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Alessano

Amministrative 2011: è già fermento. Ad Alessano e Porto Cesareo anche le donne per la poltrona di Sindaco

Saranno 21 i Comuni chiamati al voto in provincia di Lecce per rinnovare i rispettivi Sindaci e Consigli Comunali. L’appuntamento con le Amministrative

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Saranno 21 i Comuni chiamati al voto in provincia di Lecce per rinnovare i rispettivi Sindaci e Consigli Comunali. L’appuntamento con le Amministrative di quest’anno è fissato per domenica 15 e lunedì 16 maggio e le macchine dei partiti e dei movimenti vari sono da tempo già in moto: ad Alessano, ad esempio, si sono svolte lo scorso 13 febbraio le Primarie del centrosinistra che hanno visto la 33enne Francesca Torsello, segretaria cittadina del PD, avere la meglio sul sindacalista Francesco Colaci (del SEL). La Torsello sarà la prima donna nella storia del paese a candidarsi alla poltrona di primo cittadino (idem per Anna Peluso, dell’Associazione Albachiara, a Porto Cesareo). E come sempre, nel quadro generale, “soliti noti” e “prime volte”, pronti a darsi battaglia con tanto di proclami, promesse e programmi e le immancabili polemiche. In un solo centro si voterà con l’eventualità del ballottaggio (29 maggio) perché con una popolazione superiore ai 15mila abitanti: si tratta di Nardò, dove il voto comunale è entrato in calendario in anticipo rispetto alla naturale scadenza in quanto pochi mesi fa il Comune è stato commissariato in seguito alla caduta dell’ormai ex sindaco Antonio Vaglio.


Porto Cesareo: Anna Peluso con Albachiara

E’ Anna Peluso, militante di “Io Sud”, il candidato sindaco dell’Alleanza Albachiara. Una Commissione, presieduta da Salvatore Miri (IdV) e composta da soggetti provenienti dalle diverse forze politiche e sociali, ha vagliato le proposte pervenute, individuando all’unanimità la candidata che rispecchia a pieno i principi fondativi di Albachiara. Anna Peluso si è laureata in Pedagogia presso l’Università di Lecce con il massimo dei voti e la lode; ha conseguito il Master di II livello in “Management Pubblico ed e-Government” e la specializzazione in “Counseling nella relazione di aiuto” presso la Scuola di Psicoterapia comparata “Patrizia Adami Rook” di Firenze. Dal 1984 è funzionario amministrativo responsabile di settore all’Inps di Lecce. Cosimo Damiano Arnesano, coordinatore di “Io Sud”, esterna piena stima e fiducia: “Sono certo che Anna sarà eletta sindaco e lavorerà con responsabilità per il bene comune, darà dignità alla collettività, slancio all’economia e impulso per la soluzione dei problemi di Porto Cesareo”.


Alessano

La fortuna bussa ancora nel Salento, vinto oltre mezzo milione di euro

Ad Alessano un fortunato avventore ha vinto oltre mezzo milione di euro centrando il 5+1 al Superenalotto

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La fortuna ha bussato ad Alessano dove un fortunato avventore ha vinto oltre mezzo milione di euro al Superenalotto.

Centrato un 5+1 da oltre mezzo milione di euro.

Il fortunato vincitore  che ha indovinato la combinazione esatta si aggiudica una vincita da 508.251,51 euro.

La schedina con la combinazione vincente è stata giocata ad presso la Tabaccheria di via Rimembranze.

Dopo i complimenti al vincitore, come sempre facciamo da queste colonne, raccomandiamo a tutti gli altri di giocare con parsimonia, secondo le possibilità di ognuno, stando attenti che il gioco non si trasformi in dipendenza.

Ricordando che la ludopatia è una malattia vera e rischia di rovinare la vita di chi gioca compulsivamente e dei suoi cari.

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Alessano

Commercianti… in piazza

Secondo gli esercenti di Piazza Don Tonino ad Alessano, le modifiche all’arredo urbano rischiano di compromettere quella vitalità che ha sempre caratterizzato l’area

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Ad Alessano, i commercianti di Piazza Don Tonino Bello sono scesi in campo per chiedere un intervento urgente delle autorità locali e regionali.

Lo riporta lavocedialessano.it.

Secondo i commercianti, le modifiche all’arredo urbano rischiano di compromettere quella vitalità che ha sempre caratterizzato l’area.

Con oltre 20 posti di lavoro a rischio, gli esercenti chiedono una revisione dell’organizzazione della piazza, che sta ostacolando l’operatività delle attività commerciali e causando danni economici diretti. “Non siamo solo imprenditori, ma una parte fondamentale del tessuto sociale e culturale di Alessano”, hanno detto i manifestanti.

Gli esercenti hanno richiesto l’accesso agli atti per chiarire la situazione, ma le risposte ricevute sono ritenute “parziali e insoddisfacenti”.

La disposizione degli arredi urbani, che ritengono illogica, starebbe rendendo difficile il normale flusso di traffico, minando la vivibilità della piazza.

L’appello dei commercianti è rivolto a tutte le istituzioni politiche, affinché intervengano prontamente: “Non si tratta solo di un problema amministrativo, ma di una questione di dignità per Alessano e per le famiglie che dipendono da queste attività”.

Nonostante la crescente preoccupazione, i commercianti si dicono disposti a collaborare con il comune e con le istituzioni “per trovare soluzioni concrete, evitando conflitti legali. Alessano non può permettersi di perdere un pezzo così importante della sua identità”.

 

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Alessano

“Vi voglio bene”, un libro essenziale per raccontare don Tonino e la sua storia

Monsignor Vito Angiuli: “Scritti e documenti inediti per scoprire l’intera vocazione pastorale da sacerdote e da vescovo. Guardate con simpatia alle persone e agli avvenimenti della storia, per testimoniare a tutti la gioia del Vangelo”

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di Luca De Santis

Vi voglio bene, Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello è l’ultima fatica data alle stampe dal vescovo di Ugento – Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli. Il nuovo libro ha visto la luce nel mese di ottobre 2024, per le edizioni Il pozzo di Giacobbe. Quest’ultima si colloca in continuità con le precedenti pubblicazioni frutto di interessanti studi che Angiuli ha compiuto sul sacerdote della diocesi ugentina divenuto vescovo di Molfetta. 

Il sottotitolo dell’opera ci fornisce le giuste delucidazioni riguardo a quelle che sono le intenzioni dell’autore: Continuità e sviluppo nel ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino Bello. Il testo è composto da una corposa introduzione dove l’autore pone e spiega la sua tesi riguardo a un’inscindibile armonia e continuità presente tra il ministero sacerdotale ed episcopale di don Tonino. 

Nel primo capitolo, Ordinazione episcopale, sono stati curati una serie di scritti in cui il futuro vescovo di Molfetta mette in evidenza un forte attaccamento alla sua terra natia e le motivazioni che lo hanno condotto ad accettare l’ordinazione episcopale. Il secondo capitolo, Don Tonino saluta la Chiesa ugentina, raccoglie alcune omelie di saluto che don Tonino ha pronunciato prima della sua partenza per Molfetta, dove traspare in modo palpabile il suo amore per la Diocesi di Ugento che ha servito per 25 anni. 

All’interno dell’ultimo capitolo troveremo invece degli scritti inediti da datarsi secondo Angiuli tra il 1960 e il 1980. La gran parte di essi pur non avendo una data o la firma, possono tranquillamente essere definiti autentici, tenendo conto della calligrafia di don Tonino. L’ordine cronologico è dato dal Curatore sulla base delle tematiche che in questi scritti vengono a essere trattate.

La maggior parte di questi risale al periodo in cui don Tonino svolgeva il suo ministero presso la Diocesi di Ugento. 

L’episcopato di don Tonino

Questi scritti contengono in modo germinale quelle tematiche che durante gli anni di episcopato don Tonino tratterà in modo più approfondito, in base alle sollecitazioni di quel contesto storico. Tenendo conto di quanto abbiamo rilevato è possibile dire che il libro si lascia leggere in modo molto scorrevole dimostrandosi adatto persino per coloro che non hanno avuto una conoscenza dettagliata di colui che la Chiesa Cattolica ha dichiarato Venerabile. 

Il vescovo Angiuli ha deciso di intitolare questo suo ultimo libro con un’espressione che don Tonino lungo il suo ministero sacerdotale ed episcopale ha utilizzato spesso: Vi voglio bene.

Quest’ultima non ha solo la funzione di comunicare i suoi sentimenti, quanto la simpatia con cui si poneva nei confronti di quella porzione di popolo che era stata affidata alle sue cure pastorali, ma anche nei confronti della storia a lui contemporanea in cui l’umanità era immersa. 

Il vi voglio bene di don Tonino

Il vi voglio bene di don Tonino – ci aiuta a comprendere l’autore – trova significato in una delle più belle espressioni da lui spesso utilizzate e contenute nella Costituzione Conciliare Gaudium et spes al n. 1: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore». 

Le motivazioni ministeriali di don Tonino nelle varie fasi dei suoi incarichi sia nella diocesi ugentina che in quella di pastore della Chiesa di Molfetta hanno mantenuto le medesime fondamenta che hanno da sempre configurato la sua fede: coltivare la preghiera, meditare la Parola, adorare Gesù eucarestia. Prendiamo atto che gli anni del ministero episcopale hanno oscurato il periodo sacerdotale, ma quegli aspetti che hanno reso il vescovo Bello conosciuto in campo nazionale e oltre, ciò per cui è stato amato nella Diocesi a lui affidata, erano già presenti nel ministero svolto nell’estremo lembo d’Italia, in quel Capo di Leuca, durante il suo lungo ministero sacerdotale come professore e vice-rettore presso il Seminario vescovile, come parroco a Ugento e Tricase, nei vari incarichi pastorali.

La presidenza del Pax Christi

Cade in grave errore chi sostiene che l’episcopato, in particolar modo la presidenza di Pax Christi, abbia segnato una svolta ministeriale in don Tonino, una conversione verso le tematiche sociali, in particolar modo quella della pace e della non violenza. A tal proposito Angiuli nell’Introduzione del libro è perentorio nel sostenere il fatto che non vi è nessuna discontinuità di pensiero tra il don Tonino sacerdote e vescovo, e che pensare il contrario significherebbe mistificare la realtà.

Quest’ultimo durante il suo percorso di studio ha consolidato un ottimo utilizzo del metodo deduttivo tramite la sua formazione filosofica e teologica, così come una padronanza del metodo induttivo nel confrontarsi e padroneggiare le scienze moderne: sociologia, psicologia, diritto del lavoro, legislazione sociale, all’interno delle quali venne introdotto durante gli anni seminariali a Bologna presso l’ONARMO.

La cultura sessantottina

Accanto a coloro che sostengono una discontinuità ministeriale di don Tonino, vi sono quelli che manifestano una certa antipatia nei confronti del suo ministero, sostenendo come quest’ultimo sia il prodotto di quella cultura sessantottina che ha avuto i suoi risvolti più nefasti all’interno degli anni ’70 del secolo scorso. A costoro risponde il decreto che sancisce la Venerabilità di don Tonino, definendolo come un ottimo interprete delle istanze conciliari. 

L’aspetto, forse il più deleterio, è rappresentato da coloro che del ministero di mons. Bello prendono in considerazione e ne propagano solo i temi sociali (pace, giustizia e salvaguardia del creato), dandone una lettura ideologica. 

Costoro affrontano i temi sociali senza tener conto di quelli etici (divorzio, aborto, eutanasia), quest’ultimi aspetti non possono essere separati dai primi ed è chiaro come don Tonino gli abbia mantenuti sempre insieme. Proseguire su questa linea – sostiene Angiuli – significa trovarsi dinanzi a un Giano Bifronte dove diviene molto difficile cogliere, per esempio, la profondità teologica di alcune immagini eloquenti che don Tonino ci ha lasciato come quella della Convivialità delle differenze e della Chiesa del grembiule. 

Le radici nel basso Salento

Ciò che mons. Bello esprime nel periodo molfettese, affonda le sue radici nel basso Salento e nella formazione bolognese. Nello specifico va considerata l’impronta ministeriale di mons. Ruotolo, il vescovo di Ugento che ha ordinato presbitero don Tonino e con cui quest’ultimo ha molto collaborato: l’amore all’eucarestia, la devozione mariana, l’impegno ad attuare gli orientamenti pastorali scaturiti dal Concilio Vaticano II, la programmazione per gli itinerari di formazione per i laici, l’attenzione alle problematiche sociali presenti in questa parte del Salento. 

Un particolare merito del libro lo si riscontra nel III Capitolo Scritti vari. 

In questa sezione si trovano, come già detto, degli scritti inediti di don Tonino, i quali pur non avendo lo stesso spessore o valore di quelli pubblicati da lui stesso, hanno il merito di contenere quelle tematiche che rappresentano la continuità ministeriale che Angiuli, a ragione, evidenzia.

Quest’opera è imprescindibile per chi ha un serio interesse a conoscere la sensibilità e le radici in grado di nutrire il ministero pastorale di don Tonino dal punto di vista teologico e sociale. 

Il grande merito di Angiuli consiste nell’averci consegnato un testo che in continuità con le altre sue pubblicazioni su mons. 

Bello, ci dona una chiarezza, una verità, che non può essere tralasciata e non considerata, un atteggiamento contrario significherebbe alterare il suo pensiero, oscurare aspetti essenziali e sostanziali della sua santità.

Il vescovo Angiuli in mezzo ai bambini

 

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