News & Salento
Eternit: la rabbia dei Mille
La speranza tradita di chi ha cercato di dare un futuro a se stesso e alla propria famiglia. Sembra un film già visto per tante persone del sud, un film drammatico però
La speranza tradita di chi ha cercato di dare un futuro a se stesso e alla propria famiglia. Sembra un film già visto per tante persone del sud, un film drammatico però, in cui il lieto fine è davvero difficile da scorgere. Quando per campare si faceva la valigia di cartone, la si riempiva delle poche cose che si avevano e si accettava qualunque cosa pur di accendere la speranza. Chi tra gli emigranti aveva trovato un posto alla Eternit, Multinazionale svizzera con fabbriche disseminate lungo i Cantoni d’oltralpe, si sentiva quasi come chi oggi ha appena grattato un “Gratta e Vinci” fortunato. Perché allora non si sapeva quanto fosse pericoloso l’amianto. Oggi ne hanno conferma direttamente sulla loro pelle oltre un migliaio di salentini (e il numero, ahinoi, è ancora provvisorio) che hanno prestato la loro opera per tanti anni in quelle fabbriche mentre altri vivono nel terrore che qualche malattia (soprattutto la più pericolosa, il mesotelioma da esposizione da amianto) possa manifestarsi. I Comuni salentini che, ad oggi, più hanno dato in termini di lavoratori in quelle assurde fabbriche sono Corsano (250), Tiggiano (130) Andrano (77), Tricase (76) Veglie (68), Uggiano La Chiesa (48) e Alessano (46). Ma si contano sulle dita delle mani quei paesi che non sono toccati direttamente dalla vicenda. Ed oggi? In Svizzera, dopo 10 anni dal pensionamento o il licenziamento, eventuali danni provocati cadono in prescrizione e in Italia non partono neanche i risarcimenti per coloro che si sono ammalati lavorando l’amianto sul territorio nazionale.
Della vicenda se ne occupa sin dal 2002 l’Associazione Emigranti nel Mondo di Corsano. Dopo aver premesso che “l’Associazione è nata con lo scopo di dare il suo contributo al reinserimento sociale degli emigranti al momento di tornare a casa”, il presidente Antonio Mauro si dice “ben felice che oggi possa dare un aiuto anche per le persone che hanno lavorato tanto tempo a stretto contatto con l’amianto”. E’ Biagio Mastria, sempre dell’Associazione, a ripercorrere i passi di questa vicenda: “Nel 2002 alcuni ex lavoratori della Eternit di Niederurnen (Canton Glarus) si sono rivolti a noi chiedendoci di avviare delle indagini e sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto stava accadendo: molti ex lavoratori erano già deceduti e non si sapeva perché si ammalassero o morissero. Nello stesso anno ricevemmo la visita di una troupe della tv svizzera italiana che voleva intervistare alcuni ex lavoratori della Eternit. Questo ci ha fatto capire come anche in Svizzera qualcosa si stesse movendo. Dopo quell’intervista c’è stata una lunga fase di stallo durata fino al 2005 quando a Tiggiano ci fu un convegno con la presenza, tra gli altri, dell’epidemiologo Luigi Bisanti, originario di Presicce, che mi chiamò e mi disse chiaramente che da noi eravamo molto indietro per quel che riguardava coloro che hanno lavorato l’amianto mentre a Casale Monferrato (Alessandria) erano già stati stanziati dei fondi e riconosciuti i primi risarcimenti”. Benché sin dal 1962 fosse noto in tutto il mondo che le fibre di amianto provocano una forma di cancro, il mesotelioma pleurico (oltre che alla classica asbestosi), a Casale Monferrato, Cavagnolo (Torino) e Broni (Pavia) Eternit e Fibronit continuarono a produrre manufatti sino al 1986 (1992 per Broni), tentando di mantenere i propri operai in uno stato di totale ignoranza circa i danni (soprattutto a lungo termine) che le fibre di amianto procurano, al fine di prolungare l’attività dello stabilimento e quindi dei profitti. In particolare, a Casale Monferrato i morti e i contaminati da amianto saranno migliaia, anche perché lo stabilimento disperdeva con dei potenti aeratori la polvere di amianto in tutta la città, causando la contaminazione anche di persone non legate alle attività produttive dell’eternit. Nella zona di Casale Monferrato e nell’intera provincia di Alessandria si contano più di 1600 morti per esposizione ad amianto, decessi avvenuti perlopiù in silenzio; i responsabili sino ad oggi non sono stati praticamente perseguiti, il processo istituito dal procuratore Raffaele Guariniello (destinato a far storia prima ancora che giurisprudenza) iniziato contro i due imputati indiziati il 6 aprile 2009 a Torino, prosegue molto a rilento e molte cause rischiano di andare in prescrizione. Tornando alla vicenda che riguarda il Salento, Biagio Mastria ricorda come, sempre in occasione del convegno del 2005, “con il dott. Bisanti, Maria Roselli, giornalista del Work di Zurigo, e Franco Pasciani del Sindacato UNIA –Svizzera, abbiamo dato il via ad una sorta di censimento che ci permettesse di capire quanti salentini avessero lavorato per l’Eternit. Da lì cominciarono a venire fuori quei numeri raccapriccianti che oggi tutti conosciamo”. E che purtroppo non sono definitivi. “Perché non tutti vogliono censirsi ed è comprensibile come abbiano paura anche di sottoporsi alle visite mediche per quanto queste siano gratuite”. E ciò senza tener conto di chi è già passato a miglior vita. “Quello riguardante gli ex lavoratori defunti non può essere un dato certo perché anche se veniva dichiarata la morte per cancro ai polmoni, non ne veniva specificata la causa. Quindi non si può affermare scientificamente che la colpa sia stata della Eternit anche se hanno respirato tanto a lungo polvere di amianto. Per quanto mi risulta, ma è un dato che si ferma al 2006, solo a Corsano le morti sospette per esposizione alla polvere di amianto sono state 28; a Tiggiano invece 16”. Il Servizio di Pnuemologia dell’Asl Lecce, diretto dal dott. Wilson Castellano, ha avviato intanto un’indagine in tutta la provincia per esaminare le carte di tutti i defunti che hanno lavorato alla Eternit. Anche questo aiuterà a comprendere l’entità del fenomeno. Tornando all’excursus storico tracciato da Mastria, “nel 2006 ci fu un altro convegno da noi organizzato insieme all’Unione Terra di Leuca, al quale partecipò nuovamente il dott. Bisanti, che coinvolse degli esperti del settore tra cui Bruno Pesce, presidente coordinatore del Comitato Vertenza Amianto di Casale Monferrato con il quale tuttora è in piedi una proficua collaborazione. Da questo convegno è nato un protocollo di intesa tra la nostra Associazione, l’Unione Terra di Leuca e l’Asl. Il nostro compito è quello di risalire all’elenco delle persone che hanno lavorato per la Eternit, quello dell’Asl di chiamare a visita medica periodica gli interessati. L’Unione Terra di Leuca invece fornisce il supporto economico per eventuali visite fuori sede anche se fino ad ora non ce n’è stato bisogno perché il dott. Castellano sta facendo davvero un ottimo lavoro”. Il fatto davvero preoccupante è che “dalle persone fino ad ora visitate, il 35% di loro mostrava segni di esposizione ad amianto più o meno gravi”. A Casale Monferrato già son partiti i risarcimenti: per gli emigranti salentini qual è la situazione dal punto di vista legale? “Critica. C’è un provvedimento del 2007 con il quale l’allora Governo Prodi ha istituito un fondo per gli ammalati da esposizione all’amianto: 30 milioni di euro, cifra irrisoria se si tiene conto dei 500 milioni stanziati dalla Francia nel 2000 e disponibili dal 2001. Quelli italiani invece, oltre che pochi, sono anche rimasti sulla carta nel senso che ad oggi nessuno ha mai visto un centesimo. E non basta: quei soldi sono, sarebbero, solo per chi si è ammalato lavorando in Italia; chi ha avuto la sfortuna di dover emigrare, neanche su questo è tutelato”. Riprende la parola il presidente Mauro: “La nostra Associazione si è dato il compito di sensibilizzare quanto più possibile l’opinione pubblica perché il caso venga alla luce in tutta la sua tragicità e magari venga preso a cuore anche dai nostri politici o chi di dovere per fare qualcosa di concreto”. Per chi volesse contattare l’Associazione Emigranti nel Mondo per saperne di più, è a disposizione il numero 347/3777789.
Abbiamo incontrato Pippo M., di origini siciliane ma trasferitosi a Tiggiano dopo la pensione per stare vicino alla figlia ed ai nipoti. Lui e la sua gentile signora ci hanno accolto nella loro abitazione facendo emergere tutto il calore tipico del Meridione per nulla annacquato da tanti anni trascorsi in Svizzera per guadagnarsi da vivere. “Ho lavorato per la Eternit 36 anni”, racconta Pippo, “ero a Niederurnen e facevo l’operaio. Ho avuto diverse mansioni tra cui anche quella di levigare l’amianto. Ho respirato di tutto. Il sabato era il giorno dedicato alla pulizia delle macchine e alla fine ne uscivamo fuori con una poltiglia di fango e amianto fino ai capelli. E senza nessuna protezione! Ci hanno fornito di una mascherina solo quando l’amianto… non c’era più!”. Oggi il simpatico Pippo ha 75 anni, ma ha pagato lo scotto del contatto con la polvere di amianto con una forma cronica di insufficienza respiratoria, seguita da una broncopolmonite che lo costringe ad un continuo andirivieni dall’ospedale. “Il minimo”, racconta senza per questo perdere il suo buonumore, “con tutta quella porcheria che ho respirato!”. Mai avuto un riconoscimento per la sua malattia? “Mai. Mi sono rivolto a tante persone, ho partecipato ad incontri, ma mai nulla. Siamo soli così come sempre siamo stati. I controlli che mi facevano in Svizzera ho continuato a farli in Italia ma di mia iniziativa, tutto qui. Sono in tanti quelli che come me si sono ammalati per poter lavorare e sostenere la famiglia. È una vergogna che tutti si siano dimenticati di noi”.
Giuseppe Cerfeda
News & Salento
Disturbi dello spettro autistico: a Specchia un centro diurno per adulti
Specchia accoglie l’apertura del nuovo Centro Diurno per adulti con disturbi dello spettro autistico, sito nel cuore del paese, in Piazza della Libertà, 5.
Questa importante iniziativa è resa possibile grazie all’impegno di Sollevante, realtà da sempre attenta alle esigenze del territorio e delle famiglie che necessitano di supporti specialistici.
Si tratta di un servizio unico per l’intera Provincia di Lecce, e per questo risulta essere di straordinaria rilevanza per tutte le famiglie del Salento che ogni giorno affrontano le sfide legate all’autismo in età adulta.
Il centro offrirà attività mirate, supporto terapeutico, e un ambiente sicuro in cui le persone con disturbo dello spettro autistico possano sviluppare abilità sociali e cognitive, migliorando il proprio benessere e la qualità della vita.
News & Salento
Social Basket a Nardò
Parte il progetto “Social Basket 2024: in campo”! Un’iniziativa inclusiva e gratuita per ragazzi e ragazze tra i 10 e i 18 anni, promossa da ASC Comitato Provinciale Lecce in collaborazione con Social Aut – Associazione di Promozione Sociale e Centro Devils Basket Nardò per favorire l’inclusione sociale tra ragazzi/e con Disturbo dello Spettro Autistico e coetanei a sviluppo tipico.
Ogni venerdì dalle ore 16:00 alle ore 17:00 presso la palestra dell’Istituto Comprensivo Polo 1, Nardò (LE).
Per informazioni e iscrizioni:
Email: social.aut.aps@gmail.com
WhatsApp: +39 389 650 7868
Attualità
Intesa Sanpaolo, sito di nuovo down e clienti imbufaliti
Problemi d’accesso per app e home banking. Intesa Sanpaolo è down: clienti bloccati fuori dall’home banking e impossibilitati a gestire conti e pagamenti online…
Un bug che sta affliggendo il sistema informatico di Intesa Sanpaolo, non permettendo ai clienti di eseguire on line nessuna operazione: questa potrebbe essere la causa, ma nessuna dichiarazione è arrivata da parte della banca finora.
I social network si stanno riempiendo di post e commenti di clienti frustrati per il disservizio, impossibilitati di eseguire regolari pagamenti o altri tipi di operazioni on line.
Questo evento è simile a quanto già accaduto il 31 ottobre, allora un altro malfunzionamento aveva compromesso l’accesso all’home banking per ore, generando altrettanto malcontento tra i clienti.
Per via di un problema tecnico non funziona l’accesso all’applicazione e al servizio Web di Intesa Sanpaolo: questo impedisce la gestione dei conti e delle carte, impedisce anche l’autorizzazione dei pagamenti online tramite le notifiche push in-app (che servono a confermare le transazioni).
Questo è il messaggio che legge chi si appresta ad andare, virtualmente, on line: «Ci scusiamo ma, per un problema tecnico, non puoi proseguire».
Le difficoltà degli utenti sono iniziate intorno alle 9 di questa mattina, con un’ondata di report che evidenziano problemi nell’accesso, nell’autenticazione e nell’utilizzo generale delle funzionalità dell’app.
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