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Elezioni, il gioco dei partiti è finito

Di qui lo spettacolo di personaggi catapultati in collegi sicuri, presenti in più parti o collocati in modo da garantire a priori il loro successo elettorale

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ELEZIONI POLITICHE


di Hervé Cavallera


Il prof. Hervé Cavallera


Indipendentemente da quali saranno i risultati del 25 settembre, credo che passerà agli annali della cronaca della vita della Repubblica italiana lo scomposto giro di valzer di tante alleanze che si è tenuto tra luglio e agosto per finire poi con una schiacciante imposizione di nominativi, come mai forse prima era accaduto con tanta evidenza.


Una vicenda che si può scandire in tre fasi.


Si era già detto su queste colonne come la caduta del Governo Draghi avesse generato, in particolar modo nel centrosinistra, un convulso gioco di alleanze volto sostanzialmente a fare fronte comune contro lo schieramento avverso che appariva saldamente coeso. Si è trattato di uno spettacolo in cui si è visto di tutto fuorché programmi ben articolati che poggiassero su princìpi chiari. Né, sotto tale aspetto, meno generiche le proposte del campo nemico. Il frutto, insomma, di una politica fondamentalmente poggiante sulle singole persone più che su delle chiare visioni della vita. Di qui una rissa quotidiana – spesso di basso livello – in cui hanno avuto un ruolo rilevantissimo i social. Tutto questo ha costituito la prima fase, quella della costituzione delle coalizioni. Da notare, a margine, che sono stati depositati al Viminale 101 (!) contrassegni e che ne sono stati accettati 75.


La seconda fase è quella della preparazione delle liste. E qui subito si manifesta una nota più che dolente. Grazie alla legge costituzionale 19 ottobre 2020 n. 1, voluta dalla logica giacobina dei pentastellati e da tutti accettata, si è passati da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori elettivi. Una drastica riduzione di “rappresentanti del popolo” i cui effetti si sarebbero visti nella compilazione delle liste, in cui peraltro la complessa legge elettorale – il cosiddetto rosatellum, ossia la legge Rosato, dal nome del suo relatore Ettore Rosato, ufficialmente legge 3 novembre 2017, n. 165 – assicura, secondo alcune posizioni in lista, un risultato sicuro. Il tutto, poi, tenendo presente le “storiche” aree geopolitiche in cui è prevalente un certo partito che garantirebbe una elezione altrettanto sicura. Così i cittadini hanno assistito ad una ulteriore rissa nel centrosinistra, mentre il centrodestra si è mosso in silenzio facendo risultare le scelte dei candidati a tempo scaduto. Naturalmente ovunque mugugni e scontenti a non finire!


La terza fase è quella della campagna elettorale vera e propria nella quale non si intende entrare nel merito e non soltanto perché è da farsi.


Le considerazioni possibili riguardano appunto solo le prime due fasi.


In primo luogo, pur nel massimo rispetto per tutte le posizioni, è evidente che la deposizione di ben 101 contrassegni elettorali, di cui alcuni chiaramente farneticanti, significa effettivamente che l’immaginazione vuole essere al potere, come si blaterava nel ’68. Non ci si turba ad ostentare alcunché!


L’ingresso nella vita politica è come entrare nel mondo della fantascienza.

Per quanto poi riguarda i vortici delle alleanze fatte e disfatte nell’area del cosiddetto centrosinistra, essi manifestano un vuoto ideologico significativo in funzione di una corsa ad un “centro” indefinito e indefinibile che vorrebbe essere garante di ogni perbenismo, ma che da un lato rivela la crisi della sinistra storica con le sue ideologie, dall’altro esprime un’aspirazione centrista che pragmaticamente significa possibilità di esercitare qualunque opzione, quindi una posizione di comodo tematicamente  anch’essa indefinibile.


Alla base, la chiara personalizzazione delle parti politiche, peraltro presente nello stesso centrodestra.


Infatti nel mondo dei social e degli influencer si votano le persone, a prescindere se esse sono portatrici di articolate visioni della realtà delle cose ed esprimono reali competenze. Il mondo dell’apparenza, appunto. Ciò si è visto, particolarmente per le coalizioni più significative, nella scelta di candidature sostanzialmente imposte dall’alto, senza alcun coinvolgimento della base, come una volta si cercava di fare.


Di qui lo spettacolo di personaggi catapultati in collegi sicuri, per quanto in regioni lontane dal loro vissuto, o presenti in più parti o collocati in modo da garantire a priori il loro successo elettorale. E ciò per lo più prescindendo da effettive competenze, ma spesso contando sulla notorietà, sul gruzzolo dei voti già posseduti, su accordi di vario genere.


Il tutto è confermato dalla lettura dei vari mezzi di comunicazione che da settimane danno particolare attenzione alle new entries in politica di personalità note per svariate ragioni o della sistemazione geopolitica dei cosiddetti big.


Tutto ciò si scrive – è opportuno precisarlo –  non per contestare delle persone che sostanzialmente fanno quanto credono opportuno per il bene loro o del prossimo, ma per sottolineare il fallimento di un sistema che dalla fine della prima repubblica (1994) ha visto l’affermazione di un personalismo che poggia sull’abilità della comunicazione più che sulle competenze o su programmi ben articolati e ideologicamente orientati, col rischio di un ulteriore allontanamento dalla vita politica  e di un ulteriore assenteismo alle elezioni.


Intanto stiamo vivendo un momento storico assai delicato. Una guerra in Europa che non termina; una crisi economica estremamente grave con conseguente svalutazione di pensioni, stipendi e salari; lo spopolamento di interi territori; un calo demografico; la mancanza di integrazione dei numerosi immigrati. Non ci interessano gli spettacoli degli insulti pseudo-politici o delle surreali proposte come il docente esperto.


Abbiamo bisogno oggi più che mai di una classe politica di competenti, che si collochino ai posti giusti sì da favorire crescita, ordine e serenità.


Sarebbe davvero importante che coloro che gestiranno la vita pubblica dopo settembre possano lavorare a rendere possibile la rinascita della classe politica.


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Dalle auto in fiamme alla fuga di gas: le emergenze della viglia

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Una notte della vigilia di Natale intensa per le squadre del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecce che sono dovute intervenire in diversi comuni per porre rimedio ad una serie di emergenze.

A Lecce alle 20:50 di ieri un pino marittimo di grandi dimensioni, situato lungo la strada Lecce-Frigole, si è inclinato pericolosamente. L’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco ha permesso il taglio della pianta e il ripristino della sicurezza e della viabilità dell’area.

A Castri di Lecce poco dopo le 22:30 ha preso fuoco una autovettura parcheggiata in una pubblica. L’incendio si è propagato ad un altro veicolo. Le squadre intervenute hanno domato rapidamente le fiamme, evitando ulteriori danni.

A Melissano, all’una, intervento di una squadra del distaccamento di Gallipoli per un incidente domestico causato da un malfunzionamento del regolatore di pressione del gas GPL, che ha provocato un’ustione di primo e secondo grado a un residente. L’area è stata messa in sicurezza, evitando gravi conseguenze.

Nella marina di Torre dell’Orso (Melendugno) questa mattina altra autovettura in fiamme alle ore 07:41. L’episodio è stato prontamente risolto senza ulteriori danni.

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Auto in fiamme, fuga di gas, albero pericolante: emergenze della notte di viglia

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Una notte della vigilia di Natale intensa per le squadre del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Lecce che sono dovute intervenire in diversi comuni per porre rimedio ad una serie di emergenze.

A Lecce alle 20:50 di ieri un pino marittimo di grandi dimensioni, situato lungo la strada Lecce-Frigole, si è inclinato pericolosamente. L’intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco ha permesso il taglio della pianta e il ripristino della sicurezza e della viabilità dell’area.

A Castri di Lecce poco dopo le 22:30 ha preso fuoco una autovettura parcheggiata in una pubblica. L’incendio si è propagato ad un altro veicolo. Le squadre intervenute hanno domato rapidamente le fiamme, evitando ulteriori danni.

A Melissano, all’una, intervento di una squadra del distaccamento di Gallipoli per un incidente domestico causato da un malfunzionamento del regolatore di pressione del gas GPL, che ha provocato un’ustione di primo e secondo grado a un residente. L’area è stata messa in sicurezza, evitando gravi conseguenze.

Nella marina di Torre dell’Orso (Melendugno) questa mattina altra autovettura in fiamme alle ore 07:41. L’episodio è stato prontamente risolto senza ulteriori danni.

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SIULP Lecce: “Più sicurezza per donne e uomini in divisa”

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Riceviamo e pubblichiamo.

“Continua senza sosta la scia di aggressioni alle donne ed agli uomini in divisa, nella stessa giornata non abbiamo fatto in tempo a tirare un respiro di sollievo per lo scampato pericolo dei due poliziotti affrontati a Padova da un individuo di nazionalità nigeriana armato di ascia, che a poche ore dall’accaduto l’episodio si è ripetuto nel centro cittadino di Lecce, dove un cittadino extracomunitario ha aggredito un Poliziotto senza un apparente motivo ovvero per il solo fatto di indossare un’uniforme.”

E’ quanto afferma in una nota Mirko BRAY, Segretario Generale del SIULP Lecce, a seguito della vile aggressione avvenuta ai danni di un Poliziotto nelle prime ore della scorsa serata ad opera di un cittadino extracomunitario poi arrestato per tentato omicidio.
“La nostra impressione è che la Polizia di Stato stia pagando lo scotto della grave carenza negli organici, problematica che in questa Provincia ci penalizza particolarmente, al contempo emerge nitidamente la necessità di introdurre tutti quegli strumenti che consentano ai tutori dell’ordine pubblico di operare in condizioni di sicurezza, in particolare ci riferiamo all’ampliamento delle dotazioni dei Taser, alla fornitura delle bodycam e dei giubbini tattici antitaglio. Non solo! Chiediamo anche delle tutele legali differenti rispetto a quelle in vigore che giudichiamo eccessivamente garantiste nei confronti di chi delinque a scapito della gente onesta e di chi opera per la legalità e il bene comune. Avvertiamo un’eccessiva tolleranza verso chi usa violenza contro un poliziotto, che sia in ordine pubblico o in un intervento di polizia, di contro il solo sospetto di un possibile eccesso nelle nostre reazioni, che scaturiscono sempre a contenimento delle violenze di ogni genere che siamo chiamati a fronteggiare, è sufficiente ad innescare il c.d. “atto dovuto” che da inizio a quella che oggi in Italia è la vera e propria pena: ovvero, l’iter processuale. Auguriamo al nostro collega una pronta guarigione nella certezza che il consueto spirito di servizio e l’indubbia abnegazione, lo spronerà a superare nuovamente quanto già vissuto in passato.”

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