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News & Salento

Dalla Lira all’Euro: 16 anni di spese e rincari

Che aumenti. Dall’avvento dell’Euro, giornali, pizza, caffè, benzina sono i simboli della perdita del potere d’acquisto degli italiani

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Il primo gennaio 2002, gli italiani hanno abbandonato la lira e nel nostro Paese è entrato in vigore l’Euro (al cambio fisso di 1936,27 lire). Stando larghi dal dibattito tra euroconvinti ed euroscettici, diamo uno sguardo a quelli che erano e sono oggi i prezzi al consumo.


Dal 2002 è lunga la lista dei rialzi, in certi casi molto elevati, anche ben più dell’inflazione. Ci sono anche casi inversi, soprattutto nel comparto elettronico dove è aumentata la concorrenza e sono diminuiti i prezzi, ma in questo caso più del passaggio dalla lira all’euro hanno contato i passi da gigante della tecnologia. Qualcosa è rimasto immobile nel tempo, come la giocata minima del Lotto, passata dalle 1.500 lire del 31 dicembre 2001 all’euro del primo gennaio 2002 e da lì mai più cambiata.


A 16 anni dalla morte della Lira e dall’entrata in vigore della moneta unica europea,  il caffè al banco è passato da 900 lire a 90 centesimi (+95,65%), la pizza margherita da 4mila lire (1,81 euro) agli attuali 4-4,50 di media(+117%!).


La lista dei prezzi che si sono impennati riguarda in particolare le spese vive delle famiglie, quelle che incidono costantemente nel reddito mensile. E’ così che molti prezzi sono più che raddoppiati e aumentati ben più dell’inflazione, a fronte di stipendi rimasti praticamente invariati. Nel 2002 si optò per un cambio fisso (1936,27 lire per euro) che ha favorito, grazie all’accostamento psicologico mille lire-un euro, l’aumento repentino dei prezzi.


I dati forniti dal Nens (Nuova Economia Nuova Società, la fondazione che fa capo a Pierluigi Bersani e Vincenzo Visco) facilitano un paragone fra i prezzi attuali e quelli, in lire, di 16anni fa. Tra i grandi classici, quella che ha subito l’aumento maggiore è la pizza margherita: pur con le dovute distinzione territoriali, si passa dai 3,36 euro della media Nens del 2001 agli attuali 7,5 euro, con un rialzo pari al 123%.


Anche i quotidiani in edicola hanno subito il raddoppio: nel 2001 leggere il giornale costava 1.500 lire, oggi 1,50 euro. Giornali, pizza, caffè sono i simboli della perdita del potere d’acquisto degli italiani.


Nel 2002 per l’elettricità, spiega il Nens, si spendevano 647mila lire (circa 334 euro), mentre i dati pubblicati il 31 dicembre dall’Autorità dell’Energia parlano di una spesa fissata a 524 euro (+57% circa).


Andamento più contenuto per il gas, con la spesa annua passata da 1 milione e 700mila lire a 1.022 euro (+16%).


È aumentata anche la benzina, per la verità con un percorso decisamente altalenante che l’ha portata a toccare il massimo storico con punte oltre i 2 euro nel 2012. Fatti gli opportuni distinguo tra i prezzi offerti dai diversi distributori, in media per un litro di carburante si è passati da circa 2mila lire agli oltre 1,5 euro attuali (+45%).

Approfittando della ultraventennale vita del nostro periodico siamo andati a scartabellare vecchi numeri per vedere quanto costavano prima dell’avvento dell’euro alcuni beni di consumo. Così scopriamo che un chilo di Parmigiano Reggiano (“il Gallo” numero 26 del 15 dicembre 2001) costava intorno alle 21mila lire, poco più di 10 euro; oggi il prezzo supera i 15 euro (+50%). Da un’inserzione dell’edizione successiva (Numero 27 del 21 dicembre) apprendiamo che un litro di Latte Tre Valli parzialmente scremato costava 1.090 lire (0,67 Euro); oggi lo troviamo in offerta allo stesso, identico prezzo.


Capitolo acqua: per una cassa di acqua Levissima (6 bottiglie per 2 litri) nel dicembre 2001 spendevamo 4.740 lire (2,45 euro); oggi si spendono oltre 6,50 euro(+169,38%!).


Per un pacco da mezzo chilo di pasta Barilla nel dicembre 2001 occorrevano poco meno di mille lire (0,52 euro); oggi il prezzo varia tra 0,80 e 0,90 euro (+53,84%).


Proviamo a fare un paragone  anche per le auto tenendo sempre conto che tecnologia e tanto altro sono completamente cambiate in meglio nel corso di questi anni.


Un’inserzione del numero del 17 novembre 2001 reclamizzava il lancio in offerta delle Polo Lacoste a 78mila lire (40,28 euro); oggi il prezzo (sul sito lacoste.com) sfiora i 100 euro (+149%!)


Un’inserzione del 2001 (Numero 22 del 3 novembre) di un salone automobilistico di Casarano offriva la Lancia Y a partire da 16 milioni e 900mila lire (8.728 euro); oggi la nuova Lancia Y la possiamo acquistare da 13.390 euro(+53,41%).


L’unico comparto in controtendenza è quello dell’elettronica, complice lo sviluppo tecnologico e il boom delle vendite online che hanno ulteriormente alzato la concorrenza e abbassato i prezzi. Fare paragoni tra i prodotti di allora e quelli odierni diventa difficile. Ma basti pensare che all’inizio del nuovo millennio una Tv 46 pollici, il top sul mercato, costava circa 6,5 milioni di lire, mentre oggi una Tv smart Full Hd 49 pollici costa meno di 500 euro. Nel 2001 per comprare una fotocamera digitale da 1,9 megapixel di risoluzione ci volevano 890mila lire mentre oggi con circa 100 euro si trovano macchine da 20 megapixel. Infine, il Motorola Startac 130, vanto per l’epoca, costava oltre 2 milioni di lire, più di qualsiasi modello di smartphone in vendita oggi. Dando uno sguardo a delle inserzioni pubblicitarie pubblicate su “il Gallo” 26 del 15 dicembre 2001 troviamo delle offerte di telefonini allora davvero allettanti: 199mila lire (102,77 euro) per l’Ericsson T20; 299mila lire (154,42 €) per il Nokia 3330;  499mila lire per l’Ericsson T39 (257,71 €). Da un’altra inserzione scopriamo che i più cari Nokia 8310 e Motorola V 60 costavano rispettivamente 749 mila lire (386,83 €) e un milione e 49mila lire (541,76 €); entrambi con tanto di asterisco che sottolineava l’allora in uso “obbligo di attivazione”. Chiaro che oggi con quelle cifre ed anche meno si acquisterebbero telefonini di ben altra caratura.


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Saggio di Natale a Nardò

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Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.

Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.

L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.

Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.

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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro

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Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.

Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).

Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da OtrantoS. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.

 

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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni

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Riceviamo e pubblichiamo

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