News & Salento
Dipinto di… vino
Arianna Greco dipinge i suoi quadri usando… il vino rosso! Ho esposto per “Aspettando Radici” a Minervino Murge. Poi sara ad Acerra, Orvieto, ecc.
Arianna Greco dipinge i suoi quadri usando… il vino rosso! Ho esposto per “Aspettando Radici” a Minervino Murge. Poi sara ad Acerra, Orvieto, ecc.
“Da qualche tempo”, spiega l’artista pugliese, “ho iniziato ad avvicinarmi al “mondo del vino”. Un mondo affascinante, quasi parallelo, in cui il liquido odoroso ha carattere antropomorfo:
“accattivante”, “consapevole”, “franco”…all’inizio mi chiedevo come potesse il prodotto VINO essere accattivante!?!? Non riuscivo a spiegarmelo. Col tempo, degustazione dopo degustazione, cena dopo cena, confronto sul tema dopo confronto, ho iniziato a lasciarmi prendere. Non solo. Quel liquido odoroso dall’animo umano rappresenta la passione del mio uomo….questo mi ha spinta a cercare di capire, sempre di più, in cosa consistesse quel fascino esercitato su di lui”.
Quali erano le basi che rendevano quella sua passione così forte tanto da farne il proprio lavoro? “Mi son ritrovata a digitare su internet a leggere “L’invenzione della gioia” di Sandro Sangiorgi… ma non era sufficiente. E no. Non basta leggere, non basta la teoria….occorrono i sensi! Ed occorreva un approccio diverso da quello che fino ad allora avevo avuto. Ho iniziato a soffermarmi sui colori di quel liquido e sui suoi profumi. L’osservazione dei colori, però, ha trovato in me terreno fertile: dipingo da sempre e la bellezza del colore è qualcosa che riesce a lasciarmi ancora a bocca aperta. Perché allora non provare con i miei sensi, mescolandolo con le mie passioni, quel colore che il mio uomo osserva estasiato tutte le volte? Il rosso rubino…”
Ed ecco che nasce l’idea, sostenuta con calore da due cari amici, anche loro, per lavoro, nel magico mondo del vino: tele dipinte con quel liquido odoroso color rubino! Le tele al vino….
La seconda opera: tela più grande, cm 40×50. “Un volto di donna, capelli raccolti, distesa, labbra rosse, osserva il fruitore dell’opera. “Ingenua voluttà” il suo titolo. Dovreste vedere queste tele e annusarle per poter comprendere cosa riesce a suscitare il vino anche per vie traverse! Nasce allora un terzo quadro. Nasce da una mia speranza e dall’amore, sempre più forte per il uomo, per le sue passioni, per i suoi interessi. Nasce dalla voglia di rientrare tra quelle sue passioni”.
La terza tela è “Io tra le tue passioni”. E’ una donna dipinta col vino quindi esistente grazie a quel nettare, una donna che, ad occhi chiusi ha sulla sua pelle dei grappoli d’uva. Gode di queste sensazioni. Di questo contatto. Chissà se il mio uomo riuscirà ad interpretare quest’opera e chissà se io riuscirò a suscitare in lui una passione tanto forte quanto quella che lui nutre per il vino. Posso solo sperarci…”
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Saggio di Natale a Nardò
Domenica 22 dicembre si è svolto al palazzetto dello sport Andrea Pasca di Nardò, il primo saggio di Natale della scuola di ballo Anastasia Dance: Jingle dance.
Non solo ballo ma anche attrazioni natalizie per tutti i bambini: Anna ed elsa, elfi, zucchero filato per tutti, babbo natale con la buca lettere per le letterine, angolo scenografico. Tante coreografie che hanno visto esibirsi 50 ballerini della scuola Anastasia Dance dei maestri Francesca Paglialunga e Salvatore Vacca.
L’evento è stato patrocinato dal Comune di Nardò, grazie alla preziosa collaborazione del presidente del Consiglio comunale con delega allo sport Antonio Tondo e del presidente della Consulta dello sport Tony De Paola.
Le iscrizioni per il nuovo anno sono aperte e i maestri vi aspettano in via due Aie, 67 a Nardò.
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Annuo Nuovo, una “buona vecchia abitudine: il bagno a mare
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro
Anche questo 2025 si è palesato con il volto e gli usi di altri inverni, un deja vù, insomma.
Sono tanti i salentini che nonostante l’estate sia solo uno sbiadito ricordo, continuano a “calare” i propri corpi nelle fredde e chiare acque di mare: una usanza, forse; una ricetta per la longevità, sostiene qualcun altro; un modo per curare la forma e l’anima; una sorta di rito propiziatorio, ci confidano, un po’ come fare il bagno nelle acque del Gange (per gli indù c’è la convinzione che effettuando il bagno nel fiume si possa ottenere il perdono dei peccati e un aiuto per raggiungere la salvezza).
Pertanto anche quest’anno a Capodanno passeggiando per le nostre coste, da Otranto– S. Cesarea a Castro, passando per Tricase e Leuca, era facile scorgere alcuni coraggiosi e volenterosi che iniziavano l’anno con il “solito” rito propiziatorio: il bagno a mare.
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Marittima: in Bottega l’ultimo appuntamento con le degustazioni
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