News & Salento
Acquacoltura in Puglia: seconda sul territorio nazionale
La prima regione meridionale per numero di impianti, la seconda al livello nazionale per quelli dedicati all’ingrasso. In Puglia si producono ben 11,5 migliaia di tonnellate di molluschi, pesci e crostacei e rappresenta una delle 4 regioni big d’Italia
Terza regione italiana per quantitativo di catture di specie ittiche nonché, addirittura, seconda per fatturato sul territorio nazionale, la Puglia si difende bene anche sul versante dell’acquacoltura. Stando ai dati del report Centro Studi Confagricoltura, il quadro mondiale è in forte crescita e registra un +629% dei volumi nel 2015 rispetto al 1990, mentre l’Europa segna incrementi più contenuti (+285%). In Italia gli andamenti dei volumi produttivi sono sensibilmente contrastati (154mila tonnellate nel 1990, 217mila nel 2000, 149mila nel 2015), che rappresentano comunque quote notevolmente decrescenti della produzione mondiale e continentale (nel 1990 l’1,26%, nel 2015 appena lo 0,25%). In questo scenario, la Puglia è la regione meridionale con il maggior numero di impianti di acquacoltura (ben 131 al 31 agosto 2017), seguita da Campania (123) e Sardegna (50), e si piazza all’8° posto nazionale, in costante crescita negli ultimi anni. Gli allevamenti finalizzati all’ingrasso per il consumo finale, invece, sono 1.346 in Italia, quasi per la metà presenti in Veneto (617), con al secondo posto la Puglia (126) stando all’elaborazione del CSConfragricoltura sui dati forniti dalla BDN dell’Anagrafe Zootecnica istituita dal Ministero della Salute presso il CSN dell’Istituto “G. Caporale” di Teramo. Circa il 70% della produzione complessiva dell’acquacoltura proviene da quattro regioni, tra cui la Puglia dove si sono prodotte un totale di 11.568 tonnellate nel 2014: 10.605,2 molluschi; 956,8 pesci e appena 6 di crostacei.
“Un comparto in crescita nella nostra Puglia ma che non prende, a livello nazionale, quello slancio necessario a sostenere la domanda dei consumatori italiani sul mercato – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – Con l’imposizione del “fermo pesca biologico” e degli stock sempre più deficitari nei nostri mari, l’acquacoltura è necessariamente una strada da perseguire con decisione assieme al pescaturismo e all’ittiturismo per dare nuove fonti di reddito al mondo della pesca. Un comparto che continua a pagare lo scotto di politiche non lungimiranti – prosegue il deputato 5 Stelle – Attendiamo che la ‘legge delega per il riordino della normativa in materia di concessioni demaniali per la pesca e l’acquacoltura e di licenze di pesca’ produca presto gli effetti previsti, dopo l’approvazione della Camera lo scorso settembre. Il comparto, infatti, ha bisogno di provvedimenti per il suo rilancio, ad iniziare – conclude L’Abbate (M5S) – dalla prossima Legge di Bilancio”.
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Saggio di Natale a Nardò
Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.
Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.
L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.
Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.
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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro
Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).
Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da Otranto– S. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.
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