Casarano
Casarano perde 240 posti di lavoro
Forse questa volta siamo davvero al capolinea. In una situazione economica che vedeva Casarano come ricoverato in quella “terapia intensiva” che intanto la Regione

Forse questa volta siamo davvero al capolinea. In una situazione economica che vedeva Casarano come ricoverato in quella “terapia intensiva” che intanto la Regione ha deciso di spostare da un’altra parte, siamo arrivati al punto in cui hanno deciso di “staccare definitivamente la spina”. Sono stati giorni convulsi per i lavoratori casaranesi o meglio per quei pochi che un lavoro, ancora per poco ce l’hanno. Il primo a dire basta, con un comunicato pubblico, secondo il suo stile, che ha sempre reso pubblico tanto i suoi progetti quanto le battaglie che gli stessi hanno sempre causato, è stato Paride De Masi. Ha preso atto, si legge, del fatto che non ci sono le condizioni per continuare gli investimenti nel Salento. Non c’è poi bisogno di un grosso sforzo di immaginazione per capire che questa decisione è parente stretta della mancanza di consenso nei confronti delle centrali a biomasse che sarebbero dovute sorgere nel Salento stesso. E così, da centinaia di nuovi lavoratori impiegati solo “potenzialmente”, dopo schieramenti e battaglie a suon di scenari apocalittici da una parte e rassicurazioni più che rosee dall’altra, si è passati ad una perdita più che concreta di ben 240 posti di lavoro. Nessuno quindi saprà mai se e quanto le Cassandre ambientaliste avevano ragione, così come nessuno mai saprà quanto avrebbe potuto, l’Italgest, rilanciare l’economia moribonda di questa Terra. Neanche il volgere di una settimana ed anche un altro imprenditore annuncia di voler, per San Silvestro, smontare baracca e burattini. Antonio Sergio Filograna, infatti, erede dell’impero della Filanto, con un laconico comunicato ha sentenziato la fine di due fra le pochissime realtà produttive sopravvissute al ciclone che ha investito il gruppo del Cav. Antonio Filograna: “Zodiaco” e “Tecnosuole”. In questi casi gli attestati di solidarietà si sprecano ed ovviamente le Istituzioni (ma solo quelle nostrane) intervengono sulla questione. Il sindaco Ivan De Masi infatti ha lanciato l’idea di una riunione aperta e monotematica per cercare di capire come intervenire sulla questione prendendosi l’impegno (quale Sindaco del Comune capofila di altri 66 dell’Area Vasta) di intervenire nei confronti di imprese, lavoratori e sistema creditizio. Sembrano simili questi due imprenditori eppure, a ben guardarli, hanno caratteristiche ben diverse: mentre infatti Paride De Masi ha sempre fatto della comunicazione la propria forza, Antonio Sergio Filograna ha sempre mantenuto un basso profilo mediatico, senza troppe apparizioni televisive o sui quotidiani e questo anche perché in fondo non ne aveva bisogno. Tanti attori quindi in questo drammatico teatrino ma, ad ognuno di essi, consentiteci di fornire alcuni semplici consigli, tanto uno in più, uno in meno… Vorremmo ad esempio perfezionare la dichiarazione del Sindaco quando parla di un dramma che colpisce tanto gli operai quanto gli imprenditori: vede, caro Sindaco, il Gruppo Italgest non chiude, semplicemente sposta, o meglio “delocalizza” in Albania ed in Sudafrica, a differenza della famiglia Filograna che invece preferisce l’India o giù di lì; e per gli imprenditori c’è solo l’impiccio di qualche viaggio aereo in più. I drammi, quelli veri, sono per coloro che non lavorano e per coloro che tra un po’ non lavoreranno più. Dalla Famiglia Filograna invece, che tanto ha già dato a questa terra (ma tanto ha anche preso in termini di lavoro, sovvenzioni ed agevolazioni), magari avremmo gradito un po’ più d’impegno nel cercare di trovare una soluzione diversa, un qualcosa tipo il “metodo Marchionne” della FIAT; Casarano avrebbe risposto positivamente ma ci rendiamo conto che forse è più facile “delocalizzare”. A Paride De Masi, infine, rimproveriamo proprio la sua comunicatività. Solo poco più di un anno fa infatti, in piena campagna elettorale, gli spauracchi per l’incolumità dei casaranesi erano tre: la sua centrale, il ciclotrone che avrebbe dovuto produrre radiofarmaci ed il sansificio. Dei tre argomenti, a tenere banco sui giornali sino quasi ad annoiarci c’è stato solo la materia biomasse. Nel frattempo, invece, lavorando quasi esclusivamente di notte, quando i casaranesi dormono e con loro anche l’acceso sentimento salutar-ecologista, il ciclotrone non solo è stato costruito (con tutte le autorizzazioni ed in perfetta regola) ma ha cominciato anche ad operare, producendo, in collaborazione con un’Università americana, radiofarmaci utili per la diagnosi di tumori celebrali. Del sansificio ancora non si sa nulla ma la presenza di operai indaffarati proprio in quella zona ci fa ben sperare. A tutti i padri e le madri di famiglia che non lavorano o che lo stanno facendo per ancora pochi mesi, la nostra sincera solidarietà, coscienti però che non la si potrà esibire alle casse del supermercato per fare la spesa.
Antonio Memmi
Arnesano
Xylella fastidiosa: si rischia la tragedia e il bis anche per le viti?
Minerva: “Ci siamo proposti come Ente di coordinamento, al netto delle singole funzioni, e come tale ci rendiamo disponibili a raccogliere le proposte e a provare a costruire le condizioni per far sì che qualcosa di concreto si possa fare. Siamo pronti ad adottare punti di vista e proposte da caricarci sulle spalle e, se necessario, portare sui tavoli istituzionali a Bari, a Roma, a Bruxelles”…

Dopo la rovinosa débâcle che ha subìto il settore agricolo negli ultimi dieci anni a causa della xylella fastidiosa, prima che vada in scena il secondo atto che scateni una tragedia ancor più virulenta della prima, è stato convocato oggi, in Provincia, a Palazzo dei Celestini, un tavolo con i componenti dell’unità operativa per lo sviluppo.
Il tema? La xylella fastidiosa nel settore vitivinicolo.
Ora che il pericolo per le viti, dopo quello per gli ulivi, è sotto gli occhi di tutti significa lanciare un segnale al territorio.
I componenti di questo organismo hanno preso l’impegno di inviare proposte, suggerimenti, osservazioni, finalizzate alla redazione di un documento che sarà “accompagnato” dalla Provincia all’attenzione dei vari livelli istituzionali.
Il presidente Stefano Minerva, che ha convocato la riunione odierna, ha sottolineato il senso dell’iniziativa: “Ci siamo proposti come Ente di coordinamento, al netto delle singole funzioni, e come tale ci rendiamo disponibili a raccogliere le proposte e a provare a costruire le condizioni per far sì che qualcosa di concreto si possa fare. Siamo pronti ad adottare punti di vista e proposte da caricarci sulle spalle e, se necessario, portare sui tavoli istituzionali a Bari, a Roma, a Bruxelles”.
Il vice presidente con delega all’Ambiente, Paesaggio e Riforestazione Fabio Tarantino ha aggiunto “Abbiamo voluto confrontarci sul tema, volgarmente detto della xylella della vite, in quanto riteniamo che la Provincia debba essere portavoce, debba fare cassa di risonanza nei confronti dei settori produttivi e delle associazioni che li rappresentano, così come facciamo in qualità di Casa dei Comuni rispetto agli enti locali”.
E il consigliere con delega all’Agricoltura Paolo Greco ha aggiunto: “La questione xylella è un tema importante, sappiamo quanto abbiamo sofferto e quanto il tessuto agricolo, il paesaggio, l’ambiente stanno patendo nel nostro Salento. Anche per la Xylella della vite il monito deve essere quello di evitare di dare ascolto a prose, poesie e formule magiche, ossia l’humus intorno al quale il nostro territorio si è trovato a muoversi, ed affiancarsi invece completamente alla scienza e al rispetto delle prescrizioni previste. La nostra regione non può vivere una nuova stagione medievale come accaduto per la Xylella”.
Tutti i componenti dell’UOS presenti (Enti, Università, associazioni di categoria e datoriali, organizzazioni sindacali) sono intervenuti con punti di vista e proposte.
I partecipanti hanno sottolineato l’importanza di mantenere alto il livello di guardia su questa nuova forma di Xylella e l’esigenza di dotare il territorio di un piano di rigenerazione unitario.
Il dirigente del Servizio Politiche europee e Assistenza agli enti locali Carmelo Calamia ha, poi, ricordato come l’Unità Operativa per lo Sviluppo é un organismo consultivo creato dalla Provincia dal 1996, composto da 26 soggetti territoriali, chiamati e coinvolti sui temi dello sviluppo del territorio, che tornerà a riunirsi con più frequenza.
In seguito, ha illustrato ai componenti dell’Unità presenti lo stato di avanzamento degli ultimi 6 mesi di SaL.E., il progetto pilota finanziato alla Provincia di Lecce nell’ambito dei Patti territoriali.
“Il primo rapporto semestrale vede tutti i progetti avviati nel completamento delle prime fasi amministrative. Ci attendiamo ora un avanzamento significativo nei primi mesi nel 2025. La chiusura degli investimenti è fissata al 31 dicembre 2026. Per fruire dei 30 trenta progetti pubblici e dei 6 privati, inoltre, si costruirà un itinerario virtuale, un collante unico, sviluppando una modalità innovativa di fruizione e di comunicazione”.
Appuntamenti
Il Città di Casarano riapre la stagione dei motori
Dopo un anno di pausa, torna il 4 e 5 aprile, il rally la gara organizzata dalla Scuderia Casarano Rally Team (in collaborazione con Automobile Club Lecce) che festeggia le 30 edizioni: Intanto procede spedita l’organizzazione in vista del 57° Rally del Salento in programma il 23 e 24 maggio

di Gianluca Eremita
Le giornate che si allungano e le temperature che iniziano a diventare più miti significano, per gli appassionati salentini di motori, che la stagione delle competizioni automobilistiche sta per iniziare.
Primo appuntamento della stagione agonistica 2025 è il Rally Città di Casarano che, il 5 e 6 aprile prossimi, festeggerà la sua 30esima edizione.
Intanto, si sono aperte le iscrizioni alla gara organizzata dalla Scuderia Casarano Rally Team che conta sulla preziosa collaborazione dell’Automobile Club Lecce e che ritorna a disputarsi dopo un anno di pausa.
Ad inizio dello scorso anno, infatti, il presidente del sodalizio casaranese, Pierpaolo Carra, aveva spiegato che «la scelta di non iscrivere a calendario il ‘Casarano’ è stata obbligata, al fine di poter puntare al top in corrispondenza dell’importante anniversario affinché potesse essere davvero straordinaria ed indimenticabile».
«Per celebrare il traguardo dei trent’anni di questo rally», spiega ora il Presidente Carra, «abbiamo pensato e voluto un’edizione rinnovata, con spunti di cambiamento e riscoperte. Ne siamo entusiasti e speriamo di offrire agli equipaggi, agli appassionati ed al pubblico, nuovi momenti di puro e sano sport e di emozioni».
Nessun dettaglio, al momento, riguardo al percorso di gara anche se si sa già che, rispetto all’edizione 2023, la gara presenterà elementi di novità sia nel percorso che nella logistica pur mantenendo alcuni punti fermi. Il tutto al fine di garantire non solo lo spettacolo ma anche la validità tecnica della kermesse salentina.
Per l’Automobile Club Lecce il lavoro è doppio visto che è in fase avanzata di organizzazione il 57° Rally del Salento che si disputerà il 23 e 24 maggio prossimi.
Anche in questa edizione il “Salento” farà parte del T.I.R.-Trofeo Italiano Rally il cui calendario, quest’anno, è composto da due Gironi di tre gare ciascuno cui si aggiungono altre tre gare “jolly” a Coefficente maggiorato di 1,5 (il punteggio di gara viene moltiplicato per 1,5) ed una di queste è proprio il “Salento”.
Come oramai da tradizione, alla gara principale si affiancherà il 7° Rally Storico del Salento, valido per il Trofeo Rally Auto Storiche di 4^ Zona.
Seconda edizione per il Salento Historic Regurality Rally, gara di regolarità auto storiche a media, che è stata “premiata” entrando a far parte del neonato Campionato Italiano Rally Auto Storiche di Regolarità.
Al momento resta top secret il percorso di gara anche se appassionati ed addetti ai lavori fremono per conoscerne, quanto prima, i dettagli di quella che è una della più importanti competizioni automobilistiche su strada del Centro-Sud Italia.
Nella foto in alto: Pedersoli-Bonato vincitori su Citroen Ds3 Wrc del 29° Rally Città di Casarano (Foto A. Calsolaro)
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Attualità
Rispetto e impegno civico, i premiati dalla LILT
I principali riconoscimenti sono stati assegnati alla radiologa Adriana Rizzo, alla giornalista e attivista Tiziana Colluto e al parroco di Alliste Don Dario Donateo

Rispetto e impegno civico sono stati i temi-chiave della 18ª edizione del Premio Flavia Inguscio e Vittorio Velotti organizzato dalla delegazione di Melissano e dalla sezione provinciale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) di Lecce per celebrare il mondo del volontariato e della “solidarietà dentro e oltre le istituzioni”.
La cerimonia conclusiva si è svolta nel cineteatro Aurora.
Protagoniste dodici storie di ordinaria “straordinarietà”, emozioni e ricordi di chi ogni giorno si dedica agli altri nel silenzio e nell’umiltà.
Sono stati assegnati riconoscimenti a figure operanti in ambito sanitario, associazioni e cittadini che si mettono a disposizione del prossimo con piccoli o grandi gesti, scelti in base alle schede di segnalazione pervenute alla commissione del Premio presieduta da Paolo Scarcella e coordinata dal presidente della Lilt di Lecce Simonetta Pepe, dal responsabile scientifico Carmine Cerullo, dal direttore del Centro Ilma-Lilt Lecce Giuseppe Serravezza, dal giornalista Marco Montagna e da Medea Velotti, figlia di Flavia e Vittorio, per la delegazione Lilt di Melissano.
La serata, presentata da Monia Saponaro, si è aperta con il ricordo del prof. Enrico Corvaglia, già presidente della commissione del Premio Inguscio-Velotti, venuto a mancare nel 2024, e i saluti del vicesindaco di Melissano, Matilde Surano.
Di seguito tutti i riconoscimenti assegnati.
Il Premio principale per Operatore sanitario è stato conferito alla dottoressa Adriana Rizzo, radiologa dell’ospedale “F. Ferrari” di Casarano e storica volontaria Lilt, membro attivo della prima Breast Unit in provincia di Lecce creata presso la sede Lilt insieme al gruppo della radiologia (dr. Massimo Torsello e dr. Giancarlo Morciano) del nosocomio casaranese, «per la sua dedizione e impegno nei confronti di pazienti e familiari, medico di grande valore e competenze, innamorata del proprio lavoro e convinta interprete del suo ruolo pubblico».
Nel ringraziare la Lilt dinanzi alla sala gremita, la dottoressa Rizzo ha voluto lanciare un importante messaggio in difesa della Sanità pubblica: “La sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale è oggi messa in discussione”, ha detto, “la contrazione delle risorse, sia finanziarie sia umane, è sotto gli occhi di tutti, ma noi operatori sanitari continuiamo a crederci e a lottare per il bene comune. È un essere speciale il nostro SSN, dobbiamo prendercene tutti cura”.
Il Premio principale per Operatore non sanitario è stato assegnato alla giornalista e attivista Tiziana Colluto, presidente della Casa delle Agriculture Tullia e Gino: «Tiziana porta con sé una lunga esperienza che fonde il giornalismo d’inchiesta con un impegno concreto per il cambiamento sociale e ambientale e per questo siamo particolarmente orgogliosi di averla nella famiglia Lilt», si legge nella motivazione del Premio.
Commosso il suo ricordo delle tante battaglie per la tutela della salute e dell’ambiente vissute, da giornalista, accanto alla Lilt: “Da molti anni con Lilt abbiamo un cammino comune. Quindici anni fa iniziavo la mia attività di giornalista in tv, lavoravo ai temi della Sanità territoriale e bussai alle porte della Lilt. Ricordo che allora non c’era nessun altro a trasportare i pazienti dal Capo di Leuca a Lecce per la radioterapia, ma c’era la Lilt. E quando nessuno ancora faceva assistenza domiciliare ai malati terminali, c’era la Lilt. E poi mi vengono in mente tantissimi incontri e manifestazioni sui temi dell’inquinamento ambientale, sulle urgenze di progetti calati sulle teste di questo territorio. Quando le Istituzioni tentennavano, quando persino le istituzioni sanitarie restavano mute, c’era la Lilt. Per me è stata un’agenzia formativa e un punto di riferimento per la mia esperienza da giornalista. Ed è stata anche l’associazione che ha tenuto a battesimo la mia associazione a Castiglione, Casa delle Agriculture, il collettivo con cui condivido questo Premio. Perché a un certo punto ho sentito il bisogno non soltanto di raccontare e denunciare, ma di far capire alle persone che ognuno ha un pezzo di responsabilità su questo territorio. C’è bisogno di tutti, c’è bisogno di tanto volontariato che venga fatto con serietà, con gratuità e soprattutto senza secondi fini”.
Il Premio speciale della commissione per il tema Rispetto e impegno civico è stato conferito al parroco di Alliste don Dario Donateo per la sua opera di denuncia e lotta contro la droga che continua a flagellare i giovani del territorio.
“È un premio inaspettato”, afferma, “e non credo di meritarlo, senz’altro lo porterò alla comunità di Alliste che insieme a me da tempo cerca di farsi sentire per combattere una ‘banalità del male’ che non è più sopportabile. Il mio unico merito è quello di aver acceso una scintilla. Ora insieme alla comunità parrocchiale e a tutto il paese cerchiamo di lavorare affinché non si spengano i riflettori su questo problema, cerchiamo di portare avanti insieme un’azione di antimafia sociale”.
Menzione speciale per Candida Colazzo, ultraottantenne (con uno spirito da far invidia ai diciottenni), storica volontaria e grande motivatrice del gruppo Lilt di Corigliano d’Otranto, «per una vita intera dedicata ad aiutare il prossimo senza mai chiedere nulla in cambio».
Segnalazioni di merito sono state assegnate a: Cosimo Monsellato, già caposquadra dei vigili del fuoco di Tricase, oggi impegnato nell’attività di recupero di ragazzi con disagio sociale e attivo nell’organizzazione del progetto Pompieropoli per i bambini; Camminando Insieme di Ruffano, gruppo di cammino (adesione libera e volontaria) creato da Mauro Falco per diffondere best practice di prevenzione attraverso l’attività fisica (ha ritirato il premio Mauro Casto, walking leader del gruppo); Giulia Corrente, la bambina di Galatone che per il suo decimo compleanno ha coinvolto i compagni e la sua scuola in una raccolta fondi a favore dell’associazione RandagiNO, rinunciando a feste e regali; Tommaso Del Cuore, che da oltre 15 anni opera con la Croce Rossa Italiana in soccorso dei migranti e nelle zone di guerra; Vituccia Mastria, storica volontaria Lilt di Ugento e della Fidas, oggi punto di riferimento per tante persone in difficoltà; Francesco Parisi, insegnante, ha guidato gli studenti del Polo 2 di Casarano nella realizzazione del cortometraggio “Mi perdoni?” contro la violenza e sui temi del rispetto, educazione, uguaglianza e gentilezza, premiato a Venezia nell’ambito dell’81ª mostra internazionale d’arte cinematografica.
Riconoscimenti alla memoria sono stati infine assegnati alla maestra Francesca Prontera, di Morciano di Leuca, che con Lilt ha portato per anni la prevenzione nelle scuole, e a Pietro Francesco Gaetani, educatore scout di Racale, una vita dedicata ai più giovani.
Il Premio, lo ricordiamo, è dedicato a Flavia Inguscio, scomparsa nel 2005, per anni in prima fila nel mondo del volontariato e nella stessa Lilt, e a suo marito Vittorio, fondatore della delegazione melissanese della Lilt e scomparso a fine 2018.
Tutte le targhe con l’ape-simbolo del Premio sono state realizzate dal maestro Orlando Sparaventi di Parabita.
La serata, realizzata con la collaborazione del comune di Melissano, ha visto la partecipazione dell’attrice Anna Ronga e l’intervento musicale di Alessandro Ferrari (chitarra) e Gabriel Nutricato (percussioni).
- Primo premio Operatore Sanitario alla dottoressa Adriana Rizzo
- Primo premio Operatore Non Sanitario alla giornalista e attivista Tiziana Colluto
- Premio speciale della Commissione per il tema Rispetto e Impegno Civico a Don Dario Donateo parroco di Alliste
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