Cronaca
Antiracket Salento: “Messaggi Osservatorio fuorvianti”
Maria Antonietta Gualtieri, presidente di Antiracket Salento: “Il Prefetto dovrebbe sapere che grazie al PON Sicurezza Mis. 2.4Sportelli Antiracket Lecce- Brindisi e Taranto, l’assistenza qualificata e completa di ogni competenza per la materia trattata, è completamente gratuita e proprio le Istituzioni dovrebbero promuoverla”
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Alla riunione dell’Osservatorio Provinciale Antiusura svoltasi in Prefettura a Lecce, la presidente di Antiracket Salento Maria Antonietta Gualtieri, non era presente poiché impegnata a Brindisi, con lo staff legale, al fianco di un assistito, vittima di estorsione cui è stato riconosciuto il risarcimento per i danni subiti.
“Proprio mentre dal tribunale di Brindisi assistevo alla vittoria della legalità, grazie al coraggio della denuncia”, spiega Gualtieri, “nelle sale della Prefettura leccese si lamentavano scarsa assistenza alle vittime di estorsione ed usura e pochi risarcimenti a fronte delle domande presentate. Da componente, per quasi tre anni, del Comitato del Fondo di Solidarietà del Ministero dell’Interno, in cui si esaminano ogni settimana dalle 30 alle 60 pratiche, mi presentai al Prefetto Giuliana Perrotta per offrire tutta la collaborazione in questo senso e infatti, le pratiche andate a buon fine nel nostro territorio, sono tutte quelle seguite da Atiracket Salento”.
Non è da attribuire al Comitato del Fondo il mancato buon fine delle richieste di accesso, ma “alla mancata esperienza di molte associazioni antiracket che la Prefettura dovrebbe meglio controllare ed in qualche caso, escludere dall’albo prefettizio”, specifica la coordinatrice, che continua: “È impensabile che un imprenditore possa istruire da sé questo genere di pratiche, che richiedono esperienza specifica e sono le vittime che si sono rivolte ai nostri sportelli, in seguito ad interventi sbagliati di soggetti impreparati”.
Secondo quanto emerso durante la riunione in Prefettura, occorre assistenza gratuita alle vittime, ma nessuna associazione accredidata potrebbe mai istruire pratiche sotto compenso. “Il Prefetto dovrebbe sapere che grazie al PON Sicurezza Mis. 2.4Sportelli Antiracket Lecce- Brindisi e Taranto”, precisa Gualtieri, “l’assistenza qualificata e completa di ogni competenza per la materia trattata, è completamente gratuita e proprio le Istituzioni dovrebbero promuoverla, invitando tutti coloro che si rivolgono alla Prefettura a raggiungere i nostri uffici, come fanno le forze dell’ordine dal 2009, data in cui fu inaugurato lo Sportello di Lecce, grazie alla volontà del sindaco Paolo Perrone”.
Una nota dolente riguarda le denunce delle persone vittime di racket e usura, poche secondo i dati in possesso della Prefettura. “È vero, come dicono Prefetto e Procura che la società va stimolata e incoraggiata a denunciare”, premette la Presidente, “ma il primo passo da fare è proprio quello di evitare messaggi distorti e negativi come quelli lanciati nella riunione dell’Osservatorio. Non ci potrà essere un incremento di denunce, se si dice che ce ne sono poche e che le pratiche di accesso al Fondo non vanno quasi mai a buon fine, non si incentiva la denuncia, se la si associa alla diretta conseguenza della ritorsione”.
La prima forma di prevenzione parte dunque dai messaggi positivi e rassicuranti “che la corretta informazione deve incentivare e veicolare, supportando il nostro lavoro”, uspica Maria Antonietta Gualtieri, “la vittima deve essere stimolata a uscire dal cono d’ombra, sapendo di trovare la soluzione ai suoi problemi e di rientrare nell’economia legale, non solo senza correre rischi, ma avendo accanto in tutte le fasi, sin dalla denuncia, uno staff competente. Il nostro lavoro affianca da sempre quello investigativo delle forze dell’ordine, le Istituzioni devono solo prenderne atto più da vicino poiché l’arma vincente è la collaborazione tra il sistema investigativo e quello assistenziale di cui Antiracket Salento è un esempio provato anche a livello ministeriale, attestandosi al primo posto tra analoghe realtà nazionali”.
Cronaca
Rissa nella notte a Ruffano
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Rissa nella notte a Ruffano con il coinvolgimento di un nutrito gruppo di persone.
L’episodio si è verificato in piazzetta Mons. Fiorito, attorno all’una. Protagonisti due gruppi di giovani che stavano trascorrendo la serata all’aperto.
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A scatenare la violenza sarebbero state delle attenzioni di troppo rivolte da qualcuno nei confronti di una donna.
In pochi attimi, dalle parole si è passati ai fatti ed i due gruppi, una ventina di persone in totale dall’età compresa tra i 20 ed i 30 anni, si sarebbero ritrovate nella zuffa.
Dai residenti in zona è partita una chiamata ai numeri d’emergenza. Sul posto sono accorsi i carabinieri, ma al loro arrivo i due gruppi si erano dileguati. Sul luogo le tracce della colluttazione, anche delle macchie di sangue. Nessuno si sarebbe recato nei vicini ospedali e, di conseguenza, nessuno al momento è stato identificato, ma si indaga sull’accaduto.
Cronaca
37enne arrestato dalla Polizia con cocaina, marijuana e hashish
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina…
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Nella giornata di ieri, a Lecce, la Polizia ha arrestato un uomo di 37 anni, responsabile del reato di detenzione finalizzata alla cessione a terzi di sostanza stupefacente.
Da un’attività informativa appresa in precedenza, la Sezione Narcotici di Lecce è venuta a conoscenza che un soggetto incensurato era dedito alla vendita di sostanze stupefacenti e che la base logistica dell’attività illecita era un appartamento in città.
I poliziotti a seguito di queste informazioni hanno dato avvio ad un servizio di appostamento ed osservazione grazie al quale, nella decorsa serata, hanno intercettato il 37 enne.
Nonostante l’indagato abbia tentato di condurre gli agenti presso altra dimora, indicata quale residenza, il compendio informativo in possesso degli investigatori confermava i sospetti acquisiti nella fase info-investigativa, pertanto il personale della narcotici procedeva alla perquisizione domiciliare nell’abitazione già posta sotto osservazione e nella disponibilità del sospettato.
L’attività di ricerca ha consentito di rinvenire numerosi barattoli contenenti sostanza stupefacente di varia tipologia. Al termine della perquisizione sono stati sequestrati oltre mezzo chilo di marijuana, 56 grammi di hashish e 56 grammi di cocaina.
A riscontro della detenzione finalizzata alla cessione a terzi, vi era materiale idoneo al confezionamento, bilancini e circa 1.600 euro in contanti.
Colto in flagrante l’uomo incensurato, è stato arrestato, e posto agli arresti domiciliari, come disposto dal P.M. del Tribunale di Lecce.
Attualità
Il Tar respinge ricorso per apertura sala giochi a Matino
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”…
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Il Tribunale Amministrativo per la Puglia – Lecce (Sezione Terza) ha respinto il ricorso di una ditta che aveva richiesto l’autorizzazione per aprire una sala giochi a Matino.
L’immobile scelto per ospitare l’attività supera i limiti minimi (250 metri) di distanza da luoghi sensibili, nella fattispecie una struttura sanitaria.
La ditta ricorrente aveva presentato un primo ricorso nel 2020 contro il Comune di Matino, per richiedere l’annullamento del provvedimento emesso dal Responsabile del Settore Promozione strategica del territorio con il quale si negava “il rilascio dell’autorizzazione per l’attività di sala giochi”.
Le ragioni con le quali si respingeva la richiesta, come riporta il documento, fanno rifermento al fatto che “l’immobile in argomento non rispetta quanto previsto in merito alle distanze dai luoghi sensibili indicati dalla stessa“.
L’appellante aveva contestato il provvedimento per “eccesso di potere: illogicità e violazione del principio di proporzionalità”, ritenendo la struttura sanitaria citata non rientrante tra i luoghi sensibili descritti dalla legge in merito.
Accertando quanto premesso il Tar Puglia aveva emesso nel settembre del 2020 un’ordinanza cautelare con la quale si pronunciava a favore del provvedimento del Comune di Matino poiché, si legge nel documento: “Le nuove autorizzazioni all’esercizio non vengono concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri, misurati per la distanza pedonale più breve, da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere e luoghi di culto”.
Inoltre, la legge in merito precisa che si possono definire strutture sanitarie o socio-sanitarie tutte le strutture che eroghino “prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione e mantenimento delle abilità acquisite”.
Si precisa, in aggiunta, che “L’ambulatorio – nel quale un professionista iscritto ad un albo socio-sanitario esercita la sua professione – può essere gestito in forma individuale, associata o societaria e avvalersi esclusivamente di professionisti sanitari regolarmente abilitati e iscritti agli ordini o albi professionali di competenza”.
Difatti, lo studio medico in questione situato nel Comune di Matino si trova tra le strutture sanitarie accreditate ed è pubblicato regolarmente sul sito istituzionale delle Regione Puglia.
Dunque, all’udienza pubblica il Tar Puglia ha confermato l’infondatezza del ricorso, così come aveva espresso nella precedente ordinanza cautelare.
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