Lecce
Gabellone: “Salento più vivo che mai!”
Il “Sistema Salento” nell’ultimo biennio è risalito sino all’attuale 85° posto nella graduatoria della qualità della vita italiana del Sole 24Ore

Nonostante una crisi senza precedenti, tanto forte da dover necessitare di interventi nazionali estremi, il “Sistema Salento” tiene il suo equilibrio, nell’ultimo biennio risalito sino all’attuale 85° posto nella graduatoria della qualità della vita italiana, complessivamente un +9 posizioni dall’insediamento del governo di centrodestra alla Provincia di Lecce. Un risultato che ovviamente deve spingerci a migliorare ancora di più questa posizione, di leadership in Puglia ma comunque di medio-bassa classifica in tutta Italia. L’autorevole dossier de “Il Sole 24”, che da oltre 20 anni misura la vivibilità delle 107 province italiane, ci conferma isola più felice di Puglia, anche davanti al capoluogo regionale Bari, ma è solo un punto di partenza verso traguardi ancora migliori, magari in condizioni economiche e produttive ben diverse dalle attuali, sulla soglia della recessione.
Per le categorie “Tenore di Vita”, “Affari e Lavoro”, “Servizi, Ambiente e Salute”, “Ordine Pubblico”, “Popolazione” e “Tempo Libero” dal 94° posto del 2009 la provincia di Lecce passa all’85° posizione, un notevole recupero pari a quello di pochissime province italiane nello stesso arco temporale.
Analizzando il valore delle rilevazioni e le loro risultanze, particolarmente importante è il dato riferito al “Tenore di Vita” dei salentini, dato che pur in un riconosciuto e drammatico periodo di crisi economica congiunturale e internazionale tiene ancora più che “vivo” il sistema-Salento; lo stesso discorso vale per l’indicatore “Ordine Pubblico”, alla stregua e in certi casi sopra la media delle realtà del Nord Italia dove la criminalità ha pochissima influenza e rilevanza sui rispettivi territori provinciali. L’istituzione Provincia di Lecce, in questi 2 anni di Legislatura si è già “ riappropriata” del ruolo di faro delle politiche attive e del lavoro del Salento, assumendo l’onere gravoso di farlo in questo momento storico di grande difficoltà, con spiccato senso della responsabilità istituzionale. Un ruolo di “mediazione attiva” riconosciuto nel tempo anche dai sindacati, dalle associazioni datoriali, ancor prima dai lavoratori stessi, che a migliaia trovano per le loro vertenze occupazionali un riferimento autorevole nell’azione del Governo Provinciale. Svariati milioni di Euro sono stati investiti per la realizzazione di numerose opere pubbliche, accogliendo richieste che arrivavano indistintamente da tutto il territorio. Alcuni cantieri sono stati già chiusi, altri sono aperti e con i lavori in corso, altri ancora stanno per essere aperti in un’attività frenetica, che riesce a ridare – indirettamente come azioni “anticicliche” – notevole impulso all’economia delle aziende che si occupano di questi lavori. Nell’edilizia scolastica il Presidente ha dato indicazione diretta a rifare il look e ricostruire del tutto decine di scuole, perché abbiamo a cuore soprattutto il futuro dei nostri ragazzi. 24 milioni sono stati investiti nella formazione professionale, 100 milioni pioveranno nel Salento in questi mesi per effetto del “Piano per il Sud”. All’interno dell’Ente si è avviato un percorso innovativo che porterà al taglio drastico dei fitti passivi, con l’approvazione di un progetto per la realizzazione di 2 strutture scolastiche nel capoluogo, anche grazie alle partnership con i privati. Non sono “tecnicismi”, ma operazioni intelligenti e lungimiranti, che daranno risultati e benefici certi, misurabili. Così come sono da segnalare, non da ultimo, le previste e già pianificate riqualificazioni e valorizzazioni funzionali del complesso di Masseria Torcito e dell’Abbazia di Cerrate. Nel turismo e nel marketing territoriale, allo stesso modo, sono state avviate azioni promozionali tali da garantire una crescita delle presenze turistiche nel nostro territorio, in netta controtendenza con un calo dei flussi globale e nazionale. Senza dimenticare come questa Amministrazione abbia per prima imposto un rigoroso taglio dei costi della politica, degli amministratori e della rappresentanza, di fatto anticipando di 2 anni scelte anche di politica nazionale, e – senza tornare sul refrain del debito – avviando un’azione di risanamento senza precedenti, dei conti provinciali e delle società partecipate, tagliando consulenze, gettoni di presenze degli amministratori, indennità, consigli di amministrazione interi.
Antonio Gabellone
Attualità
Nuova vita per i cocci di terracotta
Unisalento per l’economia circolare. Grosso vantaggio per le imprese e beneficio non indifferente per l’ambiente: le imprese possono riqualificare gli scarti di produzione che normalmente venivano gestiti come rifiuti come sottoprodotti

I cocci di terracotta non sono rifiuti, ma “sottoprodotti”, ovvero materiali riutilizzabili per gli scopi più diversi.
La regione Puglia, con il dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità urbana, ha recentemente presentato la prima scheda sottoprodotto relativa proprio al riuso di tali cocci, applicando per la prima volta la direttiva contenuta nel D.lgs 205/2010 art. 184 che introduce il concetto di sottoprodotto in alternativa a quello di rifiuto.
Sostanzialmente tale direttiva stabilisce che gli scarti di un processo produttivo possano essere gestiti come “sottoprodotti” se rispettano determinate caratteristiche previste dalla normativa e diventando così materiale adatto ad affrontare un nuovo ciclo produttivo.
Si tratta di un grosso vantaggio per le imprese e di un beneficio non indifferente per l’ambiente, giacché tali rifiuti sono stati, fino a oggi, destinati alle discariche.
La scheda è l’approdo di una proposta sviluppata da Confartigianato Puglia con la collaborazione del team del professor Antonio Licciulli del dipartimento di Ingegneria dell’innovazione di UniSalento nell’ambito del tavolo regionale su circolarità e ambiente.
Grazie all’adozione della scheda, le imprese del settore potranno quindi riqualificare come sottoprodotti gli scarti di produzione che normalmente venivano gestiti come rifiuti.
I cocci, ovvero i residui delle produzioni ceramiche, saranno così reimpiegati nella produzione di cocciopesto e “chamotte”.
«Il cocciopesto», commenta il professor Licciulli, «può essere valorizzato nella bioedilizia per la produzione di leganti idraulici, malte di allettamento, intonaci traspiranti. Già gli antichi romani, nelle regioni adriatiche dove non si disponeva della pozzolana, usavano produrre malte idrauliche mescolando il cocciopesto con malta di calce. Le opere architettoniche e idrauliche dei romani sono ancora oggi in piedi e funzionanti. Lo stesso non si può dire per molti manufatti moderni in cemento armato. Solo l’ignoranza porta a considerare rifiuto un materiale. Grazie alla ricerca, alla conoscenza e all’innovazione tecnologica è possibile arrivare ad ambiziosi risultati ovvero ad annullare o minimizzare la produzione dei rifiuti. L’Università del Salento è particolarmente sensibile al tema della sostenibilità e alla filosofia del rifiuto zero ed è pronta a sostenere imprese e consorzi a perseguire la conversione da rifiuto a sottoprodotto».
- Da sinistra, il segretario di Confartigianato Ninni Castellano, il presidente di Confartigianato Antonio Colì e Antonio Licciulli.
- Cocciopesto nella bioedilizia
Appuntamenti
Narrare le migrazioni in cinque giornate
Dal 17 al 21 marzo all’ex Convitto Palmieri a Lecce, cinque giorni per sollecitare la costruzione di un nuovo racconto del fenomeno migratorio, per favorire la cultura della parità di trattamento, del rispetto e della valorizzazione delle differenze

Moltiplicare i punti di vista, porsi in ascolto di chi ha una storia da raccontare, oltre i pregiudizi e gli stereotipi.
È questo l’obiettivo di Narrare le migrazioni, la cinque giorni che mette in relazione studenti, artisti, esperti, studiosi e giovani beneficiari dei progetti SAI, per sollecitare la costruzione di un nuovo racconto del fenomeno migratorio.
L’iniziativa si terrà dal 17 al 21 marzo, presso l’ex Convitto Palmieri a Lecce.
È promossa da Arci Lecce Solidarietà e dall’Associazione Istituto di Culture Mediterranee, che recentemente ha siglato con la provincia di Lecce un protocollo d’intesa per operare su obiettivi comuni, e che si avvale della collaborazione del Polo Biblio Museale di Lecce.
Il progetto si è aggiudicato il bando nazionale dell’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei ministri che, dal 17 al 23 marzo, propone a livello nazionale la XXI Settimana di azione contro il razzismo, in concomitanza con la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, che l’ONU celebra di ogni anno il 21 marzo.
L’obiettivo è quello di realizzare iniziative di sensibilizzazione e di informazione, in particolare fra i giovani, per favorire la cultura della parità di trattamento, del rispetto e della valorizzazione delle differenze.
LE DICHIARAZIONI
I dettagli della cinque giorni Narrare le migrazioni sono stati presentati a Lecce a Palazzo Adorno, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato la presidente del Consiglio Regionale della Puglia Loredana Capone, il presidente della provincia di Lecce Stefano Minerva, il presidente dell’associazione Istituto di Culture Mediterranee Paolo Paticchio e la presidente di Arci Lecce Solidarietà Anna Caputo.
«Una delle più grandi sfide di questa nostra epoca è governare l’ondata migratoria, dove “governare” significa creare un modello di accoglienza che presuppone integrazione e reciprocità», ha dichiarato la presidente Loredana Capone, «ma serve che le comunità siano predisposte all’accoglienza e che vengano abbattuti gli stereotipi che ciò che non si conosce fa paura. Il coinvolgimento di ragazze e ragazzi con laboratori e confronti aiuterà a costruire un sentimento basato sulla conoscenza e la condivisione».
Il presidente Stefano Minerva ha affermato: «La nostra è una terra che, per storia e per posizione geografica, ha un legame inscindibile con le migrazioni e i flussi, si è nutrita, arricchita e formata grazie ai tasselli delle tante piccole storie che compongono il mosaico di un quadro culturale che matura e che ci offre la possibilità e la responsabilità di essere ponte tra diversi mondi».
«Narrare le migrazioni significa raccontare storie di vita, di coraggio e di speranza, restituendo umanità a un fenomeno spesso ridotto a numeri e statistiche», ha aggiunto il presidente Paolo Paticchio, «con questa iniziativa vogliamo costruire un racconto plurale, capace di contrastare stereotipi e pregiudizi, che metta al centro da protagonisti i giovani che vivono il nostro territorio. In un tempo in cui le narrazioni tossiche alimentano divisioni, crediamo che sia necessario creare spazi di ascolto e condivisione, affinché le migrazioni siano comprese per ciò che realmente sono: un elemento fondante della nostra storia e del nostro futuro comune».
«Per questo progetto abbiamo pensato a un approccio partecipativo e non frontale che coinvolgesse realmente i più giovani, richiamando le modalità con cui loro spontaneamente socializzano», ha spiegato la presidente Anna Caputo, «l’iniziativa prevede anche un importante momento di confronto pubblico aperto a tutti, che coinvolge persone che attraverso il loro ruolo istituzionale o la loro attività sul campo sono impegnate nel tema delle migrazioni e della valorizzazione delle diversità, e da sempre “ci mettono la faccia”».
LA MANIFESTAZIONE E L’INCONTRO PUBBLICO
Protagonisti attivi di Narrare le migrazioni sono, ognuno con le proprie attitudini e competenze, gli studenti del Corso di laurea magistrale in Governance Euromediterranea delle Politiche Migratorie dell’Università del Salento, gli studenti del Liceo Classico e Musicale Giuseppe Palmieri e dell’Istituto Tecnico ed Economico Olivetti di Lecce e i giovani beneficiari dei progetti SAI di Arci Lecce Solidarietà, i quali saranno coinvolti in una rosa di workshop pratici e lavoreranno insieme per la costruzione di un dialogo interculturale.
Il progetto prevede inoltre un importante momento di confronto aperto al pubblico, giovedì 20 marzo alle ore 10 presso l’ex Convitto Palmieri, con un convegno dedicato al tema, a cui partecipano, tra gli altri, l’eurodeputato Mimmo Lucano, divenuto un simbolo internazionale di accoglienza e integrazione e Saverio Tommasi, scrittore e giornalista di Fanpage.it, con all’attivo video e reportage in Italia e all’estero che vantano oltre mezzo miliardo di visualizzazioni, autore tra gli altri dei libri-inchiesta Il generale al contrario e Troppo neri.
L’incontro, moderato da Anna Caputo, sarà introdotto dai saluti istituzionali di Loredana Capone, Stefano Minerva, del direttore del Polo Bibliomuseale di Lecce Luigi De Luca, e del vicario del Liceo Classico e Musicale Palmieri di Lecce Stefano Nuzzoli.
Seguiranno gli interventi di approfondimento, con l’eurodeputato Mimmo Lucano, dirigente scolastica dell’Ites Olivetti di Lecce Patrizia Colella, il docente di Sociologia delle migrazioni di UniSalento Antonio Ciniero, il presidente Paolo Paticchio, e il giornalista e scrittore Saverio Tommasi.
Al termine dell’incontro Saverio Tommasi firmerà le copie del suo ultimo libro Il generale al contrario e del libro Troppo neri.
I LABORATORI
Porsi in ascolto dei protagonisti, ripercorrere il filo delle loro biografie uniche e irripetibili che, insieme, compongono il fatto collettivo, mettere in convivenza e dialogo le storie che ogni corpo abita: sono queste le sfide dei tre workshop che coinvolgeranno studenti e beneficiari SAI in un percorso di co-creazione.
A guidare idealmente questo percorso è l’immagine della barca di cartapesta – protagonista del laboratorio dedicato – costruita con materiali umili e precari, ma che acquisiscono una sorprendente resistenza; la barca diviene, per questo, un simbolo della complessità del viaggio migratorio, al contempo fragile, carico di speranza verso un futuro solido, veicolo di libertà.
Oltre al laboratorio di cartapesta, il progetto prevede inoltre un workshop video/fotografico, un laboratorio di teatro-danza e un laboratorio di educazione informale sul tema migratorio i cui protagonisti saranno cittadine e cittadini di Paesi terzi che condivideranno la propria esperienza.
Venerdì 21 marzo, a partire dalle 10, presso l’ex Convitto Palmieri a Lecce, la giornata finale del progetto ospiterà la restituzione dei laboratori, con un’esposizione dei manufatti in cartapesta realizzati, proiezioni video, una performance di teatro-danza e il concerto degli studenti dell’Ites Olivetti con i giovani beneficiari dei progetti SAI.
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Cronaca
Incastrato ladro seriale
Il Questore di Lecce emette un foglio di via obbligatorio dalla provincia per un cittadino albanese resosi responsabile di vari furti

Gli agenti della Polizia di Stato hanno individuato l’autore del furto di capi d’abbigliamento commesso lo scorso 10 marzo a danno di un negozio del centro cittadino di Lecce.
L’uomo di 39 anni di origine albanese, residente nella provincia e già noto alle forze dell’ordine, è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza dell’attività commerciale mentre, approfittando di un momento di distrazione delle commesse, nascondeva due giubbotti (del valore complessivo di 500 euro) dentro una busta che portava al seguito e la riponeva all’interno di uno zaino.
A incastrare il trentanovenne, la presenza di un tatuaggio visibile sul dorso della mano destra.
Durane un controllo, gli agenti della Sezione Volanti della Questura di Lecce lo hanno denunciato per oltraggio e minaccia a pubblico ufficiale e possesso ingiustificato di una tronchesina.
In quell’occasione l’uomo è stato sanzionato anche perché trovato in possesso di una modica quantità di hashish.
Inoltre, l’uomo è ritenuto responsabile di un altro furto, questa volta di cosmetici, del valore di circa 400 euro commesso lo scorso 9 ottobre 2024 a danno di una farmacia del centro cittadino.
Sono in corso ulteriori indagini in quanto non si esclude che possa essere stato l’autore di altre sottrazioni commesse nelle ultime settimane a Lecce con modalità simili.
In considerazione dei suoi precedenti e valutata la sua pericolosità sociale, il Questore di Lecce ha emesso nei confronti del cittadino albanese un foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune della durata di tre anni.
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