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Cronaca

Animal house e 13 persone finiscono in manette

Animal House è il nome preso a prestito dal negozio di articoli per animali di Merine di Lizzanello, utilizzato per organizzare e coprire il traffico di droga

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Animal House è il nome dell’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce, preso a prestito dall’omonimo negozio di articoli per animali di Merine di Lizzanello, utilizzato per organizzare e coprire il traffico di droga. Tredici persone sono state arrestate dai carabinieri con l’accusa di associazione e traffico illecito di stupefacenti, in esecuzione di un’ordinanza emessa da GIP del Tribunale di Lecce e richiesta dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia. Gli indagati fanno parte di due gruppi contigui alla sacra corona unita, collegati tra loro, operanti nelle province di Lecce e Brindisi, con ramificazioni in Albania e nella Repubblica di San Marino. Sequestrati alcuni kg di droga. Il primo gruppo operava principalmente su Merine di Lizzanello ed era ramificato in alcuni comuni della provincia come Giuggianello, Nardò e Galatina. Il secondo gruppo operava su Ostuni, in provincia di Brindisi.


Tra gli arrestati figurano:


–      per il gruppo di Merine, Roberto Mirko De Matteis, classe 1976, già noto, ritenuto a capo dell’associazione ed organizzatore del traffico, che ha ricevuto la notifica in carcere, essendo già detenuto per tentata estorsione ed arrestato dai CC del Nucleo Investigativo di Lecce il 29 dicembre u.s.;


–      per il gruppo di Ostuni, Antonio Flore classe 1967, imprenditore, in contatto con il gruppo di Merine, esponenti della criminalità albanese (non indagati) e della criminalità calabrese (Francesco Zoccoli classe 1972 da Locri, appartenente ad una cosca della n’drangheta ed all’epoca latitante, che ad un controllo dei carabinieri di Como, richiesto dagli operanti, aveva fornito le generalità di suo fratello Stefano, sottraendosi alla cattura).


L’elemento di collegamento tra il gruppo di Merine e quello di Ostuni era Luciano Perfetto classe 1964, già noto, domiciliato nella Repubblica di San Marino, deceduto il 23 agosto 2010 in seguito ad un incidente. Le indagini, sia di tipo tradizionale che tecnico, erano state avviate nei primi mesi del 2010, su iniziativa del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e si sono concluse verso la fine dello stesso anno. Nel corso delle stesse, oltre a documentare i continui contatti tra gli associati, è stata sequestrata sostanza stupefacente e sono stati trovati i riscontri all’ipotesi accusatoria. Oltre ai numerosi sequestri di minuta vendita di droga, eseguiti nei confronti di assuntori, i carabinieri hanno proceduto:

–      all’alba del 16 luglio 2010, in Merine di Lizzanello, al sequestro di circa 200 grammi di cocaina confezionata sottovuoto, nei confronti di Pierluigi Bascià, classe 1982, tra gli odierni arrestati. La droga che aveva occultato all’interno dell’abitazione gli era stata consegnata la sera prima da Cristian Micelli classe 1978 e Graziano De Fabrizio classe 1982, entrambi di Merine;


–      la sera del 12 maggio 2010, il gruppo di Merine aveva contrattato una partita di marijuana con il gruppo di Ostuni, facendo arrivare un chilogrammo di marijuana a Salvatore Franco classe 1981 di Galatone ed Antonio Damiano classe 1982 di Collemeto di Galatina. I due, che viaggiavano su due diverse autovetture, intercettati dai carabinieri sulla tangenziale di Lecce, si diedero alla fuga. Ne nacque uno spericolato inseguimento durante il quale Damiano riuscì a disfarsi del pacco, simile ad un pallone da rugby, contenente un chilogrammo di marijuana. Qesti gli arrestati:


Pierluigi BASCIA’, 1982 di Lizzanello già noto; Giuseppe CANTORO, 1962 di Ostuni già noto; Antonio DAMIANO, 1982 di Collemeto di Galatina; Mirko DE BLASI, 1988 di Giuggianello già noto; Graziano DE FABRIZIO, 1982 di Lizzanello già noto; Marco DE FABRIZIO, 1976, di Lizzanello; Roberto Mirko DE MATTEIS, 1976 di Merine già noto; Antonio FLORE, 1967 di Ostuni; Salvatore FRANCO, 1981 di Nardò; Antonio Ippazio ISERNIA, 1977 di Matino, già noto; Cosimo Umberto LOTTATORE, 1951 di Ostuni già noto; Cristian MICELLI, 1978 di Merine di Lizzanello già noto; Francesco Paolo UNGARO, 1972 di Ostuni.


Cronaca

Auto fuori strada si schianta contro le barriere sulla SS275

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Auto contro il guardrail, schianto rocambolesco e fine corsa con soccorsi e paura questa mattina sulla strada statale 275.

Un incidente stradale si è verificato nella prima mattinata al primo chilometro della strada Maglie-Leuca. Una Fiat Punto grigia che procedeva in direzione sud è finita contro le barriere in corrispondenza dell’uscita verso Poggiardo, dopo essersi lasciata alle spalle da pochi metri l’uscita per Maglie.

Il sinistro sarebbe autonomo: non vi è il coinvolgimento evidente di altre vetture. Da chiarire se il conducente abbia perso il controllo del mezzo o se sia stato ostacolato, nel transito, da altri o da qualcosa.

L’incidente, ad ogni modo, ha messo fuori servizio la vettura. Sul posto sono accorse le forze dell’ordine, per i rilievi del caso, il 118 ed un carro attrezzi.

Fortunatamente, dalle prime informazioni che giungono dal posto, non vi sarebbero feriti gravi: per il conducente si sarebbe reso necessario il trasposto in ospedale solo per accertamenti.

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Cronaca

Furti a Tricase, due arresti

Vincenzo Russo 29 anni e Giovanni Longo, 40, sono ritenuti responsabili di una serie di furti ai danni di abitazioni private, attività commerciali ed anche di una chiesa

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I carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Tricase, supportati dai colleghi della locale Stazione, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare emessa dal Tribunale di Lecce a carico di Vincenzo Russo 29 anni e Giovanni Longo, 40, ritenuti responsabili di una serie di furti ai danni di abitazioni private, attività commerciali e altri luoghi della zona.

I due, entrambi già noti alle Forze dell’Ordine, ora si trovano ai domiciliari con il braccialetto elettronico.

Fra gli episodi che sono stati scoperti grazie alle indagini dell’Arma, c’è un furto presso la stazione di servizio “Q8”, avvenuto a novembre dell’anno scorso, quando i ladri avevano danneggiato una gettoniera dell’autolavaggio per impossessarsi di circa 30 euro in contanti.

Dopo qualche giorno, nel mirino dei ladri era finito il supermercato “Coop” di Via Pertini, dove per entrare avevano forzato una vetrina, impossessandosi di circa mille euro presenti nei registratori di cassa, poi avevano anche danneggiato una gettoniera presente dentro una cabina per le fototessere, ricavandone uno scarso bottino.

Il 31 dicembre 2024, sempre a Tricase, era stata un’abitazione a ricevere la sgradita “visita” dei ladri, che dopo aver forzato una persiana erano entrati in casa, dove avevano portato via alcuni gioielli di famiglia.

Anche il giorno di Natale uno dei due ladri era tornato nello stesso supermercato dov’era entrato un mese prima, impossessandosi di circa 350 euro.

A seguire, a metà gennaio di quest’anno c’era stata il furto di un oggetto d’oro votivo e di un trapano elettrico rubato dalla sagrestia della chiesa di “Sant’Antonio”.

Praticamente i ladri “seriali” che al termine delle indagini sono stati identificati grazie ad una meticolosa indagine dei militari dell’Arma, non disdegnavano nulla e rubavano qualsiasi cosa gli si presentasse davanti, quindi in certi casi ricavano dai furti magri guadagni ma lasciavano dietro di loro una scia di danni, spesso anche ingenti, come nel caso del furto ai danni di un’agenzia di viaggi, dove sono stati rubati soltanto 5 euro, ma la riparazione della vetrina è costata molto di più.

I due sono stati identificati dopo che i carabinieri hanno analizzato per ore tutti i filmati degli impianti di presenti nelle zone dove c’era stato il passaggio dei ladri, poi hanno proseguito con i riconoscimenti fotografici che non sono stati affatto facili perché il più delle volte i due hanno agito con il volto coperto.

L’analisi dei filmati da parte dei militari dell’Arma è stata molto approfondita, al punto che sono riusciti addirittura a notare un tatuaggio presente sulla mano di uno dei due indagati, identico a quello raffigurato in alcune fotografie pubblicate sul suo profilo social, pertanto è stato un riscontro fondamentale per stabilire il suo coinvolgimento nel furto sotto esame.

Dopo aver messo insieme tutti gli indizi acquisiti, i Carabinieri della Compagnia di Tricase hanno riepilogato sia i furti che i due avrebbero commesso insieme, sia quelli dove è plausibile che abbiano agito singolarmente, dopo di che hanno depositato in Procura una dettagliata informativa di reato.

Il GIP, accogliendo la proposta del Pubblico Ministero, ha firmato un’ordinanza di custodia cautelare a carico di entrambi, affidando ai Carabinieri che hanno portato e termine le indagini di arrestarli e di accompagnarli ai domiciliari con il braccialetto elettronico.

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Cronaca

Arresto sindaco e vice a Maglie, parlano i legali

Gli avvocati difensori: “Gli addebiti riportati nell’ordinanza sono di scarsissima rilevanza. Non possono essere addebitate al sindaco o al vicesindaco responsabilità per appalti o procedimenti amministrativi attribuibili ad altre autorità comunali, dirigenti e funzionari, che non figurano fra gli indagati”

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In merito agli arresti di questa mattina della Guardia di Finanza, gli avvocati Luciano Ancora e Roberto Eustachio Sisto (per il sindaco Ernesto Toma) e gli avvocati Luciano Ancora e Andrea Sambati (per il vice Marco Sticchi) con una nota si dicono «sinceramente sorpresi per i provvedimenti cautelari eseguiti oggi nei confronti dei nostri rispettivi assistiti, Ernesto Toma e Marco Sticchi, tenuto conto delle acquisizioni utili a escludere ogni loro responsabilità, per fatti che peraltro non contemplano alcuna dazione di denaro».

«E in tutti i casi», proseguono, «gli addebiti riportati nell’ordinanza sono di scarsissima rilevanza e, a nostro avviso, non possono configurare, in nessun modo, alcuna utilità per gli indagati. Senza omettere che certamente non possono essere addebitate al sindaco o al vicesindaco di Maglie responsabilità per appalti o procedimenti amministrativi (comunque tutti legittimi) attribuibili ad altre autorità comunali, dirigenti e funzionari, che, giustamente, non figurano fra gli indagati».

Facendo riferimento alle vicende in cui il primo cittadino e il suo vice sono coinvolti aggiungono: «Peraltro, si tratta di vicende molto datate – i relativi episodi sono infatti di di 5/6 anni fa – che ancora non giustificano una misura cautelare a distanza di tanto tempo. Episodi irrisori, d’epoca, contestati giudiziariamente un anno fa, con una misura che viene eseguita oggi!».

«In questo contesto», concludono, «è assolutamente necessario sollecitare al più presto il controllo del Tribunale del Riesame».

 

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