Cronaca
Confiscati 31 milioni ad ex Presidente Confcommercio
Sequestro preventivo delle quote sociali e dei beni aziendali delle società riconducibili all’imprenditore salentino Roberto Corigliano
Dalle prime ore della mattinata odierna la Guardia di Finanza di Lecce sta dando esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo delle quote sociali e dei beni aziendali delle società riconducibili all’imprenditore salentino Roberto Corigliano condannato per associazione adelinquere, usura, riciclaggio ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
Il valore del patrimonio suscettibile di confisca è complessivamente stimato in 31 milioni di euro.
Nel particolare, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria – che, nel frattempo, hanno provveduto ad attualizzare gli aspetti economico-patrimoniali del contesto investigato con l’operazione “Giano” – stanno eseguendo il provvedimento di sequestro preventivo emesso dalla 1^ Sezione Penale della Corte di Appello di Lecce, su richiesta della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello del medesimo capoluogo, dei seguenti beni: compendi aziendali e quote societarie; terreni, fabbricati e autovetture; saldi attivi dei rispettivi rapporti di conto corrente. La decisione giudiziaria, assunta dal Presidente relatore della 1^ Sezione Penale della Corte di Appello di Lecce, dott. Vincenzo Scardia, su richiesta dell’Avvocato Generale della Repubblica, dott. Antonio Maruccia, giunge all’esito della recente sentenza di condanna di II grado emessa nei confronti dell’ex Presidente della Confcommercio di Lecce, con la quale è stata appunto ordinata, tra l’altro, la confisca dei beni mobili ed immobili, titoli e quote sociali già sequestrati dal Tribunale del Riesame di Lecce allo stesso Corigliano nel dicembre del 2005.
Casarano
Schianto tra Casarano e Taviano: un morto
Ferita e condotta in ospedale una donna: non è in pericolo. Nulla da fare per un 51enne
Dramma nel basso Salento: ancora una volta un incidente mortale scuote le festività natalizie.
Nel primo pomeriggio di oggi, poco prima delle 14, un tremendo schianto ha visto il coinvolgimento di due mezzi sulla strada provinciale che collega Casarano a Taviano.
La violenza dello scontro è raccontata dalle lamiere dei due veicoli, accartocciate all’inverosimile.
A perdere la vita è un uomo, 51 anni, casaranese, A.D.M. le sue iniziali. Era a bordo di un Fiat Doblò vecchio modello. Sull’altro veicolo, anch’esso Fiat, una donna, ferita ma non in pericolo di vita.
Quest’ultima è stata condotta in nosocomio al Ferrari, a Casarano. Sul posto, con il 118, sono intervenuti i Carabinieri. A loro l’onere dei rilievi utili a ricostruire la dinamica e le responsabilità del sinistro.
Alessano
Commercianti… in piazza
Secondo gli esercenti di Piazza Don Tonino ad Alessano, le modifiche all’arredo urbano rischiano di compromettere quella vitalità che ha sempre caratterizzato l’area
Ad Alessano, i commercianti di Piazza Don Tonino Bello sono scesi in campo per chiedere un intervento urgente delle autorità locali e regionali.
Lo riporta lavocedialessano.it.
Secondo i commercianti, le modifiche all’arredo urbano rischiano di compromettere quella vitalità che ha sempre caratterizzato l’area.
Con oltre 20 posti di lavoro a rischio, gli esercenti chiedono una revisione dell’organizzazione della piazza, che sta ostacolando l’operatività delle attività commerciali e causando danni economici diretti. “Non siamo solo imprenditori, ma una parte fondamentale del tessuto sociale e culturale di Alessano”, hanno detto i manifestanti.
Gli esercenti hanno richiesto l’accesso agli atti per chiarire la situazione, ma le risposte ricevute sono ritenute “parziali e insoddisfacenti”.
La disposizione degli arredi urbani, che ritengono illogica, starebbe rendendo difficile il normale flusso di traffico, minando la vivibilità della piazza.
L’appello dei commercianti è rivolto a tutte le istituzioni politiche, affinché intervengano prontamente: “Non si tratta solo di un problema amministrativo, ma di una questione di dignità per Alessano e per le famiglie che dipendono da queste attività”.
Nonostante la crescente preoccupazione, i commercianti si dicono disposti a collaborare con il comune e con le istituzioni “per trovare soluzioni concrete, evitando conflitti legali. Alessano non può permettersi di perdere un pezzo così importante della sua identità”.
Cronaca
Quando proprio non si sa come impegnare il tempo…
Scarpe appese in alto, sui cavi elettrici, lungo la Miggiano-Specchia. Gesto stupido e inutile
Che ci fanno quelle scarpe lassù?
Se lo stanno chiedendo in molti, almeno quelli che transitano sulla Miggiano-Specchia (all’altezza di Martinucci).
C’è un significato? O è semplicemente una bravata? O, ancora, una stupida challenge, una di quelle sfide moderne veicolate dai social tra i giovani?
O, peggio, è un segnale per attività non lecite?
Abbiamo scoperto Che questa (inutile) pratica si chiama Shoefiti, cioè legare tra loro i lacci di due scarpe e di scagliare queste ultime in aria, in modo da farle restare appese ai cavi delle linee elettriche o telefoniche.
Sicuramente meglio che scoprire che qualche Tarzan 2.0 si sia arrampicato fin lassù, mettendo a rischio la propria incolumità, senza considerare il rischio di emulazione.
Resta l’inutilità del gesto che non procurerà altro (forse) che qualche stupido like sui social.
Se poi qualcuno ritiene che sia anche una forma d’arte, beh… allora alziamo le mani!
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