurezza prima di arrivare da lei! (tutti i familiari e le persone che gli stavano accanto cercavano, giustamente, di cautelarlo, Ndc). Spero però che lei si ricordi di me e che mi voglia bene!”. Lui mi rispose: “Come no, io ti voglio tanto bene!”. Quel “ti voglio tanto bene” penso fosse qualcosa che lui provava veramente per me, e che io provavo per lui. Era un affetto, al di là del rapporto tra me e lui, che lui aveva per ogni persona. Queste parole hanno coronato il nostro rapporto padre-figlio”. Un rapporto cominciato dieci anni fa, quando don Marco era seminarista: “Quando Mons. De Grisantis venne nominato Vescovo, nel 2000, io ero un giovane studente seminarista a Lecce e andavo a scuola nel Liceo Classico del Seminario. Era una scuola abbastanza dura, dove non si usciva mai prima… Quel giorno anticiparono l’uscita e noi studenti ci dicemmo che sicuramente doveva essere successo qualcosa di eccezionale… Ci fecero subito andare in Cappella, dove c’era l’Arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi insieme a don Vito De Grisantis. Proprio lì, alla presenza di tutti i sacerdoti di Lecce, venne letta la nomina a Vescovo di Ugento di don Vito, quindi io fui uno fra i primi ad abbracciarlo come nuovo pastore”.


Pierangelo Tempesta

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Saggio di Natale a Nardò

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Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.

Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.

Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.

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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro

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Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).

Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da OtrantoS. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.

 

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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni

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Riceviamo e pubblichiamo

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