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Castrignano del Capo

Colonia Scarciglia a Leuca: intervento di Biagio Ciardo

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Comunicato stampa del consigliere provinciale di maggioranza Biagio Ciardo, sulla vicenda della Colonia Scarciglia. “Quando la giustizia accerta la legittimità delle procedure e la correttezza dell’operato degli attori economici non si può che essere pienamente soddisfatti. Pur comprendendo lo stato d’animo di chi è stato coinvolto nelle indagini, non può che prevalere la buona notizia della accertata regolarità dell’iniziativa imprenditoriale riguardante la Colonia Scarciglia di Leuca. In un territorio ad alta vocazione turistica e che ha bisogno di “capitani coraggiosi” pronti ad investire nel campo della recettività, non possiamo permetterci il lusso di perdere opportunità e fondi.


Per questo ha fatto bene il Presidente Gabellone a rilanciare il progetto della società Apuliae affinché la disillusione di oggi lasci spazio al rilancio di un’iniziativa imprenditoriale di primaria importanza. Per superare l’attuale momento di crisi è necessario fare squadra perché il Capo di Leuca e l’intero Salento, da terra di calamità lavorativa diventi calamìta per investimenti e proficue idee imprenditoriali. Certo non può essere il singolo investitore ad occuparsi dello sviluppo del Salento, ma è indispensabile, oltre all’intervento degli Enti Locali, anche la volontà operosa della Camera di Commercio, dell’Associazione Industriali e delle associazioni di categoria. Prendendo spunto dalla notizia riguardante la Colonia Scarciglia, sarebbe utile ora rivisitare complessivamente le capacità di sviluppo dell’intero territorio salentino alla luce anche della crisi irreversibile (a quanto pare) del TAC, per inserire nel quadro programmatico le attività che sino ad oggi hanno avuto minore attenzione.

Per essere più chiari, ritengo che le attività turistiche e di servizio, unitamente alle fonti di energia alternativa, possano essere il volano di sviluppo del futuro, assorbendo anche buona parte di quanti sono stati espulsi dal processo produttivo del TAC. Lungo questa strada mi domando se non sia il caso, per esempio, di aprire le porte delle nostre zone industriali parzialmente svuotate dalla crisi del tessile, abbigliamento, calzaturiero, per permettere l’ingresso di aziende fino ad oggi escluse ed al tempo stesso agevolare il loro sviluppo. In sostanza, la felice conclusione della vicenda della Colonia Scarciglia deve rappresentare non solo un momento di ripresa dei lavori della stessa, ma un più ampio stimolo sul futuro sviluppo dell’intero Salento”.


Attualità

Ambulanza rotta e non sostituita, Capo di Leuca senza postazione fissa 118

Il consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo de La Puglia Domani: «ASL Lecce risponda di questo grave disservizio»   

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Da ieri il territorio del Capo di Leuca è senza postazione fissa del 118.

L’ambulanza India (con infermiere, soccorritore e autista a bordo) che staziona davanti all’ex ospedale di Gagliano del Capo è guasta, e la Asl di Lecce non ha un mezzo sostituivo.

Fino a domani il personale impiegato nella postazione 118 di Gagliano è stato messo in ferie forzate, e in caso di necessità sono chiamate ad intervenire le squadre di altre postazioni del servizio di emergenza-urgenza.

Paolo Pagliaro

«Come è accaduto questa mattina», racconta il consigliere regionale Paolo Pagliaro, «quando è dovuta arrivare un’ambulanza da Scorrano per soccorrere le persone coinvolte in un grave incidente stradale avvenuto vicino all’ospedale di Tricase, sulla provinciale per Depressa, perché la squadra della postazione di Tricase era impegnata a coprire un codice verde ad Alessano, territorio di competenza di Gagliano».

«Tutto questo perché, nell’intera Asl e per ben tre giorni, non c’è un mezzo sostitutivo di emergenza», tuona il fondatore di Regione Salento, «una situazione paradossale, che pregiudica la tempestività e l’efficacia del servizio 118. È inconcepibile che un presidio salvavita possa rimanere sguarnito del mezzo di soccorso in una zona così vasta».

«Chiediamo», conclude Paolo Pagliaro, «che l’azienda sanitaria si assuma la responsabilità di questo grave disservizio di fronte ai cittadini salentini, costretti a subire le conseguenze di un’evidente inefficienza gestionale».

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Approfondimenti

«Quando stavo per finire sotto un treno…»

Emigranti, il forum. Vittorio Buccarello di Castrignano del Capo: «Il mio scopo era solo quello di guadagnare i soldi necessari per poter costruire una casa, sposarmi e mettere su famiglia»

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Vittorio Buccarello è nato a Castrignano del Capo il 24 marzo 1945, «alla fine della guerra», come piace sottolineare lui.

Nel corso del forum, interviene sul tema della discriminazione nei confronti degli italiani all’estero, in particolare in svizzera.

Secondo il quasi ottantenne «bisogna fare una distinzione. Per quanto mi riguarda sono stato sia nella Svizzera francese, a Neuchâtel, che nel Canton Grigioni, svizzera tedesca. Mentre nella parte francese eravamo tutto sommato rispettati, così proprio non era nel Canton Grigioni, abitato da svizzeri tedeschi, italiani e i romanci, la popolazione indigena. Questi ultimi erano più integralisti e chiusi verso noi emigranti».

Buccarello, oggi dedito alla scrittura e alla poesia, spiega di essere stato 4 anni nella svizzera francese, salvo poi spostarsi nei Grigioni dove è rimasto circa dieci anni. Racconta di quando, del 1966, lavorava in una ditta edilizia a Chur, Capoluogo del Canton Grigioni: «Insieme ai colleghi stavamo facendo dei lavori in una ferrovia anche se i treni continuavano a percorrere quel tratto. Mentre eravamo impegnati sui binari, uno de guardiani, romancio, aveva l’incarico di suonare la tromba per avvertire se vi era un treno in arrivo. Fatto sta che, in un’occasione, ero sopra un ponte, sui binari e, forse sovrappensiero, non ho badato al suono della tromba. Non so neanch’io come qualcuno sia riuscito a tirarmi via appena prima che passasse il treno. Non era neanche sicuro di essere ancora vivo. Ancora sotto choc, vidi correre il guardiano romancio verso di me per dirmene di tutti i colori e, infine, darmi un bel colpo in testa con il casco. Dovetti allontanarmi in silenzio e raggiungere il ponte dove, una volta solo, mi lasciai andare al pianto».

Buccarello ammette: «Devo essere onesto, non mi sono mai realmente ambientato, non ho mai imparato il tedesco e per questo non sono rimasto. Ero lì solo perché spinto dal bisogno e, appena potevo, ritornavo in Salento, salvo risalire per farmi le stagioni. Fossi rimasto a Neuchâtel, forse sarebbe stato diverso».

Le necessità lo hanno spinto a fare le valigie in direzione Svizzera: «Il mio scopo era solo quello di guadagnare i soldi necessari per poter costruire una casa, sposarmi e mettere su famiglia».

Con le famose rimesse che alimentavano l’economia salentina: «Vivevamo nella miseria. Così c’erano quelli che andavano in Svizzera e mandavano quasi tutto quello che guadagnavano a casa e poi c’erano quelli che, pur rimanendo in Salento, ne giovavano, potendo lavorare e guadagnare proprio grazie a quei soldi».

Tornando agli avventurosi viaggi affrontati per raggiungere la Svizzera, è il caso di ricordare che davano un permesso di soggiorno di 9 mesi; quindi, arrivavi a Chiasso, ti spogliavano nudo, e decidevano se fossi idoneo.

Altrimenti ti rispedivano indietro.

Se superavi l’esame, ti davano un permesso di tipo “B” che ti garantiva di restare 9 mesi e poi, eventualmente, dopo 5 annio, il permesso “C” che dava l’opportunità di rimanere annualmente. E lavorare. Che era l’unico diritto acquisito, perché dalla possibilità di voto in giù, restavi un corpo estraneo.

Prima di congedarsi Vittorio Buccarello racconta un altro aneddoto: «C’era la possibilità di lavorare di notte e guadagnare altri soldi, sempre nella ferrovia per montare dei pali. Una sera, però, avevo l’influenza e su consiglio di un amico, per non perdere quell’occasione, bevvi un bel po’ di grappa e mi preparai un thermos di latte, al quale aggiunsi altra grappa, da portarmi dietro. Faceva molto freddo ma con tutto quell’alcol in corpo neanche me ne accorsi. Riuscii ad affrontare la nottata ed anche a tornare a casa seppur “traballante”. Di notte mi sentii male, mio cognato dovette assistermi e, per alcuni giorni restai k.o. Morale della favola: per non perdere quei straordinari notturni mi giocai una settimana di lavoro e di paga».

Perché, ricordiamolo, il discorso era sempre lo stesso: se non lavoravi, non guadagnavi, altro che certificato medico!

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Appuntamenti

Il grande Jazz a Leuca: tributo a John Coltrane con il Trio Menzella

“My Favorite John” è il concerto organizzato dalla Associazione Culturale Lampus per celebrare il sassofonista statunitense. Appuntamento domenica 26 (dalle 19,30) al Terminal

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L’Associazione Culturale Lampus!” celebra il sassofonista statunitense con il concerto My Favorite John.

Domenica 26 gennaio, alle ore 19,30, il salone congressi dell’Hotel Terminal di Leuca sarà il palcoscenico di un appuntamento dedicato all’eredità di John Coltrane. 

Il concerto vedrà protagonisti tre musicisti di talento, uniti dalla comune passione per il jazz e per l’inconfondibile stile del grande sassofonista americano.

My Favorite John, che nel titolo richiama uno dei brani più iconici eseguiti dal grande maestro (My favorite things), offre l’opportunità di ascoltare tre musicisti di alto livello in un programma che celebra un pilastro indiscusso del Jazz e rappresenta un ottimo appuntamento per gli appassionati di musica e per chi desidera scoprire le infinite sfumature del buon Jazz.

Il trio Menzella (sassofono tenore, organo Hammond e batteria con Gianfranco Menzella, Alberto Gurrisi e  Pasquale Fiore ) infatti, propone una rilettura dei brani più significativi di Coltrane, interpretandoli con un approccio personale e sonorità originali che combinano tradizione e modernità.

LEUCA FUORI STAGIONE

Questo appuntamento segue il solco tracciato dall’Associazione Culturale “Lampus!” di Paolo Insalata a partire dal 2016 la quale, con circa 60 concerti al suo attivo organizzati nel Capo di Leuca, ha sempre creduto, in controtendenza, nella promozione delle attività culturali anche fuori dalla stagione turistica estiva.

My Favorite John, infatti, rappresenta una ulteriore occasione per riaccendere l’interesse verso l’arte e creare momenti di aggregazione per la comunità del Salento, anche in pieno inverno.

I PROTAGONISTI

Gianfranco Menzella – sax tenore: nato a Matera, si è diplomato con lode al Conservatorio “E. Duni” e ha proseguito gli studi in musica jazz. Ha vinto numerosi premi e si è esibito in festival prestigiosi come Umbria Jazz e Siena Jazz, collaborando con artisti del calibro di Randy Brecker e Fabrizio Bosso e molti altri.

Alberto Gurrisi – organo Hammond: milanese di nascita, è considerato uno dei più interessanti interpreti italiani dello strumento. Dopo un lungo percorso di studi che lo ha portato a lavorare con musicisti come Franco Cerri e Seamus Blake, ha sviluppato un linguaggio musicale raffinato e versatile.

Pasquale Fiore – batteria: cresciuto con la passione per la batteria fin dall’infanzia, è oggi uno dei musicisti più richiesti in Italia. Ha collaborato con nomi illustri come Enrico Rava e Fabrizio Bosso, partecipando a progetti che spaziano tra tradizione e innovazione jazzistica.

INGRESSO RISERVATO AI SOCI MA… 

È possibile iscriversi a Lampus abbinando la tessera “soci simpatizzanti” (costo 5€) all’acquisto del biglietto (15€) su www.oooh.events .

Informazioni via whatsapp al 347 5169946

Prenotazioni cena dopo concerto (menù fisso 20 euro bevande escluse) – Hotel Terminal 0833 758242

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