News & Salento
Condannati… in Eternit
“La speranza tradita di chi ha cercato di dare un futuro a se stesso e alla propria famiglia. Sembra un film già visto per tante persone del sud, un film drammatico però
“La speranza tradita di chi ha cercato di dare un futuro a se stesso e alla propria famiglia. Sembra un film già visto per tante persone del sud, un film drammatico però, in cui il lieto fine è davvero difficile da scorgere”. Scrivevamo così meno di un anno fa in riferimento alle tante persone ammalatesi nelle fabbriche della Eternit Multinazionale svizzera con fabbriche disseminate lungo i Cantoni d’oltralpe e nel nord della penisola. Il 13 febbraio di quest’anno, quasi insperata, come una liberazione, è arrivata la sentenza del processo di primo grado per 2.191 persone uccise dalle fibre killer: i due imputati, Stephan Schmidheiny, miliardario svizzero di 64 anni, e il barone belga Louis De Cartier, 90 anni, sono stati riconosciuti colpevoli di disastro doloso e omissione di cautele antinfortunistiche e condannati a 16 anni di reclusione. Lunghissimo l’elenco del risarcimento danni e delle provvisionali per le parti civili: tra questi, 4 milioni al Comune di Cavagnolo (Torino) e 25 milioni al Comune di Casale Monferrato (Torino), 100mila euro a Cgil nazionale, Associazione familiari e vittime dell’amianto e Legambiente onlus. 75mila a Wwf Italia. 11 milioni a Inail. E poi risarcimenti per cifre dai 30 ai 35mila euro per gli eredi delle vittime. Ora bisognerà aspettare gli altri gradi di giudizio anche se la sentenza di primo grado lascia ben sperare perché rispecchia fedelmente tutta l’architettura dell’accusa sostenuta dal pm Raffaele Guariniello. Resta da capire cosa succederà a chi in quelle fabbriche si è ammalato e ancora oggi ne porta addosso i segni. Tra questi, oltre un migliaio di salentini (numero certamente approssimato per difetto) che hanno prestato la loro opera per tanti anni in quelle fabbriche mentre altri vivono nel terrore che qualche malattia (soprattutto la più pericolosa, il mesotelioma da esposizione da amianto) possa manifestarsi. I Comuni salentini che, ad oggi, più hanno dato in termini di lavoratori in quelle assurde fabbriche sono Corsano (250), Tiggiano (130) Andrano (77), Tricase (76) Veglie (68), Uggiano La Chiesa (48) e Alessano (46). Ma si contano sulle dita delle mani quei paesi che non sono toccati direttamente dalla vicenda. Vicenda della se n’è occupata sin dal 2002 l’Associazione Emigranti nel Mondo di Corsano. Dopo aver ricordato che “l’Associazione è nata con lo scopo di dare il suo contributo al reinserimento sociale degli emigranti al momento di tornare a casa”, il presidente Antonio Mauro si dice “felicissimo per una sentenza sicuramente storica, che per una volta non danneggia la povera gente e punisce chi ha giocato sulla pelle di tanti poveri cristi per puri interessi venali. Siamo felici soprattutto per tutti coloro che ci hanno chiesto aiuto. Ora bisogna vedere come proseguire per mettere realmente i lavoratori o i loro eredi nelle condizioni di essere risarciti”. Proprio con noi, un anno fa, Biagio Mastria, sempre dell’Associazione, ripercorreva la storia di questa vicenda: “Nel 2002 alcuni ex lavoratori della Eternit di Niederurnen (Canton Glarus, Svizzera) si sono rivolti a noi chiedendoci di avviare delle indagini e sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto stava accadendo: molti ex lavoratori erano già deceduti e non si sapeva perché si ammalassero o morissero. Nello stesso anno ricevemmo la visita di una troupe della tv svizzera-italiana che voleva intervistare alcuni ex lavoratori della Eternit. Questo ci ha fatto capire come anche in Svizzera qualcosa si stesse movendo. Dopo quell’intervista c’è stata una lunga fase di stallo durata fino al 2005 quando a Tiggiano ci fu un convegno con la presenza, tra gli altri, dell’epidemiologo Luigi Bisanti, originario di Presicce, che mi chiamò e mi disse chiaramente che da noi eravamo molto indietro per quel che riguardava coloro che hanno lavorato l’amianto mentre a Casale Monferrato (Alessandria) erano già stati stanziati dei fondi e riconosciuti i primi risarcimenti”. Benché sin dal 1962 fosse noto in tutto il mondo che le fibre di amianto provocano una forma di cancro, il mesotelioma pleurico (oltre che alla classica asbestosi), a Casale Monferrato, Cavagnolo e Broni (Pavia) Eternit e Fibronit continuarono a produrre manufatti sino al 1986 (1992 per Broni), tentando di mantenere i propri operai in uno stato di totale ignoranza circa i danni (soprattutto a lungo termine) che le fibre di amianto procurano, al fine di prolungare l’attività dello stabilimento e quindi dei profitti. In particolare, a Casale Monferrato i morti e i contaminati da amianto saranno migliaia, anche perché lo stabilimento disperdeva con dei potenti aeratori la polvere di amianto in tutta la città, causando la contaminazione anche di persone non legate alle attività produttive dell’eternit. Nella zona di Casale Monferrato e nell’intera provincia di Alessandria si contano più di 1600 morti per esposizione ad amianto, decessi avvenuti perlopiù in silenzio. Tornando alla vicenda che riguarda il Salento, Biagio Mastria ricordava come, sempre in occasione del convegno del 2005, “con il dott. Bisanti, Maria Roselli, giornalista del Work di Zurigo, e Franco Pasciani del Sindacato UNIA –Svizzera, abbiamo dato il via ad una sorta di censimento che ci permettesse di capire quanti salentini avessero lavorato per Eternit. Da lì cominciarono a venire fuori quei numeri raccapriccianti che oggi tutti conosciamo”. E che purtroppo non sono definitivi: “Perché non tutti vogliono censirsi ed è comprensibile come abbiano paura anche di sottoporsi alle visite mediche per quanto queste siano gratuite”. E ciò senza tener conto di chi è già passato a miglior vita. “Quello riguardante gli ex lavoratori defunti non può essere un dato certo perché anche se veniva dichiarata la morte per cancro ai polmoni, non ne veniva specificata la causa. Quindi non si può affermare scientificamente che la colpa sia stata della Eternit anche se hanno respirato tanto a lungo polvere di amianto. Per quanto mi risulta, ma è un dato che si ferma al 2006, solo a Corsano le morti sospette per esposizione alla polvere di amianto sono state 28; a Tiggiano invece 16”. Il Servizio di Pneumologia dell’Asl Lecce, diretto dal dott. Wilson Castellano, ha avviato intanto un’indagine in tutta la provincia per esaminare le carte di tutti i defunti che hanno lavorato alla Eternit. Anche questo aiuterà a comprendere l’entità del fenomeno. Tornando all’excursus storico tracciato da Mastria, “nel 2006 ci fu un altro convegno da noi organizzato insieme all’Unione Terra di Leuca, al quale partecipò nuovamente il dott. Bisanti, che coinvolse degli esperti del settore tra cui Bruno Pesce, presidente coordinatore del Comitato Vertenza Amianto di Casale Monferrato, con il quale tuttora è in piedi una proficua collaborazione. Da questo convegno è nato un protocollo di intesa tra la nostra Associazione, l’Unione Terra di Leuca e l’Asl. Il nostro compito è quello di risalire all’elenco delle persone che hanno lavorato per la Eternit; quello dell’Asl di chiamare a visita medica periodica gli interessati. L’Unione Terra di Leuca invece fornisce il supporto economico per eventuali visite fuori sede anche se fino ad ora non ce n’è stato bisogno perché il dott. Castellano sta facendo davvero un ottimo lavoro”. Il fatto davvero preoccupante è che “dalle persone fino ad ora visitate, il 35% di loro mostrava segni di esposizione ad amianto più o meno gravi”.
Giuseppe Cerfeda
News & Salento
Saggio di Natale a Nardò
Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.
Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.
L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.
Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.
News & Salento
Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro
Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).
Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da Otranto– S. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.
News & Salento
Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni
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