Cronaca
Don Tonino Bello “scrive” una lettera ai ragazzi che iniziano l’anno scolastico
Il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, mons. Vito Angiuli, ha preso per la seconda volta carta e penna e “ha fatto scrivere” ai ragazzi nientemeno che il compianto vescovo Don Tonino Bello

Ugento, 11 settembre 2013 – In questi giorni i ragazzi italiani ritornano sui banchi per iniziare un nuovo anno scolastico. E come ogni anno in questi giorni si rincorrono le cifre sul caro scuola, sulle difficoltà a coprire le cattedre, insomma l’attenzione prevalente va alle questioni economiche, con qualche scivolamento sulla cronaca nera… Eppure su quei banchi scolastici ci sono persone, ragazzi che cercano di dare un senso alla loro vita, alla loro affettività.
Per questo il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca mons. Vito Angiuli, ha preso per la seconda volta carta e penna e “ha fatto scrivere” ai ragazzi nientemeno che il compianto vescovo Don Tonino Bello, le cui spoglie riposa da 20 anni nella cittadina di Alessano, ma che continua ad essere una energia della vita capace di fare innamorare di Cristo giovani e adulti. Il titolo della “lettera di don Tonino” (scritta da Angiuli) è molto forte: “Tutto passa… solo l’amore resta”. E si struttura in due parti: “I grandi amori di don Tonino Bello” (la vita, la terra, i poveri, Gesù) e “come vivere la vita con una forte passione”. Angiuli/don Tonino vuole appunto sollecitare i ragazzi – ma dà anche una scossa anche agli adulti, genitori ed educatori – a prendere in mano, come ha fatto don Tonino, la loro vita, senza lasciarsi andare al non senso; e l’unico modo per essere protagonisti, non passivi, dello loro vita è quello di centrarla sull’amore, che non è una ideologia, che non è una filosofia, ma una relazione concreta con Dio e con i fratelli. Secondo Angiuli/don Tonino occorre aiutare i ragazzi a credere nell’amore, non solo nelle proprie capacità intellettuali o tecniche. Amare, e vivere il rapporto con la terra, con i poveri, con Gesù ha come esito quello di vivere la vita in pienezza, con una grande passione. E anche i dubbi e le incertezze dell’adolescenza – che anche don Tonino, come ogni adulto, ha avuto – non sono un handicap, non sono un “tunnel oscuro” senza via di uscita, ma semplicemente la fatica della crescita per diventare persone adulte. Insomma, il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, con questa lettera inviata a tutti i ragazzi che stanno iniziando l’anno scolastico 2013-2014 vuole spingere tutti nella direzione della consapevolezza che i ragazzi sono una grande risorsa e non solo un problema economico, pedagogico, piscologico o politico. La fede cristiana può dire molto a loro, per condurli nella direzione della vera felicità, che non è assenza di sofferenza, ma capacità di vivere la vita in pienezza. Come ha fatto don Tonino Bello, “innamorato di Gesù”.
Tutto passa… solo l’Amore resta!
Cari giovani,
sono don Tonino Bello, nato ad Alessano nel 1935 e divenuto Vescovo di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo e Terlizzi nel 1982. Ora riposo serenamente nel cimitero del mio paese. Forse vi domanderete: «Come mai, a vent’anni dalla morte, don Tonino ci invia questa lettera?». La risposta è molto semplice. La morte non è la fine di tutto, ma l’inizio di una nuova vita. Niente è perduto per chi ama perché «forte come la morte è l’amore» (Cantico dei Cantici 8,6). L’amore annulla la distanza e rende possibile il dialogo anche oltre la vita terrena. Facendo mie la parole di un poeta, posso dire che «sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto».
Se dopo vent’anni dalla mia morte vi invio questa lettera è solo per testimoniarvi il segreto della mia vita. Esso si può riassumere in un solo verbo: amare! L’amore dona gioia e mantiene desta la passione per il bene.
I MIEI QUATTRO AMORI
Tutto passa… solo l’Amore resta!
Questa frase contiene un meraviglioso messaggio e una forte provocazione. Alla fine della vita, infatti, giungerà puntuale e implacabile la domanda: hai amato? Per spronarvi a fare dell’amore la legge della vostra esistenza vi racconto i quattro amori della mia vita.
Ho amato la vita!
Non la bella vita, ma la vita bella!a bella!
La bella vita è:
• sinonimo di disimpegno e di ricerca di soddisfazioni immediate e passeggere;
• desiderio di provare le sensazioni e le emozioni che si presentano ogni giorno;
• voglia di “cogliere l’attimo fuggente” senza preoccuparsi del domani;
• smania di vivere “alla giornata” scrollandosi di dosso ogni responsabilità.
La vita bella, invece, è:
• desiderio di un sapere che spinge alla conoscenza approfondita delle cose;
• bisogno di coltivare rapporti sinceri, intensi e duraturi con gli altri;
• capacità di affrontare con coraggio i sacrifici necessari per raggiungere gli obiettivi prefissati;
• attitudine a coltivare il desiderio di percorrere sentieri impervi e inesplorati;
• aspirazione a nutrire grandi sogni, a non sprecare le proprie energie fisiche, intellettuali e spirituali, a vivere con saggezza la propria libertà.
La vita bella è il frutto dell’amore!
L’amore rinnova ogni cosa e dona la forza per affrontare con coraggio la sofferenza e il dolore. A questo proposito potrei raccontarvi la mia esperienza e dirvi quello che ho provato quando ho scoperto di avere un cancro. Vi rinvio invece alla testimonianza di un giovane come voi, Fabio Salvatore, che potrete trovare anche in internet.
Fabio, un attore avviato a una promettente carriera, a 21 anni, scopre un tumore che non perdona. Il referto del medico è inequivocabile: cancro alla tiroide. Fino a quel momento aveva creduto che la vita fosse ai suoi piedi e che la forza fosse l’arma vincente per affrontare la vita e ottenere successo, donne e molti soldi.
Bisogna intervenire in fretta. Ma egli continua a recitare in teatro, nascondendo tutto ai familiari, finché afono e privo di forze è costretto a soccombere allo “scara-faggio”. Operato d’urgenza, supera l’intervento e fa la sua prima radioterapia. Perde lavoro, amici e popolarità, ma in quel baratro inizia finalmente a guardarsi dentro. Passano i mesi, e dopo un anno parte per il Portogallo. Il viaggio lo porta a Fatima. Si affida completamente alla Madonna, chiede aiuto fra le lacrime e da quel giorno il suo deserto fiorisce e si riempie di colori. Anche la tragica morte del padre, in un incidente stradale, non lo abbatte. Oggi, dopo 14 anni di malattia e di cure, Fabio sa di essere un uomo fragile, reso forte dalla fede che ha illuminato i suoi passi e ha colorato d’azzurro la sua sofferenza.
Ho amato la mia terra!
Come vi ho già accennato, sono nato ad Alessano e ho vissuto gran parte della mia vita a Ugento e a Tricase. La terra salentina mi è entrata prepotentemente nel cuore. Certo, essa sembra una terra senza risorse. Bella nella patina ferrigna delle sue rocce. Splendida nel biancore dei suoi paesi. Malinconica nel contorcimento degli ulivi secolari. Struggente nella purezza del mare e nel fulgore del suo biblico sole. Ma arida di piogge e di speranza. Geograficamente emarginata, fatta fuori dalle grandi linee di comunicazione e di trasporto. Con tutti i problemi che si accompagnano alla povertà provocata dallo strapotere degli altri. In questa terra così bella per la sua asprezza e la sua luminosità vive una gente abituata al sacrificio e alla durezza della vita. Una gente povera di denaro, ma ricca di sapienza. Dimessa nel portamento, ma aristocratica nell’anima. Rude nel volto contadino, ma ospitale e generosa. Con le mani sudate di fatica e di terra, ma linda nella casa e nel cuore. Una gente “naturaliter religiosa”, che trova simboli del suo affidarsi alla Provvidenza in due moduli dialettali molto frequenti: “fazza Diu” per l’accoglimento delle disavventure, e “se vole Diu” per la consegna delle speranze. Ho amato questa terra. E tutte le volte che mi è stato possibile sono ritornato a rivedere i luoghi e gli amici conosciuti fin da piccolo. Prima di partire per Molfetta, sul molo del porto di Tricase, avevo promesso che non avrei mai dimenticato questi posti incantevoli ai quali più volte ho fatto riferimento nei miei scritti. Ho suggellato il patto di amore con la mia terra chiedendo di essere seppellito accanto a mia madre. E così è stato.
Ho amato i poveri!
I poveri sono la grande risorsa della Chiesa. Per questo ho scelto come motto episcopale le parole del salmo: «Ascoltino gli umili e si rallegrino» (Sal 33,3). Mi ha sempre molto colpito il brano del Vangelo di Matteo che riassume tutto il cristianesimo nelle opere di misericordia: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,35-40). Quando ho capito la bellezza di questo amore senza limiti e senza riserve per i poveri mi si è spalancato un grande orizzonte, un nuovo mondo, un affascinante stile di vita. Vi prego, cari giovani, anche voi fate lo stesso. Non distogliete lo sguardo da coloro che soffrono, ma come il buon Samaritano accostatevi a loro, fasciate le loro ferite, aiutateli a riprendere con gioia il loro cammino.
Ho amato Gesù!
Sì, ve lo confesso senza reticenze: mi sono innamorato di Gesù! Anche voi, cari giovani, innamoratevi di Lui! Quando parlo di innamoramento di Gesù Cristo voglio dire questo: un investimento totale della vita. Il Signore non è una fascia, una frangia, un merletto, sia pure notevole, che si aggiunge al panneggio della nostra esistenza. L’amore per Cristo, se non ha il marchio della totalità, è ambiguo. Il part-time, il servizio a ore, magari col compenso maggiorato per lo straordinario, con Cristo non è ammissibile, un servizio a ore saprebbe di mercificazione. Innamorarsi di Gesù Cristo vuol dire: conoscenza profonda di lui, dimestichezza con lui, frequenza diurna nella sua casa, assimilazione del suo pensiero, accoglimento senza sconti delle esigenze più radicali del Vangelo.
VIVETE LA VITA CON UNA FORTE PASSIONE
Cari giovani, vivete anche voi appassionatamente questi quattro amori: la vita, la terra, i poveri, Gesù. Lo so. Non è facile! Era difficile ai miei tempi. È diventato più difficile, oggi. Se vado indietro nel tempo mi vengono in mente i miei anni del ginnasio: un mare di dubbi. Dubitavo perfino della mia capacità di affrontare la vita. Che età difficile! Hai paura di non essere accettato dagli altri, dubiti del tuo charme, della tua capacità d’impatto con gli altri e non ti fai avanti. E poi problemi di crescita, problemi di cuore… Ma voi non abbiate paura, non preoccupatevi! Se lo volete, se avrete un briciolo di speranza e una grande passione per gli anni che avete… cambierete il mondo e non lo lascerete cambiare agli altri. Vivete la vita con una forte passione. Non recintatevi dentro di voi circoscrivendo la vostra vita in piccoli ambiti egoistici, invidiosi, incapaci di aprirsi agli altri. Appassionatevi alla vita perché è dolcissima. Mordete la vita! Non accantonate i vostri giorni, le vostre ore, le vostre tristezze con quegli affidi malinconici ai diari. Non coltivate pensieri di afflizione, di chiusura, di precauzioni. Mandate indietro la tentazione di sentirvi incompresi. Non chiudetevi in voi stessi, ma sprizzate gioia da tutti i pori. Bruciate… perché quando sarete grandi potrete scaldarvi ai carboni divampati nella vostra giovinezza. Incendiate… non immalinconitevi. Perché se voi non avete fiducia, gli adulti che vi vedono saranno più infelici di voi. Coltivate le amicizie, incontrate la gente. Coltivate gli interessi della pace, della giustizia, della solidarietà, della salvaguardia dell’ambiente. Il mondo ha bisogno di giovani critici… Diventate voi la coscienza critica del mondo. Diventate sovversivi…. Il cristiano autentico è sempre un sovversivo; uno che va contro corrente non per posa ma perché sa che il Vangelo non è omologabile alla mentalità corrente… Non so se li ricordate, se li avete letti in qualche vostra antologia quei versi di Neruda in cui egli si chiede cosa sia la vita:
«Tunnel oscuro, – dice – tra due vaghe chiarità
o nastro d’argento su due abissi d’oscurità?»
Quando ero parroco li citai durante una messa con i giovani. Poi chiesi: perché la vita non può essere un nastro d’argento tra due vaghe chiarità, tra due splendori? Non potrebbe essere così la vostra vita? Vi auguro, davvero, che possiate interpretare la vita in questo modo bellissimo.
Vi saluto con affetto! Buon anno scolastico!
Cronaca
Nube su Galatina, Colacem: “Fuoriuscita di materiale inerte”
Nella versione dei fatti arrivata in una nota, si sarebbe trattato di un problema tecnico all’impianto; sopralluogo effettuato dai funzionari di ARPA Puglia

Dopo la nube anomala levatasi su Galatina sabato scorso, lo stabilimento della Colacem dà la sua versione dei fatti.
Secondo la società capofila del Gruppo Financo, si sarebbe trattato di un “problema tecnico all’impianto che ha determinato il rilascio di polvere di calcare e argilla”.
Ciò avrebbe creato le condizioni perché si verificasse “un evento anomalo e non prevedibile nello stabilimento di Galatina. Un componente della torre a cicloni si è intasato, provocando la fuoriuscita di una miscela, di calcare e argilla macinati, non ancora sottoposta a processo di cottura. Calcare e argilla sono materiali naturali e inerti provenienti dalle aree estrattive del territorio”.
“L’evento”, si legge ancora nella nota, “è stato tempestivamente risolto dai nostri tecnici e dopo il ripristino della funzionalità del componente la situazione è tornata nella assoluta normalità. Le autorità competenti sono state informate e funzionari di ARPA Puglia – DAP Lecce hanno prontamente effettuato un sopralluogo in impianto, acquisendo tutti i dati necessari!”.
📍 Segui il Gallo
Live News su WhatsApp 👉 clicca qui
Corigliano
Scoperti terreni colmi di rifiuti a Poggiardo e Corigliano
Vecchie auto, eternit, pedane da imballaggio in legno, cassette ( in plastica/legno, pneumatici fuori uso (PFU), contenitori per piantine in polistirolo, imballaggi e teloni in plastica, rifiuti RAEE: sequestrati i due terreni e denunciati i proprietari

È di 23.700 metri quadrati la superficie di terreno agricolo ricoperta di rifiuti di vario genere che il personale della Polizia Provinciale ha sottoposto a sequestro al termine di un’attività di indagine di Polizia Giudiziaria, a tutela dell’ambiente e del paesaggio nelle zone rurali del Salento.
In due distinte operazioni, espletate dal personale in divisa della Provincia di Lecce in agro di Corigliano d’Otranto e Poggiardo, è stato possibile individuare, grazie all’impiego dei droni in dotazione, diverse aree in stato di completo degrado ambientale derivante dallo stato di incuria delle stesse, con ingenti quantitativi di rifiuti abbandonati ed esposti alle intemperie.
All’interno di un ampio lotto recintato comprendente un’area boscata, a Corigliano d’Otranto, c’erano rifiuti costituiti da pedane da imballaggio in legno, cassette (contenitori ortaggi/frutta) in plastica/legno, pneumatici fuori uso (PFU), contenitori per piantine in polistirolo, imballaggi in plastica, teloni in plastica, rifiuti RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche), rifiuti edili, oltre a diversi capannoni in vetroresina in totale stato di abbandono, molti dei quali invasi dai suddetti rifiuti.
La stessa tipologia di rifiuti è stata scoperta nelle campagne di Poggiardo, all’interno di un’area, anch’essa recintata, con l’aggiunta di lastre in eternit e di alcuni veicoli a motore e loro parti di carrozzeria.
In entrambi i casi sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria i rispettivi proprietari degli immobili oggetto di sequestro.
Con queste operazioni la Polizia Provinciale continua a dare concreta attuazione al “Protocollo di Intesa” di potenziamento dei servizi di contrasto dell’abbandono di rifiuti nel territorio della provincia di Lecce, siglato nel gennaio scorso tra Prefettura di Lecce, Regione Puglia, Procura Generale della Repubblica presso Corte d’Appello di Lecce, Procura della Repubblica presso Tribunale di Lecce, Provincia di Lecce, Comuni sede di ARO e Confindustria.
Allo stesso tempo sono stati intensificati i controlli mirati a verificare la corretta gestione dei rifiuti provenienti dai cantieri edili, dalle attività di sgombero e svuotamento di cantine e dalle officine meccaniche.
Tali attività, effettuate congiuntamente alle Polizie Municipali, hanno portato al sequestro di un’officina meccanica completamente abusiva, al deferimento all’autorità giudiziaria di più persone per violazioni della normativa ambientale e all’irrogazione di sanzioni per oltre 20mila euro.
«La finalità dei controlli in corso non è soltanto repressiva», evidenzia il Comandante della Polizia Provinciale Alessandro Guerrieri, «si propone anche di scuotere l’opinione pubblica e di accrescere la sensibilità ambientale dei cittadini, che sono invitati a segnalare questi gravi fenomeni criminosi, che rappresentano una minaccia per la salute pubblica e per la sicurezza, in quanto potenziali fonti di inquinamento del terreno, delle acque e dell’aria. Basti pensare alle emissioni inquinanti in caso di incendio, trattandosi spesso di rifiuti facilmente infiammabili».
📍 Segui il Gallo
Live News su WhatsApp 👉 clicca qui
Cronaca
Il sindaco di Ruffano si è dimesso

Il sindaco di Ruffano Antonio Rocco Cavallo ha rassegnato questa mattina le sue dimissioni.
Il primo cittadino ruffanese è al momento ristretto in carcere in custodia cautelare per l’inchiesta che lo vede coinvolto (assieme ad altri amministratori di Maglie e Sanarica) in un presunto giro di corruzione relativa ad alcuni appalti pubblici (leggi di più qui).
Affinché le dimissioni divengano irrevocabili e Ruffano venga raggiunta da un commissario prefettizio è necessario che trascorrano venti giorni dalla data odierna.
Viene meno così l’ipotesi di un proseguimento dell’attività amministrativa in attesa degli sviluppi giudiziari che vedono coinvolto il sindaco: con le dimissioni, vi è lo scioglimento della giunta.
-
Cronaca5 giorni fa
Arresto sindaci di Ruffano, Maglie e Sanarica: ecco come è andata
-
Corsano5 giorni fa
Corsano: bomba inesplosa, auto e camion incendiati
-
Appuntamenti3 settimane fa
Don Coluccia salpa con la Nave della Legalità di Montesano
-
Cronaca4 settimane fa
Malore in strada a Tricase: una donna perde la vita
-
Andrano3 settimane fa
Tutto pronto per il carnevale: sfilate, carri, maschere.. e divertimento
-
Cronaca6 giorni fa
Don Antonio Coluccia: «Droga welfare criminale. Anche nel Salento»
-
Alessano1 settimana fa
Scontro nel Capo di Leuca: coinvolti in sette
-
Attualità3 settimane fa
Specchia, la sindaca: «Per attaccare me bloccano tutto»